www.resistenze.org - segnalazioni resistenti - lettere - 22-03-10 - n. 311

da posta@resistenze.org
 
Cosa succede a Cuba?
 
Pare che questo sia il tema che in queste ultime settimane stia preoccupando molti settori della società europea e italiana.
 
Come da consuetudine gli “analisti” ci spiegano da diverse prospettive gli eventi convergendo sempre e comunque su alcuni concetti : castrismo in stato comatoso, economia cubana allo sbando, cambio generazionale, dittatura, diritti umani, democrazia, pluripartitismo, voce alla dissidenza etc.etc.
 
In verità è che per rispondere in maniera adeguata al titolo della riflessione ci vorrebbe per lo meno lo spazio di un libro.
 
Provo a condensare e sintetizzare alcuni aspetti , a mio parere tra i più significativi, che possano dare una visione più ampia, anche se insufficiente e parziale, della società cubana, della propria idiosincrasia, del proprio sistema politico economico e cosa assai fondamentale una visione degli equilibri geo-politici che possono determinare alcune scelte o strategie.
 
Uscire dallo schema Sovietico
 
Senza scomodare la storia dei primi trenta anni della Revolucion è importante sottolineare come il modello cubano non si sia mai integralmente riconosciuto nel modello del socialismo reale di stampo sovietico ma, al contrario, ha sempre cercato orgogliosamente di percorrere una via autoctnona. Certo per una piccola isola, e contestualizzando il periodo storico nel quale sono avvenute determinate scelte politiche, la cosa non è mai stata possibile poiché all’epoca, dopo aver apertamente sfidato politicamente la superpotenza statunitense non era possibile sfidare apertamente anche l’altra (URSS), pena il rischio della fine del progetto Rivoluzionario.
 
Si è reso necessario quindi, ingoiare alcuni bocconi politicamente amari.
 
Le dure critiche del Che su temi squisitamente economici al Manuale d'economia politica dell'Accademia delle scienze dell'Urss sulla metodologia della pianificazione economica e alla relativa metodologia del calcolo economico e sul concetto di imperialismo (discorso di Algeri) la dice lunga sulla volontà di creare un sistema socialista che partendo dall’ideologia marxista, potesse avvalersi della legge della negazione della negazione (negando le scelte infauste ne deriva sommamente una scelta giusta).
 
Cuba si opponeva all’idea sovietica di un “socialismo di mercato” , il quale prevedeva l’autonomia delle aziende e la ricerca del profitto, difendendo al contrario, un sistema basato sulla pianificazione centralizzata fondata su criteri sociali, politici ed etici: anziché prevedere premi di produzione e prezzi determinati dal mercato, si provava di rendere gratuiti alcuni beni ed alcuni servizi.
 
Necessità di sopravvivenza
 
El Bloqueo ed il crollo del sistema Socialista, ha, gioco forza, precipitato l’attuazione di alcune scelte, molte volte non capite e non condivise da alcuni settori dell’intellettualità di sinistra (ora chiamata radicale) che in Italia, anziché affrontare concretamente, il dilagante fenomeno della cultura Craxista (e non Castrista) poggiante sui valori della corruzione e dell’individualismo (padre dell’attuale berlusconismo) ha speso, e continua a spendere, a pancia piena, importanti energie per definire chi sia più o meno degno di definirsi comunista, perdendo di fatto gli orizzonti fondanti di un sistema socio-politico ed economico, che dovrebbe porsi antagonista al sistema capitale, obiettivamente distruttore seminatore di sfruttamento, povertà e degrado del medio ambiente.
 
La necessità cubana di sopravvivenza, in una Cuba priva di risorse minerarie di una certa rilevanza (Nichel a parte),priva di petrolio, gas, idrocarburi, industria siderurgica, tecnologia, e considerata la piccola estensione territoriale, non essendo tra l’altro un paradiso fiscale sul modello Bahamas o Isole Caiman, in un contesto indipendentista supportato da solo 11 milioni di abitanti , non ha avuto altra possibilità di offrire al mondo quanto di meglio le restava:
 
le proprie spiagge, il proprio clima tropicale, il bassissimo indice di delinquenza, il carattere allegro, ospitale e cordiale dei propri abitanti, la propria cultura storica e musicale.
 
