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Sul 65° anniversario del Consiglio Mondiale della Pace

Discorso di Thanassis Pafilis all'evento celebrativo di Atene del 1° settembre 2014, organizzato dal Comitato greco per la distensione internazionale e la pace (EEDYE)

Thanassis Pafilis | wpc-in.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Amici e militanti,
Compagni,

Quest'anno segna il 65° dalla fondazione del Consiglio Mondiale della Pace (WPC), la pionieristica organizzazione mondiale pacifista e antimperialista, fondata dopo la Seconda guerra mondiale in risposta all'aggressione imperialista, nel contesto della Guerra fredda.

Gli orribili crimini dell'imperialismo statunitense a Hiroshima e Nagasaki, effettuati per terrorizzare l'umanità e permettere agli Stati Uniti di imporre le loro condizioni sullo scenario del dopoguerra, insieme alla dichiarazione di Guerra fredda portata dalle forze imperialiste, distrussero nei fatti ogni illusione riguardo a una fine della guerra o al carattere dell'imperialismo. Queste azioni hanno confermato che la guerra, proprio come il fascismo, era ed è un prodotto dello stesso sistema di sfruttamento capitalistico.

Il 6 agosto 1948, nella devastata città polacca di Breslavia, si tenne il primo congresso mondiale degli intellettuali per la pace, durante il quale venne lanciato un appello alla mobilitazione delle forze amanti della pace contro le armi nucleari e l'aggressione imperialista.

Il 20 aprile 1949, a Praga e a Parigi si tennero congressi simultanei da cui emerse la decisione di fondare il Consiglio Mondiale della Pace. Le misure di Guerra fredda adottate dagli imperialisti non permisero che si tenesse a Parigi un congresso unificato .

L'anno seguente a Varsavia ed a Sheffield, fu costituito il Consiglio Mondiale della Pace sotto la presidenza del fisico e chimico, premio Nobel francese, Frederic Joliot-Curie, che sarebbe rimasto in carica per 9 anni. Furono tante le celebrità conosciute in tutto il mondo a farne parte, molte delle quali provenienti dal nostro paese, la Grecia, come Elli Alexiou, Giannis Ritsos e altri.

Il 18 marzo 1950, fu promulgato e diffuso in tutto il mondo l'Appello di pace di Stoccolma contro le armi nucleari, che raccolse oltre 350 milioni di firme.

La reazione dell'imperialismo all'appello fu feroce. In Grecia, il 5 marzo 1951, il giovane comunista di 23 anni, Nikos Nikiforidis, a seguito di una decisione senza precedenti del tribunale militare, fu giustiziato per aver "raccolto firme in favore della pace". Questo si rivelò essere il più tipico esempio di come l'imperialismo contrastava l'appello.

La fondazione del Consiglio Mondiale della Pace fornì grande slancio alla creazione di numerose organizzazioni affiliate in quasi tutti i paesi del mondo. Furono mobilitate le sezioni militanti del movimento antimperialista per la pace. Decine di migliaia di intellettuali di spicco, artisti e operatori culturali furono organizzati nei Comitati per la Pace del WPC.

Nonostante la reazione, i tentativi di sovversione e diffamazione da parte delle forze imperialiste, le azioni del WPC sostenute dall'Unione Sovietica, dagli altri paesi socialisti e dalle forze comuniste e antimperialiste ebbero l'effetto di far crescere enormemente la lotta antimperialista e per la pace, fino ad abbracciare l'intero pianeta. Gli slogan del WPC per il disarmo nucleare, contro l'intervento e le guerre imperialiste, contro le basi straniere, per la liberazione dei popoli, coinvolsero e mobilitarono milioni di persone. Il Consiglio si poneva decisamente a fianco dei movimenti di liberazione nazionale in tutti i continenti e furono centinaia le assemblee internazionali e mondiali che si svolsero per iniziativa del WPC. Esso si trovava a fianco dell'Unione Sovietica e degli altri paesi socialisti, di cui sosteneva le iniziative di massa per la pace, la riduzione degli armamenti, il disarmo nucleare, la solidarietà con i popoli in lotta contro l'imperialismo.

