www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - laicismo - 10-05-10 - n. 318

da www.workers.org/2010/world/pope_0429/
Tradotto da Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova
 
Il Papa, la pedofilia & la lotta di classe
 
di Sara Flounders
 
Sara Flounders, è uno dei maggiori esponenti dell’organizzazione International Action Center (Iac) un attivo gruppo di pacifisti americani fondato nel 1991 dall'ex ministro della giustizia, Ramsey Clark, noto per le sue opposizioni ad alcune decisioni politiche degli ultimi governi statunitensi.
Il Centro nasce per protestare contro la guerra del Golfo e le sanzioni all'Iraq, causa della morte di oltre mezzo milione di bambini. Si batte contro il razzismo, gli stupri, la povertà e denuncia il militarismo. Si schiera contro l'impiego dell'"uranio impoverito" - materiale nucleare di scarto impiegato per costruire carri armati, bombe e granate - riconosciuto come la causa della Sindrome del Golfo negli Stati Uniti e di molte forme di cancro dei civili iracheni.
 
Pubblicato il 25 aprile 2010
 
Più di 150 anni fa Karl Marx spiegava che “La storia di tutte le società esistenti fino ad ora è la storia della lotta di classe. Patrizi contro plebei, signori contro servi, in una parola oppressori contro oppressi.” La lotta si configura in un “conflitto ininterrotto, ora sotterraneo, ora palese.” Con la società moderna si sono manifestate “nuove condizioni di oppressione e nuove forme di lotta.”
 
Uno scontro feroce ha stretto in una morsa la Chiesa Cattolica negli ultimi 25 anni, quando alcuni dei più angariati sopravvissuti agli abusi sessuali nella loro infanzia hanno in modo sempre più crescente preteso una resa dei conti da singoli sacerdoti e ultimamente dalla potente gerarchia ecclesiastica, compresi vescovi e cardinali che costantemente avevano protetto i violentatori.
Ora, questa domanda di giustizia scaturita dal basso ha prodotto qualcosa di impensabile. Ha portato allo scoperto il ruolo del presente Papa, Benedetto XVI, in una mostruosa copertura di crimini internazionale.
 
Il marxismo è una scienza per capire le questioni di classe che stanno alla base dello sviluppo sociale, che all’immediato possono sembrare oscure e lontane dalla lotta dei lavoratori.
La presente controversia, sebbene occultata dalla veste religiosa, è in ogni modo una lotta di classe all’interno della Chiesa Cattolica. Si tratta di una piccola parte di un conflitto di classe globale per una totale parità, per i diritti e la gestione del potere.
Quello che una volta veniva accettato, in quanto sembrava non esistere una possibilità di rivalsa, ora è divenuto intollerabile. Migliaia di superstiti, che stanno lanciando le accuse di pedofilia, appartenenti spesso e sostenitori della classe lavoratrice, fino a qualche anno fa erano totalmente impotenti a resistere o anche solo a comunicare ai loro familiari i crimini che erano stati su loro commessi. Questi violentati erano stati abusati quando erano bambini negli orfanotrofi, nei riformatori, nelle scuole per sordi e disabili, nelle scuole parrocchiali e nelle chiese.
 
Questa sfida dal basso contro la segretezza e la rimozione rappresenta un taglio netto con il passato. Gli abusi non venivano contestati in quanto l’autorità religiosa non veniva mai chiamata in causa. In molte scuole parrocchiali, sebbene gli abusi sessuali fossero tenuti nascosti, gli abusi e l’umiliazione fisica e psicologica erano tanto consueti da apparire parte del curriculum educativo.
Quando i superstiti hanno avuto il coraggio di denunciare gli abusi, alcuni sacerdoti che si erano schierati dalla parte degli abusati furono tacitati e rimossi dall’insegnamento o dalle posizioni di autorità. Tuttavia, le gerarchie ecclesiali, un piccolo gruppo che detiene l’autorità religiosa in modo assolutista, non sono riuscite ad imporre il silenzio a questo movimento o a bloccarlo.
 