In poche parole il Turismo.
 
L’altra faccia della medaglia
 
Tale scelta ha portato, in prevalenza nelle grandi città, la possibilità per il popolo cubano di conoscere in maniera più diretta e meno teorica il sistema capitalista.
 
Tale conoscenza però è stata, e purtroppo continua ad essere, molto superficiale, basata sostanzialmente su di un valore del sistema capitalista : l’apparenza e la considerazione del valore posseduto come elemento discriminatorio classista.
 
La maggioranza dei cubani in contatto con i turisti provenienti dal mondo industrializzato, hanno incautamente iniziato ad apprezzare la loro possibilità economica, il vestiario griffato, le serate offerte ai cabaret e i regali di vario tipo che dimostrano, in alcuni casi, la cultura colonialista da cui arriviamo, talvolta espressa in maniera inconscia.
 
Viceversa è assai più difficile incontrare a Cuba un italiano o un europeo che onestamente confessi ad un cubano che per passare dieci giorni di vacanza a Varadero, ha dovuto risparmiare per cinque anni.
 
Oppure che spieghi in realtà è un lavoratore precario, che vive con genitori settantenni, che non è proprietario della casa in cui vive perché il vero proprietario è la Banca, che per difendere il proprio posto di lavoro deve passare settimane sui tetti della fabbrica a cui è legato o che ha dovuto andare ai funerali del proprio amico e collega morto lavorando.
 
No, per l’occidentale in vacanza a Cuba, è molto più facile apparire come un attore di Holliwoodiano per 10 giorni per poi tornare all’anonimato e al sacrificio quotidiano per i prossimi 5 anni.
 
Il cubano conosce quest’altra faccia della medaglia? Conosce questa realtà?
 
No, a mio avviso no, nella maggioranza dei casi non la conosce.
 
O meglio, sicuramente la immagina, l’ha studiata, ma non la conosce a fondo, poiché è una realtà che non vive.
 
L’unico cubano che la conosce è l’emigrante che orgogliosamente la occulta.
 
Se il cubano residente a Cuba conoscesse i problemi del sistema dove noi siamo nati e cresciuti, forse sarebbe meno propenso a rischiare la vita per andare in Florida a per poi trovarsi a pulire il culo ad un vecchio indigente, a lavare i cessi del metro o a sbarcare il lunario con attività illecite (raccontando poi alla famiglia, che vive alla grande e con gran guadagni)
 
La nuova generazione
 
La particolarità del sistema cubano è che nonostante il bloqueo, la povertà,e quanto brevemente trattato sino ad ora, Cuba, fedele ai principi marxisti e soprattutto Martiani (la cultura è la unica forma per essere liberi) ha investito nel capitale umano dando la possibilità, mantenendola negli anni, di poter studiare fino al Master universitario in maniera gratuita e offendo addirittura vitto e alloggio (sempre gratuito) non solo ai cubani ma a centinaia di giovani provenienti dai paesi più poveri del mondo (tra l’altro pochi sanno che addirittura un italiano,dimostrato il suo stato di assoluta povertà, ha diritto ad inoltrare domanda di ammissione..).
 
Questo nobile proposito ha però creato una nuova generazione di laureati , i quali non vedono di buon occhio tornare al lavoro fisico nei campi, dopo tanto studio.
 
Tantomeno in qualche fabbrichetta o in un Servicentro.
 
Leggittimamente il laureato aspira ad intraprendere un’attività lavorativa che lo possa appagare ed il lavoro fisico generalmente, non è considerato tale da nessuna parte del mondo.
 
Inoltre, il desiderio di migliorare le condizioni sia di vita sia di lavoro, rispetto alla passata generazione, crea a Cuba, che è nazione povera ed economicamente bloccata dalla criminale politica yankee, un certo comprensibile scontento.
 
