da
Lenin, Opere Complete, vol. 18, Editori Riuniti, Roma, 1966, pp.. 398-402
trascrizione e conversione in html a cura del CCDP
Lenin
Intorno ad alcuni interventi dei deputati operai (1)
Scritto nel novembre 1912.
Pubblicato per la prima volta nel 1930, nella seconda e terza edizione delle
Opere di V.I. Lenin. vol. XVI
Quali idee fondamentali devono essere poste a base del primo intervento di un oratore operaio
alla Duma?
È naturale che gli operai attendano con particolare impazienza e attenzione
questo primo discorso. È naturale che attendano proprio da questo primo discorso l'esposizione principale,
fondamentale, concentrata, di un'opinione sulle questioni che particolarmente
agitano tutti, che particolarmente vengono poste in primo piano nella politica
del paese in generale, e nella pratica del movimento operaio (sia politico che economico) in particolare.
Di tali questioni fanno parte le seguenti:
1) Continuità del lavoro del
gruppo socialdemocratico alla IV Duma. Per continuità bisogna intendere il
mantenimento dell'inscindibile legame con i precedenti gruppi socialdemocratici
di tutte le precedenti Dume; inoltre è soprattutto necessario distinguere il
legame con il gruppo socialdemocratico della II Duma, dato il noto attacco da
questo subito da parte della controrivoluzione.
È importante rilevare questa continuità, poiché, a differenza dei partiti
borghesi, la democrazia operaia vede qualcosa di organico e unitario nella
sua attività alla I, II, III e IV
Duma, senza che nessuna svolta degli avvenimenti (e nessuna svolta del tipo del
colpo di Stato del 3 giugno) lo distragga dai suoi compiti, dal perseguire i
suoi scopi immutati.
2) La seconda tesi, che deve essere esposta nel primo intervento di un deputato
operaio, è il socialismo. Qui vi sono propriamente due temi. Uno è che la
socialdemocrazia della Russia è uno dei reparti dell'esercito internazionale
del proletariato socialista. Così disse testualmente Pokrovski alla III Duma
(cfr. la sua dichiarazione nei resoconti stenografici, p. 328 della
pubblicazione ufficiale, settima seduta, 16 novembre 1907). Il ripeterlo è,
s'intende, assolutamente necessario.
Ma vi è anche un'altra cosa estremamente importante di questi tempi. Intendo
parlare della situazione odierna
e dei compiti del socialismo in tutto
il mondo. Da che cosa è caratterizzata questa situazione? a) Dall'estremo
inasprimento della lotta della classe operaia contro la borghesia (carovita,
scioperi di massa, imperialismo
delle potenze, loro furiosa concorrenza per i mercati, loro avvicinarsi alla
guerra) e b) dall'approssimarsi della realizzazione del socialismo. La classe
operaia di tutto il mondo lotta non per il riconoscimento del suo diritto di
avere un partito socialista, ma per il
potere, per una nuova struttura della società. È molto importante
dirlo dalla tribuna della Duma, annunciare agli operai della Russia l'inizio di
grandiose battaglie per il socialismo in Europa e in America, l'approssimarsi del trionfo (ineluttabile
trionfo) del socialismo nel mondo civile.
3) Terza tesi: la guerra nei Balcani, la situazione internazionale e la
politica estera della Russia.
È impossibile trascurare questo tema, che è il più attuale. Esso si suddivide
nelle seguenti questioni:
a) La guerra nei Balcani. La parola d'ordine della repubblica federativa
balcanica deve essere proclamata anche da un deputato operaio russo. Contro
l'inimicizia slavo-turca, per la
libertà e l'eguaglianza dei diritti di tutti
i popoli nei Balcani.
b) Contro l'intervento di altre potenze nella guerra balcanica. Necessità di
associarsi alla dimostrazione in favore della pace che ha avuto luogo a
Basilea, al Congresso internazionale socialista (2).
