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iper-classici del marxismo - 30-03-03
Tratto da Stalin - Opere complete Vol. V
Testo messo a disposizione dall’Istituto di Studi Comunisti Marx - Engels
Conversione in html a cura del CCDP
Stalin
I Definizione dei termini e oggetto
dell'indagine
II I rivolgimenti storici nello sviluppo della
Russia
III Problemi
I - Definizione dei termini e oggetto dell'indagine.
1. Strategia e tattica politica: limiti
d'azione e campo d'applicazione. Se si riconosce che il movimento
del proletariato ha due aspetti, uno oggettivo e l'altro soggettivo, il campo
d'applicazione della strategia e della tattica si limita indubbiamente al lato
soggettivo del movimento.
Il lato oggettivo consiste in
quei processi di sviluppo che si svolgono al di fuori ed attorno al
proletariato, indipendentemente dalla volontà del proletariato e del suo
partito, processi che in ultima analisi, determinano lo sviluppo di tutta la
società.
Il lato soggettivo consiste in
quei processi che si svolgono all'interno del proletariato, come riflesso dei
processi oggettivi nella coscienza del proletariato, processi che accelerano o
ritardano il corso di questi ultimi, ma non li determinano affatto.
2. La teoria del marxismo,
studiando, innanzitutto, i processi oggettivi nel loro sviluppo e nel loro
declino, determina la tendenza dello sviluppo, indica quella o quelle classi
che stanno salendo inevitabilmente al potere o che inevitabilmente cadono,
devono cadere.
3. Il programma del marxismo,
basandosi sulle conclusioni della teoria, fissa lo scopo del movimento della
classe in ascesa, nel caso specifico del proletariato, durante un determinato
periodo di sviluppo del capitalismo o durante tutto il periodo capitalistico (
programma minimo e programma massimo )
4. La strategia, seguendo le
indicazioni del programma e basandosi sulla valutazione delle forze in lotta
interne (nazionali) ed internazionali, determina la strada, la direzione generale che il movimento rivoluzionario
del proletariato deve seguire per raggiungere i maggiori risultati, in
relazione al rapporto delle forze che si viene a determinare e che si sviluppa.
Conformemente a questo, essa traccia uno schema di distribuzione delle forze
del proletariato e dei suoi alleati sul fronte sociale
( dislocazione generale ). Non
si deve confondere “ il tracciamento di uno schema di distribuzione delle forze
“ con il lavoro stesso ( concreto, pratico ) di distribuzione, di dislocazione,
delle forze, che viene congiuntamente realizzato dalla strategia e dalla
tattica. Ciò non significa che la strategia si limita ad indicare la via ed a
tracciare lo schema di distribuzione delle forze combattenti nel campo del
proletariato; al contrario, in tutto il periodo della rivoluzione, essa orienta
la lotta e modifica la linea, la tattica del momento, utilizzando abilmente le
riserve di cui dispone, manovrando allo scopo di sostenere la tattica.
5. La tattica, seguendo le
indicazioni della strategia e l'esperienza del movimento rivoluzionario sia del
proprio paese che dei paesi vicini, tenendo conto in ogni determinato momento
dello stato in cui si trovano le forze sia all'interno del proletariato e dei
suoi alleati (maggiore o minore grado di cultura, maggiore o minore
organizzazione e coscienza, presenza di certe tradizioni e di certe forme del
movimento, di forme di organizzazione fondamentali
ed ausiliarie), sia nel campo dell'avversario e sfruttando ogni
disaccordo e confusione esistenti nel campo dell'avversario, indica le vie concrete da seguire affinché il
proletariato rivoluzionario conquisti le larghe masse e le porti a posizioni di
combattimento sul fronte sociale ( in esecuzione dello schema di distribuzione
delle forze tracciato sulla base del piano strategico ), le quali preparino in
modo più sicuro i successi della strategia. In relazione a ciò la tattica dà o cambia
le parole d'ordine e le direttive del partito.
6. La strategia muta nei momenti
di rivolgimenti storici, di svolte; essa abbraccia il periodo che va da un
rivolgimento (svolta) all'altro, orienta quindi il movimento verso un
determinato obiettivo generale, che abbraccia gli interessi del proletariato
per tutto quel determinato periodo, e mira a vincere la guerra fra le classi che occupa tutto questo periodo:
perciò in questo periodo essa resta immutabile.
La tattica, al contrario, viene
determinata secondo i flussi ed i riflussi che si hanno in un dato
rivolgimento, in un dato periodo strategico, secondo il rapporto delle forze in
lotta, le forme della lotta ( del movimento ), il ritmo del movimento, il campo in cui si svolge la lotta in
ogni momento determinato, in ogni determinata zona; e siccome questi fattori,
nel periodo che intercorre tra un rivolgimento e l'altro, mutano in dipendenza
delle condizioni di luogo e di tempo, la tattica, che abbraccia non tutta la
guerra, ma soltanto alcune sue battaglie isolate, determinanti la vittoria o la
sconfitta, muta ( può mutare ) parecchie volte durante il periodo strategico.
Il periodo strategico è più lungo di quello tattico. La tattica è subordinata
agli interessi della strategia. I successi tattici, in linea di massima,
preparano i successi strategici. Il compito della tattica consiste nel condurre
le masse alla lotta, nel dar loro parole d'ordine, nel condurle su nuove
posizioni in modo tale che la lotta nel suo complesso porti alla vittoria, cioè
al successo strategico. Ma accade talvolta che il successo tattico distrugga o
allontani il successo strategico e quindi in questi casi, non bisogna curarsi
del successo tattico.
