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70 anni in difesa della pace

Consiglio Mondiale della Pace | wpc-in.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

29/08/2018



Agosto 1948: pietra miliare del movimento mondiale per la pace

Esattamente 70 anni fa, tra il 25 e il 28 agosto 1948, la città polacca di Wroclaw ospitò il Congresso mondiale degli intellettuali in difesa della pace, un'importante espressione del movimento mondiale che, due anni dopo, si unì al Consiglio Mondiale della Pace.

Tre anni dopo la Seconda guerra mondiale e la vittoria sul nazifascismo nel 1945, questo Congresso riunì centinaia di delegati provenienti da 45 paesi, tra cui alcuni intellettuali e artisti eccellenti, come Pablo Picasso, Eugénie Cotton, Irène Curie, Paul Éluard, Jorge Amado, Henri Wallon, Anna Seghers, Aime Cesaire, Andersen Nexø e György Lukács, tra gli altri. Le maggiori delegazioni provenivano dalla Polonia stessa, oltre che dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dalla Francia, dall'Italia e dall'Unione Sovietica.

Nel Manifesto adottato, l'obiettivo fondamentale del Congresso era chiaro:

"Leviamo la nostra voce in favore della pace, del libero sviluppo culturale dei popoli, della loro indipendenza nazionale e della stretta collaborazione". In un'epoca già segnata da nuove minacce a una pace duramente conquistata - quando gli Stati Uniti e i loro alleati già portavano avanti quella che divenne nota come Guerra Fredda e brandita, dopo Hiroshima e Nagasaki, la minaccia atomica sul mondo - era tempo di agire con audacia e determinazione: il Congresso esortava gli intellettuali a "organizzare congressi nazionali di uomini di cultura in difesa della pace in tutti i paesi, creare comitati nazionali per la pace ovunque, rafforzare i legami internazionali tra gli intellettuali di tutti i paesi per servire la pace".

Il Congresso di Wroclaw invocò anche la realizzazione, di lì a poco, di un congresso mondiale dei difensori della pace, che ebbe luogo nell'aprile 1949, poche settimane dopo la costituzione formale della NATO, con il Primo Congresso mondiale dei Partigiani della Pace. Vi parteciparono oltre 2.000 delegati provenienti da 72 paesi, si svolse simultaneamente a Parigi e a Praga a causa del rifiuto delle autorità francesi di consentire l'ingresso di delegati da alcuni paesi dell'Europa dell'Est e dell'Asia.

A differenza dell'agosto 1948, al Congresso mondiale dei Partigiani della Pace parteciparono non solo artisti e intellettuali, ma anche lavoratori, studenti, agricoltori, religiosi, funzionari eletti, membri di governo, rispondendo all'appello inviato nel febbraio 1949 "A tutte le organizzazioni democratiche che hanno come principale interesse la difesa della pace e si dedicano al progresso, a sindacati, movimenti femminili e giovanili, organizzazioni contadine, cooperative e gruppi religiosi, organizzazioni di scienziati, scrittori, giornalisti, artisti e politici democratici" per manifestare a favore della pace.

Il Manifesto di questo congresso, letto a Parigi dal poeta francese Louis Aragon, proclamava gli obiettivi e i principi fondamentali del movimento allora nascente:

"Sosteniamo la Carta delle Nazioni Unite, contro tutte le alleanze militari che nei fatti annullano la Carta e portano alla guerra.

Ci dichiariamo contro il peso schiacciante della spesa militare responsabile della povertà dei popoli.

Sosteniamo la messa al bando delle armi atomiche e degli altri metodi di sterminio di massa degli esseri umani; chiediamo la limitazione delle forze armate delle grandi potenze e l'instaurazione di un efficace controllo internazionale sull'uso dell'energia atomica per fini esclusivamente pacifici e per il bene dell'umanità.

Ci battiamo per l'indipendenza nazionale e la cooperazione pacifica di tutti i popoli, per il diritto dei popoli di determinare il proprio futuro: condizioni essenziali per la libertà e la pace.