Guerra alla guerra! Contro qualsiasi intervento! Per la pace! Queste le parole
d'ordine degli operai.
c) Contro la politica estera del governo russo in generale, menzionando in
particolar modo la «bramosia» di conquistare (e le conquiste già iniziate) il
Bosforo, l'Armenia turca, la Persia e la Mongolia.
d) Contro il nazionalismo del governo, indicando le nazionalità oppresse:
Finlandia, Polonia, Ucraina, gli ebrei, ecc. È estremamente importante parlare
in modo preciso della parola d'ordine dell'autodecisione
politica di tutte le nazionalità, in contrapposto a ogni reticenza
(come la sola «eguaglianza dei diritti»).
e) Contro il nazionalismo liberale che non è cosi rozzo, ma è dannoso
soprattutto per la sua ipocrisia, il suo «sottile» inganno del popolo. In che
cosa si manifesta questo nazionalismo liberale (cadetto-progressista)? Nei discorsi sciovinisti sui compiti
degli «slavi», nei discorsi sui «compiti di grande potenza» della Russia, nei
discorsi sull'accordo della Russia con l'Inghilterra e la Francia per la spoliazione di altri paesi.
4) Quarta tesi: la situazione politica della Russia. Il tema richiede la
descrizione della mancanza di diritti e dell'arbitrio, la spiegazione dell'estrema necessità della libertà politica.
Qui occorre soprattutto rilevare:
a) La necessità di menzionare le carceri, quelle di Kutomara e di Algaci, ecc. (3).
b) La falsificazione delle elezioni, i metodi del bonapartismo, la perdita
della fiducia nel governo persino
delle classi (grandi proprietari fondiari e borghesia) sulle quali aveva
contato il colpo di Stato del 3 giugno.
Si sono costretti i sacerdoti a votare contro coscienza. La Duma si è spostata
a destra, il paese a sinistra.
c) Inparticolare è importante
esprimere in modo giusto il rapporto tra la «libertà di coalizione», famosa
parola d'ordine dei liquidatori, e gli obiettivi della libertà politica in generale. È molto
importante dire che la libertà di stampa, di associazione, di riunione, di
sciopero è assolutamente necessaria
agli operai, ma che, proprio per
attuarla, bisogna comprendere il suo legame
indissolubile con le basi generali della libertà politica, con i
cambiamenti radicali di tutto il
regime politico. Non l'utopia liberale della libertà di coalizione nel regime del 3 giugno, ma lotta su tutta
la linea, in nome della libertà in generale e della libertà di coalizione in
particolare, contro questo regime,
contro le basi di questo regime.
5) Quinta tesi: condizioni insopportabili delle masse contadine. 30 milioni di
contadini colpiti dalla carestia nel 1911. Rovina e pauperizzazione delle campagne.
Il «riordino fondiario» promosso dal governo non fa che peggiorare le cose. La prosperità
finanziaria è orpello, prosperità apparente, basata sull'estorsione dei tributi
e sull'ubriacatura del popolo. Persino il modesto progetto agrario dei contadini
di destra («dei 43 contadini» (4)) presentato alla III Duma è stato messo a dormire. I
contadini hanno bisogno di liberarsi dal giogo dei grandi proprietari fondiari
e della grande proprietà fondiaria.
6) Sesta tesi: tre campi nelle elezioni della IV Duma e tre campi nel paese:
a) Il campo governativo. È impotente. Falsificazione delle elezioni.
b) Il campo del liberalismo. Qui è estremamente importante rilevare, anche solo
in due parole, lo spirito controrivoluzionario dei liberali: essi sono contrari a una nuova rivoluzione. Si
possono citare letteralmente le parole di Gredeskul, riportate nel n. 85 della Pravda (dell'8 agosto): «non occorre un
secondo movimento popolare [ossia una seconda rivoluzione]; occorre soltanto
un'attività costituzionale
calma, tenace e sicura». Così ha detto letteralmente Gredeskul, e la Riec ha citato queste parole. Le speranze
dei liberali nelle riforme costituzionali,
intatte restando le basi dell'attuale regime, senza un largo movimento di massa,
sono un utopia.
c) Il terzo campo, quello della democrazia. Alla sua testa è la classe operaia.
In terza persona al passato, si può dire ciò che ha detto persino il Golos Moskvy, e precisamente che la classe operaia è andata
alle elezioni con tre parole d'ordine: I) repubblica democratica; 2) giornata
lavorativa di otto ore; 3) confisca di tutte le terre dei grandi proprietari
fondiari in favore dei contadini.
7) Settima tesi: ricordare il movimento politico e gli scioperi del 1912.
a) È molto importante rilevare che il numero degli scioperanti politici ha
raggiunto il milione. Ripresa di tutto il movimento di liberazione.
b) È molto importante dire che gli operai, con i loro scioperi politici, si
sono proposti obiettivi che interessano
tutto il paese, hanno avanzato compiti non parziali, ma generali.
c) È necessario rilevare che proprio il legame
fra gli scioperi politici e quelli economici dà forza e vitalità al
movimento.
d) Menzionare la protesta degli operai contro le esecuzioni di marinai.