Un esempio. Al principio del 1917, nel periodo di Kerenski, la nostra
agitazione contro la guerra, fra gli operai ed i soldati, conseguì
indubbiamente un risultato tattico negativo perché le masse cacciarono i nostri
oratori dalla tribuna, li picchiarono, talora li massacrarono; le masse non
affluivano nel partito ma si allontanavano da esso. Quell'agitazione, però,
malgrado il suo insuccesso tattico, ci avvicinò ad un grande successo
strategico, perché le masse capirono ben presto che la nostra agitazione contro
la guerra era giusta e ciò accelerò e facilitò poi il loro passaggio dalla parte
del partito.
Ancora un esempio: la richiesta dell'Internazionale Comunista di dividersi dai
riformisti e dai centristi in adempimento delle ventuno condizioni, richiesta
che evidentemente racchiude in sé un certo elemento tattico negativo, poiché
diminuisce coscientemente il numero dei " partigiani "
dell'Internazionale Comunista ed indebolisce temporaneamente quest'ultima,
porta in compenso un grande vantaggio strategico liberando l'Internazionale
dagli elementi infidi, fatto che indubbiamente porterà ad un nuovo
rafforzamento e ad un consolidamento della sua potenza, in generale.
7. Parola d'ordine di agitazione e parola
d'ordine d'azione. Non si devono confondere, sarebbe pericoloso. La
parola d'ordine “ Tutto il potere ai Soviet” era una parola d'ordine di agitazione nel periodo che va
dall'aprile all'ottobre 1917, nell'ottobre diventò una parola d'ordine di azione , dopo che il Comitato
Centrale del partito, al principio di ottobre decise di “ prendere il potere “.
Il gruppo di Bagdatiev nella sua azione di aprile a Pietrogrado fece una simile
confusione di parole d'ordine.
8. La direttiva (generale) è un
appello diretto all'azione in un
determinato tempo, in un determinato luogo, obbligatorio per il partito.
Se ai primi di Aprile ( vedi le “ Tesi”
), la parola d'ordine “Tutto il potere
ai Soviet” era una parola d'ordine di propaganda , nel giugno essa diventò una parola d'ordine di agitazione ed in ottobre diventò una
parola d'ordine di azione,
mentre alla fine di ottobre divenne una direttiva precisa. Intendo parlare di
una direttiva comune a tutto il partito, sottintendendo che debbono esistere
anche direttive locali, le quali sviluppano la direttiva generale.
9. Le esitazioni della piccola borghesia, quando
le crisi politiche diventano più acute ( in Germania durante le elezioni al
Reichstang, in Russia durante il periodo di Kerenski in Aprile, in giugno, in
agosto, nel periodo di Kronstadt nel 1921 ), devono essere studiate
attentamente, utilizzate, tenute in conto, ma è pericoloso, esiziale, lasciarsi
influenzare da esse. Non si possono mutare, per queste esitazioni, le parole
d'ordine di agitazione, ma si può, e talora si deve, mutare o differire una
determinata direttiva e forse
anche una determinata parola d'ordine di azione.
Mutare la tattica “ nello spazio di ventiquattro ore “ significa precisamente
mutare una direttiva o anche
una parola d'ordine di azione,
ma assolutamente non una parola d'ordine di agitazione. ( Vedi la revoca della
dimostrazione del 9 giugno 1917 e fatti simili.).
10. L'arte dello stratega e del tattico consiste
nel trasformare abilmente e tempestivamente una parola d’ordine di agitazione
in una parola d’ordine di azione e anche nel saper trasformare tempestivamente
ed abilmente una parola d'ordine di azione in determinate direttive concrete.
II - I
rivolgimenti storici nello sviluppo della Russia.
1. Il rivolgimento del 1904-1905 (
la guerra russo-giapponese aveva rivelato, da una parte, tuta l'instabilità
dell'autocrazia, e, dall'altra, la potenza del movimento proletario e contadino
) e le Due tattiche di Lenin, come piano strategico dei marxisti
corrispondente a questo rivolgimento.
Rivolgimento che doveva portare alla rivoluzione democratica borghese ( in ciò è la sostanza del rivolgimento ).Non
una transazione liberale borghese con lo zarismo sotto l'egemonia dei cadetti,
ma una rivoluzione democratica borghese sotto l'egemonia del proletariato. ( In ciò è la sostanza del piano strategico.
).
Questo piano partiva dal presupposto che la rivoluzione democratica borghese in
Russia avrebbe dato un impulso al movimento socialista dell'Occidente, vi
avrebbe scatenato la rivoluzione e avrebbe facilitato il passaggio della Russia
dalla rivoluzione borghese alla rivoluzione socialista ( vedi anche gli atti
del III° Congresso del partito, i discorsi di Lenin al congresso e anche
l'analisi del concetto di dittatura, fatta sia al congresso che nell'opuscolo “
La vittoria dei cadetti “).
E' indispensabile calcolare le forze interne ed internazionali, impegnate nella
lotta ed in generale fare l'analisi dell'economia e della politica del periodo
del rivolgimento. La rivoluzione di febbraio ha condotto a termine questo
periodo, attuando almeno due terzi del piano strategico delle “ Due tattiche”.
2. Il rivolgimento del febbraio-marzo 1917
in direzione della rivoluzione sovietica ( la guerra imperialistica, spazzando
via gli ordinamenti autocratici, rivelò l'estrema debolezza del capitalismo e
l'assoluta inevitabilità della rivoluzione socialista come unica via d'uscita
dalla crisi ).
Differenza fra la “ gloriosa” rivoluzione di febbraio, fatta dal popolo, dalla
borghesia e dal capitale anglo-francese (dal punto di vista internazionale, quella rivoluzione non portò nessun
serio mutamento nella situazione, poiché, avendo il potere i cadetti, fu la
continuazione della politica del capitale anglo-francese), e la Rivoluzione
d'Ottobre che rovesciò tutto.
