da Lenin, Opere Complete, vol.
2, Edizioni Rinascita, Roma, 1954, pp.. 7-18
trascrizione e conversione in html a cura del CCDP
Lenin
Friedrich
Engels
Scritto nell'autunno 1895
Pubblicato per la prima volta nel 1896, in Rabotnik (1), N. 1-2.
Qual faro di senno si è spento
qual core cessò di pulsare! (2)
Il 5 agosto 1895 del nuovo calendario (24 luglio), si è spento a
Londra Friedrich Engels. Dopo il suo amico Karl Marx (morto nel 1883), Engels
fu il più eminente scienziato e maestro del proletariato contemporaneo di tutto
il mondo civile. Dal giorno in cui la sorte fece incontrare Karl Marx e
Friedrich Engels, l'opera a cui i due amici dedicarono la loro vita divenne la
loro causa comune.
Perciò per rendersi conto di quanto ha fatto Friedrich Engels per il
proletariato, bisogna comprendere chiaramente l'importanza che la dottrina e
l'attività di Marx hanno avuto nello sviluppo del movimento operaio
contemporaneo. Marx ed Engels hanno dimostrato per primi che la classe operaia,
con le sue rivendicazioni, è il prodotto necessario dell'ordine economico
attuale, il quale, insieme con la borghesia, crea e organizza ineluttabilmente
il proletariato; essi hanno dimostrato che non i tentativi benevoli di singole
personalità generose, ma la lotta di classe del proletariato organizzato
libererà l'umanità dalle sventure che attualmente la opprimono. Marx ed Engels,
nelle loro opere scientifiche, hanno per primi spiegato che il socialismo non è
un'invenzione di sognatori, ma lo scopo ultimo e il risultato inevitabile dello
sviluppo delle forze produttive nella società contemporanea. Tutta la storia
scritta finora è storia della lotta di classe, della successione del dominio e
delle vittorie di alcune classi sociali su altre. E questo continuerà fino a
che non scompariranno le basi della lotta di classe e del dominio di classe: la
proprietà privata e l'anarchia della produzione sociale. Gli interessi del
proletariato esigono la distruzione di queste basi; contro di esse dovrà quindi
esser diretta la lotta di classe cosciente degli operai organizzati. E ogni
lotta di classe é una lotta politica.
Queste concezioni di Marx e di Engels sono ormai assimilate da tutto il
proletariato che lotta per la propria emancipazione; ma quando i due amici, fra
il 1840 e il 1850, collaborarono alla stampa socialista e presero parte ai
movimenti sociali della loro epoca, tali concezioni rappresentavano una novità
assoluta. Allora v'erano molte persone di talento o inette, oneste o disoneste,
le quali, attratte dalla lotta per la libertà politica, dalla lotta contro il
potere assoluto dei re, della polizia e dei preti, non vedevano il contrasto
fra gli interessi della borghesia e quelli del proletariato. Costoro non
concepivano neanche lontanamente che gli operai potessero agire come una forza
sociale autonoma. Dall'altro lato, v'erano molti sognatori, a volte geniali, i
quali pensavano che sarebbe bastato convincere i governanti e le classi
dominanti dell'ingiustizia dell'ordine sociale esistente per stabilire con
facilità sulla terra la pace e il benessere universale. Essi sognavano di
realizzare il socialismo senza lotta. Infine, quasi tutti i socialisti e, in
generale, gli amici della classe operaia di quel tempo vedevano nel proletariato
solo una piaga; essi costatavano con spavento come, con lo sviluppo
dell'industria, si sviluppava anche questa piaga. Perciò tutti costoro
pensavano al modo di frenare lo sviluppo dell'industria e del proletariato, di
fermare la «ruota della storia». Di fronte allo spavento generale suscitato
dallo sviluppo del proletariato, Marx ed Engels, al contrario, riponevano tutte
le loro speranze nello sviluppo incessante del proletariato. Più numerosi sono
i proletari, più grande é la loro forza come classe rivoluzionaria, più
prossimo e realizzabile é il socialismo. In poche parole, i meriti di Marx e di
Engels davanti alla classe operaia possono essere così precisati: essi
educarono la classe operaia a conoscere se stessa, a prendere coscienza di se
stessa, e alle chimere sostituirono la scienza.