Non ci fu lotta dei popoli o dei lavoratori a cui il WPC non prese parte, dimostrando solidarietà con le grandi lotte sociali della classe operaia e delle masse popolari per il miglioramento delle loro condizioni di vita e per l'emancipazione sociale.

Possiamo senza dubbio affermare che il percorso del WPC costituisce un fattore altamente significativo della storia moderna dell'umanità dopo la seconda guerra mondiale, avendo fornito un enorme contributo alle lotte dei popoli.

La controrivoluzione degli anni 1990, con la dissoluzione dell'Unione Sovietica e il rovesciamento del socialismo in URSS e negli altri paesi socialisti hanno provocato una massiccia e temporanea battuta d'arresto in termini di contrasto al dominio imperialista. Ciò ha avuto gravi ripercussioni sul movimento mondiale e il WPC. Nonostante le grandi difficoltà ed i problemi ideologici, il WPC fu ricostituito e nel 1996 tenne il suo congresso in Messico, dove fu deciso di spostare il quartier generale a Parigi. Durante questo periodo, si sono espresse in modo netto le differenze ideologiche in merito alla questione fondamentale se il WPC avesse dovuto mantenere una linea di lotta antimperialista o trasformarsi invece in una organizzazione pacifista. Al Congresso di Atene del 2000, venne riconfermato il suo carattere antimperialista e la sede fu trasferita nella capitale greca.

I successivi congressi hanno avuto luogo ad Atene (2004), a Caracas, in Venezuela (2008) e a Kathmandu, in Nepal (2012).

In tutti questi anni, nonostante le difficoltà che ha dovuto affrontare nelle nuove condizioni, il WPC ha organizzato mobilitazioni e assemblee in tutto il mondo in opposizione alle guerre contro Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, ecc. Si è mosso in solidarietà con i popoli realizzando iniziative e manifestazioni. Allo stesso tempo, lavorando trasversalmente ai conflitti ideologici, tra disaccordi e contraddizioni ha calibrato la sua azione politica sulle condizioni odierne e, nonostante le molte pressioni, ha mantenuto il suo carattere antimperialista.

Amici, militanti, compagni,

Con i rovesciamenti all'inizio degli anni 1990 e il drastico cambiamento nel rapporto di forze a vantaggio dell'imperialismo, l'aggressività imperialista si è ancora di più intensificata. Lo stesso avviene per le rivalità inter-imperialiste per la spartizione dei mercati e delle sfere di influenza e per il controllo della ricchezza delle risorse naturali. Questi sviluppi e la selvaggia e barbara realtà messa in atto per la classe operaia e per la grande massa delle persone a livello mondiale e nazionale, rivelano in modo palese che il capitalismo nella sua più alta ed ultima fase, l'imperialismo, sta diventando sempre più pericoloso.

A questo punto, ci preme sottolineare che, dato il lavaggio del cervello ideologico effettuato dalle forze del sistema capitalista, la falsificazione della storia e il tentativo odierno di una sua distorsione da parte dei dirigenti dell'UE e di altre forze imperialiste, le persone, soprattutto quelle giovani, non possono dimenticare che la storia del sistema capitalista e dell'imperialismo è segnata da centinaia di interventi, dalla Prima e dalla Seconda guerra mondiale, da guerre locali e regionali, dal massacro di interi popoli, dal sostegno e creazione di regimi e dittature fasciste.

La guerra, le guerre che sono state scatenate non sono dei "peccati" o un'eccezione, ma rivelano la vera natura del sistema capitalista. Sono la continuazione della sua politica con altri mezzi. Durante e anche dopo la Seconda guerra mondiale, gli imperialisti hanno effettuato oltre 100 interventi al fine di promuovere gli interessi monopolistici. Il popolo greco ha subito il primo sanguinoso intervento da parte degli imperialisti britannici nel dicembre 1944, ancora prima che la guerra fosse finita. In quasi tutti i continenti, nonostante le asserzioni teoriche degli imperialisti, nonostante i loro presunti accordi con le autorità costituzionali delle Nazioni Unite per non intervenire negli affari interni dei paesi e per la risoluzione pacifica di qualsiasi discordia, le forze imperialiste sono pienamente responsabili di decine di milioni di morti, della massiccia distruzione di tutti quei paesi che cercavano un percorso e una via di sviluppo diversi.

