www.resistenze.org - osservatorio - italia - politica e società - 11-01-16 - n. 571

All'oscuro dei pericoli di guerra

Editoriale n.6 - Nuova Unità | nuovaunita.info

dicembre 2015

Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale... (Antonio Gramsci).

Ci sono notizie che non sono ritenute tali dai massmedia come le aggressioni fasciste a Torino, Roma, Napoli verso gli studenti e di natura sessista nei confronti di studentesse e le gravi aggressioni contro delegati Rsu a Brescia. O come le morti sul lavoro soprattutto se si tratta di operai impiegati nelle ditte d'appalto all'Ilva di Taranto o nelle cave delle Apuane avvenute in novembre. I massmedia sono il megafono dei padroni, del potere, dei partiti borghesi. Ci martellano solo con le "informazioni" - l'expo di Milano è un esempio clamoroso - che fanno l'interesse del governo e che ingannano l'opinione pubblica per condizionarne le scelte.

Come potrebbero il Presidente del Consiglio e i ministri far passare le loro porcate contro i lavoratori se non avessero un ampio spazio mediatico? Ad esempio l'ultima trovata del ministro del Lavoro Poletti che si chiede se l'orario di lavoro sia ancora utile ha avuto bisogno di una "verifica" pubblica sul lancio della trasformazione dei contratti di lavoro nazionali che vincolino la retribuzione ai risultati e non al tempo. Niente di nuovo, esisteva già quando si chiamava cottimo. Forte della collaborazione dei sindacati confederali che riassumono il compito di far digerire ogni "riforma": jobs act, accordo sulla rappresentanza, taglio di stipendi, aumento produttività ecc.

il Pd, con tutti i suoi discorsi sul futuro, riporta il lavoro indietro di un secolo. Renzi occupa tutto lo spazio televisivo possibile per far apparire un Paese che non c'è e poi si lamenta che la sua Leopolda n. 6 è stata annebbiata dai risparmiatori truffati mentre ad essere oscurati sono stati i sindacati di base, i movimenti sociali, i comunisti che a Firenze hanno manifestato contro la sua politica e le scelte del suo governo, così come i familiari delle vittime di Viareggio che stanno lottando per impedire che il processo nel quale è coinvolto l'uomo del Pd, Moretti - promosso a capo di Finmeccanica dopo la strage - vada in prescrizione.

Quanto l'informazione sia superficiale, strumentale e al servizio del potere la verifichiamo anche in determinati momenti come l'arrivo degli immigrati o la strage in Francia. Per l'attacco a Parigi quotidiani e reti nazionali hanno fatto un battage diretto al cuore dell'opinione pubblica, lo stesso non è successo per altri attentati, ad Ankara, a Beirut, a Suruc, all'aereo russo in Egitto ecc.

La Francia era alla vigilia delle elezioni, l'avvenimento doveva essere sfruttato politicamente. Al Governo francese non era sufficiente il pugno contro l'entrata degli immigrati, doveva mostrare i muscoli sia nella sporca guerra in Siria, sia sul piano interno. Sul piano interno ha prodotto un clima di stato d'assedio, scatenato la caccia all'islamico e un notevole consenso elettorale alla Le Pen. Ma Hollande doveva bombardare la Siria oltre gli attacchi sporadici. Evidentemente non ha funzionato la strategia messa in piedi dal 2011 mandando agenti speciali del Dsge, il controspionaggio dei servizi segreti francesi, nel nord Libano e in Turchia per istruire e organizzare contingenti armati dell'al Gays as Suri al Hur, cioè l'esercito siriano libero (Esl) per scatenare una vera e propria guerra civile.

Se prima il nemico era Al Qaeda ora è l'IS, tutte creature alimentate e sostenute dalle potenze imperialiste. La strategia non è nuova: puntando sull'emotività creata ad arte per la caduta delle torri gemelle la Cia, che aveva reclutato 4mila mujahiddin per ottenere la caduta dell'Urss in Afghanistan, ha iniziato la caccia a Bin Laden scatenando una guerra (oviamente con la partecipazione dell'Italia). Lo ha confessato recentemente persino Hillary Clinton. La guerra è la soluzione alle crisi economiche dell'imperialismo e il complesso militare-industriale è sempre più produttivo. Si spendono miliardi per aumentare gli armamenti - compresi quelli nucleare - per colpire intere popolazioni - creando masse di disperati - e cambiare i governi non graditi all'imperialismo Usa e Ue e poter disporre delle ricchezze dei loro paesi.

E la guerra deve essere accettata da chi non la subisce direttamente, con i pretesti umanitari, con la paura dell'immigrato, con misure repressive, con la revisione delle Costituzioni (non solo in Italia) in nome della sicurezza. Francia e Gran Bretagna sono la punta di diamante dell'interventismo Nato verso Siria-Iran in aiuto alle petromonarchie del Golfo, all'Italia sono stati assegnati i bombardamenti sull'Iraq (a 25 anni dai primi) e un eventuale intervento in Libia. L'Italia, inoltre prosegue la sua difesa dei mercanti privati mettendo a disposizione il proprio esercito. Si pagano i militari per difendere le petroliere - come nel caso dei marò fatti passare per vittime - e ora si inviano 450 militari in Iraq per proteggere la riparazione di una megadiga da parte di un'impresa privata.

Quando non serve più mantenere viva la tensione utile alla creazione del consenso popolare calano assordanti silenzi. Ucraina, Palestina, Grecia, Kurdistan. Oblio sullo Yemen, bombardato da mesi, proprio da bombe e armi francesi, inglesi, tedesche e, naturalmente, italiane. L'Arabia Saudita, col suo regime medievale, alleato principale della Nato nella regione e amica del governo Renzi (grande amico anche dei governanti sionisti di Israele), così ha deciso.

Chi non ricorre alla controinformazione sulla situazione internazionale che cosa ne sa di tutte le guerre scatenate in ogni parte del mondo e delle vere cause? Cosa ne sa del ruolo della Nato, che l'Italia paga 70 milioni di euro al giorno per l'appartenenza? La massiccia (40mila soldati) e dispendiosa esercitazione NATO di un mese fa (ne abbiamo scritto sul numero scorso), una prova generale di guerra, che ha coinvolto i territori italiani, è stata ignorata dalle reti nazionali. Viviamo, quindi, su una polveriera, in un periodo pericoloso saturo di guerre che i governanti - con la complicità della "grande informazione" - ci tengono nascosto, manipolano o deformano. E tutto in chiave anticomunista.

È sempre più urgente denunciare il ruolo delle forze socialdemocratiche e del PD schierate con l'imperialismo. È sempre valida la denuncia di Lenin quando invitava il proletariato a decidere da che parte stare. Essere partigiani e non abulici, non indifferenti, evitare di farsi confondere, non abboccare alle fandonie raccontate da chi sta al potere e studiare (anche se è molto faticoso) ed essere curiosi su tutto perché la conoscenza permette di capire il mondo di cui siamo parte, la vita, i rapporti con gli altri, di essere liberi. E organizzarsi per affermare la propria ideologia di classe dimostrando che può esistere un sistema sociale che rappresenta effettivamente gli interessi dei lavoratori.


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