www.resistenze.org - osservatorio - della guerra - 06-04-10 - n. 313

da www.johnpilger.com/page.asp?partid=570
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Buona guerra mondiale, gente
 
25/03/2010
 
Nella sua ultima rubrica per il New Statesman, John Pilger descrive il crescente fronte di guerra americano in tutto il mondo: dall'Afghanistan all'Africa e America Latina. Questa è la Terza guerra mondiale a tutti gli effetti, condotta dal solo aggressivo "ismo" che nega di essere un'ideologia ed è minacciato non da improbabili figure tribali di luoghi lontani, ma dal sentimento antimilitarista dei propri cittadini.
 
Notizie della Terza guerra mondiale. Gli Stati Uniti hanno invaso l'Africa. Le truppe Usa sono entrate in Somalia, estendendo il fronte di guerra dall'Afghanistan e Pakistan allo Yemen e ora al Corno d'Africa. In preparazione di un attacco contro l'Iran, i missili americani sono stati collocati in quattro stati del Golfo Persico, e si dice che bombe "bunker-buster" [bombe ad alta penetrazione per colpire obiettivi a grande profondità, NdT] siano in arrivo nella base americana sull'isola britannica di Diego Garcia nell'Oceano Indiano.
 
A Gaza, la popolazione sofferente e abbandonata, i bambini soprattutto, è sepolta dietro muri sotterranei costruiti dagli americani allo scopo di intensificare un assedio criminale. In America Latina, l'amministrazione Obama ha ottenuto sette basi in Colombia da cui ingaggiare una guerra di logoramento contro le democrazie popolari in Venezuela, Bolivia, Ecuador e Paraguay. Nel frattempo, il segretario della "Difesa" Robert Gates deplora l'opposizione alla guerra "dell'opinione pubblica [europea] e della classe politica" poiché risulta un "ostacolo" alla pace. Tenete a mente che questo è il mese della Lepre Marzolina [personaggio fittizio creato da Lewis Carroll nel romanzo Alice nel paese delle meraviglie, NdT]
 
Secondo un generale americano, l'invasione e l'occupazione dell'Afghanistan non è tanto una vera e propria guerra ma una "guerra di percezione". Così, la recente "liberazione della città di Marja" dalla "struttura di comando e controllo" dei talebani era pura finzione hollywoodiana. Marja non è una città, non c'erano il comando e il controllo dei talebani. Gli eroici liberatori hanno ucciso i soliti civili, più poveri dei poveri. E' stata una finzione. Una guerra di percezione ha lo scopo di fornire notizie false a chi è rimasto a casa, per far apparire come utile e patriottica una fallimentare avventura coloniale, come se The Hurt Locker [recente film su un gruppo di artificieri e sminatori dell'esercito statunitense in missione in Iraq, NdT] fosse reale e i cortei di bare avvolte dalla bandiera nella città di Wiltshire sul modello di Wooten Basset [paesino inglese divenuto sinonimo del ritorno delle salme dei soldati britannici alla vicina base RAF di Brize Norton, NdT] non fossero invece un esercizio di cinica propaganda.
 
"La guerra è divertente", veniva scritto sui caschi in Vietnam con macabra ironia, a significare che se una guerra rivela di non avere altro scopo che quello di alimentare un vorace potere votato alla causa di lucrosi fanatismi come nel caso dell'industria delle armi, il pericolo della verità fa la sua comparsa. Questo pericolo trova un esempio nel confronto delle due opinioni su Tony Blair: quella liberale del 1997 che lo ritraeva come colui "che vuole creare un mondo [in cui] l'ideologia si arrenda completamente ai valori" (Hugo Young, the Guardian), e quella odierna di bugiardo e criminale di guerra.
 
