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30 anni dopo il referendum sulla NATO: avevamo ragione

Carmelo Suárez * | unidadylucha.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

12/03/2016

Nel 1986 una ininterrotta lotta operaia e popolare, in cui furono protagoniste le più ampie masse, ha reso possibile una solida unità politica e organizzativa. La lotta politica contro l'incorporazione della Spagna alla NATO venne condotta principalmente come lotta contro il sistema capitalista.
La guerra imperialista è parte tipica del processo di accumulazione del capitale.

Il 12 marzo del 1986 si celebrò il referendum, consultivo, sull'incorporazione della Spagna alla NATO. In una fase della lotta di classe in Spagna in cui la classe agiva all'offensiva, guidata da posizioni classiste indipendenti, il ruolo della socialdemocrazia liberale fu determinante come agente al servizio del processo di ricomposizione del capitalismo spagnolo. Il tradimento alla classe operaia e la sua sottomissione agli ordini dell'esercito imperialista, marcarono ancora una volta la sua linea politica.

Lo slogan "OTAN, de entrada no", può considerarsi la sintesi più chiara della posizione servile dei vari governi del PSOE di fronte al capitale. Dire prima una cosa, per fare poi il contrario. Prima apparentemente impegno con la classe operaia, poi nel momento di agire sottomissione alla dittatura del capitale.

Unità del movimento contro la NATO

Nel 1986 una ininterrotta lotta operaia e popolare, in cui furono protagoniste le più ampie masse, ha reso possibile una solida unità politica e organizzativa. La lotta politica contro l'incorporazione della Spagna alla NATO venne condotta principalmente come lotta contro il sistema capitalista. Così si costituì il CEOP (Coordinamento Statale delle Organizzazioni Pacifiste) che integrò le principali organizzazioni che intervenivano in questo fronte, e che svolse un ruolo determinante nella strategia di mobilitazione e di elevazione della coscienza della classe operaia e altri settori popolari.

Il PSOE mascherò il suo tradimento in una complessa e falsa questione, nella quale si proponeva l'integrazione della Spagna solo per la "struttura politica" (?) della NATO, il no al transito e/o permanenza di armamento nucleare in Spagna e la riduzione delle basi militari yankee esistenti.

La decisione di incorporare la Spagna alla NATO era la continuazione dell'aggregazione del nostro paese nell'allora CEE (Comunità Economica Europea) - l'attuale UE - il 12 giugno del 1985. Così, il capitalismo spagnolo dava un altro passo importante nel suo processo di integrazione nelle strutture imperialiste internazionali. Il PSOE è stato il Partito politico idoneo per rendere possibile tutto questo. Poi, coerentemente, vennero i processi di riconversione del sistema produttivo a colpi di manganello, gas lacrimogeni e spari in aria, che portarono a decine di operai morti e/o feriti.

Il PSOE avviò il SI alla NATO

Nella notte della chiusura della campagna del referendum, a TVE, comparse un Felipe
González [Presidente del governo spagnolo e segr. del PSOE, ndt] tremante di fronte all'ipotesi del fallimento delle sue posizioni atlantiste, mettendo paura all'elettorato, avvertendo sulle grandi disgrazie che ci sarebbero state in caso del trionfo del NO. Non ebbe alcun pudore nel riconoscere il vincolo tra l'appartenenza alla struttura economica dell'imperialismo (CEE) e l'appartenenza alla struttura militare (NATO). Riconosceva esplicitamente che tutte e due formano parte di uno stesso, unico, sistema di dominazione capitalista.

Il capitalismo negli anni ottanta, in piena Guerra Fredda, promuoveva un processo di creazione di strutture sovranazionali per facilitare e promuovere lo sfruttamento e saccheggio di tutto il pianeta. Le nuove strutture imperialiste avevano come obiettivo quello di garantire la massima disciplina e coordinamento nelle strategie di dominazione.

L'imperialismo yankee sviluppava una sporca corsa all'armamento nella sua strategia contro il blocco socialista, con lo sviluppo di ogni tipo di armi nucleari. Il dispiego dei missili Cruise e Tomahawk fu un elemento di enorme tensione in Europa.

In Spagna si realizzarono centinaia di iniziative contro la NATO, con partecipazioni massiccie che, nelle occasioni principali, raggiunsero le centinaia di migliaia di attivisti.

