www.resistenze.org - osservatorio - mondo multipolare - 08-11-06

Da www.rebelion.org
 
Si è conclusa la conferenza delle nazioni latinoamericana del Blocco Regionale di Potere Popolare (BRPP)
 
Heinz Dieterich
 
02/11/2006
Progressi significativi per la lotta latinoamericana
 
Il Primo Incontro dei Popoli e Stati per la Liberazione della Patria Grande svoltasi a Sucre, Bolivia, dal 27 al 29 Ottobre, si è chiuso facendo registrare un passo in avanti nella lotta di liberazione latinoamericana.
 
Alcuni dei risultati:
 
1. Si è stabilita l'alleanza strategica tra lo Stato boliviano ed i movimenti sociali latinoamericani presenti.
 
2. Si è costituito il Blocco Regionale di Potere Popolare (BRPP) come nuovo soggetto politico della Patria Grande, con la presenza di circa 700 delegati latinoamericani ed internazionali, 4.000 partecipanti boliviani all'inaugurazione e 2.500 alla chiusura.
 
3. Si è rivelata l'esistenza di una nuova avanguardia latinoamericana. Se avrà l’appoggio adeguato, in pochi anni quest’avanguardia potrà sviluppare due fattori di liberazione: unire le basi sociali intorno ad un'identità liberatrice e ad un nuovo progetto storico, e organizzare la lotta difensiva ed offensiva contro le oligarchie creole e l'imperialismo statunitense/europeo.
 
4. L'Incontro ha conseguito il necessario equilibrio tra le matrici popolari ed intellettuali, senza che uno degli elementi prevalesse sugli altri. E’ quell'equilibrio che ha evitato che l’evento si trasformasse in un mero foro accademico o, al contrario, in un festival di pura testimonianza popolare.
 
5. Il profondo discorso inaugurale della Presidentessa dell'Assemblea Costituente, Silvia Lazarte, e la straordinaria riflessione finale del vicepresidente Álvaro García Linera, hanno chiarito il nesso tra movimenti e Stati.
 
6. Il Blocco Regionale di Potere Popolare (BRPP) ha concretizzato tale dialettica nella questione centrale: intavolare un dibattito pubblico coi Presidenti della Conferenza Sudamericana delle Nazioni, nel dicembre di quest’anno, a Cochabamba.
 
La volontà del dibattito pubblico
 
La richiesta del BRPP, presentata nell’inaugurazione dal Presidente del Movimento Contadino di Formosa (MOCAFOR - Argentina) Benigno López, e ripresa in chiusura dal Presidente dell'Assemblea Permanente dei Diritti umani (ApdH – Ecuador), Alexis Ponce, contiene quattro punti essenziali per recuperare la qualità della vita dei nostri popoli e per garantire la sopravvivenza delle nostre nazioni, ragione che deve costituire il centro del dibattito coi Presidenti latinoamericani.
 
il Blocco Regionale di Potere (BRP) in questo momento include: Argentina, Bolivia, Brasile, Cuba, Paraguay, Uruguay e Venezuela.
 
Si vuole:
 
- Che i Presidenti spieghino perché continuano a pagare un debito fraudolento che è già stato pagato varie volte.
 
- Che spieghino quando cacceranno le basi militari statunitensi dalla Patria Grande.
 
- Che spieghino quando presenteranno un piano integrale-coerente per la reindustrializzazione, rinazionalizzazione delle risorse naturali e sociali ed il ricupero della campagna,
 
- Che spieghino quando presenteranno un piano di difesa militare della Patria Grande contro l'imperialismo statunitense/europeo, basato sull'unione civico-militare dei nostri popoli, secondo la concezione di Bolivar, perché l'unica ragion d’essere di un esercito è la difesa delle sue frontiere verso l'esterno e la dottrina militare della guerra di tutto il popolo.
 
Le richieste formulate in quei quattro punti non significano che si scartino i grandi sforzi dei movimenti sociali per l'elaborazione di richieste inerenti le questioni della riforma agraria, dell'Amazzonia, ecc. Al contrario gli sforzi si completano in modo che il dialogo pubblico coi Presidenti sia effettivo, e per questo si deve impedire di disperdere l'agenda del dibattito. In questo senso, si invitano i governi latinoamericanisti della Patria Grande ad unire le forze col BRPP.
 
Nasce una nuova avanguardia latinoamericana
 
Uno dei risultati più notevoli dell'Incontro è stata la comparsa di una nuova avanguardia latinoamericana, composta da giovani leader della Patria che si sono ritrovati con i vecchi quadri della lotta di classe sopravvissuti alle dittature militari.
 
