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La tempesta e il TPP

Johan Boyden | peoplesvoice.ca
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

14/09/2016

Gli attivisti in Canada, sia a favore che contro il Trans-Pacific Partnership stanno tutti rivedendo al rialzo la previsione dei tempi politici necessari a condurlo in porto. Questo mega-accordo, che questa estate era una preoccupazione quasi quotidiana, si è come infranto lungo le acque turbolente e le burrasche degli eventi globali.

Ora sembra che la crociera di questo grande e scintillante accordo commerciale sia in procinto di volgere al termine. In effetti, potrebbe toccare terra, non su una barriera corallina che circonda una qualche isola polinesiana, ma proprio sulle rive del paese che ha lanciato il TPP diversi anni fa. Un potenziale naufragio incombe. Il faro della corsa presidenziale USA non ha indicato alcun approdo sicuro. Al contrario, ci viene detto che è il TPP è una carcassa del mare, che perde combustibile e rifiuti tossici e che ruba posti di lavoro agli americani.

Quindi, come direbbe Shakespeare, nella tempesta che ha sollevato quest'urlo dalle onde selvagge, come se volessero rovesciare fetida pece, così questa nave coraggiosa è andata in pezzi?

Il primo uragano non soffiava dal Pacifico, ma dall'Atlantico. Sin dalla cosiddetta Grande recessione, delle tempeste sono andate gonfiandosi nell'Unione Europea (UE), con regolari fulmini, proteste di massa e scioperi generali, e la crescita di forze reazionarie di estrema destra, del razzismo e fascismo. A questo vanno aggiunte una serie di guerre per procura alla periferia dell'Europa e la crisi dei rifugiati.

In seguito alla crisi della zona euro, il capitale tedesco è stato costretto a spingere per l'integrazione più velocemente e profondamente di quanto auspicato da alcune sezioni del capitale britannico. Quindi, il governo Tory ha indetto il referendum del 23 giugno, il quale ha deciso con un margine del due per cento l'uscita del paese dall'UE. La Brexit, condannata dai media canadesi come una manovra reazionaria, era in realtà un voto indicativo e coraggioso da parte del popolo lavoratore, di rifiuto del neoliberismo.

Sebbene l'UE sia sempre stata molto più che commercio, esso ha comunque sempre fatto parte del suo DNA. Allo stesso modo, gli accordi commerciali sono sempre molto di più che semplice commercio. Oggi l'Unione europea lavora per spostare il potere dei governi nazionali eletti alla Commissione europea, dove l'agenda del grande capitale può mettere mano a diritti del lavoro residui e alla democrazia. In effetti, come ha rilevato il Consiglio dei canadesi in una dichiarazione sulla Brexit, "il rifiuto di questi accordi commerciali distruttivi [NAFTA, TPP, CETA, ecc.] è parte di una visione positiva del 'commercio equo'".

La Brexit ha scosso il bastimento TPP. Da allora, Obama, Trudeau e altri pezzi grossi a livello mondiale sono passati a limitare i danni. Al G20 a Hangzhou, Cina, Trudeau ha condannato la "dividente e ansiogena retorica" contro il commercio. Un recente sondaggio del Angus Reid Institute svela che solo un canadese su quattro ha manifestato un sostegno al NAFTA. I sondaggi mostrano anche che questo sentimento contro il TPP continua ad essere forte negli Stati Uniti.

Negoziare accordi commerciali è un potere temporaneo concesso al presidente degli Stati Uniti. Nel 2015, dopo oltre due anni di tentativi, Obama ha ottenuto il mandato per accelerare il corso legale del TPP. Essenzialmente antidemocratico, il fast-track significa che il Congresso può approvare o rifiutare, ma non è in grado di modificare l'accordo. Dopo che la normativa viene introdotta, devono essere passati 90 giorni ed essere utilizzata una sola volta. Questo mette una certa pressione su tutto il processo. Fino ad oggi, Obama non ha portato il TPP dinanzi al Congresso.