Ci opponiamo a tutti i tentativi di limitare e quindi distruggere le libertà democratiche per preparare la strada alla guerra. Siamo il baluardo mondiale della verità e della ragione; miriamo a neutralizzare la propaganda che prepara l'opinione pubblica alla guerra.

Condanniamo l'isteria della guerra, la predicazione dell'odio razziale e dell'ostilità tra i popoli. Esortiamo a denunciare e boicottare i giornali, le produzioni letterarie e i film, frutto di individui o organizzazioni che fanno propaganda per una nuova guerra".

Pablo Picasso disegnò il manifesto del Congresso, che elesse i membri del Comitato permanente della pace, con base a Parigi e coordinato dal fisico francese Frédéric Joliot-Curie. Fu questo comitato che nel marzo 1950 lanciò l'Appello di Stoccolma, per un bando delle armi atomiche, che raccolse centinaia di milioni di firme in tutto il mondo e apportò un contributo decisivo all'affermazione e all'espansione del movimento mondiale per la pace .

Il secondo Congresso Mondiale per la Pace, tenutosi a Varsavia nel novembre 1950, avrebbe dovuto svolgersi a Sheffield, ma le autorità britanniche fecero un passo indietro nella loro decisione di autorizzarlo. Tale Congresso costituì un passo decisivo nel processo di rafforzamento, coordinamento e unione degli sforzi del movimento mondiale per la pace. Le duemila persone che vi parteciparono, provenienti da 80 paesi, decisero la costituzione del primo Consiglio Mondiale della Pace presieduto da Frédéric Joliot-Curie.

Gli statuti adottati stabilirono il carattere unitario, democratico, antifascista e antimperialista del Consiglio Mondiale della Pace, confermato dalla sua composizione: tra i suoi 221 membri vi erano personalità di diverse nazionalità, origini sociali, ideologie politiche e confessioni religiose. Fin dall'inizio si occupò di difesa della pace e di disarmo, risoluzione pacifica dei conflitti internazionali, sovranità nazionale e solidarietà con i popoli vittime di guerre, occupazione, ricatti e blocchi economici.

Tra gli altri aspetti importanti, il Manifesto per i popoli del mondo, pubblicato dal Secondo Congresso Mondiale per la Pace, ha sottolineato la necessità e la possibilità di prevenire una nuova guerra, di cui già si affacciavano le avvisaglie. "Ogni essere pensante sa che chi osa dire che la guerra è inevitabile, diffama l'umanità. Tu che leggi questo messaggio, proclamato in nome dei popoli di 80 nazioni rappresentate al Secondo Congresso Mondiale per la Pace a Varsavia, non devi mai dimenticare che la lotta per la pace è la tua stessa lotta. Devi sapere che centinaia di milioni di Partigiani della pace, uniti come un solo uomo, tendono la mano verso te. Ti invitano a prendere parte alla più nobile lotta mai condotta dall'umanità con fiducia nel futuro. Non possiamo attendere la pace. Dobbiamo conquistarla", dichiarava il Manifesto. Il Congresso era l'espressione che "uomini e donne riuniti dai cinque continenti del mondo possono trovarsi d'accordo, nonostante le grandi divergenze di opinione, per fugare il flagello della guerra e per mantenere la pace", come affermato anche nel Manifesto.

In un'epoca come quella in cui viviamo, segnata da crescenti tensioni e dalla militarizzazione delle relazioni internazionali, in cui aumentano le ingerenze, la destabilizzazione e le guerre di aggressione, in cui dilaga la mancanza di rispetto per l'indipendenza degli Stati, la sovranità e i diritti dei popoli; segnato dall'aumento della spesa militare e della corsa agli armamenti come risultato di una politica di guerra promossa dagli Stati Uniti, dalla UE, dalla NATO e dai loro alleati, dobbiamo tenere a mente l'esempio dei Partigiani della Pace che, in tempi altrettanto duri, sapevano, nonostante le differenze, trovare soluzione alla principale minaccia e pericolo per la sopravvivenza dell'umanità: unendo le forze contro una nuova guerra e in difesa della Pace. Solleviamoci e seguiamo oggi e in futuro la loro eredità e la loro lotta.

28 agosto 2018

Consiglio Portoghese per la Pace e la Cooperazione

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