Ecco perché il nome e la vita di Engels devono essere conosciuti da ogni
operaio; ecco perché nella nostra raccolta che, come tutte le nostre
pubblicazioni, si propone di ridestare la coscienza di classe degli operai russi,
dobbiamo delineare un profilo della vita e dell'attività di Friedrich Engels,
uno dei due grandi maestri del proletariato moderno.
Engels nacque nel 1820 a Barmen, nella provincia renana del regno di Prussia.
Suo padre era un industriale. Nel 1838, prima di finire il liceo, Engels fu
costretto per ragioni di famiglia a entrare come commesso in una ditta
commerciale di Brema. Gli affari commerciali non gli impedirono di dedicarsi a
studi scientifici e politici. Ancora studente, egli aveva cominciato a odiare
l'autocrazia e l'arbitrio dei burocrati. Gli studi filosofici lo portarono
oltre. In quei tempi, nella filosofia tedesca dominava la dottrina di Hegel, e
Engels divenne suo seguace. Benché personalmente Hegel fosse un ammiratore
dello Stato autocratico prussiano, al servizio del quale egli si trovava in
qualità di professore dell'università di Berlino, la sua dottrina era
rivoluzionaria.
La fiducia di Hegel nella ragione umana e nei suoi diritti e la tesi
fondamentale della filosofia hegeliana, secondo la quale nel mondo si svolge un
processo continuo di trasformazione e di evoluzione, indussero gli allievi del
filosofo berlinese che non volevano conciliarsi con la realtà, a pensare che
anche la lotta contro la realtà, la lotta contro l'ingiustizia esistente e
contro il male dominante, debba avere le sue radici nella legge universale
dello sviluppo perpetuo. Se tutto si sviluppa, se alcune istituzioni esistenti
vengono sostituite da altre istituzioni, perché dovrebbero perpetuarsi in
eterno l'autocrazia del re prussiano o dello zar russo, l'arricchimento di
un'infima minoranza a spese della stragrande maggioranza, il dominio della
borghesia sul popolo?
La filosofia di Hegel parlava dello sviluppo dello spirito e delle idee, era
una filosofia idealistica. Dallo sviluppo dello spirito deduceva lo
sviluppo della natura, dell'uomo e dei rapporti sociali tra gli uomini. Marx ed
Engels, accettando il pensiero di Hegel sull'eterno processo di sviluppo*, respinsero la concezione aprioristica dell'idealismo;
studiando la vita, videro che non è lo sviluppo dello spirito che spiega lo sviluppo della natura, ma che, viceversa,
lo spirito va spiegato per mezzo della natura, della materia... Al contrario di
Hegel e degli altri hegeliani, Marx ed Engels erano materialisti. Osservando da
materialisti il mondo e l'umanità, essi constatarono che, come alla base di
tutti i fenomeni della natura vi sono cause materiali, così anche lo sviluppo
della società umana è condizionato dallo sviluppo delle forze materiali,
produttive.
Dallo sviluppo delle forze produttive dipendono i rapporti reciproci degli
uomini nella produzione degli oggetti indispensabili al soddisfacimento dei
bisogni umani. In questi rapporti sta la spiegazione di tutti i fenomeni della
vita sociale, delle aspirazioni, delle idee e delle leggi umane. Lo sviluppo
delle forze produttive crea rapporti sociali che si basano sulla proprietà
privata, ma attualmente noi vediamo che questo stesso sviluppo delle forze
produttive toglie la proprietà alla maggioranza e la concentra nelle mani di
un'infima minoranza. Esso distrugge la proprietà, base dell'ordine sociale
contemporaneo, tende allo stesso scopo che i socialisti si sono prefissi.
I socialisti devono soltanto comprendere quale forza sociale, per la sua
situazione nella società contemporanea, é interessata alla realizzazione del
socialismo, e dare a questa forza la coscienza dei suoi interessi e della sua
missione storica. Questa forza é il proletariato. Engels imparò a conoscerlo in
Inghilterra, nel centro dell'industria inglese, a Manchester, dove si trasferì
nel 1842 come impiegato di una ditta commerciale della quale suo padre era
azionista.
