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Vince Renzi, il garante della barbarie moderna

Tiziano Tussi

27/05/2014

28 paesi che votano, un intreccio di variabili difficile da seguire. Per l'Italia basteranno pochi segni, chiari.

Affluenza alle urne. Quasi l'8 per cento in meno, ora al 58 abbondante. Soglia di sbarramento al 4% superata da pochi partiti, da alcuni con fatica. Grandi exploit del Partito Democratico guidato da Matteo Renzi. La strada è aperta verso un fenomeno politico che assomiglia sempre di più ad un regime capitalistico modernista, nelle parole usate, e gattopardesco per quanto riguarda l'essenziale dei rapporti sociali ed economici. La dimostrazione della nullità del fenomeno è chiara nel profondo ma necessita di un minimo di interpretazione. Questo piccolo sforzo viene scoraggiato dalle capacità mediatiche superficiali del leader del partito.

Riassumiamo. Un giovane uomo ha fatto fuori politicamente, con una congiura di palazzo, un suo compagno di partito, usando mezzi degni di altri momenti storici - il veleno machiavellico - governando, per ora, con gli stessi alleati di prima della congiura, stanchi e bolsi, con l'appoggio delle più alte cariche dello Stato. Renzi garantisce la purezza del barbaro moderno, con annesso twitter, e non ha dalla sua nessun debito valoriale da estinguere. È la novità assoluta. Quello che il sistema politico italiano aspettava da tempo. Non deve rendere conto a nessun padre nobile, non ha debiti con la tradizione politica, non viene da lontano ed andrà sicuramente molto lontano. Del resto lo ha subito dichiarato.

Il nulla lo invade e il nulla lo precede. Quindi strade aperte, a lui ed ai suoi collaboratori, figure senza un tesoretto politico da difendere o da aumentare. Le alleanze sono variabili e non hanno ne danno mali di pancia di qualsiasi tipo. L'intercambiabilità assoluta è così garantita.

Tutti i mezzi vanno bene, compreso l'acquisto a suon di 80 euro dei voti degli italiani. Certo non c'è solo quello, ma anche quello. Non si spiegherebbero altrimenti il grande aumento dei voti in assoluto del PD, più tre milioni. Certo poi la percentuale è schizzata molto in alto grazie alla diminuzione reale dei votanti, ma tre milioni di voti in più sono effettivi. Chi ha votato per Renzi? Un po' tutti, da ogni parte politica. Voti freschi si sono aggiunti a quelli che erano già targati PD. Oramai perché votare Berlusconi se abbiamo in Renzi il suo abnorme rigonfiamento. È più giovane, più sfrontato, più potente. Non ha problemi con la giustizia, non ha problemi con la vita privata, non ha problemi. Perché votare Grillo? Renzi ha dato soldi in busta paga a molti, e sul serio. Grillo li rende, non si sa bene come e per cosa, intendendo le diarie dei parlamentari, quello li da direttamente agli italiani. Perché votare a sinistra? Quando è stato l'ultimo aumento serio in busta paga a seguito di un contratto rinnovato? Non importa se poi il bonus è temporaneo, per ora li prendo poi sei vedrà. A seguire grande battage pubblicitario da parte del governo, con lacrimevoli motivazioni da parte dei pagatori simil-proletari.

Il resto è noia. Grillo che urla, ora con due milioni e mezzo di voti in meno rispetto alle politiche che farà? Un po' come l'omino della Michelin che se non si gonfia sempre, si sgonfia a poco a poco. Da alcuni viene infatti previsto uno sgonfiamento rapido ed il PD incasserà ancora. Berlusconi è veramente bolso. Se aggiungiamo ai suoi voti anche l'inutilità di quelli di Alfano e soci e li sommiamo siamo ben 5milioni sotto la soglia del 2009, ultime europee. Ora a 5,8 milioni circa. Una sorpresa la Lega Nord che riesce a tenere nel territorio di riferimento, al nord, ed arriva a fermare la deriva di voti, dimezzandoli. Ma poteva andare peggio. Siamo ad un milione e seicentomila voti. Tutti però concentrati in un'area circoscritta, almeno in massima parte. Un residuo difficile che non scompare immediatamente ma inutile a livello nazionale, figurarsi a livello europeo. Sparirà nel calderone della destra fascista e xenofoba che però avrà targa straniera, francese per la precisione. Paradossale per coloro che della padania avevano fatto e fanno un marchio DOC. Strapuntini di una Le Pen qualsiasi.

La lista esterofila Tsipras ha raggiunto il quorum a fatica. Il suo massimo. Un milione e centomila voti. Li dentro c'era Rifondazione e Sel che presi assieme avevano raggiunto, nel 2009, circa due milioni di voti. Siamo anche qui al dimezzamento. Non si vede un futuro ma solo un presente. Ed è già andata bene. Altro non c'è da dire. Un altro residuo che scomparirà nel breve-medio periodo. In questa lista non c'è un progetto italiano da portare in Europa e Tsipras è fortissima, nei voti, nella sola Grecia. Miopia politica da parte di intellettuali che non hanno dimostrato grandi capacità di lettura verso lo scenario europeo.

Ora il governo è immensamente più forte. Renzi ha campo libero. Ripartire, da sinistra, dato che non si vede chi altri lo potrebbe fare - la destra ha fallito totalmente - con proposte politiche valoriali - valori ed ideali - appare adesso quasi impossibile. Perché non accodarsi al carro del vincitore? In fondo è sbarbato, sfrontato, allegro e modernissimo. E magari, vuoi vedere, arrivano anche a me 80 euro!


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