www.resistenze.org - osservatorio - lotta per la pace - 14-02-16 - n. 576

Il coinvolgimento della Nato nella questione dei rifugiati rappresenta uno sviluppo pericoloso

Georgos Loucaides, portavoce del Partito Progressista dei Lavoratori di Cipro (AKEL) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Nicosia, 10/02/2016

Il coinvolgimento della Nato nella gestione dei flussi dei rifugiati nel Mar Egeo voluto da Turchia e Germania rappresenta uno sviluppo pericoloso. Le nuove misure e i meccanismi promossi dall'Unione Europea e dalla Nato creano rischi evidenti per la sovranità dei paesi membri. Allo stesso tempo, l'intensificazione della repressione esercitata contro i rifugiati e la militarizzazione della crisi dei rifugiati lasciano presagire ulteriori tragedie nel Mar Egeo e in tutto il Mediterraneo. Il coinvolgimento della Nato si aggiunge ai sistemi di controllo dell'Unione europea e agirà anche senza l'approvazione degli Stati membri dell'UE.

Chi dunque può fidarsi della macchina da guerra chiamata Nato per gestire i rifugiati e i civili? Dove andranno i profughi civili siriani fintanto che il loro paese è ancora soffocato nel sangue? Come sarà impedito a chi fugge di ricorrere ai trafficanti, quando l'UE non ha creato alcun quadro certo e percorso legale per consentire ai rifugiati di chiedere asilo? Fino a quando l'UE contratterà e negozierà con la Turchia sulla vita, la sicurezza e la dignità di milioni di persone che fuggono dalla furia della guerra?

AKEL ribadisce che la soluzione definitiva alla crisi dei rifugiati non può venire che dalla conclusione della sanguinosa guerra civile in Siria. Questo può accadere se i paesi della Nato e i loro alleati nella regione fermano una volta per tutte ogni tipo di finanziamento, il rifornimento di equipaggiamenti e il commercio con l'organizzazione dello Stato islamico e smettono di contrastare le forze che si battono sul terreno.


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