Stati bellicisti occidentali come Stati Uniti e Gran Bretagna non sono minacciati dai talebani o da qualsiasi altra remota e misteriosa tribù, ma dai sentimenti antimilitaristi dei propri cittadini. Considerate le sentenze draconiane emesse a Londra nei confronti di un grande numero di giovani che protestavano contro l'attacco di Israele su Gaza, nel gennaio dello scorso anno. A seguito delle manifestazioni in cui una polizia paramilitare circondava senza lasciare scampo migliaia di persone, i contestatori più accesi hanno ricevuto due anni e mezzo di carcere per reati minori che  normalmente non porterebbero a pene detentive. Su entrambe le sponde dell'Atlantico il dissenso e la denuncia della guerra illegale sono divenuti reati gravi.
 
Il silenzio nelle sfere sociali più influenti consente questa parodia morale. Attraverso le arti, la letteratura, il giornalismo e la legge, le élite liberali, che premono per allontanarsi dalle macerie di Blair e ora di Obama, continuano a ostentare indifferenza verso la barbarie e gli obiettivi dei crimini degli stati occidentali, attraverso la promozione postuma della malvagità dei loro convenienti demoni, come Saddam Hussein. Scomparso Harold Pinter, provate a compilare una lista di scrittori e artisti famosi i cui principi non siano consumati dal "mercato" o castrati dalla loro celebrità. Chi di loro si è espresso sull'olocausto in Iraq durante quasi 20 anni di letale embargo e attacchi? Ed esso è stato intenzionale. Il 22 gennaio 1991, la Defence Intelligence Agency degli Stati Uniti prevedeva in modo spaventosamente dettagliato che un embargo avrebbe sistematicamente distrutto il sistema idrico iracheno e condotto a "una maggiore incidenza di malattie, se non a epidemie". Così gli Stati Uniti hanno predisposto l'eliminazione dell'acqua potabile per la popolazione irachena: una delle cause, ha osservato l'Unicef, della morte di mezzo milione di bambini iracheni sotto i cinque anni. Ma apparentemente questo estremismo non ha nome.
 
Norman Mailer, una volta ha detto di ritenere gli Stati Uniti, nella loro brama infinita di guerra e di dominio, entrati in una "epoca pre-fascista". Mailer sembrava esitante, come se cercasse di mettere in guardia su qualcosa che anche lui non riusciva a definire. "Fascismo" non è una categoria corretta, perché richiama non efficaci precedenti storici, evocando ancora una volta l'iconografia della repressione tedesca e italiana. D'altra parte, l'autoritarismo statunitense, come il critico culturale Henry Giroux ha sottolineato di recente, è "più sfumato, meno teatrale, più furbo, più interessato alle modalità di manipolazione del consenso che a quelle del controllo repressivo".
 
Questo è l'americanismo, l'unica ideologia predatoria che nega di essere un'ideologia. L'aumento delle multinazionali tentacolari, vere e proprie dittature, e di un apparato militare che ora è uno stato nello stato, celati dietro alla facciata della migliore democrazia che i 35.000 lobbisti di Washington possano comprare e di una cultura popolare programmata per deviare e manipolare,  non conosce precedenti.. Più sfumata, forse, ma con risultati così chiari e familiari. Denis Halliday e Hans von Sponeck, alti funzionari delle Nazioni Unite in Iraq durante l'embargo americano e britannico, non hanno dubbi sul fatto di aver assistito a un genocidio. Non hanno visto camere a gas. Insidiosa, non dichiarata, anche argutamente presentata come una marcia verso l'illuminismo, ecco la Terza guerra mondiale e il genocidio che l'ha proceduta, essere umano dopo essere umano.
 
Nella campagna per le prossime elezioni in Gran Bretagna, i candidati faranno riferimento a questa guerra solo per lodare i "nostri ragazzi". I candidati sono mummie politiche quasi identiche, avvolte nell'Union jack come nella bandiera a Stelle e strisce. Come ampiamente dimostrato da Blair, l'élite britannica ama l'America perché l'America le permette di occupare e bombardare le popolazioni d'origine definendosi "partner". Dovremmo interrompere il suo divertimento.
 

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