www.resistenze.org - osservatorio - della guerra - 09-06-08 - n. 231

da Workers World - www.workers.org/2008/world/us_fleet_0612
 
Nuova flotta degli Stati Uniti per minacciare la sovranità latinoamericana
 
di Berta Joubert-Ceci
 
05/06/2008
 
Il 24 aprile L’U.S. Navy ha annunciato il ritorno della Quarta Flotta nei Caraibi, in Centro America e in Sud America, a copertura di 30 paesi nella regione. La flotta aveva operato in queste acque a iniziare dal 1943, per controllare i sottomarini tedeschi durante la II Guerra Mondiale, ed era stata smantellata nel 1950.
 
In un comunicato stampa intitolato “ L’U.S. Navy riattiva la Quarta Flotta” (defenselink.mil), il Pentagono ha cercato di ammorbidire l'aspetto di questa mossa aggressiva, dicendo che “queste disponibilità condurranno missioni diversificate, inclusa una serie di operazioni contingenti, contro il narcoterrorismo, ed attività di cooperazione alla sicurezza di teatro (TSC). Le attività TSC includono interazioni da militare-a-militare e opportunità di addestramento bilaterali, così come assistenza umanitaria ed associazioni tra i paesi.”
 
La flotta sarà la componente del Comando Sud della Marina Militare (USSOUTHCOM), con base in Florida. L’inizio delle nuove operazioni è previsto per il 1°luglio.
 
Il Venezuela, un fattore chiave
 
È interessante notare, almeno brevemente, le origini della Quarta Flotta. In un articolo dettagliato del 27 maggio uscito sul CounterPunch, intitolato “La Quarta Flotta U.S. nelle acque del Venezuela”, Nikolas Kozloff descrive come nella prima parte della II Guerra Mondiale, il Venezuela fosse il principale esportatore di petrolio nel mondo. “Durante il conflitto i campi petroliferi di Maracaibo, situati nella parte più occidentale dello stato venezuelano di Zulia, erano considerati una risorsa cruciale sia per l'Asse sia per gli Alleati.”
 
L'articolo descrive la cessazione successiva del commercio di petrolio del Venezuela con i tedeschi ed il suo allineamento con gli Stati Uniti. I tedeschi risposero affondando più di due dozzine di petroliere venezuelane nel nord dei Caraibi ed attaccando una raffineria di petrolio sull'isola di Aruba. Questi incidenti portarono alla formazione della Quarta Flotta, fondamentalmente per difendere gli interessi petroliferi statunitensi in Venezuela.
 
Una virtuale dichiarazione di guerra
 
Se non fosse una questione seria, si potrebbe fare dello spirito sulla missione dichiarata di “assistenza umanitaria” (come quella in Afghanistan e in Iraq?). Uno sguardo su alcune delle componenti di questa flotta raggela il sangue.
 
Questa armata, una città galleggiante, è più grande del totale delle forze militari dei molti paesi latinoamericani e caraibici che accerchierà. Include la più grande e più potente portaerei a potenziale nucleare, l'USS George Washington, che può ospitare 90 caccia ultra-rapidi in versione aggiornata, come i malfamati F-16 e F-18. Contiene anche bombardieri stealth, elicotteri, navi appoggio e sottomarini. Non ci possono essere illusioni. Ricostituire questa flotta è la predisposizione per minacciare di guerra i popoli della regione.
 
Gli Stati Uniti sono sempre più isolati in America Latina. A parte i loro più stretti collaboratori nella regione- Colombia e Perù -, la maggior parte dei paesi non vuole più avere sul proprio territorio alcuna base o grande dispiegamento militare statunitense, anche se continuano a tenere rapporti commerciali e diplomatici con gli U.S. Un esempio è la base aerea degli Stati Uniti in Ecuador chiamata Manta. Per ordine del Presidente Rafael Correa, quando nel 2009 il contratto scadrà, verrà chiusa. Non sorprende quindi che il Pentagono cerchi di adottare uno scenario più “flessibile”sul mare. Questo isolamento riflette uno sviluppo complessivo in America Latina e nei Caraibi che è molto irritante per l’imperialismo degli Stati Uniti. La maggioranza di questi paesi, spinti in molti casi dalla sollevazione delle masse, stanno tentando di allontanarsi dalla sfera di dominio statunitense. E ciò concerne anche la più importante area della dominazione finanziaria.
 