Qui Engels non se ne stette soltanto nell'ufficio della fabbrica; visitò i
luridi quartieri dove erano stipati gli operai, vide coi suoi occhi la loro
miseria e le loro sventure. E non si accontentò delle sue sole osservazioni
personali; lesse tutto quanto era stato scritto prima di lui sulla situazione
della classe operaia inglese e studiò accuratamente tutti i documenti ufficiali
a lui accessibili. Frutto di questi studi e osservazioni fu il libro La
situazione della classe operaia in Inghilterra (4),
pubblicato nel 1845.
Abbiamo già ricordato più sopra in che cosa consiste il merito principale di
Engels quale autore del libro La situazione della classe operaia in
Inghilterra. Anche prima di Engels, numerosi autori avevano descritto le
sofferenze dei proletariato e avevano detto che era necessario venirgli in
aiuto.
Ma Engels per primo affermò che il proletariato non è soltanto
una classe che soffre; sostenne che appunto la vergognosa situazione economica
nella quale esso si trova lo spinge irresistibilmente in avanti e lo incita a
lottare per la sua emancipazione definitiva. Il proletariato in lotta si
aiuterà da se stesso.
I1 movimento politico della classe operaia condurrà inevitabilmente gli operai
a riconoscere che per loro non vi é altra via d'uscita all'infuori del
socialismo. D'altra parte, il socialismo sarà una forza soltanto quando
diventerà lo scopo della lotta politica della classe operaia.
Ecco le idee fondamentali del libro di Engels sulla situazione della classe
operaia in Inghilterra, idee che oggi sono assimilate da tutto il proletariato
che pensa e lotta, ma che allora erano assolutamente nuove. Questi pensieri
furono esposti nel libro, scritto in uno stile piacevole e denso di scene
impressionanti e fedeli al vero che descrivono le sventure del proletariato
inglese.
Il libro fu un terribile atto d'accusa contro il capitalismo e la borghesia.
L'impressione da esso prodotta fu straordinaria. Da ogni parte si cominciò a
citare il libro di Engels come il quadro più esauriente della situazione del
proletariato contemporaneo. E infatti, né prima del 1845, né dopo, é mai
apparsa una descrizione così limpida e fedele delle sventure della classe
operaia.
Engels divenne socialista soltanto in Inghilterra. A Manchester entrò in
relazione con i capi del movimento operaio inglese dell'epoca e cominciò a
collaborare alle pubblicazioni socialiste inglesi. Nel 1844, durante il viaggio
di ritorno in Germania, conobbe personalmente a Parigi Marx, col quale era già
in corrispondenza. A Parigi, sotto l'influenza dei socialisti francesi e della
vita francese, anche Marx era divenuto socialista. In questa città i due amici
scrissero in comune il libro: La sacra famiglia, ovvero critica della
Critica critica (5).
In questo libro, uscito un anno prima della Situazione della classe operaia
in Inghilterra e scritto in gran parte da Marx, sono poste le basi di quel
socialismo materialista rivoluzionario, le cui idee essenziali sono esposte più
sopra.
La sacra famiglia è il nome con cui vengono ironicamente designati i
fratelli filosofi Bauer e i loro seguaci. Questi signori predicavano una
critica che stesse al di sopra di ogni realtà, al di sopra dei partiti e della
politica, che negasse ogni attività pratica e si limitasse a contemplare
«criticamente» il mondo circostante e gli avvenimenti che vi si svolgono.
I signori Bauer giudicavano dall'alto il proletariato, considerandolo una massa
priva di spirito critico. Marx ed Engels insorsero decisamente contro questa
tendenza assurda e nociva. In nome della personalità umana reale, dell'operaio
oppresso dalle classi dominanti e dallo Stato, essi esigono non la
contemplazione, ma la lotta per una migliore organizzazione della società.
Beninteso, solo nel proletariato essi vedono la forza capace di condurre questa
lotta, la forza interessata a questa lotta.