Le “ Tesi” di Lenin come piano
strategico corrispondente al nuovo rivolgimento. La dittatura del proletariato
come via d'uscita. Quel piano parte dal presupposto:
“ cominciano la rivoluzione socialista
in Russia, abbattiamo la nostra borghesia, scateniamo così la rivoluzione in
Occidente e poi i compagni dell'Occidente ci aiuteranno a condurre a compimento
la nostra rivoluzione”. E' indispensabile l'analisi dell'economia e
della politica, interne ed internazionali, in questo periodo di rivolgimento (
periodo del “ dualismo del potere”, coalizioni, complotto del generale Kornilov
come indizio della fine del potere di Kerenski, fermento nei paesi d'Occidente
suscitato dal malcontento contro la guerra.).
3. Rivoluzione d'Ottobre 1917 (
rivolgimento non solo nella storia russa, ma anche nella storia mondiale ), instaurazione della
dittatura del proletariato in Russia ( ottobre-novembre-dicembre 1917 e prima
metà del 1918 ) come rottura del fronte sociale internazionale a danno
dell'imperialismo mondiale, rottura che determina una svolta verso la
liquidazione del capitalismo e l'instaurazione di ordinamenti socialisti su
scala mondiale,
e come èra che dà inizio alla guerra civile al posto della guerra imperialista
( decreto sulla pace, decreto sulla terra, decreto sulle nazionalità,
pubblicazione dei trattati segreti, programma dei lavori di edificazione,
discorsi di Lenin al II Congresso dei Soviet, opuscolo di Lenin “ Il compito del potere sovietico”,
edificazione economica).
Fare un'analisi completa della
differenza che passa tra la strategia e la tattica del proletariato quando non
è al potere ma all'opposizione, e la strategia e la tattica
del proletariato quando è al potere.
Situazione internazionale: continuazione della guerra fra le due cricche
imperialistiche, come condizione favorevole ( dopo la conclusione della pace di
Brest ) all'esistenza ed allo sviluppo del potere sovietico in Russia.
4. Periodo delle azioni di guerra contro gli
invasori ( estate del 1918- fine 1920 ), iniziato dopo il breve
periodo di edificazione pacifica, cioè dopo la pace di Brest, che fu un
riflesso della debolezza militare della Russia sovietica e sottolineò la necessità
di creare in Russia l'Esercito rosso quale principale baluardo della
rivoluzione sovietica. Intervento dei cecoslovacchi, occupazione di Murmansk,
Arcangelo, Vladivostock, Bakù da parte dell'Intesa, dichiarazione di guerra
dell'Intesa alla Russia sovietica: tutto ciò ha definitivamente determinato la rapida svolta dall'edificazione pacifica,
già incominciata, alle operazioni belliche, alla difesa del focolaio della
rivoluzione mondiale dagli attacchi dei nemici interni ed esterni (
Discorsi di Lenin sulla pace di Brest, ecc.). Poiché la rivoluzione sociale si
fa attendere a lungo, e noi, particolarmente dopo l'occupazione delle zone su
accennate, che non sollevò una seria protesta dei proletari d'Occidente,
restammo abbandonati a noi stessi, fummo costretti a concludere l'indegna pace
di Brest, per difendere con le nostre forze la Repubblica sovietica, dopo aver
ottenuto la tregua che ci servì ad organizzare il nostro Esercito rosso.
“ Tutto per il fronte, tutto per la
difesa della repubblica". Di qui la creazione del Consiglio di difesa,
e così via. Questo è il periodo della guerra, che ha lasciato la sua impronta
su tutta la vita interna ed esterna della Russia.
5. Tappe della edificazione pacifica dal 1921,
dopo la sconfitta di Vranghel, pace con una serie di stati borghesi, trattato
con l'Inghilterra, e così via.
La guerra è terminata, ma siccome i socialisti dell'Occidente non sono ancora
in grado di aiutarci a ricostruire la nostra economia, noi, essendo
economicamente accerchiati dagli stati borghesi più sviluppati dal punto di
vista industriale, siamo costretti a venire a concessioni, a stipulare trattati
commerciali con singoli stati borghesi ed a dare imprese in concessione a
singoli gruppi di capitalisti; anche in questo settore ( economico ) siamo
abbandonati a noi stessi e siamo costretti a cavarcela in qualche modo.
Tutto per la ricostruzione
dell'economia nazionale ( vedi i noti discorsi ed opuscoli di Lenin ). Trasformazione del Consiglio
di difesa in Consiglio del lavoro e della difesa.
6. Tappe nello sviluppo del partito sino al 1917:
a) si forgia il nucleo fondamentale soprattutto il gruppo dell' “ Iskra” e
altri. Lotta contro l'economismo. Il “ Credo”;
b) formazione dei quadri del
partito come fondamento del futuro partito operaio di tutta la Russia (
1895-1903 );
c) sviluppo dei quadri in un
partito operaio e reclutamento di nuovi militanti mobilitati nel corso del
movimento proletario ( 1903-1904 );
d) lotta dei menscevichi contro i
quadri del partito per dissolverli nella massa senza partito ( “ congresso
operaio” ) e lotta dei bolscevichi per salvaguardare i quadri come fondamento
del partito. Congresso di Londra e sconfitta dei fautori del congresso operaio;
e) liquidatori e sostenitori del
partito. Sconfitta dei liquidatori ( 1908-1910 );
f) 1908-1916 compreso. Periodo di
combinazione delle forme legali ed illegali di lavoro e sviluppo delle
organizzazioni del partito in tutti i campi di attività.