Idee di integrazione regionale
 
I paesi a sud del Rio Grande hanno fra loro differenze politiche.
 
Alcuni, come Cuba e Venezuela, hanno in corso processi rivoluzionari, nei quali l'obiettivo finale è di superare il capitalismo e cambiare i rapporti di classe per sviluppare il paese su base socialista. Ve ne sono poi alcuni, come Argentina, Brasile e Cile, fra gli altri, che si limitano a volere riforme, lasciando intatto il modo di produzione capitalista, ma che tentano di sviluppare programmi progressisti dai quali i poveri possano trarre profitto. Altri, come Bolivia, Ecuador ed Nicaragua stanno cominciando a guardare al socialismo come alla sola via allo sviluppo. I primi due stanno tentando di riappropriarsi del controllo delle proprie risorse naturali attraverso le nazionalizzazioni.
 
Ma anche molti di quelli che vogliono solamente le riforme stanno muovendosi fuori dalla dominazione finanziaria dell’imperialismo U.S., rappresentata dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale. Il Brasile e l'Argentina, per esempio, hanno pagato il loro enorme debito all’FMI per porre fine la loro relazione di dipendenza con l'avvoltoio finanziario. Anche la Bolivia nel 2006 ha rotto le relazioni con l’FMI.
 
Molti paesi in America Latina stanno allargando i loro mercati. Mentre nel recente passato essi hanno commerciato perlopiù con gli Stati Uniti e l'Europa, ora stanno commerciando in modo crescente con la Cina e, molto significativamente, l'uno con l'altro. Le idee proposte da Cuba e Venezuela di integrazione e cooperazione regionale sono via via più accettate.
 
Cuba e Venezuela, insieme a Bolivia, Nicaragua e Repubblica Dominicana sono membri dell'Alternativa Bolivariana per l'America Latina (ALBA), che è una grandiosa proposta di commercio e cooperazione in ogni sfera- istruzione, cultura, sport, salute, finanza, energia, sviluppo delle infrastrutture e così via. Ha l'obiettivo finale di unire l’intera regione seguendo le idee della “Grande Patria” di Simon Bolivar.
 
Le proposte di ALBA includono programmi di sviluppo dell’energia come Petrocaribe e Petrosur, e la molto determinante Banca del Sud. Questa banca è un tentativo di sostituire la Banca Mondiale e l’FMI con un'entità latinoamericana, dalla quale possano trarre profitto tutti i popoli del Sud, che non opererebbe come un organismo guidato dal profitto ma come un'organizzazione finanziaria che prenderà in considerazione la situazione economica di ciascun paese. Si sta facendo molto per incentivare la cooperazione e la solidarietà. Il 7 maggio, ad esempio, quindici paesi hanno partecipato all’incontro di emergenza in Nicaragua con il tema “Sovranità e cibo garantito. Cibo per la Vita”, per discutere sulla crisi alimentare nell'area..
 
ALBA, una nuova e più grande organizzazione regionale, è stata costituita formalmente il 23 maggio a Brasilia, la capitale del Brasile. Dodici paesi sudamericani hanno firmato il documento finale che ha come obiettivo lo sradicamento della povertà, la difesa della biodiversità, l'integrazione e la cooperazione. Essi intendono aderire al trattato come le loro condizioni consentono, tenendo conto delle differenze di ciascun paese.
 
Queste proposte e incontri di lavoro sono in diretta competizione con le mire statunitensi di controllo sulla regione. La disperazione di Washington può essere vista nella sua crescente aggressione verso il Sud.
 
