In memoria del compagno Ugo Pisani
Non avremmo mai voluto che
questo momento arrivasse: purtroppo è successo.
Il compagno Ugo Pisani è morto, ci
ha lasciati per sempre.
Tutti noi sentiamo un grande vuoto: familiari, parenti, amici, e tanti, tanti compagni che l’ hanno
conosciuto e apprezzato nel corso della sua intensa ed operosa vita dedita a
creare le condizioni per la costruzione di una società socialista, in cui
riponeva tanta fiducia.
E’ con senso di responsabilità e con grande umiltà che vogliamo ripercorrere
alcune tappe della sua proficua esistenza,
interrottasi bruscamente quando ancora poteva trasmetterci importanti
esperienze e insegnamenti.
Le persone che hanno avuto modo di conoscere Ugo sono rimaste impressionate
dalle sue straordinarie doti di cordialità, umiltà, onestà e grande umanità,
poiché il medico Ugo, l’amico Ugo, il compagno Ugo, era sempre pronto a farsi
carico delle altrui difficoltà esprimendo una solidarietà concreta verso i più
deboli, verso i meno fortunati, verso gli “ultimi”.
Ugo è nato ad Angri, in provincia di Salerno, da famiglia di modeste condizioni
economiche. Il Sud è sempre stato avaro verso i suoi figli meno abbienti.
La famiglia di Ugo si trasferisce a Padova. Nel 1943 Ugo, frequenta il Liceo
Classico, a costo di grandi sacrifici suoi e della sua famiglia.
In quello stesso anno Concetto Marchesi, dall’Ateneo patavino, lancia agli
studenti il famoso appello che incita a “sostenere la lotta antifascista e di
liberazione dagli occupanti nazisti, a schierarsi a fianco dei lavoratori
sostenendone gli scioperi e ad organizzarsi in formazioni partigiane
combattenti”.
Ugo accoglie l’appello e aderisce alla formazione partigiana “Giustizia e
Libertà”; partecipa attivamente alle varie fasi della resistenza padovana dal
’43 fino ai giorni dell’insurrezione nazionale, a fine aprile ’45.
A seguito dell’esperienza maturata nel corso della lotta partigiana, dopo la
liberazione, si iscrive al Partito
Comunista Italiano.
In quegli anni, a Camin (piccolo centro della cintura di Padova) operava
come medico condotto il dottor Robinato, antifascista e autentico comunista,
organizzatore della scuola quadri di Partito presso la locale Casa del Popolo.
Questi si apprestava a lasciare l’incarico di medico.
Il compagno Ugo, che nel frattempo aveva conseguito la laurea in medicina e le
abilitazioni occorrenti, chiamato a sostituirlo, accettò con entusiasmo poiché
sapeva di dover operare in una realtà operaia, politicamente avanzata. Per i caminesi, (quasi tutti) la nomina del
dottor Pisani a medico del paese rappresentava una gradita continuità con l’opera del precedente medico comunista.
L’impegno profuso da Ugo sul piano professionale fu di grande abnegazione;
molti lo ricordano quando si recava a far visita ai suoi pazienti, a qualsiasi
ora e con qualunque tempo, in sella ad una piccola “Moto Guzzi”; in dialetto veniva chiamata “la guzzarei”.
Ma veramente importante fu anche il lavoro politico svolto dal “dottore
comunista” in mezzo agli operai di Camin, al punto che, come riconoscimento per
i suoi meriti, fu eletto Segretario della Sezione del PCI.
Quelli del primo dopoguerra furono anni duri per il Partito Comunista che in
quel periodo esortava tutti i suoi militanti alla massima vigilanza contro i
tentativi di estromettere il PCI dall’attività politica nel nostro Paese.
Il contributo offerto da intellettuali e professionisti, come Ugo, alla
causa del Partito fu immenso:
questi compagni
interpretarono
correttamente il loro ruolo
di alleati
della classe operaia operando insieme
agli operai per la difesa dei loro interessi di classe. Il compagno Ugo fu
d’esempio.
Nel panorama politico attuale figure come queste sono veramente rare.
La situazione socio-politica in Italia era pesantemente condizionata
dall’appartenenza del nostro Paese al blocco della NATO. Ricordiamo l’impegno
profuso da Ugo nel movimento “Partigiani della Pace” e le battaglie condotte
dal Partito Comunista, dentro il Parlamento e sulle piazze, contro l’adesione
dell’Italia al blocco del Nord Atlantico. Uomini come Ugo, con il loro
attivismo, fecero grande il Partito Comunista Italiano.
Questo purtroppo, negli anni ’60, si apprestava a consumare una svolta
revisionista, anche in conseguenza del cambio di rotta effettuato in Unione
Sovietica dai fautori del revisionismo, con a capo Kruscev.
La battaglia politica dentro il PCI fu aspra, dura e senza esclusione di colpi,
con radiazioni ed espulsioni dal Partito per chi non accettava la svolta
impressa dal gruppo dirigente.
Il compagno Ugo era naturalmente schierato con i compagni critici della linea
revisionista. Resta agli atti una frase storica pronunciata da Ugo nel corso di
un Congresso del PCI di Padova, con cui intendeva rivendicare il suo essere
comunista:
“L’avere abbandonato la via maestra del marxismo-leninismo porterà
inevitabilmente questo partito nell’immondezzaio socialdemocratico”.
