www.resistenze.org - osservatorio - lotta per la pace - 18-06-18 - n. 677

Buone notizie per stabilità e pace giungono dall'accordo RPDC-USA

Socorro Gomes * | wpc-in.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

13/06/2018

Con speranza, per quanto cauta, il mondo riceve le notizie sull'accordo firmato il 12 giugno tra i presidenti Kim Jong-un e Donald Trump, che avvicina la Corea e gli Stati Uniti a una soluzione diplomatica per l'instabilità regionale, per allontanare la costante minaccia di guerra e porre fine alla dolorosa divisione nazionale coreana. Dopo quasi settanta anni di politiche oltraggios e offensive degli Stati Uniti e dei loro alleati contro la Corea Popolare, le forze di pace devono seguire gli sviluppi del dialogo con rinnovato impegno.

Si è giunti a questo risultato dopo una serie di eventi preparatori, in particolare i due incontri amichevoli tra i leader coreani. Nel più recente, il 27 aprile, i presidenti Kim Jong-un e Moon Jae-in hanno riaffermato l'impegno storico per una futura riunificazione nazionale pacifica e sovrana, cementando il riavvicinamento con la Dichiarazione di Panmunjom per la Pace, la Prosperità e Riunificazione della Penisola coreana. Cade, inoltre, l'anniversario della Dichiarazione congiunta Nord-Sud del 15 giugno, siglata 18 anni fa e dal contenuto simile, che ne esce rafforzata.

La disposizione della leadership coreana e la posizione del presidente Kim sono coraggiose e assertive. Dopotutto, la Corea Popolare e le forze di pace di tutto il mondo sono state veementi nel denunciare l'impatto dell'ingerenza imperialista nella penisola coreana, dopo la devastante guerra del 1950-1953. In quelle tristi circostanze, gli Stati Uniti condussero un'atroce campagna di bombardamenti che distrusse, tra le altre città, il 75% della capitale Pyongyang. Le stime informano che, durante la guerra, furono uccisi quasi tre milioni di coreani. Inoltre, nei decenni successivi, una politica di demonizzazione e di sanzioni criminali ha posto le basi per l'isolamento imposto alla Corea Popolare dall'imperialismo statunitense e dai suoi alleati, con impatti dannosi sulla popolazione. Tuttavia, Kim Jon-un ha intrapreso il percorso coraggioso e necessario del dialogo.

Pertanto, incontrando Trump, Kim ha posto le richieste che il suo paese ha ribadito al tavolo delle trattative: la fine delle esercitazioni di guerra tenute annualmente tra Stati Uniti e Corea del Sud - che Trump in una conferenza stampa a Singapore ha finalmente ammesso essere "provocatorie" e "inappropriate" - e delle sanzioni spesso rafforzate contro la Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC).

Gli altri dirigenti nord-coreani hanno ugualmente ribadito la proposta di un trattato di pace per porre finalmente fine alla guerra di Corea, attraverso la quale gli Stati Uniti hanno gettato le basi per la loro presenza offensiva sulla penisola. Tale presenza permanente raggiunge oggi il numero di 28.000 soldati. Secondo Trump, nelle sue dichiarazioni alla stampa, gli Stati Uniti dovrebbero ridurre o ritirare le truppe dalla Corea del Sud, porre fine alle esercitazioni militari e sospendere gradualmente le sanzioni contro la Corea Popolare in cambio della denuclearizzazione - un impegno già confermato dalla RPDC anche attraverso la distruzione a maggio del sito per i test, ad esempio.

L'accordo firmato è una grande vittoria per l'intera nazione coreana, che desidera il riavvicinamento e, in futuro, la riunificazione pacifica e sovrana. Nel contesto dell'anniversario della Dichiarazione congiunta firmata il 15 giugno 2000, tra la Repubblica Popolare Democratica di Corea e la Repubblica di Corea, la speranza deve essere rafforzata insieme alla richiesta di una pace sovrana, corrispondente alla volontà del popolo coreano, che già soffre per la divisione e l'ingerenza imperialista nella penisola da oltre 60 anni. Inoltre, come ha affermato il Consiglio Mondiale della Pace, la minaccia di una guerra generalizzata dovrebbe svanire grazie al rinnovato impegno di tutti, comprese le forze di pace di tutto il mondo.

La fine delle ingerenze straniere e delle minacce di aggressione degli Stati Uniti è una condizione per il progresso dei negoziati, che, come affermato dalla leadership coreana, sarà accompagnato dalla denuclearizzazione della penisola e dal riavvicinamento nazionale, a favore della pace e della prosperità condivisa, che sono gli impegni e gli obiettivi strategici di tutte le forze conseguenti.

*) Socorro Gomes è il presidente del Consiglio Mondiale della Pace (WPC)


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