7. Il Partito Comunista, specie di
ordine cavalleresco in seno allo stato sovietico, del quale dirige gli organi
ed ispira l'attività.
Importanza della vecchia guardia in seno a quest'ordine potente. Integrazione della vecchia guardia
con nuovi militanti tempratisi negli ultimi tre o quattro anni.
Aveva ragione Lenin quando conduceva una lotta implacabile contro i conciliatori? Sì, perché senza quella lotta
il partito si sarebbe infiacchito e non sarebbe stato un organismo, ma un
agglomerato di elementi eterogenei, non avrebbe avuto quell'unione e quella
compattezza interna, quella disciplina incomparabile e quella straordinaria
duttilità senza le quali il partito stesso ed il potere sovietico da esso
diretto non avrebbero potuto resistere contro l'imperialismo mondiale. “ Epurandosi il partito si rafforza”
ha giustamente affermato Lassalle. Prima di tutto la qualità e poi la quantità.
8. Questione della necessità o inutilità
del partito del proletariato e della sua funzione. Il partito è il nucleo
dirigente, è lo stato maggiore del proletariato, che dirige tutte le forme di
lotta del proletariato in tutti i campi della lotta, senza eccezione, e che
riunisce in un tutto unico le diverse forme di lotta. Parlare di inutilità del
Partito Comunista vuol dire parlare della lotta del proletariato senza uno
stato maggiore, senza un nucleo dirigente, che studi particolarmente le
condizioni della lotta e ne elabori i metodi, vuol dire affermare che si
combatte meglio senza uno stato maggiore che con uno stato maggiore: il che è
insensato.
III - Problemi
1. Funzione dell'autocrazia prima e dopo la
guerra russo giapponese. La guerra russo-giapponese ha rivelato
tutto il putridume e la debolezza dell'autocrazia russa. Il riuscito sciopero
generale politico dell'ottobre 1905 ha reso perfettamente evidente quella
debolezza (il colosso dai piedi d'argilla). Inoltre, il 1905 ha rivelato non
solo la debolezza dell'autocrazia, la fiacchezza della borghesia liberale e la
forza del proletariato russo, ma ha anche confutato l'opinione corrente, prima
in auge, che l'autocrazia russa fosse il gendarme d'Europa, che avesse la forza di essere il gendarme
d'Europa. I fatti hanno dimostrato che l'autocrazia russa non era in grado di
avere ragione neppure della propria classe operaia senza l'aiuto del capitale
europeo. Finché la classe operaia della Russia dormiva, ed i contadini russi
non si muovevano, nutrendo ancora fiducia nello zar-piccolo padre, l'autocrazia
russa aveva effettivamente la possibilità di essere il gendarme d'Europa, ma il
1905, ed innanzitutto le fucilate del 9 gennaio 1905, destarono il proletariato
russo, ed il movimento agrario di quell’anno distrusse la fiducia dei contadini
nello zar. Allora il centro di gravità della controrivoluzione europea si
spostò dai grandi proprietari fondiari russi ai banchieri imperialisti
anglo-francesi. I socialdemocratici tedeschi, che hanno cercato di giustificare
il loro tradimento del proletariato nel 1914 adducendo il carattere progressivo
della guerra contro l'autocrazia russa, gendarme d'Europa, giocavano, in
realtà, con un'ombra del passato, ed il loro gioco era naturalmente falso,
perché i veri gendarmi dell'Europa, che disponevano dei mezzi e delle forze
sufficienti per essere tali, non stavano a Pietrogrado, ma a Berlino, Parigi,
Londra.
Ora è diventato chiaro per tutti che l’Europa ha introdotto in Russia non
soltanto il socialismo ma anche la controrivoluzione, sotto forma dei prestiti
allo zar, e così via, e che la Russia ha introdotto in Europa oltre agli
emigrati politici anche la rivoluzione. ( Nel 1905 la Russia ha introdotto in
Europa, in ogni caso, lo sciopero generale come mezzo di lotta del
proletariato).
2. Quando il “ frutto è maturo”. Come
determinare che “ il frutto è maturo”,
che il periodo della preparazione è terminato e si può passare all'azione ?
a) Quando lo stato d'animo
rivoluzionario delle masse si diffonde e prorompe nel paese e le nostre parole d'ordine di azione e le direttive
rimangono indietro rispetto al movimento delle masse ( vedi " Per la partecipazione alla Duma
" di Lenin , periodo precedente all'ottobre 1905), quando noi a fatica
tratteniamo le masse e non sempre ci riusciamo: per esempio, durante l'azione
del luglio 1917 degli operai della Putilov e dei mitraglieri ( vedi anche Lenin, L'Estremismo malattia infantile.
)
b) Quando l'incertezza e la
confusione, la disgregazione e la disorganizzazione nel campo dell'avversario
sono arrivati al culmine, quando il numero dei disertori e di coloro che si
staccano dal campo avversario aumenta non di giorno in giorno, ma di ora in
ora; quando i cosiddetti elementi neutrali, vale a dire tutta la massa
piccolo-borghese della città e della campagna che conta milioni di uomini
cominciano a distaccarsi nettamente dall'avversario ( dall'autocrazia o dalla
borghesia ) e cercano l'alleanza con il proletariato, quando grazie a tutto
questo, gli apparati di governo e gli apparati di repressione del nemico
cessano di agire, si paralizzano, diventano inefficienti, ecc., sgombrando il
cammino al proletariato perché questo eserciti il suo diritto di conquista.
c) Quando entrambi questi momenti
(i punti a e b) vengono a coincidere nel tempo, cosa che normalmente si
verifica nella realtà.
