www.resistenze.org - osservatorio - italia - politica e società - 11-03-09 - n. 264

da InfoAut.org - http://www.infoaut.org/articolo/comunicato-del-professor-dorsi-dopo-i-fatti-di-palazzo-nuovo
 
09.03.2009
 
Comunicato del professor D'Orsi dopo i fatti di Palazzo Nuovo
 
In relazione ai fatti odierni a Palazzo Nuovo, sulla base degli elementi (certo incompleti e provvisori) esprimo la più ferma condanna dell'intervento delle forze dell'ordine che si sono comportate, purtroppo, come forze del disordine, e invece di operare per sopire i contrasti politici e sociali, sembra abbiano scelto pregiudizialmente una parte contro le altre. Non è la prima volta, nella storia d'Italia, che ciò si palesa, a dispetto del processo di "democratizzazione" della polizia e degli altri organi di sicurezza dello Stato: processo che, come dimostrarono i fatti di Napoli e poi quelli, aberranti, di Genova, nel 2001, sembra non soltanto essersi arrestato, ma aver cominciato un percorso a ritroso.
 
Va inoltre stigmatizzato nel modo più deciso - e su questo punto chiedo al Magnifico Rettore e agli organi accademici di pronunciarsi senza equivoci - il fatto che agenti di polizia (in assetto antisommossa!) abbiano fatto ingresso nei locali universitari senza una esplicita autorizzazione (scritta) del Rettore. Se ciò corrisponde al vero - e non ho motivo di dubitarne - e se da parte delle massime autorità non giungesse una immediata, recisa denuncia dell'accaduto, ci troveremmo di fronte a un fatto gravissimo, che spezza la "sacralità" di uno dei luoghi che nei secoli nella nostra civiltà hanno sempre goduto di "un'extraterritorialità": i luoghi dedicati al culto e quelli dedicati alla ricerca e allo studio. La militarizzazione in corso dei rapporti sociali, la criminalizzazione degli stranieri, la dura gerarchizzazione etnica e religiosa, la spettacolarizzazione della politica, un leaderismo che individua nei "capi" gli unici attori politici, accanto agli anchormen, in una con la rinuncia a una politica seria, fondata eticamente, basata su una seria preparazione a carattere scientifico, sono lo sfondo del passaggio alla "postdemocrazia", nella quale gli spazi di autentica libertà, per gli individui e per i gruppi non omologati si va restringendo in maniera drammatica. Perciò i fatti accaduti all'Università di Torino oggi, riguardano tutti, e a tutti i docenti va chiesta una presa di posizione inequivoca, fermo restando il diritto di ciascuno a esprimere le proprie opzioni politiche. Ma senza dimenticare che la nostra Costituzione vieta la ricostituzione del Partito Fascista in ogni sua forma e con qualsiasi denominazione. E senza dimenticare che se questo Paese è diventato libero - e lo è rimasto faticosamente, finora - lo si deve innanzi tutto al sacrificio di decine di migliaia di antifascisti. Anche per rendere un omaggio non formale e non rituale a loro, dobbiamo vigilare per difendere - con i mezzi della informazione e dell'analisi critica, non certo con gesti goliardici o tentazioni di ricorso alla violenza - la libertà e la democrazia: a cominciare da un luogo come l'Università, tempio del sapere, luogo di ricerca, centro di elaborazione di sapere critico.
 
Prof. Angelo d'Orsi
docente di storia del pensiero politico contemporaneo