Quasi ogni inchiesta giornalistica esplosiva ha avuto origine non dall’esterno o dalle autorità secolari, che sono timorose di offendere una istituzione di una tale potenza, ma da Cattolici presumibilmente privi di potere all’interno della chiesa, che si sono rifiutati di rimanere in silenzio.
Questi hanno enumerato torti subiti, deposizioni e alla fine hanno promosso azioni legali su azioni legali. Hanno convocato conferenze stampa, hanno allestito siti web, organizzato dimostrazioni e gruppi d’appoggio e servizi domenicali di volantinaggio.
Che si considerino parte di una lotta più larga per i diritti e per la dignità o no, hanno usato molte di quelle stesse tattiche che innumerevoli altre lotte hanno utilizzato.
 
La gerarchia ecclesiastica, in conflitto per difendere la sua indiscussa autorità, le ricchezze e i privilegi, ha imposto l’assoluto silenzio, ha minacciato di scomunica tutti coloro che stanno muovendo le accuse e ha richiesto con arroganza l’accondiscendenza dei pubblici ufficiali laici. Questo tentativo di conservare l’autorità assoluta del clero fa parte di un più vasto conflitto interno, con riguardo agli interessi a cui queste potenti istituzioni religiose devono essere al servizio.
Questo scandalo internazionale che ora sta scuotendo la Chiesa Cattolica comporta testimonianze dettagliate di decine di migliaia di casi di violenze carnali e di abusi sessuali su bambini commessi da migliaia di preti. Le accuse abbracciano decenni.
 
La lotta è scaturita nelle sue forme più accanite nei centri abitati degli Stati Uniti, che in precedenza vedevano la presenza dei più accesi sostenitori religiosi. Poi è esplosa in Irlanda, quindi in Italia e in quelle regioni della Germania con popolazioni generalmente cattoliche.
La novità è che ora questa questione riceve quasi quotidianamente copertura mediatica e da ogni parte trapela l’evidenza della personale responsabilità dell’attuale Papa Benedetto XVI in decenni di rimozioni, di coperture e di trasferimenti di nascosto di predatori sessuali.
Le più forti condanne sono arrivate da coloro che ancora si considerano facenti parte della Chiesa Cattolica.
 
Il teologo cattolico progressista Hans Küng ha descritto così il ruolo di Papa Benedetto XVI nel consentire che l’abuso prosperasse, che ricevesse coperture e nell’imporre il silenzio: “Non vi era un solo uomo in tutta la Chiesa Cattolica che fosse a conoscenza dei casi di abuso sessuale più di lui, visto che questo era “ex officio” (faceva parte del suo ruolo ufficiale). ... Egli non può puntare il dito contro i vescovi e dire, voi non avete fatto abbastanza. Egli stesso aveva impartito disposizioni, come capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, e le ha ripetute come Papa.”
Il 26 marzo 2010, il National Catholic Reporter pubblicava in un suo editoriale: “ Il Santo Padre ha il dovere di rispondere direttamente a domande, in un forum credibile, intorno al suo ruolo – come arcivescovo di Monaco (1977-82), come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (1982-2005), e come Papa (2005-al presente) - nella cattiva conduzione della crisi relativa agli abusi sessuali del clero.”
 
Prima della sua elevazione al vertice della gerarchia cattolica nell’aprile 2005, Papa Benedetto XVI era conosciuto come Cardinale Joseph Ratzinger.
I suoi avversari facevano riferimento a lui come ad un mastino e come al “rottweiler di Dio.” Ratzinger era un incaricato politico di estrema destra del Papa Giovanni Paolo II, che era determinato a rafforzare la disciplina, il conformismo e l’autorità della chiesa in un’istituzione che si trova nel mezzo di un profondo scompiglio generale.
Per 24 anni, Ratzinger è stato al vertice dell’istituzione più potente e storicamente repressiva nella Chiesa Cattolica, la Congregazione per la Dottrina della Fede. Questa struttura era conosciuta da secoli come Sant’Uffizio dell’Inquisizione. Si trattava dell’istituzione religiosa responsabile dell’insediamento di tribunali religiosi per la messa sotto accusa e tortura di decine di migliaia di persone a cui si imputavano stregoneria ed eresia. L’Inquisizione aveva guidato i pogroms e le espropriazioni di massa di Ebrei e Musulmani.
Tramite questo Ufficio all’interno della Chiesa, Papa Giovanni Paolo II cercava di insediare un’aggiornata Inquisizione.
 