Ancor prima di scrivere la Sacra famiglia, Engels pubblicò negli Annali
franco-tedeschi (6) di Marx e Ruge i Lineamenti di
una critica dell'economia politica (7) dove esaminò dal
punto di vista del socialismo i fenomeni essenziali del sistema economico
moderno, come conseguenza inevitabile del dominio della proprietà privata. Gli
stretti legami con Engels contribuirono senza dubbio a indurre Marx a occuparsi
di economia politica, di quella scienza nella quale le sue opere produssero una
vera rivoluzione.
Engels trascorse il periodo dal 1845 al 1847 a Bruxelles e a Parigi, unendo
agli studi scientifici l'attività pratica fra gli operai tedeschi che abitavano
nelle due città. Qui Marx ed Engels si misero in rapporto con la Lega dei
comunisti (8), organizzazione clandestina tedesca, la
quale li incaricò di esporre i principi fondamentali del socialismo da loro
elaborati. Così ebbe origine il celebre Manifesto del Partito comunista
di Marx e di Engels, pubblicato nel 1848. Questo libriccino vale molti volumi:
il suo spirito fa vivere e operare ancor oggi tutto il proletariato organizzato
e combattente del mondo civile.
La rivoluzione del 1848, che scoppiò dapprima in Francia c si estese in seguito
agli altri paesi dell'Europa occidentale, ricondusse Marx ed Engels in patria.
Qui, nella Prussia renana, essi assunsero la direzione della Nuova gazzetta
renana (9), quotidiano democratico, che si pubblicava a
Colonia. I due amici furono l'anima di tutte le aspirazioni democratiche
rivoluzionarie della Prussia renana. Essi difesero con tutti i mezzi possibili
gli interessi del popolo e della libertà contro le forze reazionarie. Queste
ultime, com'è noto, ebbero il sopravvento. La Nuova gazzetta renana fu
interdetta; Marx, che durante l'emigrazione aveva perduto la cittadinanza
prussiana, venne espulso; Engels prese parte all'insurrezione armata del
popolo, combatté in tre battaglie per la libertà e, dopo la sconfitta degli insorti,
fuggi, attraverso la Svizzera, a Londra.
Anche Marx andò a stabilirsi in quella città. Engels ben presto diventò
impiegato e in seguito socio della stessa ditta commerciale di Manchester
dov'era stato impiegato dal 1842 al 1844. Fino al 1870 egli visse a Manchester
e Marx a Londra, cosa che non impedì loro di trovarsi nella più stretta
comunanza di idee: si scrivevano quasi ogni giorno. In questa corrispondenza i
due amici si scambiavano opinioni e cognizioni, e continuavano a elaborare in
comune il socialismo scientifico.
Nel 1870 Engels si trasferì a Londra, e la loro comune vita intellettuale,
colma d'intenso lavoro, continuò fino al 1883, anno della morte di Marx. Frutto
di questo lavoro furono: da parte di Marx, Il capitale, la più
prodigiosa opera di economia politica del nostro secolo; da parte di Engels,
tutta una serie di opere grandi e piccole.
Marx lavorava all'analisi dei complessi fenomeni dell'economia capitalista.
Engels, in opere scritte in forma piana, non di rado polemica. chiariva le
questioni scientifiche più generali e i diversi fenomeni del passato e del
presente alla luce della concezione materialistica della storia e della teoria
economica di Marx.
Di questi lavori di Engels rammentiamo: la sua opera polemica contro Dühring (dove
sono esaminati i più importanti problemi della filosofia e delle scienze
naturali e sociali) **, L'origine della famiglia, della
proprietà privata e dello Stato (tradotto in russo a Pietroburgo, 3°
edizione, 1895) (11), Ludovico Feuerbach (traduzione
russa con il commento di G. Plekhanov, Ginevra, 1892) (12),
l'articolo sulla politica estera del governo russo (tradotto in russo nel
Sozial-Demokrat di Ginevra, nn. 1 e 2) (13), i notevoli
articoli sulla questione delle abitazioni (14), ed infine
due brevi ma preziosissimi articoli sullo sviluppo economico della Russia (Friedrich
Engels sulla Russia, tradotto in russo da V. Zasulic, Ginevra, 1894) (15).