La consapevolezza di essere, dal punto di vista culturale e della preparazione tecnico-scentifica, al pari di qualsiasi altro coetaneo europeo, genera il desiderio di evasione da un lato e stanchezza per le restrizioni alle quali è quotidianamente sottoposto.
 
Fondamentalmente, alcuni giovani cubani, più o meno consciamente, teorizzano come soluzione ai propri problemi la negazione della negazione come fattore di affermazione.
 
In altre parole taluni vorrebbero vivere da capitalista (inteso come avere possibilità economiche) senza perdere i privilegi del sistema socialista.
 
Ossia avere tanti soldi e tutto gratis.
 
Ma credo che questo desiderio lo si possa ritrovare ovunque, non è una prerogativa cubana, né della maggioranza della sua gioventù e non può assolutamente essere considerata come forma di rigetto generazionale alla Revolucion ed al suo sistema socialista.
 
La Rivoluzione Permanente
 
L’assemblea del Poder Popular è ben conscia dei contuinui cambiamenti del mondo, dei rapporti di forza, delle condizioni geo-politiche e delle rispettive ricadute sulla società cubana. Per questa ragione non ci si deve stupire dei cambiamenti in atto a Cuba, poiché il carattere della rivoluzione cubana è concettualmente permanente.
 
Poiché nessuno ha la ricetta per la costruzione del perfetto sistema socialista, sono in continua evoluzione le analisi , gli studi e le sperimentazioni.
 
A volte talune soluzioni si sono rivelate inefficaci altre migliori, ma è necessario che si pensi a Cuba come un laboratorio socialista dove l’obiettivo è, e rimane, il miglioramento delle condizioni del popolo, intese non solo dal punto di vista economico ma anche spirituale, etico, morale.
 
Elemento caratterizzante della ricerca continua della soluzione migliore, è il concetto di critica e autocritica, cosa che il governo cubano ha sempre ricercato e applicato in vari modi.
 
L’utopia cubana,con i propri limiti ed errori, si pone come via per l’emancipazione dell’uomo.
 
Nella società cubana  la persona è al centro della società e non il capitale.
 
E’ interessante conoscere la quantità di organizzazioni presenti nell’isola e sapere che l’appartenenza dei membri del Partito Comunista Cubano all’Assemblea del Partido Popular è assolutamente minoritaria.
 
A Cuba per essere eletto rappresentante del popolo in tale organismo, non esiste la pregiudiziale di partito, mentre, per citare solo un esempio, è necessario avere la fedina penale cristallina.
 
Il curriculum vitae funge da propaganda elettorale e la comunità è quella che ti vota rappresentante e che, allo stesso tempo, ti valuta constantemente avendo il diritto costituzionale di revocare in ogni momento la propria decisione a fronte di una fiducia mal riposta.
 
Molteplici sono le chiamate alle assemblee popolari per esprimere i propri punti di vista o le proprie critiche. Il dibattito, le analisi, le proposte che arrivano dal basso vengono continuamente verificate e le diverse necessità della popolazione è sempre al centro dell’agenda politica governativa , impegnata a ricercare soluzioni alle diverse istanze.
 
I tremendi uragani che hanno recentemente colpito l’isola e la congiuntura di profonda crisi internazionale, hanno prodotto gravissimi danni all’economia cubana, che di per sé già bloccata dal bloqueo statunitense, oggi più che mai, sta ricercando e valutando, opzioni e ricette che possano risultare vincenti per uscire dai mille problemi che impediscono lo sviluppo delle condizioni di vita dei propri cittadini, ma senza mai dimenticare i principi di eguaglianza che da sempre caratterizzano l’idea portata avanti dalla Cuba socialista e sovrana.
 
La rubrica da alcuni anni aperta sull’organo del Partito Comunista Cubano , il Granma, ne da ampia evidenza, lasciando l’opportunità di leggere e scaricare liberamente, gratuitamente, in maniera anonima , e da ogni parte del mondo, le lettere inviate dai lettori, che spesso lamentano disfunzioni,corruzioni o altri problemi della vita quotidiana cubana, ma che allo stesso tempo portano un grosso contributo propositivo popolare.
 