Documenti denunciano una vasta copertura
 
La dimensione della criminale cospirazione internazionale del silenzio per proteggere molestatori seriali e anteporre gli interessi della chiesa alla sicurezza e al benessere dei bambini è stata completamente messa in luce durante tutto l’anno scorso nel trattamento degli abusi sessuali in Irlanda, un paese cattolico in modo schiacciante.
Dopo anni di pressanti richieste degli abusati per un’azione da parte della chiesa e per procedimenti governativi di istruzione di processi e dopo una serie di rivelazioni nel sistema dei media irlandesi, il governo irlandese commissionava un’indagine che impegnava nove anni per essere completata. Il 20 maggio 2009, la commissione pubblicava un rapporto di 2.600 pagine.
Il rapporto attingeva alla testimonianza di migliaia di ex ospiti di istituti e funzionari da più di 250 istituzioni a conduzione ecclesiastica.
 
La commissione aveva riscontrato che preti e monache cattolici avevano terrorizzato migliaia di bambini e bambine per decenni e che gli ispettori governativi non erano riusciti a far cessare le reiterate bastonature, le violenze sessuali e le umiliazioni. Il rapporto caratterizzava le violenze sessuali e le molestie come “endemiche” nelle scuole professionali e negli orfanotrofi a conduzione religiosa della Chiesa Cattolica d’Irlanda. (www.childabusecommission.com/rpt/)
Le dimensioni degli abusi in Irlanda e la forza del movimento che reclama una resa dei conti hanno costretto Papa Benedetto a pronunciare una debole giustificazione a favore della Chiesa Cattolica, solo biasimando i vescovi locali irlandesi. Questa abdicazione da ogni responsabilità per il suo ben noto ruolo ai massimi vertici nell’insistere sul silenzio ha reso furiosi milioni di sinceri credenti cattolici ed ha ulteriormente infiammato un’opposizione che da decenni è andata crescendo all’interno della Chiesa.
 
Predicando a Springfield, Massachussetts, un critico da lungo tempo delle coperture ecclesiastiche, il reverendo James J. Scahill, rispondeva alle imbarazzate giustificazioni definendo alcuni componenti del clero come “felloni” ed invocava le dimissioni di Papa Benedetto.
“Noi dobbiamo personalmente e collettivamente dichiarare che mettiamo in dubbio molto seriamente la veridicità del Papa e dubitiamo anche di quelle autorità ecclesiali che lo stanno difendendo o perfino si fanno infilzare a suo vantaggio. Sta iniziando a diventare evidente che per decenni, se non per secoli, la leadership della Chiesa ha fornito copertura agli abusi sui bambini e sui minori per proteggere la sua immagine istituzionale e l’immagine sacerdotale,” denunciava Scahill. (New York Times, 12 aprile 2010)
Scahill affermava che aveva dovuto prendere posizione con franchezza dopo che i suoi parrocchiani si erano recati da lui nel 2002 nel corso delle rivelazioni di decenni di abusi sessuali a Boston e gli avevano manifestato che bisognava fare qualcosa.
 