Marx morì senza aver potuto elaborare definitivamente la sua gigantesca opera
sul capitale. La minuta, però, era già pronta, e così Engels, dopo la morte
dell'amico, si accinse al difficile compito di redigere e di pubblicare il II e
il III volume del Capitale. Nel 1885 egli diede alle stampe il II volume
e nel 1894 il III (non fece in tempo a redigere il IV volume) (16).
Questi due volumi richiesero un grandissimo lavoro. Il socialdemocratico
austriaco Adler osservò giustamente che, con la pubblicazione del II e del III
volume del Capitale, Engels eresse al suo geniale amico un monumento maestoso,
sul quale involontariamente incise, a lettere indelebili, il proprio nome.
Infatti, questi due volumi del Capitale sono opera di entrambi, di Marx
e di Engels.
Le antiche leggende tramandano diversi esempi commoventi di amicizia. Il
proletariato europeo può dire che la sua scienza è stata creata da due
scienziati e militanti i cui rapporti personali superano tutte le più
commoventi leggende antiche sull'amicizia umana. Engels si é sempre posposto, e
del resto a giusta ragione, a Marx. «Vicino a Marx — scrisse egli a un vecchio
amico — non ero che il secondo violino» (17). Il suo amore
per Marx vivente e la sua venerazione per la memoria del defunto erano
illimitati. Questo militante austero, questo rigoroso pensatore aveva un'anima
profondamente affettuosa.
Dopo il movimento del 1848-1849, Marx ed Engels, in esilio, non si occuparono
unicamente di scienza. Marx fondò nel 1864 l'Associazione internazionale
degli operai, e durante tutto un decennio diresse quest'associazione, al
cui lavoro partecipò attivamente anche Engels. L'attività dell'Associazione
internazionale, che univa, secondo il pensiero di Marx, i proletari di
tutti i paesi, ebbe un'enorme importanza per lo sviluppo del movimento operaio.
E, nonostante lo scioglimento dell'Associazione internazionale, avvenuto
nel 1872, la funzione unificatrice di Marx e di Engels non s'interruppe. Al
contrario, si può dire che la loro importanza come dirigenti spirituali del
movimento operaio crebbe sempre più, perché il movimento stesso continuò a
svilupparsi ininterrottamente.
Dopo la morte di Marx, Engels continuò da solo a essere il consigliere e il
dirigente dei socialisti europei. A lui si rivolgevano per consigli e direttive
sia i socialisti tedeschi, la cui forza cresceva rapidamente e incessantemente
nonostante le persecuzioni del governo, sia i rappresentanti dei paesi
arretrati, per esempio gli spagnuoli, i romeni, i russi, i quali dovevano ben
ponderare i loro primi passi. Essi attingevano tutti al ricco patrimonio di
conoscenze e di esperienze del vecchio Engels.
Marx e Engels, che conoscevano entrambi la lingua russa e leggevano i libri
russi, s'interessavano vivamente alla Russia, seguivano con simpatia il
movimento rivoluzionario russo e mantenevano delle relazioni con i
rivoluzionari russi. Entrambi erano diventati socialisti dopo essere stati democratici,
e il sentimento democratico di odio verso l'arbitrio politico era in
essi estremamente vigoroso. Questo sentimento politico innato, unito alla
profonda comprensione teorica del nesso esistente tra l'arbitrio politico e
l'oppressione economica, e la ricca esperienza di vita resero Marx ed Engels
sensibilissimi proprio dal punto di vista politico.
Perciò la eroica lotta di un esiguo gruppo di rivoluzionari russi contro il
potente governo zarista suscitò nell'animo dei due provati rivoluzionari il più
vivo consenso. Al contrario, la tendenza a eludere col pretesto dei vantaggi
economici il compito più immediato e importante dei socialisti russi, la
conquista delle libertà politiche, non solo sembrò loro sospetta, ma persino un
tradimento della grande causa della rivoluzione sociale.