Pur dichiarandosi in apparenza contro il fascismo, contro i partiti e le organizzazioni fasciste, resta il fatto che è stato il sistema capitalistico stesso ad avere creato e sostenuto il fascismo in Germania e in altri paesi. Nonostante oggi ci sia chi indichi come nemici gli estremisti islamisti e le altre cosiddette "organizzazioni terroriste", sono state le forze imperialiste USA ed UE che, per esempio, hanno creato i talebani in Afghanistan, armandoli e sostenendoli poi in Siria, per imporre il proprio dominio, per servire i loro interessi, per rovesciare i governi che si ergono ad ostacolo ai disegni imperialisti.

Le forze imperialiste hanno sempre utilizzato diversi pretesti per le guerre e gli interventi. Dopo la Seconda guerra mondiale, parlavano di libertà, di democrazia, della minaccia comunista e della prevenzione della guerra civile. Dopo il 1990-91, hanno sostituito i vecchi pretesti con quelli nuovi. Genocidio in Jugoslavia, terrorismo in Afghanistan, armi chimiche e biologiche in Iraq, che non sono mai state trovate, regimi autoritari in Libia e Iraq, armi nucleari in Iran e Corea del Nord, guerre civili in Africa.

Dietro a tutto questo stanno gli interessi del capitale e dei monopoli. La competizione per il controllo delle risorse naturali che producono ricchezza e delle reti di trasporto energetico che garantiscono i profitti e il predominio di chi sfrutta la classe operaia del mondo ed i popoli, di coloro che hanno preso le immense possibilità di sviluppo scientifico e tecnologico possedute dall'umanità e le hanno trasformate in una maledizione per i lavoratori, condannati alla povertà, alla disoccupazione, alla miseria, per garantire ricchezze incommensurabili a coloro che possiedono i mezzi di produzione e il potere politico.

I rovesciamenti di inizio decennio 1990-1991, rivendicati dalle forze borghesi e opportuniste che festeggiavano la presunta fine della Guerra fredda come l'inizio di un nuovo mondo di pace e di cooperazione, hanno invece scatenato l'aggressione imperialista, rivelando il volto terribile dell'imperialismo. La guerra non solo non è finita ma si è diffusa e moltiplicata in molti paesi ed aree.

Le rivalità inter-imperialiste si sono intensificate a tutti i livelli, economico, militare e politico, divenendo ben visibili in tutti i continenti, anche in Antartide.

Il diritto internazionale, per come era conosciuto nel periodo in cui il sistema socialista era una presenza attiva negli affari internazionali, è stato sostituito dal dogma imperialista dell'attacco preventivo, della "campagna contro il terrorismo". L'ONU è stato trasformato in uno strumento per legalizzare le politiche imperialiste.

La militarizzazione non solo non si è ridotta, ma è stata aumentata dalla presenza militare e dall'influenza politica dei vari centri imperialisti in quasi tutti i continenti. Le spese militari, l'esportazione di armi, i piani per la produzione e l'installazione di nuove armi nucleari sono tutti aumentati.

La NATO, il braccio armato dell'imperialismo, non solo non si è sciolta, ma si è ampliata affermando il suo nuovo dogma aggressivo, abolendo ogni restrizione alla sua azione, estendendola di migliaia di chilometri, dandosi il diritto di intervenire in tutte le aree del pianeta come negli affari interni dei paesi, contro i movimenti popolari.

