www.resistenze.org - osservatorio - mondo - politica e società - 17-10-11 - n. 381

da voselsoberano.com/v1/index.php?option=com_content&view=article&id=12786:12-de-octubre-de-2011-519-anos-de-genocidio-y-explotacion&catid=2:opinion
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
12 ottobre 2011: 519 anni di genocidio e sfruttamento
 
12/10/2011
 
di Santi Amador, In Lotta
 
Come ogni 12 ottobre, si celebrerà nello Stato spagnolo la denominata Festa Nazionale della Spagna o Giorno dell'Ispanicità, in commemorazione della "scoperta" dell'America.
 
Di proposito e a dimostrazione di un predominio coloniale ed oppressivo, ovviamente si omette che i primi esseri umani a mettere piede in America non provenivano neanche dalla Penisola Iberica, giacché i primi abitanti del continente vi approdarono attraverso lo Stretto di Bering, procedenti dalla Siberia come minimo all’incirca 14.000 anni fa, e che non furono neppure Colombo ed il suo equipaggio i primi uomini bianchi a raggiungere questa terra, poiché attorno al X sec. genti provenienti dal nord Europa effettuarono incursioni in questo territorio.
 
Ma tutto ciò si ometterà nuovamente e in numerose strade dello Stato si renderà omaggio all'esercito spagnolo, al Re e alle alte autorità dello Stato, ed i mezzi d’informazione svolgeranno il loro ruolo di far credere alla classe lavoratrice che abbiamo tutti e tutte gli stessi interessi, indipendentemente dalla classe sociale cui apparteniamo.
 
Basta guardare le origini di questa "festa" per renderci conto del suo vero carattere. E’ vero che dall'anno 1918 pervenne al rango di festa "nazionale", ma il suo autentico ideologo fu Ramiro de Maeztu, le cui opere furono fonte d’ispirazione per i falangisti, nell'idea della loro "Spagna" unicamente cattolica e civilizzatrice di coloro che essi consideravano selvaggi indigeni americani. Durante il regime fascista di Franco si continuò a celebrare con entusiasmo questa festa sciovinista e militarista. Dopo la morte del dittatore e la Transizione, come tante cose del precedente regime, si è mantenuta tale celebrazione fino ai giorni nostri.
 
Dietro tanto entusiasmo "nazionale" si è voluto occultare tutto il genocidio etnico, culturale e linguistico che le orgogliose classi dominanti spagnole hanno realizzato dal XV sec. finora. Tra 10 e 15 milioni d’esseri umani furono trasportati dall'Africa al continente americano, senza contare i morti durante le "battute di caccia" alle persone ed il loro trasferimento, in un processo che pose fine alla convivenza e segnò l’inizio del sottosviluppo del continente nero.
 
Parimenti, degli oltre 20 milioni (stime al ribasso) di nativi americani precedenti all'arrivo degli spagnoli ed altri occupanti coloniali del continente, si calcola che in pochi secoli e a causa della brutalità degli occupanti e della trasmissione di malattie sconosciute alla popolazione nativa, la stessa si ridusse al 3% di quella originale. Solo negli ultimi anni governi progressisti, come quelli di Bolivia o Venezuela, hanno denunciato il razzismo e l'esclusione che subirono i primi abitanti del continente e che perdurano oggigiorno, nonché il colonialismo dell'antica metropoli, perpetuato oggi in differenti paesi attraverso l’operato del gruppo PRISA, Telefonica o della Banca Santander.
 
Tutto ciò fu assolutamente necessario per la genesi del sistema capitalistico. Il processo denominato da Marx "accumulazione primitiva" che, mediante la "liberazione" dal vassallaggio dei contadini, consentì nei secoli XVI, XVII e XVIII la Rotta delle Indie o la colonizzazione asiatica o il genocidio americano prima menzionato, furono le fondamenta, attraverso il sangue e la sofferenza di milioni di esseri umani, per l'edificazione del capitalismo.
 
D’altra parte si tenta di ratificare ed affermare che esiste un unico paese (la loro "Spagna"), dove non c'è possibilità per le nazioni che compongono lo Stato spagnolo di decidere democraticamente se vogliono continuare a restare unite a quello Stato, come manifesta chiaramente la repressione esistente nei Paesi Baschi o nei Paesi Catalani. Dopo la vittoria di Bildu nelle ultime elezioni municipali nei Paesi Baschi e l'irrimediabile compromesso della sinistra indipendentista basca e dell’ETA con meccanismi di partecipazione politica assolutamente pacifici e democratici, nonostante la repressione dello Stato contro leader storici della sinistra indipendentista basca come Otegui o Usabiaga o contro la gioventù indipendentista basca, nuovamente questo 12 ottobre le forze politiche e mediatiche nazionaliste spagnole tenteranno, attraverso il loro discorso unico ed escludente, di confermare il carattere antidemocratico dello Stato spagnolo nei confronti delle distinte nazioni al suo interno.
 
Allo stesso modo non possiamo dimenticare le convocazioni fasciste in diverse parti del paese, mascherate in molti casi (come la convocazione a Siviglia) da atti in memoria delle vittime del terrorismo (per loro esistono solo le vittime delle azioni dell’ETA), che celano soltanto l'esaltazione razzista ed imperialista della nazione. E parlando di travestimenti, la lotta contro il fascismo si fa più necessaria che mai in quest’epoca di crisi, soprattutto in luoghi come la Catalogna, dove Piattaforma per la Catalogna di Anglada, col suo discorso contro gli immigrati, aspira ad ottenere rappresentanza parlamentare alle elezioni generali che si celebreranno il giorno dell'anniversario della morte dei suoi ammirati Franco e Primo de Rivera, pretendendo che lo spirito razzista, militarista ed escludente del 12 ottobre (presente nel DNA di ogni organizzazione di estrema destra) giunga al Parlamento dello Stato.
 
Come se non bastasse, la celebrazione favorisce e sostiene spese parassitarie, repressive ed antidemocratiche come quelle per l'esercito (si rendono omaggi, in alcune città come Jaen il 7 e 8 ottobre, a corpi come la Legione, famoso per il suo legame storico col regime franchista e con gli interessi della classe dominante), per la monarchia (mentre migliaia di professori vengono licenziati a Madrid ed altrove o si sbatte la gente fuori casa perché non può sostenere il vampirismo delle banche pagandolo con un bene basilare), per alcune elite dominanti che sostengono e puntano su questo sistema economico, sottoposto periodicamente a crisi come l'attuale, e su una democrazia limitata perfino per qualsiasi paese capitalista. Pertanto per le classi popolari dello Stato spagnolo e dell'America Latina non c'è niente da celebrare e con queste righe esortiamo chiunque possa ad unirsi a cortei, presidi o atti contro questo infame anniversario.
 
Fonte: http://enlucha.org/site/?q=node/16433
 

Resistenze.org     
Sostieni una voce comunista. Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione o iscriviti al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support a communist voice. Support Resistenze.org.
Make a donation or join Centro di Cultura e Documentazione Popolare.