Il Cardinale Bernard Law dell’Arcidiocesi di Boston giocava un ruolo chiave nel proteggere i preti molestatori di fanciulli dalla giusta punizione da parte delle autorità religiose e secolari e tranquillamente li trasferiva.
Nel 2002 scoppiava uno scandalo nazionale, quando un giudice nel Massachusetts permetteva la divulgazione di migliaia di pagine di documenti, testimonianze personali e deposizioni legali.
I documenti dimostravano una evidente struttura di copertura, di protezione dei perpetratori e di marginalizzazione delle vittime, rivelando che dal 1940 più di 1.000 bambini avevano subito abusi da 250 preti e operatori ecclesiastici nell’Arcidiocesi.
Il Cardinale Law, caduto in disgrazia, veniva costretto alle dimissioni e all’Arcidiocesi di Boston veniva imposto di versare una liquidazione penale fra gli 85 e i 100 milioni di dollari a risarcimento di 552 casi.
Questo risarcimento multimilionario in dollari, accompagnato agli scandali crescenti in altre città e alla copertura mediatica, costringeva i vescovi statunitensi a stilare una “Carta per la protezione dei bambini e della gioventù” in cui veniva dichiarata una politica di “tolleranza zero, di colpire duro, e di voi siete fuori” nei confronti dei preti che avevano recato oltraggio. Tuttavia, non veniva proposta alcuna azione contro quei vescovi che avevano dato copertura ai crimini.
 
Perfino questo modesto tentativo da parte dei vescovi statunitensi di sviluppare una politica di pulizia veniva contrastato dall’allora Cardinale Ratzinger in Vaticano. Egli impartiva la direttiva che tutte le accuse di abusi venissero riportate all’Ufficio da lui preposto, la Congregazione per la Dottrina della Fede, prima che i preti potessero essere espulsi dall’ordine sacerdotale.
Uno dei suoi primi atti come Papa è stato di elevare il Cardinale Law di Boston ad un posto di prestigio in Vaticano.
In una lettera, spesso citata e degna di vituperio, inviata ai vescovi nel 2001, il Cardinale Ratzinger si faceva forte della sua posizione per ordinare che le presunte accuse di abusi sessuali dovevano essere tenute segrete previa minaccia di scomunica. Ai preti accusati di crimini sessuali e alle loro vittime veniva ingiunto di “osservare il più stretto segreto” e si imponeva loro “il silenzio perpetuo”.
 
Un ex giurista del Vaticano, Padre Tom Doyle, denunciava questa politica dei vertici del Vaticano dichiarando: “Quella che abbiamo qui è una politica esplicita scritta per coprire i casi di abusi sessuali su minori da parte del clero e per punire coloro che vorrebbero attirare l’attenzione su questi crimini commessi da uomini di chiesa. Quando preti che hanno abusato sono stati scoperti, la risposta è stata di non investigare e di non metterli in stato di accusa, ma di rimuoverli solamente da un posto ad un altro.”
 
Negligenza o complicità criminale?
 
Quanto diffusi sono i crimini di abusi sessuali commessi contro i giovani? La gerarchia ecclesiale è colpevole di indifferenza verso il problema, il che significa di negligenza criminale? Od è colpevole di complicità criminale, rifuggendo dal promuovere una qualsiasi azione, anche quando i crimini venivano portati alla sua diretta attenzione?
Una nota personalmente sottoscritta dal Cardinale Ratzinger, ora Papa Benedetto XVI, quando era a capo del potente Ufficio vaticano dove tutte le accuse di abusi venivano convogliate, è stata resa pubblica in questo mese di aprile ed ha sollevato nuovo scalpore e proteste.
Ratzinger aveva sorvolato e bloccato qualsiasi provvedimento contro il prete “orco predatore”, il Rev. Lawrence C. Murphy, malgrado gli appelli per l’espulsione di costui lanciati addirittura dal suo vescovo.
 
Il Reverendo Murphy era stato accusato di abusi sessuali da più di 200 ragazzini all’Istituto per Sordomuti di Milwaukee. Per decenni gli ex studenti hanno usato il linguaggio dei segni e scritto deposizioni scritte e giurate negli incontri con i vescovi e con gli ufficiali giudiziari secolari con la richiesta di porre in stato di accusa e di condannare padre Murphy.
Contemporaneamente, scoppiava un’altra storia scandalistica in Italia, dove 67 ex allievi di una scuola per sordomuti a Verona avevano accusato 24 preti, fratelli e religiosi laici di averli abusati sessualmente dall’età di 7 anni.
In Germania, più di 250 casi tenuti nascosti di abusi sono venuti alla luce negli ultimi due mesi, compresi quelli avvenuti in distretti direttamente sottoposti alla supervisione di Papa Benedetto, quando era vescovo in quelle diocesi.
 
