www.resistenze.org - osservatorio - genere resistente - 24-01-16 - n. 573

Contraddizioni

Lola Jiménez | unidadylucha.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

18/01/2016

"La donna, in seno al sistema capitalista, non sarà mai capace di raggiungere una liberazione totale né una completa uguaglianza di diritti, qualunque sia la sua partecipazione - attiva o no - alla produzione. Ma al contrario! Continuerà a vivere una contraddizione non superabile tra il suo significato economico e la sua dipendenza e la sua situazione senza diritti nella famiglia, nello stato e nella società." Aleksandra Michajlovna Kollontaj *

Dicono che la donna e l'operaio condividono, condividiamo, un destino comune, spossessati come siamo ambedue del controllo sui mezzi di produzione. E sì, la contraddizione principale è quella capitale-lavoro, ma quella di genere non è riducibile alle contraddizioni secondarie (generazionali, xenofobe, etc..). La contraddizione di genere è trasversale alle classi sociali e ha un carattere specifico, distinto da altre contraddizioni. Richiede un'analisi specifica, non è un capriccio per richiamare l'attenzione.

Queste cose mi passano per la testa quando, nonostante l'esistenza di lavatrici, asciugatrici, aspirapolvere e progressi tecnologici - non è necessario oramai più lavare pannolini e stenderli - la realtà è quella che noi lavoratrici continuiamo a lavorare come badanti non pagate, come le nostre madri, nonne e sembra anche le nostre figlie. Sarebbe tanto facile trovare una doppia soluzione a quella relazione tra patriarcato - in quanto ideologia che considera la supremazia maschile di fronte all'inferiorità femminile come qualcosa di naturale - e la società capitalista. Ma constato, con dati e guardandomi intorno, che noi lavoratrici non possiamo separare i problemi di classe sociale dai problemi di genere.

La violenza del sistema contro le conquiste delle classi sfruttate acquisisce un profilo particolarmente virulento per la parte femminile della nostra classe, come conseguenza della struttura patriarcale della società e della doppia oppressione che soffriamo noi donne, che si trasforma in tripla nel caso delle donne immigrate. Il capitalismo ci vuole mezzo-impiegate, mezze disoccupate, mezze-badanti, invisibili, secondo le necessità dei monopoli. In ogni caso, manodopera a buon mercato e sovra sfruttata.

Viviamo in un mondo che è contemporaneamente classista e patriarcale e concede alle donne un ruolo sussidiario. Il peggioramento nelle condizioni di vita, la privatizzazione della sanità, l'aumento dell'oppressione e dei compiti di cura, le spossanti giornate, le pessime condizioni lavorative, la discriminazione e il sovrasfruttamento sono anelli in una lunga catena di schiavitù. La divisione sessuale del lavoro esiste in tutte le classi sociali, ma si concretizza in forme molto differenti in ognuna di esse.

Non c'è pertanto comunità di interessi tra tutte le donne, come non si possono trascurare le contraddizioni trasversali e secondarie per generare quella nuova società senza classi sfruttate e generi oppressi che chiamiamo socialismo.

Il progetto di società socialista deve riconoscere che le contraddizioni di genere esistono tra gli strati popolari e la classe operaia. Bisognerà denunciarli e combatterli. Se il conflitto che viviamo col capitalismo ci porta a capire che è necessario il cambiamento della società, non solo una parte della società, allora sembra anche la cosa più giusta assumere le rivendicazioni di genere come proprie della classe operaia. E dobbiamo cominciare ora invece di aspettare il trionfo rivoluzionario.

Nella lotta dell'ideologia borghese contro quella operaia, ci troviamo con quest'ultima che tende ad interiorizzare e riprodurre certe questioni della classe egemonica che impone la sua ideologia e la classe antagonista non sviluppa la propria sovrastruttura. Aleksandra Kollontaj evidenziò che le nuove relazioni di genere della classe operaia (la morale sessuale proletaria) non sono solo una sovrastruttura che sorgerà una volta si sia trasformata la base economica attraverso la presa del potere rivoluzionario, ma l'ideologia e la costruzione dei generi di una classe ascendente si formano nel processo stesso di lotta contro il nemico di classe.

* ndt: Aleksandra Kollontaj, Lettera alla gioventù lavoratrice


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