Alcuni pensano che sia sufficiente constatare il processo oggettivo di
esaurimento della classe al potere per lanciare l'attacco. Ma questo è falso.
E' necessario, inoltre, che siano preparate anche le condizioni soggettive, indispensabili perché
l'attacco sia vittorioso. Il compito della strategia e della tattica consiste
appunto nel saper adeguare intelligentemente, senza ritardo, la preparazione
delle condizioni soggettive di attacco al processo oggettivo di estinzione del
potere della classe dominante.
3. Scelta del momento. La scelta
del momento - quando il momento dell'attacco è effettivamente scelto dal
partito e non viene imposto dagli avvenimenti - presuppone, per avere un esisto
favorevole, che si verifichino due condizioni:
a) che “ il frutto sia maturo”, e b) che si verifichi un avvenimento
qualsiasi che balzi agli occhi, come sarebbe un atto di governo o una qualunque
azione spontanea di carattere locale che offra un motivo opportuno , comprensibile alle larghe masse, per iniziare
l'attacco, per sferrare il colpo. L'inosservanza di queste due condizioni può
portare a questo: che il colpo non soltanto non serva quale punto di partenza
per attacchi generali sempre più intensi e potenti contro l'avversario, non
soltanto non sfoci in uno scoppio violento, demolitore (e precisamente questi
sono il significato e lo scopo di una scelta felice del momento), ma, al
contrario, possa degenerare in un ridicolo putsch, conveniente, vantaggioso al
governo e, in generale, all'avversario, perché risolleverebbe il suo prestigio,
e potrebbe trasformarsi in un punto di partenza per un'azione diretta a
sconfiggere il partito o, in ogni caso, a demoralizzarlo. Per esempio, la proposta
di una parte del Comitato Centrale di arrestare la Conferenza democratica,
respinta dal Comitato Centrale perché non rispondeva ( assolutamente non rispondeva ) alla seconda condizione ed era
infelice dal punto di vista della scelta del momento.
In generale bisogna stare attenti che il primo colpo ( la scelta del momento )
non si trasformi in un putsch, e quindi è indispensabile osservare rigidamente
le due condizioni sopra accennate.
4. “ La prova delle forze”. Talora
il partito, una volta compiuto il lavoro di preparazione per azioni decisive, e
accumulata la quantità di riserve che gli sembrano sufficienti, ritiene
opportuno compiere la prova dell'azione, sondare le forse dell'avversario,
verificare la preparazione alla lotta delle proprie forze. Una prova di questo
genere o viene iniziata coscientemente, in un momento scelto dal partito (la
dimostrazione che era stata prevista per il 10 giugno e che fu poi revocata e
sostituita dalla dimostrazione del 18 giugno 1917), o viene imposta dalla
situazione, da un'azione anticipata della parte avversaria o, in generale, da
qualche avvenimento inaspettato (l'attacco di Kornilov nell'agosto 1917 ed il
contrattacco organizzato dal partito comunista che servì meravigliosamente come
prova delle forze). Una semplice dimostrazione, come quella di maggio, non può
essere considerata una “ prova delle forze”, perché un semplice calcolo delle forze non può essere
chiamato una prova delle forze; per il suo peso specifico e per i suoi
possibili risultati è indubbiamente più di una semplice dimostrazione, sebbene
sia meno di una insurrezione; è qualcosa di intermedio fra la dimostrazione e
l'insurrezione o lo sciopero generale. In condizioni favorevoli può svilupparsi
in un primo attacco (scelta del momento), in un'insurrezione( azione del nostro
partito alla fine di ottobre); in condizioni sfavorevoli può porre il partito
davanti al pericolo di un'aperta sconfitta (dimostrazione del 3-4 luglio 1917).
Perciò è più opportuno effettuare la prova delle forze quando “ il frutto è
maturo”, quando il campo dell'avversario è abbastanza demoralizzato, quando il
partito ha accumulato un certo numero di riserve, in breve, quando il partito è
pronto all'attacco e non ha nulla da temere anche se la prova delle forze si
trasforma, in conseguenza della situazione, in un primo attacco e poi infine
nell'attacco generale contro l'avversario. Nel provare le sue forze, il partito
deve essere pronto a tutto.
5. “ Rassegna delle forze “. La
rassegna delle forze è la semplice dimostrazione che può essere effettuata
quasi in ogni situazione (per esempio la dimostrazione di maggio con o senza
sciopero). Se la rassegna delle forze non avviene alla vigilia della vera
esplosione, ma in un periodo più o meno “ pacifico”, può terminare al massimo
con uno scontro con gli agenti di polizia o con alcuni reparti dell'esercito,
che rappresentano il potere, senza particolare danno né per il partito né per
l'avversario. Se però viene effettuata in un'atmosfera arroventata, gravida di
esplosioni, può trascinare il partito in uno scontro decisivo, prematuro, con
l'avversario e inoltre, se il partito è ancora debole e non è pronto per
scontri simili, l'avversario può sfruttare con successo questa “ rassegna delle
forze” e sconfiggere le forze del proletariato (di qui i ripetuti appelli del
partito nel settembre 1917 di “ non prestarsi alle provocazioni”). Perciò,
bisogna essere molto cauti nell'applicare il metodo della rassegna delle forze
in un'atmosfera di crisi rivoluzionaria già matura, ricordando che, nel caso in
cui il partito sia debole questa "rassegna" può essere trasformata
dall'avversario in una propria arma per sconfiggere il proletariato o, in ogni
caso, indebolirlo seriamente. E viceversa, nel caso che il partito sia pronto
alla lotta, nel caso che sia palese la demoralizzazione nelle fila
dell'avversario, non bisogna perdere l'occasione per passare, una volta
iniziata la “ rassegna delle forze” alla “ prova delle forze” (presupponendo
che esistano le condizioni favorevoli: che “ il frutto sia maturo”, ecc.), per
sferrare poi l'assalto generale.
