www.resistenze.org - osservatorio - mondo - politica e società - 14-06-21 - n. 793

La battaglia impari per la verità

Greg Godels | zzs-blg.blogspot.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

12/06/2021

Marx ha affermato, molto correttamente, che maggiore è lo sviluppo della contraddizione tra le forze produttive in crescita e l'ordine esistente, più l'ideologia della classe dominante si imbeve di ipocrisia. Più la falsità di tale ideologia viene rivelata dalla vita, più elevato e virtuoso si fa il linguaggio di tale classe.
(G. Plechanov, Questioni fondamentali del marxismo)

Vale la pena di ricordare che l'ultima occasione in cui i media e gli ambienti ufficiali avevano preso sul serio gli oggetti volanti non identificati (UFO) era stato al culmine del Terrore Rosso degli anni Cinquanta. Ma ora, alla luce delle serie di fotografie militari di oggetti in volo a velocità elevatissime, che sfrecciano misteriosamente qua e là lasciando interdetti piloti esperti, e con un ex-presidente Obama solitamente sobrio e cauto che conferma gli avvistamenti, non è escluso che si stia mettendo in moto qualcosa di simile all'isteria di massa dell'Inquisizione anticomunista.

Nel periodo post-bellico, gli avvistamenti di UFO costituirono un barometro della credulità dell'opinione pubblica. Ma soprattutto, per i promotori della guerra fredda contro il comunismo, le storie di UFO, i film dedicati a invasori spaziali, i racconti relativi agli alieni che si celavano tra noi e altre minacce extraterrestri rappresentavano un contraltare pressoché ideale delle paure alimentate riguardo alla minaccia rossa. Servivano inoltre a fomentare timore e ostilità nei riguardi del nuovo, del diverso, dell'«alieno». Che l'«alieno» fosse l'extraterrestre o l'individuo ideologicamente diverso, l'esito fu un clima di ansia, sfiducia e terrore. Il ritorno dei «supereroi» della Marvel segnala un analogo ritorno alla mentalità del «bene in lotta contro il male».

In assenza di un comunismo internazionale a fare da minaccia immediata, la deliberata manipolazione della paura a fini politici si è fatta più complicata per la classe dominante USA e per la sua élite di influencer. Nondimeno, nel corso dei primi decenni del XXI secolo essa è riuscita ad attingere alla paura dell'Islam, abbandonando quei fondamentalisti che erano stati i suoi alleati nella guerra fredda del Novecento contro l'Unione Sovietica, in particolare nella guerra scatenata per bloccare lo sforzo sovietico in difesa di un regime progressista e laico in Afghanistan.

Con il più sfacciato dei voltafaccia, i governi USA hanno sguinzagliato in Siria e in Libia quegli stessi fanatici religiosi impazziti che avevano ritratto come terroristi dopo l'11 settembre, presentando questa volta i mercenari come combattenti per la libertà. Migliaia di questi fanatici mercenari se ne stanno con le mani in mano in accampamenti siriani sotto la sorveglianza di un altro alleato opportunista degli Stati Uniti, i curdi delle sedicenti Forze di Difesa Siriane, in attesa di essere chiamati a destabilizzare qualche altro Paese laico e indipendente.

Oggi i tentativi dei cinesi di neutralizzare analoghi attacchi fondamentalisti al loro Stato laico vengono spacciati per oppressione di un intero popolo, gli uighuri.

Da un voltafaccia all'altro, il massiccio e possente apparato propagandistico degli Stati Uniti dimostra la propria stoffa. È forte il rischio di sottovalutare il potere che si concentra nei media del capitalismo monopolistico, media asserviti a una serie di idee ristrette e uniformi, specie in relazione a qualsiasi minaccia alla piena libertà di azione e al predominio delle loro controparti aziendali (si veda l'illuminante video di John LaDue).

Malgrado la realtà dei misfatti dell'FBI, dell'NSA e della CIA, le corporation mediatiche presentano attraverso la televisione e il cinema un'immagine romanzata di idealismo giovanile, diversità e devozione alla giustizia. Le reti televisive offrono alle masse una quantità di serie dedicate a servitori del bene pubblico che combattono incessantemente il male - un'immagine che tenta di imbellettare la spietata realtà del servizio reso al capitale e all'impero. Negli Stati Uniti, sulla verità sta letteralmente calando il sipario dell'intrattenimento.

Ribaltare la verità non è certo una novità per gli opinion maker americani. Le fabbriche dell'informazione si mettono docilmente in riga dietro alle campagne inscenate allo scopo di trasformare in eroi dei dissidenti marginali di lontani Paesi che osano sfidare gli Stati Uniti. I servizi di sicurezza USA hanno perfezionato queste tecniche nel corso della guerra fredda, arruolando accademici liberal allo scopo di trasformare in martiri alcuni cittadini insoddisfatti dell'Europa orientale.

Questo status speciale è stato concesso anche ad Aleksej Novalnyj, un cittadino russo ormai celebre in Occidente sebbene la stragrande maggioranza dei russi gli presti ben poca attenzione. Ma se i liberal americani medio- e alto-borghesi che strepitano contro il trattamento riservato a Novalnyj smettessero per un'oretta di ascoltare la National Public Radio e dessero un'occhiata su Internet, scoprirebbero che in realtà le sue posizioni politiche sono quanto mai illiberali - proprio il tipo di posizioni che rischierebbero di far terminare uno dei loro brunch in un litigio.

