www.resistenze.org - osservatorio - mondo - politica e società - 13-03-16 - n. 580

Le posizioni del KKE sulla questione rifugiati-immigrati

Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

2016/03/08

Il Segretario generale del CC del KKE, Dimitris Koutsoumpas, in occasione della riunione dei leader politici convocata lo scorso venerdì 4 marzo dal Presidente della Repubblica sulla questione dei profughi, ha presentato questo documento che esprime la posizione del Partito in merito.

1. Il KKE, fin dal primo manifestarsi della questione profughi-immigrati, ha tentato di spiegarne le cause al popolo greco, che vanno ricercate nelle guerre e negli interventi scatenati da Stati Uniti, NATO e UE in tutta la regione del Medio Oriente, del Mediterraneo orientale, del Nord Africa, nel contesto di una loro competizione con altre forze, come la Russia.

2. Inutile dire che le persone vittime di guerre, interventi e regimi reazionari hanno il diritto di cercare una vita più sicura in altri paesi, sebbene una soluzione definitiva al problema possa essere trovata a patto che i popoli di ciascun paese si organizzino e lottino per rovesciare il sistema che crea le guerre, la povertà e i rifugiati.

3. La situazione si è aggravata negli ultimi tempi a causa del confronto tra Russia e Turchia, dello sviluppo di un'attività militare turca nel nord della Siria, così come per il coinvolgimento diretto della NATO nel Mar Egeo deciso al recente vertice dei ministri della difesa dell'Alleanza atlantica, anche dopo richiesta del governo greco. Tale coinvolgimento utilizza la questione dei profughi come pretesto, ma nella sostanza è legato agli antagonismi e all'escalation della guerra in Siria, mentre si preparano nuovi possibili interventi in altri paesi della regione. Questa evoluzione, che farà acuire il problema dei flussi di profughi, ha nello stesso tempo incoraggiato l'aggressività e le provocazioni della Turchia, come risulta chiaro dalle sue azioni di questi ultimi giorni, la quale mette in discussione i diritti sovrani della Grecia nel Mar Egeo, utilizzando la ben nota posizione della NATO secondo cui l'Egeo è una singola area operativa, fatto che apre la questione dell'abolizione dei confini marittimi della Grecia.

4. Il governo greco deve immediatamente revocare il suo accordo al coinvolgimento di una forza navale NATO nel Mar Egeo, non deve fornire alcuna assistenza, infrastrutture o basi e neanche consentire l'uso del territorio, delle zone marittime e dello spazio aereo greco per la preparazione o realizzazione di interventi e guerre imperialiste. Deve inoltre ritirare il suo sostegno alle decisioni dell'UE che, con l'accordo di Schengen e il Regolamento di Dublino, condannano migliaia di rifugiati ad essere intrappolati in Grecia contro la loro volontà.

5. Il KKE, dal primo momento in cui la tendenza ad aggravarsi della questione profughi-immigrati divenne chiara, ha denunciato la linea politica dell'UE in merito come la causa principale dell'intrappolamento di rifugiati e immigrati in vari paesi che fungono da porta verso l'UE, inclusa la Grecia. La decisione del Vertice del 23 settembre 2015 ha creato le condizioni perché si giungesse alla drammatica situazione attuale. Questa decisione, che è stata salutata dal governo greco come un successo, determina il trasferimento nei paesi dell'UE di un piccolo numero di rifugiati che le economie capitalistiche dei paesi europei vogliono assorbire, mentre la stragrande maggioranza si troverà ad affrontare la repressione, il respingimento e l'intrappolamento in paesi come la Grecia. Il Vertice del 18 dicembre 2015 "ha stretto ancora di più" il cappio al collo di profughi e immigrati, decidendo per la stretta osservanza di Schengen, la creazione di una Frontiera e di una Guardia costiera europea, ecc. Parallelamente, si viola la Convenzione di Ginevra non riconoscendo come rifugiati le persone provenienti da paesi come l'Afghanistan, nonostante siano zone di guerra e sotto occupazione imperialista.

6. La recente decisione del Vertice UE del 19 febbraio ha riprodotto la stessa impasse, come la chiusura dei confini, le recinzioni, le forze di repressione e i gas lacrimogeni, i tetti e le quote anche per i rifugiati. Si sta preparando il terreno a soluzioni ancora più permanenti e dolorose. Alcune parti delle decisioni di questo vertice sono esplicative: "Il continuo e sostenuto flusso di migranti irregolari lungo la via dei Balcani occidentali rimane una grave preoccupazione che richiede un'ulteriore azione concertata e la fine dell'approccio permissivo e di misure non coordinate... I richiedenti asilo non hanno il diritto di scegliere lo Stato membro in cui cercare asilo". Queste decisioni danno "luce verde" ai divieti e all'intrappolamento, incoraggiano gli stati, come l'Austria ed altri, che in modo inaccettabile chiudono le frontiere, mentre Germania e Svezia rafforzano i controlli ai confini e le restrizioni alla concessione di asilo, consolidando le reti dei trafficanti di esseri umani e alimentando le organizzazioni fasciste.

7. Sulla base di quanto esposto e considerato che non ci può essere una soluzione o anche un attenuamento del problema fino a quando le guerre imperialiste e gli interventi nella regione continueranno e le specifiche decisioni dell'UE e della NATO resteranno in vigore, il KKE propone una specifica posizione per affrontare la questione, che però richiede l'annullamento delle decisioni delle unioni e delle alleanze imperialiste. Le conseguenze possono essere lette solo in questa direzione.