Il concetto di democrazia è molto ampio e può avere diverse forme; quella rappresentativa vigente nei partiti occidentali non pare essere poi così migliore di quella (diretta) applicata a Cuba.
 
Per averne un piccolo, ma significativo esempio,di quanto il popolo delle “democrazie avanzate” possa condizionare l’agenda politica e sia realmente padrone dei propri destini, ricordiamo l’immenso movimento pacifista che pochi anni fa, ha manifestato dal giappone agli Stati Uniti, dal sud africa alla norvegia chiedendo la fine di tutte le guerre.
 
Milioni,anzi sicuramente miliardi di donne e uomini, abitanti di questo pianeta, da decenni auspicano la pace.
 
Risultato?
 
Sette nuove basi militari USA in Colombia, altre in Italia, carceri segrete in Europa, lagher a Guantanamo (ancora in funzione) , continua e sempre più aspra colonizzazione Israeliana in Palestina, 10 anni di guerra in Afghanistan, e la lista sarebbe interminabile.
 
Senza dimenticare il vergognoso olocausto africano perpetrato in Africa con centinaia di bambini morti ogni secondo.
 
Evidentemente, la nostra democrazia è il sistema migliore, quindi, continuiamo pure a mandare un SMS da un euro a natale, per pulirci la coscienza...
 
L’esempio cubano
 
Le aspirazioni di indipendenza e libertà dalla fame, hanno da sempre trovato nelle popolazioni del Sud America (ma non solo) terreno fertile e recentemente si sono materializzate le condizioni oggettive e soggettive per la loro realizzazione.
 
La via verso organizzazioni di stampo socialista si sta dimostrando l’unica alternativa possibile e praticabile, in grado di migliorare le condizioni di vita di milioni di persone per anni soggiogati dal sistema capitale capace di creare povertà,fame, miseria,sfruttamento e morte per milioni di persone ma di garantire enormi ricchezze per un piccolo nucleo oligarchico.
 
A tal proposito nel 2004 (tre anni dopo la proposta) si è costituita l’ A.L.B.A. (Alternativa Bolivariana per i popoli della Nostra America) che contrapponendosi al modello di scambio economico di Washington (ALCA) che prevede trattati di libero commercio, pone un freno allo sfruttamento delle ricchezze nelle americhe del sud.
 
In realtà l’ALBA è molto di più che un insieme di paesi (Venezuela, Cuba, Bolivia, Nicaragua,Dominica, Honduras,San Vicente e Grenadinas,Ecuador,Antigua y Barbuda) che stringono tra loro accordi commerciali.
 
E’ fondamentale capire che è innanzitutto una Alternativa al modello socio politico economico nordamericano, è un sistema di Integrazione sud-sud.
 
E’ accomunato da visioni politiche convergenti sulla costruzione di sistemi socialisti.
 
Recentemente hanno coniato la moneta (Il Sucre) che seppur per il momento viene utilizzata in maniera virtuale per determinare i valori degli scambi, potrebbe un giorno diventare come l’Euro.
 
E’ inoltre importante sapere, e non tutti lo sanno, l’agenda politica si propone la realizzazione dell’integrazione militare delle forze aderenti all’Alba.
 
Una sorta di unione delle forze per la difesa dell’emisfero sud delle Americhe.
 
In pratica, seppur tra mille difficoltà, sta nascendo, o ci si propone di far nascere , in piccolo, una sorta di stati uniti del sud-america, in salsa latino americana.
 
Il processo sarà lunghissimo e pieno di insidie, ma i tempi paiono maturi anche in considerazione che una potenza regionale come il Brasile, seppur con i propri distinguo, guarda con simpatia questo processo integrativo.
 
Questione di sicurezza nazionale
 
La più grande potenza imperiale del pianeta (USA) si basa sul sistema capitalistico che si retro alimenta con il consumismo. I livelli di consumo degli USA e di sprechi dei suoi 300 milioni di abitanti, non è supportabile con le sole risorse nazionali , pertanto, al fine di mantenere inalterate le consolidate abitudini e condizioni di vita della propria borghesia, si rende necessario lo sfruttamento delle risorse altrui.
 