8) L'ottava tesi, tesi essenziale - che discende da tutto ciò che si è detto
prima, ed è con esso strettamente connessa - è l'egemonia del proletariato, la
sua funzione dirigente, di capo. Il proletariato trascina dietro di sé tutto il
popolo, tutta la democrazia; esige la libertà e conduce alla lotta per la
libertà; dà l'esempio, è un modello, solleva lo spirito, crea un nuovo stato
d'animo.
9) Nona e ultima tesi: concisa ripetizione e riassunto. In terza persona, degli
operai coscienti bisogna dire che sono «inflessibilmente fedeli» a tre principi: innanzi tutto, al
socialismo; in secondo luogo ai «principi del vecchio Partito operaio
socialdemocratico di Russia, provato nelle battaglie»: gli operai sono fedeli a
questo partito. È un fatto che va
riferito; in terzo luogo, gli operai sono fedeli alle «loro convinzioni
repubblicane». Non si tratta di un appello, di una parola d'ordine, ma della
fedeltà alle proprie convinzioni. (In parecchi paesi a regime monarchico, come
l'Inghilterra, la Svezia, l'Italia, il Belgio e altri esistono partiti
repubblicani legali).
P.S. Può ancora sorgere il problema di avanzare a parte la rivendicazione della «libertà di coalizione».
Bisogna tener presente che i liquidatori fanno passare sotto questa etichetta
la rivendicazione liberale delle riforme costituzionali, rimanendo intatte le basi del regime del 3 giugno.
Note
1) Le tesi contenute in Intorno
ad alcuni interventi dei deputati operai servirono di base alla
dichiarazione del gruppo socialdemocratico alla IV Duma. Il manoscritto
reperito non è completo. I deputati bolscevichi dovettero lottare accanitamente
contro i sette deputati menscevichi per far includere nella dichiarazione le
principali rivendicazioni della piattaforma bolscevica. La dichiarazione venne
letta, a nome del gruppo socialdemocratico, nella seduta del 7 (20) dicembre
dal deputato Malinovski (un provocatore, come si scoprì in seguito), che
tralasciò parecchi punti e, fra gli altri, il punto del suffragio universale.
Per aver pubblicato lo stenogramma con il testo della dichiarazione la
redazione della Pravda fu
denunciata al tribunale e il giornale venne confiscato.
2) Il Congresso
straordinario della II Internazionale si tenne a Basilea il 24 e il
25 novembre 1912. Nel giorno della sua apertura ebbero luogo una imponente
manifestazione e un comizio di protesta contro la guerra. Nella seduta del
congresso del 25 venne approvato all'unanimità un manifesto che invitava gli
operai a utilizzare l'organizzazione e la potenza del proletariato per la lotta
rivoluzionaria contro il pericolo di guerra. (Cfr. Lenin, Sul movimento operaio italiano, Roma,
Edizioni Rinascita, 1949, Appendice).
3) Le agitazioni dei detenuti politici nelle carceri di
Kutomara e Algaci ebbero luogo in seguito alla disposizione del governatore
militare della Transbalcalia di applicare nelle prigioni di Nercinsk il
regolamento militare per i detenuti politici. Questi reagirono con uno sciopero
della fame di quindici giorni e con suicidi. Venutine a conoscenza, gli operai
di Pietroburgo, Mosca, Varsavia e Riga organizzarono scioperi di protesta. A
nome del gruppo parlamentare socialdemocratico e del gruppo del lavoro venne
fatta alla IV Duma un'interpellanza, il cui esame, a maggioranza di voti, venne
rinviato e non più ripreso in seguito.
4) Il progetto agrario dei
deputati contadini (senza partito e di destra) venne proposto alla
III Duma il 10 (23) maggio 1908. Il progetto prevedeva l'alienazione forzata, a
prezzo di mercato, delle terre dei grandi proprietari fondiari. Per applicare
la riforma agraria si proponeva di costituire delle commissioni locali per la
terra, eletti a suffragio universale. Per il giudizio su questo progetto cfr.
l'articolo I dibattiti agrari alla III Duma,
nel vol. 15 della presente edizione.