La pubblicità internazionale che circonda l’azione legale di Boston relativa agli abusi sessuali su bambini e il risarcimento multimilionario di dollari hanno fornito a molte altre vittime di abusi il coraggio di denunciare apertamente e di chiedere giustizia.
Negli Stati Uniti, dal 1950, più di 4.000 preti sono stati accusati di molestie sui minori e in questo caso la Chiesa Cattolica ha dovuto sborsare più di 2 miliardi di dollari in risarcimenti alle vittime degli abusi.
Nel 2007, l’arcidiocesi di Los Angeles ha annunciato un’assegnazione di 600 milioni di dollari a circa 500 querelanti. Sei diocesi sono state costrette alla bancarotta e molte diocesi hanno dovuto per forza vendere sostanziali beni della chiesa per pagare i risarcimenti.
Molti di questi casi sono stati evidenziati da un’organizzazione chiamata SNAP, la Rete dei Sopravvissuti di questi Abusati dai Preti. La SNAP si identifica come il gruppo di più lunga data e più diffuso per l’appoggio alle vittime dell’abuso clericale.
 
Non solo i bambini sono stati le vittime degli abusi.
Secondo il “St. Louis Post-Dispatch” del 4 gennaio 2003, è stata finanziata, in parte, da diversi ordini di suore cattoliche un’indagine nazionale condotta da ricercatori della St.Louis University.
La ricerca ha valutato che un “minimo” di 34.000 monache cattoliche, vale a dire il 40% di tutte le monache negli Stati Uniti, hanno dovuto subire qualche forma di trauma sessuale.
È importante notare che le testimonianze, le azioni legali, le inchieste e i resoconti giornalistici sugli scandali di abusi sessuali hanno avuto origine in maniera schiacciante dall’interno della stessa Chiesa Cattolica, dai superstiti di abuso. Molti altri Cattolici, indignati, hanno fatto fronte comune nell’esigere una resa dei conti dalle gerarchie clericali, privilegiate, tutte protese a proteggere le loro posizioni, la loro autorità e i loro patrimoni e non a proteggere i bambini.
Da ogni parte di Europa crescono le richieste di perseguire penalmente Papa Benedetto presso la Corte Penale Internazionale (ICC) per il fatto che avendo protetto la Chiesa, non le sue vittime, ha commesso illeciti penali.
 
Geoffrey Robertson, membro della Commissione Giustizia dell’ONU e presidente del Tribunale Speciale per la Sierra Leone, afferma di ritenere che è giunto il tempo di contestare l’immunità papale. In un articolo del “Guardian” di Londra del 2 aprile 2010 dal titolo di testa “Portiamo il Papa sul banco degli imputati”, Robertson scriveva: “L’immunità legale non può essere più mantenuta. Il Vaticano dovrebbe sentire tutto il peso del diritto internazionale. La pedofilia è un crimine contro l’umanità. L’anomala rivendicazione del Vaticano di essere uno Stato, e del Papa di essere un capo di Stato e quindi immune da ogni azione legale, non può superare un esame critico.” Naturalmente, è importante ricordare che la Corte Penale Internazionale ha al momento mosso accuse solo contro quattro Stati africani, presi di mira dall’imperialismo.
I crimini di guerra degli Stati Uniti in Iraq e in Afghanistan, così come i crimini commessi da Israele contro i civili palestinesi e libanesi sono stati ignorati dalla Corte Penale Internazionale.
Un baluardo dell’imperialismo statunitense su scala globale, è improbabile che il Vaticano farà fronte alle accuse tanto presto.
 