In estrema sintesi questa è la sicurezza nazionale USA.
 
Si può quindi immaginare come la nascita dell’ALBA rappresenti una seria minaccia per il sistema USA che, come quello Europeo , potrebbe iniziare a pagare dazio.
 
Lo sfruttamento delle ricchezze latinoamericane, iniziato dalle potenze coloniali Europee e perpetrato per più di 500 anni, sta iniziando lentamente a diminuire e con esso il potere e le ricchezze dei grandi monopoli oligarchici del mondo occidentale.
 
Tali cambiamenti nei rapporti di forza crea in occidente instabilità politica , diminuzione dei consumi, aumento della disoccupazione e conflitti sociali.
 
In questo contesto dove il Venezuela ri-diventa legittimo proprietario del suo petrolio, la Bolivia del suo Gas, l’Ecuador delle propria produzione agricola,del suo petrolio del suo gas e dell’oro ,       le materie prime subiscono una crescita dei prezzi, con relativo aumento dell’inflazione nei paesi occidentali.
 
E’ chiaro che per la borghesia occidentale e nordamericana, diventa difficile tornare a standard di vita ridimensionati, “solo” per colpa di Chavez o di Evo Morales…
 
La Guerra mediatica
 
Diventa quindi palese come l’idea di un’america latina unita e socialista, terrorizzi gli USA e l’Europa , ma soprattutto terrorizza l’idea che sia praticabile un modello di sviluppo socio politico economico e culturale alternativo a quello offerto dall’occidente.
 
Un occidente che sarebbe a quel punto ripulito dall’idea di consumo, dalla corsa sfrenata all’individualismo, da un modello meritocratico fondato sulla propietà, dalla speculazione e dagli speculatori, da un sistema democratico (o pseudo tale) che non da il potere al popolo, ma solo ad una ristretta casta oligarchica.
 
Immaginiamo le migliaia di mistici illuminati, incantatori di serpenti,maghi e prestigiatori, venditori di illusioni e raccomandati di corte che dovrebbero finalmente lavorare e sudare per mantenere i loro attuali standard di vita assolutamente sproporzionati alla loro capacità o al tangibile contributo prestato alla costruzione di beni effettivamente fruibili dalla collettività.
 
E’ quindi conveniente propagandare e veicolare l’immagine di Cuba martoriata da una terribile dittatura, la Bolivia governata da un presidente indigeno, ignorante e cocalero (leggasi cocainomane o narcotrafficante), il Venezuela guidata da un crudele militare che finanzia terroristi e sanguinari guerriglieri o il Nicaragua come un paese in balia di feroci bande di sandinisti.
 
Quindi concludendo, credo sia intuitivo capire quale sia e di chi sia l’interesse a delegittimare ideologie non consoni alla sopravvivenza del sistema capital-liberistico.
 
Chi detiene il potere è lo stesso che ha in mano i mezzi di comunicazione di massa e li utilizza a suo piacimento al fine di plasmare le coscienze dei popoli e, distorsionando la realtà dei fatti, propagandare il sistema che lo sostiene.
 
Crea pertanto nell’opinione pubblica, distratta e appiattita, un insieme di regole comportamentali , modi di pensare e valori al servizio del mantenimento del sistema.
 
Nasce così l’etica e la morale capitalista della quale tutti noi (chi più e chi meno) siamo soggiogati.
 
La propaganda capital-liberista e la sua oligarchia transnazionale, crea il mostro, lo combatte ed la massa infine, ringraziando per lo scampato pericolo, elogiandolo lo perpreta.
 
La vera domanda a mio parere quindi sarebbe : cosa succede nei paesi industrializzati?
 
La Dissidenza
 
Oltre ai mass media, un’altra arma di confusione massiva è il fenomeno della dissidenza o pseudo tale.
 
E’ facilmente comprovabile dagli stessi documenti declassificati degli USA della NED, USAID e CIA, che la stragrande maggioranza dei pseudo dissidenti, ricevono puntualmente un salario stanziato dal senato statunitense (oltre a quello elargito dalle varie fondazioni della estrema destra).
 
