www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - antifascismo - 01-09-03

In memoria del compagno Ugo Pisani



Non avremmo mai voluto che  questo  momento  arrivasse: purtroppo è successo.
Il compagno Ugo Pisani è morto, ci ha lasciati per sempre.

Tutti noi sentiamo un grande vuoto: familiari, parenti, amici, e tanti, tanti compagni che l’ hanno conosciuto e apprezzato nel corso della sua intensa ed operosa vita dedita a creare le condizioni per la costruzione di una società socialista, in cui riponeva tanta fiducia.
E’ con senso di responsabilità e con grande umiltà che vogliamo ripercorrere alcune tappe della sua proficua esistenza, interrottasi bruscamente quando ancora poteva trasmetterci importanti esperienze e insegnamenti.

Le persone che hanno avuto modo di conoscere Ugo sono rimaste impressionate dalle sue straordinarie doti di cordialità, umiltà, onestà e grande umanità, poiché il medico Ugo, l’amico Ugo, il compagno Ugo, era sempre pronto a farsi carico delle altrui difficoltà esprimendo una solidarietà concreta verso i più deboli, verso i meno fortunati, verso gli “ultimi”.  
Ugo è nato ad Angri, in provincia di Salerno, da famiglia di modeste condizioni economiche. Il Sud è sempre stato avaro verso i suoi figli meno abbienti.

La famiglia di Ugo si trasferisce a Padova. Nel 1943 Ugo, frequenta il Liceo Classico, a costo di grandi sacrifici suoi e della sua famiglia.
In quello stesso anno Concetto Marchesi, dall’Ateneo patavino, lancia agli studenti il famoso appello che incita a “sostenere la lotta antifascista e di liberazione dagli occupanti nazisti, a schierarsi a fianco dei lavoratori sostenendone gli scioperi e ad organizzarsi in formazioni partigiane combattenti”.

Ugo accoglie l’appello e aderisce alla formazione partigiana “Giustizia e Libertà”; partecipa attivamente alle varie fasi della resistenza padovana dal ’43 fino ai giorni dell’insurrezione nazionale, a fine aprile ’45.
A seguito dell’esperienza maturata nel corso della lotta partigiana, dopo la liberazione,  si iscrive al Partito Comunista Italiano.
In quegli anni, a Camin (piccolo centro della cintura di Padova) operava come medico condotto il dottor Robinato, antifascista e autentico comunista, organizzatore della scuola quadri di Partito presso la locale Casa del Popolo. Questi si apprestava a lasciare l’incarico di medico.

Il compagno Ugo, che nel frattempo aveva conseguito la laurea in medicina e le abilitazioni occorrenti, chiamato a sostituirlo, accettò con entusiasmo poiché sapeva di dover operare in una realtà operaia, politicamente avanzata.  Per i caminesi, (quasi tutti) la nomina del dottor Pisani a medico del paese rappresentava una  gradita continuità con l’opera del precedente medico comunista.

L’impegno profuso da Ugo sul piano professionale fu di grande abnegazione; molti lo ricordano quando si recava a far visita ai suoi pazienti, a qualsiasi ora e con qualunque tempo, in sella ad una piccola “Moto Guzzi”;  in dialetto veniva chiamata “la guzzarei”.
Ma veramente importante fu anche il lavoro politico svolto dal “dottore comunista” in mezzo agli operai di Camin, al punto che, come riconoscimento per i suoi meriti, fu eletto Segretario della Sezione del PCI.

Quelli del primo dopoguerra furono anni duri per il Partito Comunista che in quel periodo esortava tutti i suoi militanti alla massima vigilanza contro i tentativi di estromettere il PCI dall’attività politica nel nostro Paese.
Il contributo offerto da intellettuali e professionisti, come Ugo, alla causa del Partito fu immenso:
questi  compagni  interpretarono  correttamente  il loro ruolo di  alleati della classe operaia  operando insieme agli operai per la difesa dei loro interessi di classe. Il compagno Ugo fu d’esempio.

Nel panorama politico attuale figure come queste sono veramente rare. 
La situazione socio-politica in Italia era pesantemente condizionata dall’appartenenza del nostro Paese al blocco della NATO. Ricordiamo l’impegno profuso da Ugo nel movimento “Partigiani della Pace” e le battaglie condotte dal Partito Comunista, dentro il Parlamento e sulle piazze, contro l’adesione dell’Italia al blocco del Nord Atlantico. Uomini come Ugo, con il loro attivismo, fecero grande il Partito Comunista Italiano.
Questo purtroppo, negli anni ’60, si apprestava a consumare una svolta revisionista, anche in conseguenza del cambio di rotta effettuato in Unione Sovietica dai fautori del revisionismo, con a capo Kruscev.

La battaglia politica dentro il PCI fu aspra, dura e senza esclusione di colpi, con radiazioni ed espulsioni dal Partito per chi non accettava la svolta impressa dal gruppo dirigente.
Il compagno Ugo era naturalmente schierato con i compagni critici della linea revisionista. Resta agli atti una frase storica pronunciata da Ugo nel corso di un Congresso del PCI di Padova, con cui intendeva rivendicare il suo essere comunista:
“L’avere abbandonato la via maestra del marxismo-leninismo porterà inevitabilmente questo partito nell’immondezzaio socialdemocratico”. 