La guerra contro il movimento globale per la giustizia
 
Che ruolo gioca il Vaticano nella società classista, che sia di particolare valenza per l’imperialismo statunitense? Mentre ha assolto, dato copertura e solo trasferito migliaia di preti colpevoli di abusi sui bambini, per 25 anni Papa Benedetto XVI ha usato la sua posizione alla testa della più potente istituzione ecclesiale, la Congregazione per la Dottrina della Fede, per rimuovere dalle parrocchie, dalle scuole e da tutte le posizioni influenti migliaia di sacerdoti, vescovi e persone religiose che in qualche modo si dimostravano progressiste o interessate a difendere i diritti e la dignità dei poveri e degli oppressi.
A teologi, docenti, scrittori ed intellettuali cattolici dissidenti veniva proibito di scrivere, pubblicare ed insegnare in istituzioni della Chiesa.
Vescovi che hanno tentato di usare la loro autorità per un cambiamento sociale sono stati messi sotto inchiesta per la loro inaffidabilità e costretti alle dimissioni. Poi sono stati rimpiazzati da uomini del clero politicamente più reazionari che si sono preoccupati soprattutto di preservare l’autorità religiosa e il dogma.
 
Questo è stato lo sforzo della destra di reprimere una corrente religiosa progressista nota come “teologia della liberazione”, che cercava di allineare la Chiesa con i movimenti di liberazione e anticolonialisti, con le lotte rivoluzionarie che stavano diffondendosi rapidamente in Africa, Asia e nell’America Latina e con il movimento per i diritti civili negli Stati Uniti.
 
Preti come Padre Camillo Torres in Colombia, che scrivevano, predicavano e andavano in giro organizzando il tentativo di unità rivoluzionaria fra marxismo e cattolicesimo, venivano considerati una minaccia diretta allo sfruttamento capitalistico.
Padre Torres si unì alla lotta armata contro la dittatura appoggiata dagli Stati Uniti e morì in combattimento.
Suore attiviste, che guidavano il movimento per il diritto d’asilo per fornire assistenza e transito sicuro agli immigrati salvadoregni che tentavano di sfuggire agli squadroni della morte, vennero prese come obiettivo.
Così sono stati Philip e Tom Berrigan, preti che continuamente hanno rischiato l’arresto e sono stati incarcerati con una organizzazione militante di Cattolici che si opponevano alla Guerra in Vietnam. Ai teologi della liberazione, come il carismatico Leonardo Boff del Brasile, è stato proibito dalla Chiesa di parlare o di scrivere.
Preti che cercavano di servire i poveri, come Padre Jean-Bertrand Aristide di Haiti, venivano espulsi dai loro ordini religiosi e costretti alle dimissioni sotto l’accusa criminale di “glorificazione della lotta di classe.”
Al vescovo Samuel Ruiz del Chiapas, Messico, veniva imposto di astenersi da “interpretazioni marxiste”.
 
Si è trattato di una caccia alle streghe e di un’epurazione che ha preso di mira attivisti antirazzisti e per la giustizia sociale.
Eppure il vescovo reazionario scissionista Richard Williamson (scomunicato nel 1988 da papa Giovanni Paolo II perché consacrato senza mandato pontificio dall’arcivescovo Marcel Lefebvre, iniziativa che la Santa Sede considerò al pari di un atto scismatico), che pubblicamente aveva negato l’Olocausto, ha ricevuto il bentornato nell’ambito della Chiesa.
Di fronte ad una opposizione sempre più crescente ad ogni livello, questa potente istituzione, che per secoli ha protetto la proprietà e i privilegi delle classi dominanti occidentali, ha scelto di mettere su un piano alto le forze fanaticamente più reazionarie per dare battaglia a coloro che incalzano per cambiamenti, aperture, uguaglianza e attenzione per i bisogni dei poveri e degli oppressi.
 