La strategia statunitense di secessione in Bolivia
 
La Quarta Flotta non è che l'ultima azione per contrastare il tentativo latinoamericano di perseguire l’indipendenza e la sovranità. Altre tattiche sono fomentare la formazione di movimenti scissionisti, rafforzare l'opposizione, lavorare attraverso governi alleati e altre operazioni militari come il Plan Colombia.
 
La secessione di per se non è un sviluppo negativo, se deriva dalla lotta di masse oppresse per liberare se stesse da un oppressore. Invece la tattica di secessione usata dagli Stati Uniti è totalmente l’opposto. Essi stanno promuovendo in diversi paesi la secessione per rafforzare l'oligarchia trincerata e distaccare un'area ricca a detrimento della maggioranza povera della nazione, destabilizzando così quello che gli Stati Uniti percepiscono essere “un paese o un regime nemico.” Essi stanno cercando di usare questa strategia in Ecuador, Venezuela e Bolivia.
 
In Venezuela, la regione designata come bersaglio è lo Zulia, l'area ricca di petrolio del nordovest che fu la principale ragione per la creazione della Quarta Flotta durante la II Guerra Mondiale. Adesso, ancora una volta, la medesima flotta può essere una minaccia per aiutare la secessione di quella parte ricca del Venezuela. Tuttavia, questa volta, il petrolio del Venezuela appartiene al popolo e questo, con la guida del Presidente Hugo Chávez, è votato a difenderlo.
 
La Bolivia è in grande pericolo. Là il movimento secessionista, completamente fascista, è stato molto violento contro i contadini e la maggioranza Indigena. La Media Luna- un’area che comprende le province più ricche di Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija- sta minacciando il governo nazionale progressista di Evo Morales di secessione dal resto del paese. È un attacco ai programmi di Morales di nazionalizzare il gas e il petrolio, di istituire programmi per i poveri, e riconoscere i diritti delle nazioni Indigene all'interno della Bolivia.
 
Anche se questi tipi di referenda separatisti sono illegali per la Costituzione (che tra l’altro proibisce anche l'installazione di basi militari straniere in Bolivia), queste province si sono mosse per svolgerli in ogni modo. Santa Cruz ha tenuto il suo referendum il 5 maggio. Anche se le astensioni, le schede bianche e i “No” ammontarono al 50%, i media truffaldini dell'oligarchia hanno annunciato che 80% ha votato “Sì.”
 
Il 1°Giugno, le province di Beni e Pando hanno tenuto il loro. Di nuovo, in entrambe, è stata riportata una significativa percentuale di astensione ma i separatisti hanno dichiarato vittoria. Tarija avrà il suo referendum il 22 giugno.
 
In tutto questo il ruolo del governo statunitense è cruciale. L'Unione Civica di Santa Cruz, capeggiata dal businessman croato Branko Marinkovic, è la principale organizzazione che sta dietro al movimento scissionista. È alleata con un gruppo razzista, rabbioso e violento chiamato Unione Giovanile di Santa Cruz. Questi gruppi vanno di provincia in provincia a fomentare odio contro la popolazione Indigena e Morales in preparazione dei referenda. La loro propaganda trae sostegno finanziario dall'Agenzia U.S. per Sviluppo Internazionale, canale di lunga data della CIA.
 
E’ piuttosto significativo che l'ambasciatore statunitense in Bolivia sia Philip Goldberg, che è stato strumentale nella secessione del Kosovo della Yugoslavia. A febbraio (secondo Prensa Latina) il Ministro degli Esteri boliviano David Choquehuanca dichiarò che l'Ambasciata Americana doveva spiegare perché stesse finanziando l’“Organizzazione di Studi di Polizia”, prima nota come “Commando Operazioni Speciali”, un servizio di intelligence impegnato a promuovere campagne di destabilizzazione. Altre organizzazioni simili, legate all'Ambasciata U.S., sono state indagate per spionaggio e cospirazione.
 
Molte di queste organizzazioni ora sono state sciolte.
 

Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org di Bf