In risposta alle “tesi” revisioniste questi compagni produssero un importante
documento: “Viva il Leninismo”.
A seguito di ciò alcuni compagni furono espulsi dal Partito. Il caso non
riguardò solo Padova; in tante altre città italiane ci furono compagni epurati.
Questi compagni, da autentici comunisti, cominciarono ad organizzarsi per
mantenere vivi gli ideali del marxismo-leninismo e dell’internazionalismo e fondarono
un movimento per la costruzione di un
Partito Comunista (marxista-leninista) in Italia.
I dirigenti del PCI non pensavano si arrivasse a tanto; così cominciò il
periodo delle denigrazioni, degli insulti, delle accuse più infami, persino di
tradimento.
Ugo si è sempre posto alcune domande: “Chi è stato tradito?”, “Chi ha abbandonato la via maestra per la
costruzione di una nuova umanità e chi, invece, ha speso la sua esistenza per
affermare questo ideale?”
Il tempo si è fatto carico di dare la risposta corretta.
Negli anni ’60 in Italia, in Europa e in gran parte del Mondo iniziò la
stagione delle grandi lotte, che vide il movimento studentesco scendere in
piazza per rivendicare i diritti, a fianco degli operai, e lottare contro
l’imperialismo e le ultime sacche di colonialismo.
L’Organizzazione Comunista di cui Ugo era un dirigente valido rappresentava una
realtà militante e lanciava parole d’ordine internazionaliste.
Furono anche gli anni che videro tanti giovani intrapren-dere forme di lotta estranee
alla classe operaia e comun-que non idonee al momento polito. La posizione di Ugo su queste forme di lotte
è sempre stata molto precisa. Diceva spesso:
“Noi disponiamo di una bussola costituita dagli insegnamenti di Lenin e
dai sui scritti sull’avventurismo”.
E ancora ricordandoci Gramsci: “Il Partito Comunista dovrà conquistarsi
l’egemonia sulla classe operaia, mentre noi, oggi, ancora discutiamo e
lavoriamo per costruire un Partito Comunista in Italia”.
Nonostante queste posizioni cristalline, la reazione e gli apparati
filo-fascisti dello stato borghese architettarono una provocazione con lo scopo
di colpevolizzarlo, insieme ad altri comunisti, della strage avvenuta in Piazza
Fontana a Milano, alla Banca dell’Agricoltura. Ugo ed altri compagni subirono
le perquisizioni delle loro abitazioni e furono oggetto di calunnie ed infamie
sparse dai cosiddetti organi dell’informazione ai danni di comunisti e
anarchici.
A distanza di anni si scoprì trattarsi di una strage di matrice fascista mentre
i colpevoli restarono impuniti. Ciononostante il suo impegno non si esauriva.
Negli anni ’80 fu un convinto sostenitore del Movimento per la Pace, nato
proprio nel Veneto e più in particolare a Padova. Aderì al movimento “Lotta per
la Pace” che aveva come obiettivo specifico la lotta contro l’installazione di
missili a testata nucleare nel nostro Paese.
Fu organizzatore e protagonista di grandi manifestazioni contro lo strapotere
Yankee che aveva individuato nella corsa agli armamenti il mezzo per indebolire
l’Unione Sovietica sul piano economico e creare in tal modo problemi interni a
quel Paese, che favorirono l’azione nefasta dei nemici dello Stato socialista.
Fu anche un deciso sostenitore dell’indipendenza di Cuba e del suo importante
ruolo antimperialista, che svolse nella veste di membro e dirigente
dell’Associazione Italia-Cuba, circolo di Padova.
Il compagno Ugo è stato inoltre ispiratore e uno dei fondatori del Circolo
comunista “Gastone Foco” di Padova oltreché suo instancabile sostenitore. Anche
per questo noi sentiamo l’onore di poterlo qui ricordare. Ci teniamo infine a
sottolineare un particolare significativo nell’esistenza di questo uomo: la sua
preparazione culturale, la sua professionalità, la sua esperienza, avrebbero
potuto consentirgli, all’interno di questa società capitalista, di godere di
ampi privilegi. Così non è stato: la sua integrità di uomo onesto, la sua
coerenza di militante comunista, lo hanno invece spinto ad occuparsi
prevalentemente di chi si trovava in condizione di bisogno, sempre con un
impegno diretto, anche a costo di
sacrifici e rischi personali, anche a rischio della sua salute.
Ci si potrebbe chiedere come sia possibile che un uomo, nel breve corso di una
vita, possa produrre così tante azioni importanti, meritevoli di essere
ricordate.
Noi lo abbiamo capito e per questo esprimiamo un sincero graziealla stupenda compagna Cesarina, che educata in una famiglia di
profonda tradizione comunista ha saputo comprendere e condividere gli ideali di
Ugo, sostenerlo anche nei momenti difficili, consentendogli di esprimere tutto
il suo potenziale di combattente, anche a costo di qualche personale
privazione. Grazie compagna Cesarina.
Ai figli Guglielmo, Anna e Alberto una sola accorata esortazione: siate
orgogliosi di vostro padre.
Compagno Ugo ti salutiamo: NON TI
DIMENTICHEREMO.
I compagni del Circolo comunista “Gastone
Foco”
Padova