6. Tattica dell'offensiva. (tattica
della guerra di liberazione, quando il potere è già stato preso dal
proletariato).
7. Tattica della ritirata in buon ordine. Come
ritirarsi abilmente in profondità in caso di evidente superiorità di forze
dell'avversario, almeno i suoi quadri ( vedi Lenin “ Estremismo, malattia
infantile...” ). Come ci siamo ritirati per ultimi, ad esempio, durante il
boicottaggio della Duma di Witte-Dubasov .
Differenza tra la tattica della ritirata e la “ tattica della fuga” (vedi i
menscevichi).
8. Tattica della difensiva come
mezzo necessario per conservare i quadri ed accumulare le forze in attesa delle
lotte imminenti. Essa costringe il partito ad occupare posizioni in tutti,
senza eccezione, i campi della lotta, a mettere in piena efficienza tutte le
specie di armi, vale a dire tutte le forme di organizzazione, senza trascurare
quelle apparentemente più insignificanti, giacché nessuno può sapere in
anticipo quale campo precisamente sarà il la prima arena di lotta e quale forma
di movimento o di organizzazione sarà il punto di partenza e lo strumento
sensibile nelle mani del proletariato quando avranno inizio le battaglie
decisive. In altri termini: in attesa delle battaglie decisive, il partito, nel
periodo in cui è sulla difensiva ed accumula le proprie forze, deve essere
preparato di tutto punto. In attesa
delle battaglie...Ma ciò non vuol dire che il partito debba attendere a braccia
conserte, passando alla sterile contemplazione, degenerando da partito della
rivoluzione (se è all'opposizione) in partito dell'attesismo; no, in questo
periodo esso deve evitare la battaglia, non accettarla, se non ha ancora fatto
in tempo ad accumulare la quantità necessaria di forze o se la situazione è sfavorevole,
ma non deve lasciarsi sfuggire nessuna
occasione, naturalmente qualora le circostanze siano favorevoli, per
imporre all'avversario la battaglia nel momento a lui sfavorevole, per tenerlo
in uno stato di tensione continua, per disgregarne e scoraggiarne passo a passo
le forze, per esercitare passo a passo le forze del proletariato in battaglie
in cui sono in gioco gli interessi quotidiani di quest'ultimo e per
moltiplicare, con ciò, le sue forze.
Soltanto in questo caso la difesa può essere effettivamente una difesa attiva ed il partito può conservare
tutte le caratteristiche di un vero partito
d'azione e non di un partito di attesa contemplativa, soltanto in questo
caso il partito non lascia passare, non si lascia sfuggire il momento delle
azioni decisive e non sarà colto di sorpresa dagli avvenimenti. Il caso di
Kautsky e soci, che si lasciarono sfuggire il momento dell'inizio della
rivoluzione proletaria in Occidente grazie alla loro tattica di “ saggia”
attesa contemplativa e di ancora più “ saggia” passività, è un avvertimento
diretto. O ancora: il caso dei menscevichi e dei socialisti-rivoluzionari, che
si lasciarono sfuggire il potere grazie alla loro tattica di interminabile
attesa nelle questioni della pace e della terra, deve servire a metterci in
guardia. D'altra parte è anche chiaro che non si può abusare della tattica
della difesa attiva, della tattica dell'azione, perché in tal caso esiste il
pericolo di trasformare la tattica delle azioni rivoluzionarie del Partito
comunista nella tattica della ginnastica “ rivoluzionaria”, in una tattica cioè
che non porta ad accumulare le forze del proletariato e ad aumentarne la
capacità combattiva, e quindi neppure a rendere più vicina la rivoluzione, ma a
disperdere le forze del proletariato, ad indebolirne la preparazione combattiva
e, per conseguenza, a ritardare la rivoluzione.
9. Basi comuni della strategia e della
tattica.
Tali basi sono tre:
a) prendere come base la seguente
conclusione cui è giunta la teoria marxista e che la pratica rivoluzionaria ha
confermato: negli stati capitalistici il proletariato è l'unica classe
rivoluzionaria fino in fondo, interessata alla liberazione completa
dell'umanità dal capitalismo e destinata, per conseguenza, ad essere il capo di
tutte le masse oppresse e sfruttate nella lotta per il rovesciamento del
capitalismo, per cui è necessario indirizzare tutto il lavoro ad assicurare la
dittatura del proletariato;
b) prendere come base la seguente
conclusione tratta dalla teoria del marxismo e confermata dalla pratica
rivoluzionaria: la strategia e la tattica del partito comunista di qualsiasi
paese possono essere giuste solo nel caso in cui esse non si rinchiudono nella
cerchia degli interessi del "proprio" paese, della “ propria” patria,
del “ proprio” proletariato, pongano in primo piano gli interessi della
rivoluzione negli altri paesi; vale a dire solo nel caso in cui,
sostanzialmente, per lo spirito che le orienta, esse siano profondamente
internazionaliste, realizzino “ il massimo realizzabile in un paese (il proprio)
per sviluppare, suscitare la rivoluzione in
tutti i paesi “ (Lenin “ La
rivoluzione proletaria ed il rinnegato Kautsky”);
c) prendere come punto di partenza
la negazione di ogni dottrinarismo ( di destra e di sinistra ) nel modificare
la strategia e la tattica, nell'elaborare nuovi piani strategici e nuove linee
tattiche ( Kautsky, Axelrod, Bogdanov, Bukharin); negare il metodo
contemplativo ed il metodo delle citazioni e dei paralleli storici, dei piani
campati in aria e delle formule prive di vita ( Axelrod, Plekhanov);
riconoscere che non bisogna “ riposare” sul punto di vista del marxismo, ma
attenersi ad esso, non “ limitarsi a spiegare il mondo”, ma “ trasformarlo”,
non “ stare a contemplare il di dietro del proletariato” e non trascinarsi alla
coda degli avvenimenti, ma dirigere il proletariato ad essere l'espressione
cosciente di un processo incosciente ( vedi “ Spontaneità e coscienza” di Lenin ed il noto passo del Manifesto del Partito Comunista di
Marx in cui si dice che i comunisti costituiscono la parte più lungimirante e
progressiva del proletariato).
