www.resistenze.org - osservatorio - lotta per la pace - 09-03-03

Movimento dei nuovi partigiani della pace

MOBILITIAMOCI PER FERMARE LA GUERRA DI AGGRESSIONE AMERICANA CONTRO L’IRAQ!


Le donne e gli uomini amanti della pace nel mondo assistono con apprensione ai preparativi che Stati Uniti e Gran Bretagna stanno intensificando per scatenare una nuova aggressione imperialista, contro l’Iraq, in nome della cosiddetta teoria della “guerra preventiva”, escogitata dall’amministrazione Bush per sottomettere ogni popolo alla dominazione economica, politica e culturale degli USA.

Le due potenze imperialiste agiscono nell’assoluto disprezzo delle più elementari regole del diritto internazionale: i preparativi di guerra sono stati decisi in anticipo, senza tenere minimamente conto della risoluzione 1441 dell’ONU, del lavoro degli ispettori, del loro rapporto al Consiglio di Sicurezza del 14 febbraio, delle misure prese dall’Iraq, al fine di soddisfare le richieste delle Nazioni Unite, che, al momento, non sono riuscite ancora a trovare una prova credibile della presenza di armi di distruzione di massa nel paese mediorientale. E senza tenere conto anche della contrarietà di “alleati” come Francia e Germania (facenti parte di quella NATO che, soprattutto dopo il suo allargamento ad est, sempre più si rivela uno strumento al servizio dei disegni egemonici USA), che, già oggi in aperta competizione con gli Stati Uniti sul piano economico-finanziario e aspirando alla guida di un solido polo imperialista europeo, non  intendono soggiacere ai ricatti della supremazia militare di Washington.

La vittima dell’aggressione, l’Iraq, è un paese esangue, che piange un milione e mezzo di vittime, in conseguenza di 12 anni di embargo e sanzioni e di migliaia di raids aerei che si ripetono praticamente ogni giorno. L’Iraq è un paese del terzo mondo, che nessuno degli stati confinanti, anche quelli storicamente ostili, come la Siria e l’Iran, considera una minaccia.
Lo scopo dell’aggressione non è quello di combattere una dittatura. Del resto, anche le forze più influenti e autorevoli dell’opposizione a Saddam sono in prima fila nell’opporsi all’invasione americana.

No. Lo scopo dell’aggressione è evidente e risponde pienamente alla logica di ogni guerra imperialista: il controllo di una regione strategica, delle sue risorse energetiche, dei suoi mercati e, allo stesso tempo, il tentativo degli USA di superare la loro crisi economica e di risolvere i loro problemi a scapito di altri. Inoltre, dietro la facciata della “lotta al terrorismo, per la democrazia e la libertà”, si cela il tentativo di avere le mani libere con i prossimi obiettivi della scalata aggressiva: l’Iran, a cui mai è stato perdonato di essersi liberata nel 1979 dalla sudditanza agli Stati Uniti, la Siria e altri paesi arabi, sempre più insofferenti nei confronti dell’arroganza americana. E, nella prospettiva di un crescente controllo americano del Medio Oriente e dell’Asia Centrale, si profila uno scenario, sconvolgente, di aperto confronto, anche militare, con le grandi potenze della regione, a cominciare dalla Russia e dalla Cina.

Nello stesso tempo, gli USA intendono assicurare la completa vittoria del loro più fedele alleato, lo stato di Israele. Si vuole così annientare definitivamente l’“Intifada”, l’eroica resistenza palestinese, impedendo la nascita di uno stato indipendente. C’è da esserne certi: la prossima vittima designata dell’ “escalation” sarà proprio il popolo palestinese, già martoriato da decenni di dominio coloniale.

Per tutte queste ragioni, come mai era avvenuto nel passato, gran parte dell’opinione pubblica mondiale si oppone alla barbarie della guerra. Abbiamo assistito ad una mobilitazione senza precedenti, che ha avuto uno dei suoi momenti più significativi nella partecipazione di decine di milioni di cittadini di tutto il mondo alle manifestazioni del 18 gennaio e del 15 febbraio.Un ampio movimento, paragonabile, nelle dimensioni e nello spirito, a quello che contraddistinse la grandiosa esperienza dei “partigiani della pace” di fronte al manifestarsi della minaccia atomica nel secondo dopoguerra, sta spingendo in favore di una soluzione pacifica della questione.

Noi , con spirito unitario e rispettoso di tutte le componenti del fronte della pace, intendiamo fare la nostra parte, individuando nella lotta contro la linea bellicista filoamericana del governo Berlusconi - che viola il dettato costituzionale e umilia la stessa dignità nazionale del nostro paese - contro la presenza delle basi americane, contro il ruolo aggressivo della NATO, gli elementi essenziali della mobilitazione pacifista, su cui far crescere la consapevolezza e l’incisività di tutto il movimento.

Dobbiamo fermare questa guerra di aggressione. Dobbiamo opporci ad ogni forma di partecipazione e sostegno del nostro paese alla guerra. Dobbiamo esigere che l’Italia e l’Europa non forniscano alla guerra imperialista alcun sostegno politico, alcun aiuto militare, alcuna sorta di facilitazione che permetta ai “falchi” americani di raggiungere i loro obiettivi aggressivi.

Per contribuire alla crescita di una possente azione di lotta per la pace, i firmatari di questo appello lanciano la proposta della costituzione di un

“Movimento dei nuovi partigiani della pace”,

che abbia come riferimento ideale una delle più belle pagine della storia del nostro secolo, scritta da milioni di lavoratori, progressisti, donne e uomini di buona volontà. Un movimento che sia capace, oggi e in futuro, di far crescere la consapevolezza della necessità di battersi contro la natura imperialista della guerra, per dare più efficacia alla lotta per la pace. Un movimento che sia fortemente e chiaramente fondato su principi, quali :

Il rispetto dell’ indipendenza, della sovranità nazionale e dell’identità culturale di ciascun popolo.

La non ingerenza dei più forti negli affari interni dei singoli paesi, nella piena osservanza delle norme fondanti del diritto internazionale, perfezionate dopo la vittoria dell’umanità sul nazifascismo e il colonialismo.

La distinzione netta del ruolo degli aggressori e degli aggrediti, degli oppressori e degli oppressi.

NOI Partigiani Antifascisti artefici e protagonisti della Lotta di Liberazione Nazionale contro il Nazifascismo,
NOI figli ed eredi di quel patrimonio storico, in cui ci riconosciamo :

INVITIAMO

chiunque si riconosca e condivida questa battaglia a contattarci, ad aderire a questo appello e a condividere il nostro impegno

Per contatti e adesioni :
telefoni 338/1755563 - 329/2107626
e-mail: posta@resistenze.org


Torino, 17 marzo 2003 - Il comitato promotore



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