Il voto dell'8 novembre negli USA, vedrà anche l'elezione del Congresso. Prima dell'entrata in carico del suo successore, il Congresso uscente si riunirà di nuovo per una "sessione dell'anatra zoppa", dove i politici non sono direttamente responsabili nei confronti dell'elettorato. Questa è la chance principale che Obama ha per far passare il TPP.

Nel mese di agosto, Mitch McConnell, il leader della maggioranza repubblicana al Senato, si è scagliato contro un tale voto, osservando come il "clima politico" sia "tossico" verso il passaggio del TPP. Un certo numero di membri del Congresso che hanno votato per il fast-track stanno ora riconsiderando la scelta.

Per le grandi imprese, invece, un ritardo non è un problema, se questo significa la possibilità di aggiungere ancora più liberalizzazione del commercio al TPP. In questo modo si può capire il commento di McConnell secondo cui il TPP ha "gravi difetti" e non avrebbe sostenuto l'accordo nella sua forma attuale.

Il New York Times ha riportato nel mese di agosto che i gruppi affaristici non vogliono che il TPP entri al Congresso prima di essersi assicurati un sostegno sufficiente, con lo svolgimento di eventi pro-TPP in "più di 120 distretti congressuali". Darci Vetter, il capo negoziatore per le questioni agricole degli Stati Uniti per il TPP, ha recentemente dichiarato che i lobbisti del Farm Bureau hanno descritto McConnell come meno irremovibile sulla prospettiva di un voto "anatra zoppa"..

Il candidato repubblicano Donald Trump ha dichiarato di opporsi al TPP e che andrebbe rinegoziato. Dall'altra parte, Hillary Clinton, che inizialmente ha sostenuto il TPP, ha annunciato la sua opposizione durante primarie democratiche.

Ma le grandi questioni rimangono. La Communications Workers of America ha appena inviato una lettera aperta invitando Clinton a dire che voterà contro il TPP. Tim Kaine, il candidato alla vicepresidenza della Clinton, e Ken Salazar, presidente del suo comitato presidenziale, stanno entrambi sostenendo con forza il TPP. Salazar lavora anche per una lobby pro-TPP. Infine, Democratic Platform (disponibile online) invita a rispettare gli impegni del TPP. In altre parole, sostiene il TPP.

Obama si oppose al libero scambio con la Repubblica di Corea nella sua campagna elettorale. Passò al libero scambio con la Corea tre anni dopo.

In Canada, la strategia Liberal della 'consultazione' è piuttosto una tattica intelligente in questo contesto. Sotto la direzione del ministro del commercio Chrystia Freeland, hanno tenuto audizioni di una commissione speciale in circa sette grandi città. Inizialmente hanno sentito solo i capitani d'industria. Poi hanno concesso al pubblico due minuti. Poi "incontri cittadini", che continuano in questo modo in autunno.

Come un membro Tory ha detto al National Post, "Il governo Trudeau non voleva perdere una posizione positiva a meno che non si fosse presentata l'occasione di arrivare al Congresso". Ma, nota il Post, Freeland recentemente si è data la pena di considerare uno studio minore interno del Global Affairs Canada che approva il TPP "con tutto il cuore".

Da alcuni mesi, sindacati, movimenti sociali e il Partito comunista del Canada animano campagne contro il TPP. Maude Barlow e il Consiglio dei canadesi lancerà a novembre un tour attraverso il paese sul TPP, dopo la loro conferenza annuale a St. John. Si dovrà senza dubbio riflettere sul fatto che l'affare è tutt'altro che morto, ma in acque agitate, come un vascello di fronte agli iceberg al largo della costa di Terranova. Con unità e lotta, c'è ancora una possibilità per le forze popolari e del lavoro di costruire una tempesta che possa affondare questa pericolosa nave.


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