Illustrare ciascuno di questi princìpi fondamentali, specialmente il secondo ed il terzo, con fatti tratti
dall'esperienza del movimento rivoluzionario in Russia ed in Occidente.
10. Obiettivi:
a)conquistare al comunismo
l'avanguardia del proletariato (vale a dire forgiare i quadri , creare
il partito comunista, elaborare il programma, i princìpi della tattica). La
propaganda come forma fondamentale di attività;
b)Conquistare all'avanguardia larghe masse di operai ed in generale di
lavoratori (condurre le masse su posizioni di lotta).Forma fondamentale
di attività: azioni pratiche delle masse, come preludio alle battaglie
decisive.
11. Norme:
a)assimilare tutte, senza
eccezione, le forme di organizzazione del proletariato e tutte le forme (campi
di azione) del movimento, della lotta.(
Forme del movimento: parlamentari ed extra-parlamentari, legali ed illegali);
b)imparare ad essere pronti a sostituire rapidamente determinate forme di
movimento con altre o ad integrare certe forme con altre, imparare a
combinare le forme legali con quelle illegali, quelle parlamentari con quelle
extra-parlamentari ( esempi: il rapido passaggio, nel luglio del 1917, dei
bolscevichi dalle forme legali a quelle illegali; la combinazione del movimento
extraparlamentare, nelle giornate della Lena, con le azioni alla Duma).
12. Strategia e tattica del Partito comunista
prima e dopo la presa del potere. Quattro particolarità:
a)l'avvenimento più importante nella situazione che si è creata
dopo la Rivoluzione d'Ottobre in Europa in generale, ed in Russia in
particolare, è stato la rottura del
fornite sociale internazionale ( determinatasi in seguito alla vittoria
riportata sulla borghesia russa) nel
settore della Russia, che è stata realizzata dal proletariato russo ( rottura con l'imperialismo, pubblicazione dei trattati segreti ,
guerra civile al posto della guerra imperialistica, appello ai soldati di
fraternizzare, appello agli operai di insorgere contro i propri governi):
Quella rottura ha segnato una svolta
nella storia mondiale, minacciando direttamente tutto l'edificio
dell'imperialismo internazionale, mutando radicalmente il rapporto delle forze
in lotta in Occidente a favore della classe operaia d’Europa. E ciò significa
che il proletariato russo ed il suo partito si sono trasformati da forza nazionale in forza internazionale, e che inoltre il
precedente obiettivo di rovesciare la propria borghesia nazionale è stato
sostituito dal nuovo obiettivo di rovesciare la borghesia internazionale; e dal
momento che quest'ultima, presentendo il pericolo mortale, si è posta come
obiettivo immediato di liquidare la
rottura verificatasi nel settore russo, concentrando le sue forze
disponibili ( le riserve) contro la Russia sovietica, questa a sua volta, non
ha potuto non concentrare tutte le sue forze nella difesa, ed ha dovuto subire
il colpo principale della borghesia internazionale. Tutto ciò ha notevolmente
facilitato la lotta dei proletari dell'Occidente contro la propria borghesia ed
ha decuplicato le loro simpatie per il proletariato russo, quale combattente d'avanguardia del proletariato
internazionale.
L'avvenuto rovesciamento della borghesia in un solo paese ha portato così ad un
nuovo compito, cioè alla lotta su scala internazionale, alla lotta su un piano
diverso, alla lotta dello stato proletario contro gli stati capitalistici suoi
nemici; inoltre il proletariato russo, che fino ad allora era semplicemente uno
dei reparti del proletariato internazionale, si è trasformato da quel momento
nel reparto più avanzato, nell'avanguardia del proletariato internazionale.
Pertanto l’obiettivo di scatenare la rivoluzione in Occidente allo scopo di
facilitare a sé, cioè alla Russia, il compito di condurre a termine la propria
rivoluzione si è trasformato per la Russia da semplice auspicio in un compito
di natura pratica. Questa svolta nei rapporti (soprattutto internazionali),
prodotta dalla Rivoluzione d'Ottobre, si deve interamente alla Rivoluzione d'Ottobre. La rivoluzione di
febbraio non ha avuto la minima influenza sui rapporti internazionali.
b)La seconda caratteristica importante della situazione che si è
creata in Russia dopo l'Ottobre è il mutamento della situazione sia del
proletariato, che del suo partito all'interno della Russia. Prima, nel periodo
precedente l'Ottobre, la preoccupazione principale del proletariato era stata
quella di organizzare tutte le forze di combattimento per rovesciare la
borghesia: questo compito aveva cioè un carattere prevalentemente critico e
distruttivo. Ma dopo l'Ottobre, ora che la borghesia non è più al potere e lo
stato è diventato proletario, il vecchio compito è cessato, lasciando il posto
al nuovo compito di organizzare tutti
i lavoratori della Russia (contadini, artigiani, piccoli industriali,
intellettuali, nazionalità arretrate che fanno parte della Repubblica
Socialista Federativa Sovietica della Russia) per edificare la nuova Russia sovietica, i suoi organismi
economici e militari, da un lato, e per schiacciare la resistenza della
borghesia, rovesciata ma non ancora definitivamente vinta, dall'altra.