Costante incremento delle militarizzazione

La mendace formulazione del quesito del referendum rimase senza effetto nel breve periodo. Poco dopo la Spagna è pienamente integrata nella struttura militare della NATO, senza alcun tipo di controllo sul passaggio e/o la presenza di armamento nucleare nel paese, e le basi non solo non si sono ridotte, ma sono state incrementate per lo "scudo antimissile" a Rota, l'Africom a Moron, e i Corpi di dispiegamento rapido nelle Canarie, per citare solamente alcuni esempi recenti.

Dopo il trionfo della controrivoluzione nell'Unione Sovietica, l'aggressività dell'imperialismo, specialmente in campo militare, si riprende. Scomparsa la diga di contenimento del blocco socialista dell'Est e il Patto di Varsavia, le principali potenze imperialiste hanno sollevato, sempre di più, il loro terrore militare: Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, Rep. Democratica del Congo, Mali, Sahara, Palestina, Somalia, Yemen, ecc.

Inoltre in questi anni sono stati effettuati voli segreti della CIA, utilizzando aeroporti spagnoli e trasportando persone sequestrate per esser torturate in altri paesi. Nessun governo spagnolo, né europeo, si è assunto la responsabilità per la complicità in questi atti. Guantanamo non si chiude.

In questi anni inoltre vengono allo scoperto le strutture segrete della NATO, che sfuggono ad ogni controllo formale dei governi. L'operazione Gladio è la più conosciuta - che si installò e si addestrò segretamente nel nostro paese - ma la NATO è anche intervenuta come parte degli apparati del terrorismo di Stato in Italia negli anni più critici per la stabilità del capitalismo, e ci sono diversi casi. Tutti i servizi segreti europei sono coordinati con la NATO.

Oggi, che il capitalismo affronta una crisi più profonda - marcata dall'altissimo processo di concentrazione e centralizzazione del capitale che riduce il numero dei grandi oligopoli mondiali - la tendenza alla guerra, come parte integrante del processo di riproduzione allargata del capitale, si accresce. La pace è minacciata in modo permanente dalla NATO.

Nuova e continuata corsa agli armamenti

Gli sviluppi tecnologici attuali facilitano una nuova fase della corsa agli armamenti, dove gli ultimi sviluppi rendono obsolete armi in cui, fino a poco tempo fa, si sono investiti grandi quantità di denaro. L'armamento viene venduto dai principali fabbricanti che si riservano il controllo del software necessario per il suo funzionamento, per cui i compratori hanno un uso limitato di queste armi che sono controllate in ultima istanza dai venditori.

Il pericolo di guerra generalizzata, incluso la distruzione delle condizioni di vita nel pianeta, è un possibile rischio per l'esistenza di arsenali capaci di distruggere la Terra varie volte.

La nuova socialdemocrazia è uguale


La nuova socialdemocrazia continua la stessa linea politica del PSOE di allora. Quando Podemos incorpora nelle sue file, e lo vende come un successo politico, un generale che ha partecipato in modo diretto all'aggressione imperialista contro la Libia, abbiamo in Pablo Iglesias il nuovo Felipe
González, che svolge lo stesso ruolo di lacchè dell'imperialismo.

L'analisi di quella lotta contro l'incorporazione della Spagna nella NATO ci offre molte lezioni per l'oggi. La prima di esse, è il connotato di massa che deve qualificare le nostre azioni; unito a una posizione anti-NATO che non si avvale di attributi morali, ma nella lotta rivoluzionaria contro il capitalismo; anche se in un movimento di massa, come quello che c'è da organizzare, necessariamente si incorporeranno una grande diversità di gruppi sociali, le cui motivazioni saranno diverse ma non contradditorie rispetto a questo orientamento rivoluzionario.

La lotta contro la NATO non è una lotta concettuale, puramente ideologica, ma è una lotta concreta qui e ora. E questo si deve esprimere in una molteplicità di azioni di solidarietà con i milioni di persone che fuggono dalle guerre imperialiste (rifugiati), azioni di protesta contro le manovre militari, contro la militarizzazione del territorio e la stessa militarizzazione delle scuole pubbliche. Un intervento nel concreto è il punto di partenza per elevare questo variegato movimento di massa, che è imprenscindibile per la sconfitta delle strategie militari dell'imperialismo. Fino alla vittoria.

*) Segretario Generale del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE)


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