Roman Protasevič, l'eroe della «resistenza» bielorussa, ha dei trascorsi ancor più ripugnanti. La sua inclinazione a mettere da parte la sua facciata di «giornalista» per andare a braccetto con i fascisti ucraini è ben nota - sebbene pressoché taciuta dalle agiografie occidentali.

È curioso come alcuni aspetti sfuggano regolarmente all'attenzione: gli ammiratori occidentali non si domandano mai come facciano questi perseguitati a viaggiare in lungo e in largo, a disporre di interi staff, a organizzare e a creare siti di informazione «indipendente», pur non disponendo all'apparenza di alcun mezzo di sostentamento. Non sarà forse che i media occidentali, se decidessero di interessarsi all'argomento, rischierebbero di provare un certo imbarazzo scoprendo da dove vengono i soldi?

Se gli UFO e i supereroi sono il segnale di una nuova guerra fredda, non vi sono dubbi riguardo a chi i signori degli Stati Uniti stiano prendendo di mira. Il fatto che la Repubblica Popolare Cinese (RPC) sia uscita relativamente illesa sia dalla crisi capitalistica del 2007-2008 sia dalla pandemia, e oggi stia insidiando o perfino superando gli Stati Uniti sul piano economico, non è certo sfuggito ai guardiani del capitalismo USA. Via via che l'economia della RPC riprende a decollare e l'economia degli Stati Uniti arranca per effetto di gravi squilibri, la macchina della demonizzazione sforna accuse sempre più sfacciate.

Tra le numerose assurdità - furto di tecnologie, spionaggio, aggressione, violazioni dei diritti umani - nessuna trasuda ipocrisia più del Grande Dietrofront sulle Origini del COVID. Quando l'obiettivo dei media era ridicolizzare le sparate di Trump, era opinione unanime che le origini del COVID fossero naturali; quasi tutte le autorità concordavano su un passaggio del virus da un organismo animale all'organismo umano. In tal modo, Trump è stato liquidato come teorico del complotto.


Ma ora che Trump non c'è più, le sue «sparate» si sono trasformate in certezze; gli Stati Uniti e i loro servili alleati sono ora giunti alla conclusione che è stata l'irresponsabilità - o addirittura la perfidia - della Repubblica Popolare Cinese a creare il COVID e a mettere a repentaglio il mondo intero.

Il potente megafono della propaganda dell'élite può organizzare un voltafaccia del genere soltanto indebolendo nell'opinione pubblica la capacità di ragionamento indipendente e basato sulle prove. Che sia stato fatto esattamente questo lo dimostra l'enorme spostamento dell'opinione del pubblico riguardo alla Repubblica Popolare Cinese. Tra il 2002 e il 2020, la visione negativa della Cina è salita dal 35% al 73% del campione! In soli tre anni (2018-2021) gli intervistati che si dichiaravano «"freddi" nei riguardi della Cina» sono schizzati dal 46% al 67% (Pew Research)! L'isteria della guerra fredda è stata riesumata con successo.

Con somma sfacciataggine, i media liberal denunciano il netto aumento dei sentimenti d'odio verso gli asiatici - un esito che fingono di non aver incoraggiato essi stessi.

Ma la corazza ideologica costruita dai media ha i suoi punti deboli. Senza un Trump da adorare o da disprezzare, i canali di informazione via cavo hanno subito un crollo. I dati di maggio indicano che nel segmento demografico cruciale, quello tra i 25 e i 54 anni, Fox News ha avuto un calo del 38%, la CNN è franata del 51% e MSNBC è scesa del 39% rispetto a un anno fa. Come ha allegramente commentato l'ex-amministratore delegato della CBS, Les Moonves: «[Il fenomeno Trump] potrà non fare bene all'America, ma fa dannatamente bene alla CBS».

Di conseguenza, i dirigenti dei media stanno tentando di riaccendere l'interesse per Trump («ha le mutande a rovescio!») o di promuovere una nuova provocazione.

Un giorno gli storici ricorderanno, un po' divertiti e non poco contrariati, l'immagine di Chuck Schumer, leader dei democratici al Senato, di ritorno da un incontro con Elizabeth MacDonough. La signorina MacDonough, attraente e giovanile ex-procuratrice del Dipartimento della Giustizia, aveva appena spiegato al potente leader del Senato che i democratici non potevano ricorrere a una manovra per bypassare l'antiquata procedura del filibustering (ostruzionismo) e consentire così un voto diretto per l'approvazione senza rischi del programma legislativo vagamente progressista del presidente.

La signorina MacDonough, «consulente» del Senato, non è stata eletta dal popolo; non è investita di poteri garantiti dalla Costituzione o sanciti dai «Padri Fondatori»; eppure, ha potuto impedire a uno dei due o tre leader più potenti degli Stati Uniti e al loro organo legislativo supremo di votare democraticamente un disegno di legge «...perché questo avrebbe alterato la cultura dell'istituzione...».

I media hanno reagito a questo oltraggio facendo spallucce e continuando a inneggiare alla «nostra democrazia». Come ha osservato il marxista Eric Hobsbawm, gli Stati Uniti sono l'unico Paese al mondo ad aver trasformato in un feticcio i suoi «Padri Fondatori». Ma i Padri Fondatori non attribuirono mai alcun potere o legittimità a un consulente. Al contrario, attribuirono agli organi legislativi il diritto di stabilire (e di modificare) le proprie regole interne a piacimento.

L'immagine di Schumer che si piega docilmente alla decisione di una piccola burocrate sarebbe esilarante, se non fosse così tragica.

La battaglia contro l'ipocrisia è una battaglia impari - ma è una battaglia che dobbiamo combattere.


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