L'aggressività del sistema capitalista è aumentata nella sfera sociale con un attacco generalizzato alla classe operaia e agli strati popolari, intensificando notevolmente lo sfruttamento, cancellando ogni minima conquista esistente. Questa aggressività si è espressa con particolare ferocia dopo il 2008, nel corso della grande crisi economica capitalista, la quale ha accresciuto ancora di più la violenza dell'imperialismo, dei conflitti e della concorrenza tra le forze imperialiste per la loro quota di mercati e sfere d'influenza.

Un esempio tipico e chiarificatore è la situazione in cui versa tutta la regione del Mediterraneo orientale, Medio Oriente, Nord Africa, Golfo Persico, Balcani e Mar Caspio, dove la competizione tra vecchie e nuove forze è particolarmente evidente. Continuando su questa strada, c'è la possibilità che la guerra possa spingersi oltre l'intera regione.

L'esperienza storica dimostra che sia la Prima che la Seconda guerra mondiale sono state il risultato di una pronunciato acuirsi delle contraddizioni inter-imperialiste per la spartizione del mondo. Queste contraddizioni si sono aggravate ancora di più dopo la Seconda guerra mondiale, data la crisi economica e l'esistenza dell'Unione Sovietica.

Amici, militanti, compagni,

Ci siamo riuniti oggi per celebrare i 65 anni del Consiglio Mondiale della Pace. Naturalmente, nel presentare un resoconto storico delle azioni del WPC e un giudizio sul suo lavoro, rendiamo onore ai milioni di militanti che hanno lavorato al suo interno. E' tuttavia fondamentale trarre delle conclusioni dai molti anni di lotta del WPC, che possono e devono costituire una guida per le lotte in corso.

Il mondo contemporaneo segnato dalla barbarie capitalista ha letteralmente mandato in frantumi i miti coltivati dai suoi sostenitori. Allo stesso tempo, si sono dimostrati in errore tutti coloro che, in nome del realismo, hanno incoraggiato e incoraggiano anche oggi l'illusione che ci possa essere un pacifico, "creativo ed internazionalmente giusto mondo" senza eliminare la causa delle guerre. E questa altro non è che lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, il sistema del capitalismo stesso.

La guerra è un'estensione dello sfruttamento capitalistico, indotta dalla lotta per il predominio economico e politico del capitale. Lo sfruttamento capitalista e il capitalismo non possono essere umanizzati, perché sono disumani per natura.

Gli eventi hanno anche infranto i miti coltivati in Europa e nel mondo che l'UE possa costituire un contrappeso all'imperialismo USA. L'Unione Europea è stata e rimane una unione imperialista e aggressiva verso i popoli. E' stata creata per servire gli interessi del capitale europeo e non muterà. Non può essere trasformata in un'Europa dei popoli. Può però diventare più aggressiva e infatti le politiche di sicurezza e difesa dell'Unione Europea esistono a questo scopo.

Soprattutto negli ultimi anni, gli avvenimenti dimostrano che le teorie su un "mondo multipolare" che porti equilibrio internazionale, che riformi le Nazioni Unite e gli altri organismi internazionali e che garantisca la pace sono del tutto irrealistiche. Il cosiddetto "mondo multipolare", con le nuove forze capitaliste emergenti, aggrava ancora di più le rivalità a livello globale a causa della partecipazione di nuovi monopoli di questi Stati e degli Stati stessi, creando una situazione esplosiva a livello mondiale. I popoli non devono cadere nella trappola di scegliere un imperialismo piuttosto che l'altro.

La situazione in Ucraina e gli sviluppi nella regione confermano questa valutazione.

Le migliaia di morti e feriti, i rifugiati, la situazione drammatica che sta vivendo questo paese è il risultato dell'intervento palese di USA ed UE nel quadro di una forte concorrenza con la Russia per la loro quota di mercato, le reti di trasporto energetico e le altre risorse che producono ricchezza, per l'inclusione dell'Ucraina in una o nell'altra unione intergovernativa capitalista. Il tentativo di promuovere il nazionalismo crea una divisione nel popolo ucraino su base nazionalistica e conduce ad un enorme bagno di sangue con conseguenze tragiche per le persone che vivevano fraternamente sotto il sistema socialista. Il sostegno imperialista al governo di Kiev e alle forze fasciste mostra come USA ed UE non abbiano alcuna esitazione quando si tratta di sostenere i propri interessi. Il loro obiettivo di rifornire le centrali nucleari in Ucraina con combustibile nucleare statunitense, che può essere inadatto, comporta un grave pericolo per l'intera Europa.

