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da www.workers.org/2009/world/eastern_europe_0129/
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Quando l'economia capitalista declina i lavoratori tornano a combattere nell'Europa dell'Est
 
di G. Dunkel
 
25/01/2009
 
Lavoratori, agricoltori e studenti hanno protestato a metà gennaio dimostrando davanti alle sedi dei Parlamenti e si sono scontrati con la polizia a Riga in Lettonia, a Vilnius in Lituania e Sofia in Bulgaria.
 
In Lettonia e Lituania, i sindacati, i partiti politici di opposizione e altre organizzazioni hanno indetto manifestazioni.
 
In Bulgaria, organizzazioni degli agricoltori, realtà associative e partiti di opposizione al governo di destra, hanno invitato ad agire. La mancanza di riscaldamento in Bulgaria, ha suscitato le proteste del 14 gennaio. La contesa tra Ucraina e Russia, da cui la Bulgaria si rifornisce di gas, ha causato la penuria di combustibile.
 
I politici e i media filo-capitalisti affermavano recisamente nel 1990 che il rovesciamento del socialismo in questi paesi e la fine dell'Unione Sovietica avrebbe migliorato e illuminato ogni cosa. Invece, la recessione internazionale capitalista ha colpito l'Europa centrale e orientale altrettanto duramente che il resto del mondo, dato che le economie di questi paesi sono le più dipendenti dal capitale straniero. (Journal des Finances, Gen. 17). E i regimi capitalisti, in Lettonia, Lituania e Bulgaria hanno deciso di risolvere i gravi problemi economici a spese dei lavoratori.
 
Per vedere gli effetti della recessione, basta guardare alla Lettonia. Il prodotto interno lordo del paese è diminuito del 4,6 per cento nel terzo trimestre del 2008 e di circa l'8 per cento nel quarto trimestre. Alcuni economisti prevedono che in Lettonia il tasso di disoccupazione entro la fine del 2009 potrebbe raggiungere il 20 per cento. Ma invece di ritirare le truppe dall'Afghanistan, ha stabilito di accrescere il contingente entro il 2010. (Baltic News Service, Gen. 17)
 
In un'intervista sul sito Web lettone Chas, Peteris Krigers, a capo dell'Association of Latvian Free Trade Unions, ha spiegato il motivo della protesta del 13 gennaio a Riga: "Oggi nei sindacati c'è maggior preoccupazione riguardo l'economia nazionale: per lo sviluppo della produzione, il pagamento degli stipendi, la conformità con le leggi sul diritto del lavoro, ecc ... Inoltre la maggior parte delle politiche adottate in materia dal governo prima di Natale non sono conformi alla Costituzione e alla legislazione sul lavoro lettone."(BBC Worldwide Monitoring, gen 14)
 
In Lettonia, 126 manifestanti sono stati arrestati e alcuni sono rimasti feriti. Alcune auto della polizia sono state distrutte o notevolmente danneggiate. Si può vedere sul video disponibile su YouTube che i manifestanti, non solo giovani e maschi, hanno fronteggiato per ore la polizia nella città vecchia di Riga, vicino al Parlamento.
 
In Lituania il 16 gennaio, 82 persone sono state arrestate e vi sono stati dei feriti. Il regime lituano pianifica di tagliare gli stipendi nel pubblico impiego del 15 per cento e ridurre i pagamenti della previdenza sociale. L'imposta sul "valore aggiunto" (IVA) è aumentata dal 18 al 19 per cento, accrescendo il costo del cibo, ed è stato eliminato il tasso più favorevole del 5 per cento sui beni di prima necessità (in vigore su alcuni alimenti e medicine).
 
Secondo il ministro degli Interni bulgaro Mikhail Mikhov, 3.000 persone hanno preso parte alla manifestazione del 14 gennaio. La polizia ne ha arrestate 150. All'incirca 14 poliziotti sono rimasti feriti e cinque loro auto sono state danneggiate "in un duro scontro con la polizia". Il sindaco di Sofia ha proclamato l'allarme bomba quando sono stati esplosi dei petardi, e la polizia ha usato questo pretesto per caricare e disperdere la folla. (BBC Monitoring, gen 15)
 
Quando la crisi economica si estenderà ed acuirà, la classe operaia di questi paesi sarà costretta a continuare la lotta iniziata. I lavoratori di altri paesi dell'Europa dell'Est, le cui economie sono altrettanto incerte, è probabile si uniscano a loro.