c) Corrispondentemente alla mutata
situazione del proletariato all'interno della Russia ed in conformità al nuovo
compito si è modificata anche la
politica del proletariato nei confronti dei gruppi borghesi e piccolo-borghesi
e degli strati della popolazione della Russia. Prima il proletariato (alla
vigilia del rovesciamento della borghesia) respingeva i singoli accordi con i
gruppi borghesi, giacché quella politica portava ad un consolidamento della
borghesia che stava al potere, ora, al contrario, il proletariato è favorevole
a singoli accordi, poiché questi consolidano il suo potere, disgregano la
borghesia e facilitano al proletariato il compito di attrarre a sé singoli
gruppi di essa ed assimilarli.
Differenza tra " riformismo"
e politica dei singoli accordi.
Il primo nega assolutamente il metodo delle azioni rivoluzionarie, la seconda
no, e se viene applicata da rivoluzionari, parte dal metodo rivoluzionario, il
primo ha una portata più ristretta, la seconda più ampia).
d) Corrispondentemente al
colossale aumento della forza e dei mezzi del proletariato e del Partito
comunista si è esteso il campo di
azione dell'attività strategica del Partito comunista.
Prima il Partito comunista si era limitato a tracciare un piano strategico, a
manovrare tra le diverse forme del movimento e di organizzazione del
proletariato ed anche tra le diverse rivendicazioni poste dal movimento (parole
d'ordine), a proporne alcune, a cambiarne altre, ad adoperare le esigue riserve
che aveva sotto forma di contraddizioni fra le diverse classi, inoltre i limiti
e la possibilità di utilizzazione di quelle riserve erano di regola
circoscritti entro confini ristretti, data la debolezza del partito; ora, dopo
l'Ottobre, in primo luogo le riserve
sono aumentate ( contraddizioni tra i gruppi sociali in Russia,
contraddizioni tra le classi e tra le nazionalità negli stati che la
circondano, sviluppo della rivoluzione socialista in Occidente, sviluppo del
movimento rivoluzionario in Oriente ed in generale nelle colonie, e così via);
in secondo luogo, si sono moltiplicati
i mezzi e le possibilità di manovra ( i vecchi mezzi sono stati
integrati da nuovi, quali, ad esempio, l'attività diplomatica, si sono
stabiliti legami più reali sia con il movimento socialista d'Occidente che con
il movimento rivoluzionario d'Oriente); in terzo luogo, sono apparse nuove, più ampie possibilità di utilizzare le riserve,
dato il moltiplicarsi delle forze e dei mezzi del proletariato, che in Russia è
diventato la forza politica
dominante, che ha forze armate proprie e che nel campo internazionale
rappresenta l'avanguardia del movimento rivoluzionario di tutto il mondo.
13. Questioni particolari:
a) la questione del ritmo del
movimento e della sua funzione per stabilire la strategia e la tattica;
b) la questione del riformismo , della politica di conciliazione ed i loro rapporti
reciproci.
14. Il riformismo (“conciliatorismo”) , la politica di conciliazione ed i “ singoli accordi” sono tre cose diverse.
Gli accordi dei menscevichi sono inaccettabili, perché partono dal riformismo , vale a dire dal ripudio delle azioni rivoluzionarie,
mentre gli accordi dei
bolscevichi partono dalle esigenze delle azioni rivoluzionarie. Appunto perciò
gli accordi dei menscevichi si trasformano in sistema, in politica di conciliazione, mentre i
bolscevichi sono solo per accordi singoli, concreti, senza trasformarli in una
particolare politica di conciliazione.
15. Tre periodi nello sviluppo del Partito
Comunista
a) periodo della formazione
dell'avanguardia (vale a dire del partito) del proletariato, periodo della
formazione dei quadri del partito (in questo periodo il partito è debole,
ha un programma, ha dei princìpi generali di tattica, ma come partito di azioni
di massa è debole);
b) periodo della lotta rivoluzionaria di massa sotto la direzione
del Partito comunista. In questo periodo il partito da organizzazione di agitazione di massa si trasforma in
organizzazione di azioni di massa, il periodo preparatorio si trasforma in
periodi di azioni rivoluzionarie;
c) periodo che segue la presa del potere dopo la trasformazione del
Partito comunista in partito di governo.
16. La forza politica della rivoluzione
proletaria russa consiste nel fatto che la rivoluzione agraria dei
contadini (abbattimento del feudalesimo) si è svolta sotto la direzione del
proletariato (e non della borghesia),
che, in conseguenza di ciò, la rivoluzione democratica borghese ha
servito da prologo alla rivoluzione proletaria, che il legame tra gli elementi lavoratori contadini ed il
proletariato e l'appoggio che i
primi hanno dato ai secondi sono stati garantiti dal punto di vista politico,
ma anche consolidati organizzativamente nei Soviet, il che ha attirato al
proletariato le simpatie della stragrande maggioranza della popolazione( e
appunto perciò non è una disgrazia
se il proletariato non costituisce la maggioranza nel paese).
La debolezza delle rivoluzioni
proletarie in Europa (continente) consiste nel fatto che ivi il
proletariato non aveva né questo legame
con la campagna né questo appoggio
da parte di essa - la liberazione
dei contadini dal feudalesimo è stata ivi
attuata sotto la direzione della borghesia (e non del proletariato che era
allora debole) - che per l'atteggiamento indifferente della socialdemocrazia
verso gli interessi della campagna, la borghesia ha avuto assicurata per lungo
tempo la simpatia della maggioranza dei contadini.