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Controllo sociale in Europa: i lavori finti

Bill Blunden * | counterpunch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

07/06/2015

Mentre l'economia in Europa incancrenisce, il New York Times riporta che le schiere di disoccupati europei trovano sollievo in una curiosa economia parallela popolata di migliaia di fittizie occupazioni conosciute come "imprese di praticantato". Questo universo alternativo non produce attualmente beni o servizi tangibili, piuttosto offre a persone senza reddito una routine di strutturazione e connessione personale. Sebbene la partecipazione in questo fittizio mercato del lavoro possa offrire qualche sollievo ad un livello superficiale, chi sa guardare in profondità vi scopre i tentacoli del controllo sociale.

Originariamente progettate per offrire tirocinio al lavoro all'indomani della seconda guerra mondiale, queste simulazioni commerciali di massa sono adesso sfruttate per gestire la disoccupazione di lungo periodo, la quale interessa più della metà di quelli che sono attualmente senza lavoro nell'UE. L'idea di base è quella di impedire che le persone si sentano isolate o depresse, dandogli un posto dove possano impiegare il tempo in modo simile a quello di un normale lavoro.

Questo è il tipo di conforto fornito da questi modelli familiaristici.  Se non riesci a mettere insieme una vita attraverso un contratto precario sottopagato nel mondo reale, potresti salvare le apparenze lavorando per un padrone che fa finta di pagarti mentre il tuo stomaco brontola. Ad un certo punto, nell'articolo del Times si descrive uno scenario ai confini col bispensiero orwelliano quando una donna chiede ai suoi colleghi di lavoro fittizio: "Qual'è la nostra strategia per migliorare la redditività?"

Come ha esclamato Patricia Routledge: piove sul bagnato.

Sebbene i difensori di queste iniziative contestino che questi posti di lavoro finti aiutino a conservare la professionalità e la fiducia in se' stessi, è importante comunque sottolineare che questa strategia si limita a curare i soli sintomi. La maggior parte delle persone non comincia a farsi domande importanti sino a quando la catastrofe non li colpisce ed il mondo smette di avere un senso. Tenendo i disoccupati impegnati con qualcosa di professionale come criceti che girano la ruota si può distrarli dal riflettere su questioni per loro più fondamentali e dal porre in discussione i fondamenti della società in cui vivono.

Barbara Ehrenreich, l'autrice di Nickel and Dimed intelligentemente definisce questa terapia del finto lavoro come un esercizio sull'esclusione.

"Il primo passo, come in ogni programma in 12 stadi, è superare l'esclusione. Cercare lavoro non è un lavoro; riqualificarsi non è la panacea. Potrai essere più povero di quanto tu non lo sia stato mai, ma puoi essere pure più libero - di esprimere rabbia ed ansia, di sognare e creare, di stare insieme agli altri e collaborare per la creazione di un mondo migliore".

Celebrità come Oprah Winfrey predicano un miopico vangelo di automiglioramento, una narrativa che difende il cambiamento individuale  mentre le questioni più globali ed importanti vengono interamente ignorate. I plutocrati ipocritamente ragliano che "la loro ricchezza è la loro virtù" sulla scia del crollo del 2006, uno dei più massicci trasferimenti di ricchezza senza precedenti (dalle tasche dei poveri nelle loro n.d.t).  Essi hanno la faccia tosta di colpevolizzare le vittime della crisi economica di cui sono responsabili della disoccupazione in cui si trovano da loro stessi creata e nel contempo richiedono l'austerità come rimedio. Non fanno però caso ai miliardari che violano sistematicamente le leggi o all'anziano uomo greco Dimitris Christoulas che ha scelto il suicidio piuttosto che sopportare la miseria.

Piuttosto che fronteggiare la minaccia di un'insurrezione sociale, la classe dirigente preferirebbe che i disoccupati rimangano diligentemente sul tapis roulant del lavoro col naso incollato alla macchina, e che restino all'interno del programma. Perchè facendo questo il lavoratori offrono la loro tacita acquiescenza ai rapporti sociali politici ed economici esistenti. Diversamente agendo, si potrebbe dare alle sporche masse l'opportunità di organizzarsi e considerare alternative sociali. Per la ricca gente dello 0,1% questo potrebbe essere veramente pericoloso.

* Bill Blunden è un giornalista che si occupa attualmente di sicurezza informatica, tecniche di antintrusione e protezione di dati personali e analisi delle istituzioni. E' autore di numerosi libri, tra i quali "The Rootkit Arsenal" e "Behold a Pale Farce: Cyberwar, Threat Inflation, and the Malware-Industrial Complex." Bill è l'investigatore capo ai Below Gotham Labs.


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