«L'emancipazione del proletariato deve essere opera del proletariato stesso»:
ecco che cosa insegnavano costantemente Marx ed Engels. Ma, per lottare per la
propria emancipazione economica, il proletariato deve conquistarsi determinati diritti
politici. Inoltre Marx ed Engels vedevano chiaramente che la rivoluzione
politica in Russia avrebbe avuto un'enorme importanza anche per il movimento
operaio dell'Europa occidentale. La Russia autocratica é sempre stata il
baluardo di tutta la reazione europea. La situazione internazionale
estremamente favorevole in cui era venuta a trovarsi la Russia in seguito alla
guerra del 1870, che seminò per lungo tempo la discordia tra la Germania e la
Francia, naturalmente fece aumentare l'importanza della Russia autocratica come
forza reazionaria.
Soltanto una Russia libera, che non abbia bisogno né di opprimere i polacchi, i
finlandesi, i tedeschi, gli armeni e altri piccoli popoli, né di aizzare
continuamente l'una contro l'altra la Francia e la Germania, permetterà
all'Europa contemporanea di liberarsi finalmente dal peso della guerra,
indebolirà tutti gli elementi reazionari in Europa e accrescerà la forza della
classe operaia europea.
Ecco perché Engels desiderava ardentemente, anche per il successo del movimento
operaio in Occidente, l'instaurazione della libertà politica in Russia. I
rivoluzionari russi hanno perduto in lui il loro migliore amico.
Memoria imperitura a Friedrich Engels, al grande combattente e maestro del
proletariato!
Note
* Marx ed Engels più di una volta hanno affermato di
essere in gran parte debitori della loro evoluzione intellettuale ai grandi
filosofi tedeschi, e In particolare a Hegel. Senza la filosofia tedesca, ha
detto Engels, non vi sarebbe nemmeno il socialismo scientifico (3).
** È un libro meravigliosamente istruttivo e ricco di
contenuto. Di esso, purtroppo, è stata tradotta in russo soltanto una piccola
parte, che contiene un saggio storico sullo sviluppo del socialismo (Lo
sviluppo del socialismo scientifico, 2a ed., Ginevra, 1892) (10).
1) Rabotnik (Il lavoratore): rivista non periodica pubblicata all'estero dall'Unione
dei socialdemocratici russi» dal 1896 al 1899, per iniziativa di Lenin. Il 25 aprile (7 maggio) 1895 Lenin si recò all'estero
per mettersi in contatto col gruppo dell'«Emancipazione del lavoro» e per
conoscere da vicino il movimento operaio dell'Europa occidentale. In Svizzera
discusse i problemi relativi alla nuova pubblicazione con G. V. Plekanov, P. B.
Azelrod e altri membri del gruppo. Tornato in Russia nel settembre dello stesso
anno, svolse un intenso lavoro per assicurare alla rivista articoli e
corrispondenze dalla Russia c raccogliere i fondi necessari. Il primo numero
del Rabotnik, sul quale, oltre
all'articolo Friedrich Engels, comparvero
anche alcune corrispondenze di Lenin,
uscì verso il marzo 1896.
Complessivamente uscirono 6 numeri del Rabotnik (in tre fascicoli) e 10 numeri del Listok «Rabotnika» [Foglio
de «Il lavoratore »]. - P. 8.
2) dal poema di N. A. Nekrasov "In Memoria di
Dobrolyubov".
3) F. Engels, La guerra dei contadini in Germania, Roma,
Edizioni Rinascita, 1949, p. 24- P.
9.
4) F. Engels, Die Lage
der arbeitenden Klasse in England,
Berlin, Dietz Verlag, 1952, pp. 399. - P. 12.
5) K. Marx - F.
Engels, La sacra famiglia, ovvero critica
della Critica critica. Contro Bruno Bauer e consorti, Roma, Edizioni
Rinascita, 1954. - P. 13.
6)Della rivista Deutsch-Französische Jahrbücher, fondata da K. Marx e da A. Ruga a Parigi
nel 1844, uscì un solo fascicolo (doppio). -
P. 14.
7) F. Engels, Umrisse
zu einer Kritik der Nationaloekonomie, in Marx-Engels Gesamtausgabe, Erste Abteilung, B. 2:
Fr. Engels Werke und Schriften bis
Anfang 1844, Berlin, Marx-Engels Verlag, 1931, pp. 379-404. - P. 14.