Il Consiglio Mondiale della Pace condanna gli interventi stranieri. Dichiariamo la nostra solidarietà al popolo ucraino, ai comunisti ed antifascisti sotto processo. Affermiamo che il popolo ucraino deve svincolarsi dai disegni e dai conflitti delle forze imperialiste e della classe borghese, scegliendo la propria via di sviluppo in opposizione agli interessi contrastanti delle varie sezioni della plutocrazia ucraina.

Amici, militanti, compagni,

Siamo pienamente consapevoli delle difficoltà, del negativo rapporto di forze. Allo stesso tempo, abbiamo fiducia nelle forze dei popoli. La storia stessa e l'evoluzione dell'umanità dimostrano che per quanto possa fare buio, la luce torna sempre.

Qual è il presupposto fondamentale perché questo avvenga? Qual è la questione centrale posta da questi sviluppi? Qual è il dilemma dei nostri tempi, oggettivamente e indipendentemente dalle difficoltà?

Il dilemma è fra sottomissione alla barbarie capitalista o resistenza e creazione delle condizioni per rovesciarla. Fra compromesso e assimilazione o lotta eroica e senza compromessi per incoraggiare un contrattacco popolare

Che tipo di movimento è necessario? La nostra risposta è che esso richieda un potente movimento operaio e popolare, antimperialista, anti-capitalista, anti-monopolista, un movimento di massa in grado di mobilitare i popoli, che lotti ogni giorno per eliminare le cause che danno origine allo sfruttamento, al fascismo e alle guerre. L'esperienza contemporanea del Consiglio Mondiale della Pace e dei movimenti popolari dimostra che chi ha abbandonato questo obiettivo in nome del realismo è stato assimilato alla barbarie capitalista.

Facciamo appello alla classe operaia, agli strati popolari, ai popoli di tutto il mondo, invitandoli ad unirsi a noi in una comune lotta anti-capitalista e antimperialista, a lottare per il disimpegno da tutti gli organismi imperialisti.

Vorremmo a questo punto sottolineare, per quanto riguarda la campagna del WPC contro la NATO, che la posizione per lo scioglimento della NATO dovrebbe e deve essere accompagnato, negli Stati membri, dalla lotta di ciascun movimento nel proprio paese per abbandonare l'Organizzazione atlantica, perché sappiamo che gli organismi imperialisti non si dissolvono spontaneamente. Essi devono essere sconfitti.

Dobbiamo lottare per il ritiro delle basi militari e nucleari straniere. Contro gli interventi e le guerre imperialiste. Per il disimpegno di ogni paese dai dispositivi e dalle guerre imperialiste. E dimostrare solidarietà agli oppressi.

Vorrei concludere esprimendo per conto del WPC la nostra profonda solidarietà al popolo palestinese, che da decenni viene letteralmente ucciso dall'imperialismo. E' assolutamente evidente che i palestinesi debbano avere una loro patria indipendente.

Vorrei anche affermare la nostra solidarietà al popolo cipriota, che sta vivendo momenti molto difficili e sottolineare che il WPC si batte per una Cipro unificata, sovrana, indipendente, senza eserciti stranieri o basi militari.

Riconosciamo che la strada davanti a noi è difficile. La nostra promessa, nel celebrare i 65 anni di attività del Consiglio Mondiale della Pace, è di continuare ad andare avanti. Questo però non costituisce un obbligo, ma si tratta piuttosto di una necessità oggettiva. Il mondo può e deve cambiare.
 
(NdR: Sul tema, leggi anche I partigiani della pace)


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