Solo il governo Usa ha desinato direttamente a tali gruppi la bellezza di 45,7 milioni di dollari nel biennio 2007-2008 e altri 100 per organizzazioni varie che attuano come intermediari (fonte cubainformacion.tv)
 
Viste le carenze della piccola isola caraibica determinate in gran parte dal bloqueo (condannato da circa 20 anni dalla assoluta e schiacciante maggioranza del mondo, all’assemblea generale dell’ONU) è comprensibile che alcune persone, che preferiscono la vita facile anziché l’onestà e la dignità di un lavoro, si pongano al servizio di quelle forze che desiderano con ogni mezzo destabilizzare la società socialista cubana.
 
Tale pratica consente di ricevere un salario (25 CUC al mese per le Damas de Blanco o Damas de verde, come sono conosciute a Cuba visto l’amore per il dollaro) con il quale vivere, e vivere bene (il salario di un medico cubano si aggira sui 15 – 20 CUC), mantenedo peraltro le agevolazioni garantite dallo Stato (casa gratuita, medicina gratuita, libreta etc.etc.).
 
Il governo cubano generalmente e entro certi limiti, non perseguita con particolare accanimento queste pratiche (benchè assolutamente illecite) poichè in realtà sono diffuse solo da certi ristretti ambienti, ben individuati e da poche decine di persone. Inoltre è lo stesso popolo cubano che le stigmatizza considerandole indegne e chiamando coloro che ne beneficiano gusanos (vermi).
 
I mass media occidentali invece, manipolando la realtà dei fatti, da ampia enfasi alle attività di questi prezzolati, dando al mondo una visione gigantescamente esagerata e veicolando la classica immagine di una Cuba totalitaria in preda ad una feroce repressione.
 
Ma poi a Cuba nessuno ha mai assistito, mai, a scene come quelle mostrate al mondo da Pinochet in Chile, dalla dittatura argentina, o dal G8 di Genova (Italia), dalle repressione USA contro il popolo si Seattle,etc. neppure durante gli indotti disordini migratori del 1994.
 
Comunque l’essere un dissidente mercenario, non è un diritto da nessuna parte del mondo.
 
L’attentato alle istituzioni nazionali è un atto sovversivo.
 
A tal proposito riporto alcune leggi delle maggiori “democrazie “ europee al riguardo
 
(fonte www.cubaiformacion.tv) :
 
- USA. 20 anni per coloro che pianificano la fine del governo o l’ordine stabilito
- USA. 10 anni per coloro che forniscono falsa testimonianza al fine di attentare contro gli interessi nazionali in relazione a rapporti con altre nazioni
- USA. 3 anni a coloro che abbiano (..) corrispondenza o relazioni con un governo straniero (…),al fine di influire nella condotta (..) o una controversia con gli Stati Uniti(..)
- SPAGNA. da 4 a 8 anni a coloro che mantengano relazioni di intelligence o di altro genere con governi stranieri con il fine di pregiudicare la autorità dello Stato o compromettere gli interessi vitali della Spagna
- SPAGNA. da 10 a 15 anni per coloro che si rendano colpevoli del reato di ribellione. Applicato a coloro che pubblicamente dimostrano violentemente di volere distruggere o modificare la Costituzione oppure destituire o sopprimere le facoltà del RE di Spagna.
- FRANCIA. fino a 30 anni e 450 mila € di multa per il fatto di mantenere relazioni di intelligence con una potenza straniera(..) con l’intenzione di suscitare ostilità o atti di aggressione contro la Francia
- ITALIA. da 3 a 10 anni a coloro che seppur indirettamente riceva(..) dall’estero (..) con sovvenzioni o qualsiasi altro mezzo (..) con il fine di commettere atti contrari agli interessi nazionali (articolo 246 del codice penale). Con un incremento de pena se la sovvenzione (..) arriva per mezzo degli organi di stampa o propaganda.
 
A Cuba , questi pseudo dissidenti , prove alla mano e stando alle leggi europee o nordamericane, starebbero scontando pene certe e ben maggiori.
Alla faccia della dittatura…..
 
 
Andrea
 
 

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