8) La Lega dei comunisti, prima organizzazione internazionale del proletariato, venne fondata a
Londra nell'estate del 1847 in un congresso cui intervennero delegati delle organizzazioni proletarie
rivoluzionarie di vari paesi. Essa visse sino al 1852. Per la sua storia cfr. l'articolo di
F. Engels, Per la storia della Lega
dei comunisti, in K. Marx - F.
Engels, Il Partito e l'Internazionale, Roma, Edizioni Rinascita, 1948,
pp. 11-31. - P. 14.
9) Neue Rheinische Zeitung: si pubblicò a Colonia dal 10 giugno 1848 al 19 maggio 1849. «Nessun
giornale tedesco — scrisse Engels
— né prima, né dopo, ha mai posseduto tanta forza e tanta
influenza, ha mai saputo elettrizzare le masse proletarie quanto la Neue Rheinische Zeitung » (cfr. Marx e la «Neue Rheinische Zeitung»
(1848-1899), in K. Marx - F.
Engels, Il
Partito e
l'Internazionale,
ed. cit., p. 86. Nel suo articolo Karl Marx Lenin definisce questo giornale «il migliore organo di stampa, mai più superato, del proletariato
rivoluzionario» (cfr. la Bibliografia in appendice all'articolo Karl Marx; vol. 21 della presente
edizione). - P. 14.
10) La traduzione
russa dell'Antidühring, che fu pubblicata per la prima volta nel 1904, fu definita da Lenin estremamente insoddisfacente (cfr. Prefazione di Lenin, in K. Marx, Lettere a Kugelmann, Roma,
Edizioni Rinascita, 1950, p. 11. Per Lo sviluppo del socialismo scientifico cfr. F.
Engels, L'evoluzione del socialismo
dall'utopia alla scienza, Roma, Edizioni Rinascita, 1951, p. 13. - P. 15.
11) F. Engels, L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Roma,
Edizioni Rinascita, 1950. - P.
15.
12) F. Engels, Ludovico Feuerbach e il punto d'approdo
della filosofia classica tedesca, Roma, Edizioni Rinascita, 1950. - P. 15.
13) Sozial-Demokrat (Il socialdemocratico):
rassegna politico-letteraria, pubblicata all'estero negli anni 1890-1892 dal gruppo «Emancipazione del lavoro»; complessivamente ne uscirono
quattro numeri. L'articolo di Engels Die
auswärtige Politik des russischen Zarenthums (La politica estera dello
zarismo russo) fu pubblicato per la prima volta in tedesco in Neue Zeit, 1890, VIII, 5, e contemporaneamente in
inglese in Time, giugno 1890. - P. 15.
14) F. Engels, La questione delle abitazioni, Roma, Edizioni Rinascita, 1950. - P. 15.
15) I due articoli di Engels Soziales aus Russland (Sulla società russa) furono pubblicati nel 1875 sul Volksstaat e ripubblicati nel volume F.
Engels, Internationales aus den
Volksstaat, Berlino, 1894. Per la traduzione italiana
cfr. Cose internazionali estratte dal «Volksstaat»,
in Marx-Engels-Lassalle, Opere, vol.
IV, Milano, Soc. Ed. e Avanti! », 1914. - P. 15.
16) Secondo
l'indicazione di Engels, Lenin chiama quarto volume del Capitale l'opera di Marx Teorie sul plusvalore. Nella prefazione al secondo volume del Capitale Engels scrive: «Mi riservo
di pubblicare come Libro IV del Capitale
la parte critica di questo manoscritto [Teorie sul plusvalore], escludendo i numerosi passi già svolti
nei Libri II e III» (cfr. K. Marx,
IlCapitale, Roma, Edizioni Rinascita, 1953, Libro II, 1, p. 10). Quest'opera venne pubblicata nel 1905-1910, a cura di
Kautsky, dopo la morte di Engels. - P. 16.
17) Lettera di Engels a J. Ph. Becker del 15 ottobre 1884. - P. 16.