In risposta alle “tesi” revisioniste questi compagni produssero un importante documento: “Viva il Leninismo”.
A seguito di ciò alcuni compagni furono espulsi dal Partito. Il caso non riguardò solo Padova; in tante altre città italiane ci furono compagni epurati.
Questi compagni, da autentici comunisti, cominciarono ad organizzarsi per mantenere vivi gli ideali del marxismo-leninismo e dell’internazionalismo e fondarono un movimento per la costruzione di un  Partito Comunista (marxista-leninista) in Italia.

I dirigenti del PCI non pensavano si arrivasse a tanto; così cominciò il periodo delle denigrazioni, degli insulti, delle accuse più infami, persino di tradimento.
Ugo si è sempre posto alcune domande: “Chi è stato tradito?”,  “Chi ha abbandonato la via maestra per la costruzione di una nuova umanità e chi, invece, ha speso la sua esistenza per affermare questo ideale?”

Il tempo si è fatto carico di dare la risposta corretta.
Negli anni ’60 in Italia, in Europa e in gran parte del Mondo iniziò la stagione delle grandi lotte, che vide il movimento studentesco scendere in piazza per rivendicare i diritti, a fianco degli operai, e lottare contro l’imperialismo e le ultime sacche di colonialismo.
L’Organizzazione Comunista di cui Ugo era un dirigente valido rappresentava una realtà militante e lanciava parole d’ordine internazionaliste.
Furono anche gli anni che videro tanti giovani intrapren-dere forme di lotta estranee alla classe operaia e comun-que non idonee al momento polito.  La posizione di Ugo su queste forme di lotte è sempre stata molto precisa. Diceva spesso:  “Noi disponiamo di una bussola costituita dagli insegnamenti di Lenin e dai sui scritti sull’avventurismo”.

E ancora ricordandoci Gramsci: “Il Partito Comunista dovrà conquistarsi l’egemonia sulla classe operaia, mentre noi, oggi, ancora discutiamo e lavoriamo per costruire un Partito Comunista in Italia”.
Nonostante queste posizioni cristalline, la reazione e gli apparati filo-fascisti dello stato borghese architettarono una provocazione con lo scopo di colpevolizzarlo, insieme ad altri comunisti, della strage avvenuta in Piazza Fontana a Milano, alla Banca dell’Agricoltura. Ugo ed altri compagni subirono le perquisizioni delle loro abitazioni e furono oggetto di calunnie ed infamie sparse dai cosiddetti organi dell’informazione ai danni di comunisti e anarchici.
A distanza di anni si scoprì trattarsi di una strage di matrice fascista mentre i colpevoli restarono impuniti. Ciononostante il suo impegno non si esauriva. Negli anni ’80 fu un convinto sostenitore del Movimento per la Pace, nato proprio nel Veneto e più in particolare a Padova. Aderì al movimento “Lotta per la Pace” che aveva come obiettivo specifico la lotta contro l’installazione di missili a testata nucleare nel nostro Paese.

Fu organizzatore e protagonista di grandi manifestazioni contro lo strapotere Yankee che aveva individuato nella corsa agli armamenti il mezzo per indebolire l’Unione Sovietica sul piano economico e creare in tal modo problemi interni a quel Paese, che favorirono l’azione nefasta dei nemici dello Stato socialista.
Fu anche un deciso sostenitore dell’indipendenza di Cuba e del suo importante ruolo antimperialista, che svolse nella veste di membro e dirigente dell’Associazione Italia-Cuba, circolo di Padova.

Il compagno Ugo è stato inoltre ispiratore e uno dei fondatori del Circolo comunista “Gastone Foco” di Padova oltreché suo instancabile sostenitore. Anche per questo noi sentiamo l’onore di poterlo qui ricordare. Ci teniamo infine a sottolineare un particolare significativo nell’esistenza di questo uomo: la sua preparazione culturale, la sua professionalità, la sua esperienza, avrebbero potuto consentirgli, all’interno di questa società capitalista, di godere di ampi privilegi. Così non è stato: la sua integrità di uomo onesto, la sua coerenza di militante comunista, lo hanno invece spinto ad occuparsi prevalentemente di chi si trovava in condizione di bisogno, sempre con un impegno diretto,  anche a costo di sacrifici e rischi personali, anche a rischio della sua salute.

Ci si potrebbe chiedere come sia possibile che un uomo, nel breve corso di una vita, possa produrre così tante azioni importanti, meritevoli di essere ricordate.
Noi lo abbiamo capito e per questo esprimiamo un sincero graziealla stupenda compagna Cesarina, che educata in una famiglia di profonda tradizione comunista ha saputo comprendere e condividere gli ideali di Ugo, sostenerlo anche nei momenti difficili, consentendogli di esprimere tutto il suo potenziale di combattente, anche a costo di qualche personale privazione. Grazie compagna Cesarina.

Ai figli Guglielmo, Anna e Alberto una sola accorata esortazione:  siate orgogliosi di vostro padre.


Compagno Ugo ti salutiamo:  NON  TI  DIMENTICHEREMO.


I compagni del Circolo comunista “Gastone Foco”
Padova