- Immediato trasferimento in sicurezza dei rifugiati-immigrati dai paesi di prima accoglienza come Turchia, Giordania, Libano, come anche dalle isole greche verso i paesi di destinazione finale, sotto la responsabilità delle Nazioni Unite e dell'Unione europea e nel pieno rispetto dei diritti derivanti dal loro status di rifugiati. Soprattutto riguardo le isole, questa è una risposta diretta a chi versa lacrime per l'economia, il turismo, ecc.

- Ritiro della NATO dall'Egeo. Il coinvolgimento della NATO nel Mar Egeo, a parte i rischi per i diritti sovrani del paese e per il maggiore avviluppamento dei popoli nei piani di guerra degli imperialisti in Siria e nel Mediterraneo orientale, è pericoloso, inaccettabile e mostra il profondo coinvolgimento del paese in una guerra imperialista più generalizzata. E' una diretta violazione dei Trattati delle Nazioni Unite e del diritto internazionale in materia di rifugiati, secondo cui è illegale impedire o scoraggiare i profughi dalla presentazione delle domande di asilo in paesi che hanno accettato e sono pienamente integrati nel diritto internazionale sui rifugiati. Il respingimento dei rifugiati è inoltre categoricamente fuori legge.

- Il pieno rispetto della Convenzione di Ginevra e del diritto internazionale in materia di rifugiati. In particolare:

a) I diritti che derivano dallo status di rifugiato e di richiedente asilo devono essere riconosciuti a tutte le nazionalità cui le Nazioni Unite attribuiscono un profilo da rifugiato, il che include i profughi afgani.

b) Le misure repressive di polizia contro i rifugiati alle frontiere, con la loro chiusura, come accade oggi nella FYROM (Ex Repubblica Yugoslava di Macedonia) e in altri paesi devono cessare.

c) Deve fermarsi subito l'imposizione di un tetto alle domande di asilo, effettuata secondo la logica della distribuzione proporzionale nel tempo, sulla base di quote decise dall'UE - in pratica, una violazione del diritto dei rifugiati .

- Un generoso finanziamento delle infrastrutture e del personale di soccorso, soprattutto nei mesi invernali, così come per la ricezione, l'assistenza medica e la registrazione, sotto la esclusiva responsabilità dello Stato, senza alcun coinvolgimento di ONG.

- La creazione di centri di accoglienza temporanei pubblici decenti, che funzionino sotto la responsabilità del Ministero delle Politiche sull'immigrazione, per tutto il tempo in cui dureranno le procedure di prima accoglienza, l'assistenza medica, la registrazione e la preparazione dei documenti, che consentiranno, a chi vuole continuare - la schiacciante maggioranza - una sicura prosecuzione del viaggio o l'esame delle domande di asilo per coloro che scelgono la Grecia come paese di destinazione finale, in quali sono una relativamente piccola minoranza.

- Campi militari inattivi, edifici, proprietà e strutture inutilizzate di proprietà pubblica possono essere adattati allo scopo di fornire questa sistemazione, avendo come criterio di base la soddisfazione dei bisogni dei rifugiati e di tutti i residenti della zona. Il trasporto organizzato dal porto del Pireo e da Piazza Viktoria. di migliaia di profughi, mettendo fine alle loro inaccettabili condizioni di vita. Misure immediate, sotto la responsabilità dello Stato, per la creazione di condizioni umane per il soggiorno temporaneo a Idomeni delle migliaia di profughi, utilizzando tutti i mezzi e le possibilità.

- Gli "Hot spot", i centri di trasferimento, i campi profughi-immigrati sono in sostanza dei centri di smistamento, in cui un numero molto piccolo di loro sarà trasferito in un modo organizzato verso gli altri stati membri dell'Unione europea, mentre la maggioranza resterà intrappolata in Grecia contro la propria volontà. La conferma di ciò arriva dopo l'evidente fallimento del cosiddetto programma UE di ricollocazione dei rifugiati. I 50.000 posti di ricovero, "temporanei" secondo il governo, si sono dimostrati essere luoghi di intrappolamento permanente, come previsto dal KKE, e, chiaramente, il numero è destinato a salire in quanto sono già in preparazione più di 100.000 posti .

- Abolizione del Regolamento di Dublino, di Schengen, Frontex e tutti i meccanismi repressivi dell'UE. No alle nuove misure dell'UE, ai meccanismi repressivi e alla disputa dei diritti sovrani alle frontiere, come la nascitura "Frontiera e Guardia costiera europea". Siamo particolarmente preoccupati che la questione dei profughi sia utilizzata per intensificare la repressione contro i popoli d'Europa.

- Nessuna partecipazione o coinvolgimento della Grecia e nessuna messa a disposizione delle sue forze armate per le guerre e gli interventi imperialisti, responsabili tra gli altri molti tormenti che creano ai popoli, di migliaia di profughi e sfollati .Tutte le basi militari USA-NATO in Grecia devono essere immediatamente chiuse.

8. Il KKE, con tali richieste, si rivolge principalmente al popolo greco che si trova ad affrontare le gravi conseguenze della crisi economica capitalista, ma che al contempo esprime in ogni modo la sua piena solidarietà ai rifugiati. Il movimento operaio e popolare deve lottare per ottenere misure immediate per alleviare e sostenere i rifugiati, per il loro trasporto verso i paesi di destinazione, contro le decisioni dell'UE. Deve rafforzare la solidarietà internazionalista, la lotta contro la guerra imperialista e il marcio sistema di sfruttamento che la determina.

9. Ne consegue che il KKE non accoglie le posizioni del governo emerse dal Vertice del 7 marzo. E' chiaro che le decisioni dell'UE vanno in un verso che intensificherà le cause del problema senza fare fronte alle conseguenze negative per i popoli dell'UE e degli stessi rifugiati.


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.