Tra questi leader emergenti ci sono, tra gli altri, il peruviano Alfredo Sumi Arapa uscito delle file indigeno-contadine di Puno, e diventato professore dell'Università Nazionale; Micaela Bastidas di Apurimac; il boliviano Mario Pachaguaya delle zone più emarginate di El Alto di La Paz; il cileno Pedro Marín che è stato il leader nel prolungato sciopero minerario a La Escondida, che ha sconfitto una delle corporazioni transnazionali più potenti della terra; il Presidente della Gioventù della Confederazione delle Nazionalità Indigene dell'Ecuador (CONAIE), Gende Evelio; Benigno López, Presidente del Movimento Contadino di Formosa (MOCAFOR); Silvina Hualpa, (Argentina) leader degli studenti latinoamericani (MILES) e Carlos Morillo del Movimento per il Socialismo del Secolo XXI (Venezuela).
 
Dei veterani della lotta di classe possiamo ricordare tra gli altri il Premio Nobel Alternativo della Pace, Martín Almada (Paraguay); Aguinor Bicalho Vieira, membro della Direzione e cofondatore del Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra (MST), (Brasile); il leader operaio Angel Cadelli, del Cantiere navale Rio Santiago (Argentina); Nora Cortiñas, delle Madri di Plaza de Maio, Linea Fundadora (Argentina); Pedro Martínez Pírez, del Partito Comunista di Cuba; Antonio Pacheco, ex combattente del Frente Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale (El Salvador): Alexis Ponce (Ecuador); Gloria Quarto, (Colombia); i leader contadini Simón Uzcátegui, Braulio Álvarez ed il deputato chavista Víctor Martínez (Venezuela).
 
La fratellanza tra le generazioni si è trasformata in un ponte di conoscenza, di disciplina e di esperienze di lotta; la stessa fratellanza tra leader popolari, teorici ed artisti che ha riempito il "Coliseo di ragione ed eros", di dibattito, colori, bandiere, musica, film, danze, balli e slogan.
 
Alcuni, abituati ad un protagonismo smisurato e alla riverenza verso il loro status di intellettuali “importanti”, hanno avuto seri problemi di adattamento in quell'ambiente di armonia generale, che il grande José Martí aveva già indicato come necessario per il bene comune.
 
Sicché, nel bilancio finale si contano un paio di caduti, narcisisti ed intriganti.
 
La solidarietà con la Rivoluzione Boliviana: la causa dell'Incontro
 
Rivoluzioni nazionaliste e democratico-popolari in piccoli paesi richiedono inevitabilmente della solidarietà mondiale per potere resistere alla sovversione oligarchico-imperiale.
 
Evo ha espresso molte volte quella necessità, che in realtà, è stata la causa prima di quest’Incontro. La Presidentessa dell'Assemblea Costituente ed il Vicepresidente hanno sottolineato quella necessità vitale; in chiusura Silvia Lazarte ha espresso l’augurio che quello spirito di unità solidale si concretizzi nella pratica. Álvaro García Linera, ha ricordato che il “capitalismo è un blocco planetario e che è impossibile affrontarlo in un solo paese. Bisogna affrontarlo con un altro blocco planetario. (..) Bisogna che il post-neoliberismo guardi al socialismo.!
 
Linera ha infine concluso con queste parole:
 
“La vostra presenza ci dimostra che non siamo soli, e vi ringraziamo. (..) la vostra lotta è anche la nostra, perché sappiamo che non possiamo vincere se non vincete voi. O vinciamo tutti o perdiamo tutti, questo è il traguardo del XXI secolo, perciò siamo obbligati a globalizzare la lotta e si deve sviluppare una rete di movimenti sociali e Stati progressisti che permetta di continuare ad irradiare, espandendo i legami di solidarietà. È molto importante, compagni, imparare da quello che stanno facendo in Ecuador, in Argentina, in Messico, in Francia. Dobbiamo imparare tutti, e non solo certi intellettuali. È un obbligo di ogni contadino, di ogni operaio ansioso d’imparare da voi, ed ansioso di collaborare con ciò che fate.”
 
Dai gradini del Coliseo ha risposto un applauso a quel ponte di spiritualità politica condivisa tra la forza popolare e la forza statale che il Presidente Evo, la Presidentessa dell'Assemblea Costituente, Silvia Lazarte ed il Vicepresidente Álvaro García avevano teso verso il popolo organizzato, eroico e combattivo.
 
Stasera, 29 Ottobre, la comunità di vittime dell'oligarchia latinoamericana e dell'imperialismo statunitense/europeo, riunita in comunione liberatrice nel Coliseo di Sucre, ha deciso di smettere di essere tale.
 
Il compagno Benigno, semplice contadino del Gran Chaco, prima di affrontare il viaggio di ritorno alla sua terra (quaranta ore), ha detto commosso:
 
“Era tanto che non credevo più in niente. Ora sono tornato a credere”.
 
Traduzione dallo spagnolo di FR per www.resistenze.org