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I comunisti di Russia condannano e analizzano l'omicidio di Zakharchenko

ICP | icp.sol.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

02/09/2018

Il Partito Comunista della Federazione Russa e il Partito Comunista Operaio Russo-Partito Comunista dell'Unione Sovietica hanno rilasciato una dichiarazione riguardo l'omicidio di Alexander Zakharchenko



Il 1° settembre, il Partito Comunista della Federazione Russa (CPRF) e il Partito Comunista Operaio Russo-Partito Comunista dell'Unione Sovietica (RKRP-CPSU) hanno rilasciato delle dichiarazioni in merito all'assassinio di Alexander Zakharchenko, leader della Repubblica Popolare di Donetsk. Entrambi i partiti hanno condannato l'omicidio e analizzato la situazione politica nella regione del Donbass sullo sfondo di questo attentato.

La dichiarazione del Partito Comunista della Federazione Russa è stata rilasciata dal Presidente del CC, Gennady Zyuganov. La dichiarazione ha sottolineato come questo attacco sia l'ultimo anello di una catena di crimini che inizia con l'era di Gorbaciov e Eltsin, di "russofobi e anti-sovietici". Quando l'Unione Sovietica si sciolse, i cosiddetti paesi "indipendenti" crearono, al fine di autoaffermarsi, una retorica e un eroe di guerra nazista. In Ucraina, questa figura era incarnata dall'organizzazione dei nazionalisti ucraini guidata da Stephan Bandera. Secondo la dichiarazione, l'omicidio è da ricondurre alla lotta per i diritti umani e le libertà contro il governo ucraino che ha assunto l'eredità di Bandera.

"Il popolo lavoratore plurinazionale del Donbass ha un carattere speciale, avendo assorbito la cultura russa e i valori sovietici", dice la dichiarazione. A quel punto, i tentativi della minoranza nazista di imporre le proprie regole e ideologie, di vietare la lingua russa ha incontrato una resistenza eccezionale, specialmente dopo gli eventi di Maidan in Ucraina, la lotta del popolo del Donbass per una vita dignitosa fu guidata da Alexander Zakharchenko e dai suoi compagni. "Sono diventati il simbolo della lotta contro Bandera, hanno costruito la loro repubblica indipendente con coraggio e diligenza. Ora se n'è andato. Ma la sua causa continuerà".

Nella dichiarazione, il presidente Zyuganov ha sottolineato che il riconoscimento da parte della Russia dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud, "nel proteggere gli interessi e la sicurezza della popolazione" è stato un passo decisivo, e il riconoscimento delle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk è stata "una vera opportunità per fermare il terrore di Bandera", per fermare la serie di omicidi e spezzare la catena viziosa di crimini che sono stati perpetrati negli anni del governo di Gorbaciov e del governo di Eltsin". Il CPRF ha espresso le sue condoglianze, ha ricordato il sostegno del partito al popolo del Donbass e ha dichiarato: "Difenderemo il Donbass in tutti i modi".

Il segretariato del CC del Partito Comunista Operaio Russo-Partito Comunista dell'Unione Sovietica (RKRP-CPSU) ha rilasciato una dichiarazione firmata dal Primo Segretario del CC RKRP-CPSU, V. Tyulkin. La dichiarazione faceva riferimento alle previsioni popolari dell'omicidio e ricordava che "la risposta alle domande su chi sia l'assassino e quella ancora più significativa riguardo a chi giovi tutto ciò, si rinvengono nella tradizionale analisi di classe". Ha sottolineato che questo è il lavoro dell'imperialismo.

Secondo la dichiarazione, durante la breve storia delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk molti omicidi sono già stati commessi: sia tra la leadership politica delle repubbliche che tra i principali comandanti delle forze armate. La dichiarazione diceva: "Uccidono le figure più rispettate tra la gente - di solito quelle più a sinistra e con maggiore convinzione sovietica fra i leader. Tutti coloro che condividono l'idea espressa nella dichiarazione di Alexander Zakharchenko: nel passato, nel presente e nel futuro, ci considereremo sempre parte dell'Unione Sovietica".

La dichiarazione asseriva che Zakharchenko manteneva il potenziale del potere organizzato dei minatori e dei conducenti di articolati per controllare la lotta politica e costituire l'emergente "potere popolare". Zakharchenko aveva perseguito una linea di nazionalizzazioni di grandi mezzi di produzione e commercio, introducendo gradualmente elementi di un'economia pianificata "che limitava gli appetiti insaziabili dei "gatti grassi" del capitale, costituendo il 25% del potenziale industriale dell'Ucraina". Inoltre, Zakharchenko aveva dato importanza al sistema educativo come "il fattore più importante di vigoria dello futuro stato".

Per quanto riguarda il ruolo del Cremlino, l'RKRP-CPSU ha anche fatto le seguenti affermazioni: "Non siamo così ingenui da presumere che i servizi speciali delle repubbliche agiscano in modo indipendente, senza la supervisione e l'assistenza dei servizi russi competenti. Questa assistenza, infatti, non è mai stata nascosta dalle autorità russe. Quindi sorge la domanda: le autorità russe sono così inette e impotenti da non essere in grado di proteggere nemmeno i vertici dei loro alleati, o non hanno alcun compito di impedire che vengano commessi e si diffondano tali crimini?"

La dichiarazione sottolineava che "la pratica della lotta mostra ancora e di nuovo che una pura democrazia popolare, la cosiddetta democrazia sotto il capitalismo, non esiste e non può esistere. La lotta per una vera democrazia è possibile solo sul sentiero della lotta per il socialismo, per il potere dei lavoratori, con il ruolo guida della classe operaia organizzata". Il CC dell'RKRP-CPSU ha espresso le sue condoglianze ai parenti, amici, e compagni di Alexander Zakharchenko, a tutti i lavoratori del Donbass, dichiarando che "nonostante la pesante perdita di Zakharchenko, i comunisti della Russia, del Donbass e dell'Ucraina continueranno a combattere il fascismo, generato dal capitalismo".


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