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La teoria del valore-lavoro

PCPE | unidadylucha.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

24/02/2017

E' una teoria economica che considera che il valore di un bene o servizio è determinato dalla quantità di lavoro necessario per produrlo e non dall'utilità che ha per il proprietario.

Adam Smith intendeva affermare che il valore era determinato dalla quantità di lavoro che uno poteva ricevere in cambio della sua merce. Si tratta della teoria del valore come lavoro comandato o acquistato. Ma così non riesce a spiegare i concetti di profitto e reddito, oltre al fatto che la vendita della forza lavoro umana non era percepita da un compratore comune. Questo porta alla teoria dei costi di produzione, nella quale il valore delle merci era dato dalla quantità di lavoro incorporato in esse. Due sono le problematiche che ha incontrato questa teoria:

1. Nel mercato non si può sapere quanto lavoro incorporato ha una merce.
2. Se il lavoro è la fonte di valore della merce, l'operaio dovrebbe esser quello che si vede beneficiato da questo.

David Ricarco sviluppò successivamente la teoria del valore-lavoro, adottando la prima delle teorie di Smith e cercò di spiegare come funziona il profitto facendo variare il valore del lavoro, per cui l'unico che può servire di norma per lo scambio di beni è la quantità di distinte classi di lavoro che necessitano per produrli.

La teoria del valore-lavoro di Marx parte dalla base fondamentale che il lavoro non è "valore" per natura, produce valore esclusivamente per l'organizzazione sociale nella quale è impiegato. In realtà, che il valore delle merce si misura per il tempo di lavoro socialmente necessario impiegato nel produrle, si deve allo stadio storico raggiunto dallo sviluppo economico delle forze produttive e delle relazioni sociali di produzione di un determinato modo di produzione: quello capitalista. Marx aveva presente il mercato e la competizione nella sua teoria del valore delle merci, come si può leggere nel seguente paragrafo della sua opera "Miseria della Filosofia": "È importante insistere su questo punto, che cioè a determinare il valore non è il tempo in cui la cosa è stata prodotta, bensì il minimo di tempo in cui essa è suscettibile di essere prodotta, minimo che viene rivelato appunto dalla concorrenza. Supponete per un istante che non esista più concorrenza, e che quindi non esista più alcun mezzo per constatare il minimo di lavoro necessario alla produzione di una merce; che accadrà? Sarà sufficiente impiegare nella produzione di un oggetto sei ore di lavoro per essere in diritto, secondo Proudhon, di esigere in cambio il sestuplo di colui che per la produzione del medesimo oggetto abbia impiegato solo un'ora."

Una merce è un oggetto o un servizio le cui caratteristiche soddisfano necessità. Nel capitalismo la produzione si presenta come merce. Le società mercantili hanno come principale caratteristica la produzione, non per la soddisfazione propria, ma per lo scambio. Le caratteristiche della merce sono il valore d'uso (la capacità di un oggetto o servizio di soddisfare qualsiasi necessità) e il valore di scambio (invece di esser la merce un valore concreto e individuale passa ad esser un valore astratto e sociale; che "x" quantità della merce "A" sia uguale "y" quantità della merce "B" è possibile grazie a una caratteristica quantitativa: la sostanza del valore, il lavoro socialmente necessario per produrre certa quantità di una merce con le condizioni medie del lavoro).

Il tempo di lavoro socialmente necessario è quello che si realizza sotto la forza produttiva del lavoro e l'intensità del lavoro medio. La forza produttiva del lavoro dipende dalla destrezza dell'operaio o operaia, dallo sviluppo della scienza e dalle sue applicazioni tecnologiche, ecc.

Il valore d'uso e il valore di scambio si devono al carattere duale del lavoro. Il lavoro è utile perché trasforma materie prime e le converte in cose utili. Il lavoro astratto è il costo del lavoro umano indifferenziato e fa sì che le merci siano comparabili tra sè.

Nel modo di produzione capitalista la forza lavoro - la capacità di realizzare qualsiasi attività, fisica o intellettuale - è l'unica proprietà di alcune persone (lavoratori e lavoratrici salariati). E' una merce speciale che possono svolgere solo gli esseri umani.

La giornata di lavoro include il lavoro necessario e il pluslavoro. Nel primo, il lavoratore ripone il suo valore; nel secondo lavora senza remunerazione alcuna per sè, ma solo per il capitalista.


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