Sotto il pontificato di Giovanni Paolo II ed ora di Benedetto XVI, la Chiesa Cattolica è stata un fedele alleato dell’imperialismo usamericano nell’opposizione alla costruzione del socialismo nell’Europa dell’Est.
In cambio il potente sistema dei media degli Stati Uniti ha giocato un ruolo attivo nel promuovere e nell’assegnare una copertura favorevole alla Chiesa demonizzando i Musulmani e gli altri movimenti religiosi dei popoli oppressi.
Nel 2006, Papa Benedetto ha fornito appoggio alla propaganda contro i Musulmani, che Washington consapevolmente aveva infiammato in modo da giustificare la guerra e l’occupazione in Iraq e in Afghanistan. In un importante messaggio papale, Benedetto XVI citava un Imperatore bizantino del quattordicesimo secolo che aveva affermato che il Profeta Maometto aveva recato al mondo solo “cose malvagie ed inumane”.
L’alleanza con l’imperialismo degli Stati Uniti ha indotto la Chiesa Cattolica a rinverdire gli eccessi più reazionari del suo nero passato. Membri delle sue organizzazioni, come la riservata Opus Dei e i Legionari di Cristo, si sono collegati agli squadroni della morte e alle dittature militari in tutta l’America Latina e al fascismo e ai reazionari più estremisti in Europa, e sono stati promossi agli incarichi più elevati in Vaticano e in tutto il mondo.
 
Due uomini di chiesa fascisti, Josemaria Escrivá, schierato con Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale e organizzatore di bande fasciste per dare la caccia ai comunisti e ai sindacalisti rivoluzionari nella Spagna di Franco, e il Cardinale Aloysius Stepinac di Croazia, che ha contribuito ad organizzare capi di sterminio di Ebrei, Serbi e Zingari Rom, sono stati proposti per la santità.
Non è contraddittorio il fatto che preti che hanno abusato di bambini siano stati protetti e nascosti mentre quelle forze religiose che hanno cercato di difendere i diritti degli oppressi e si sono alleate con i movimenti progressisti sono state costrette a sottomettersi.
La cooperazione con teppisti criminali e la dura repressione dei progressisti sono due facce della medesima politica di classe, quella di difendere l’autorità costituita. Il medesimo approccio applicato ad ogni questione sociale!
 
Giudizio repressivo di ogni forma di sessualità
 
Dallo Stato schiavista della Roma antica alla società feudale europea, e poi come importante strumento di conquista imperiale, sempre l’istituzione religiosa si è radicata nella società classista e patriarcale.
Questa eredità patriarcale sta alla base dei giudizi repressivi della Chiesa verso qualsiasi forma di espressione della sessualità umana.
Che le persone siano omosessuali o eterosessuali, sposate o non sposate, la Chiesa Cattolica ha affermato il suo diritto di emanare norme per una società nel suo insieme su qualsiasi forma di espressione della sessualità umana.
Mentre non prendeva alcun provvedimento contro i predatori sessuali, altrimenti questo avrebbe minacciato l’autorità e la santità del clero, Ratzinger era alla testa di coloro che volevano imporre arcaiche dottrine religiose sulla sessualità e tenere le donne in posizione subordinata nella Chiesa e nella società nel suo complesso. Nessuna presa di posizione liberale su problematiche come quella del controllo delle nascite, sull’aborto, il divorzio o il riconoscimento dell’omosessualità veniva concessa.
 
All’interno della Chiesa le norme repressive venivano fatte rispettare ponendo al centro dell’attenzione il peccato e la colpa. A Cattolici omosessuali, a Cattolici che si sono rimaritati, che hanno praticato il controllo delle nascite o che hanno procurato un aborto, sono stati negati i sacramenti, esclusi dalla Chiesa o scomunicati.
Il peso totale delle istituzioni ecclesiastiche, con importanti quantità di finanziamenti e potere politico, veniva aggressivamente usato nella società laica per ostacolare la liberalizzazione di leggi sul divorzio e sul diritto della donna al controllo delle nascite e all’aborto.
La Chiesa Cattolica ha organizzato e finanziato campagne politiche contro il matrimonio fra omosessuali e contro l’adozione di bambini da parte di coppie gay.
Tuttavia, mentre proclamano il loro dovere religioso di proteggere i “bimbi non ancora nati”, le autorità cattoliche si rifiutano di proteggere i bambini sotto il loro diretto controllo.
 
Quando si è allargata la tempesta di proteste contro le aggressioni ai bambini in loro custodia, questo gruppo di preti reazionari ha cercato di sviare il loro tentativo di insabbiamento verso una lotta contro il popolo degli omosessuali collegando la pedofilia, vale a dire gli abusi sessuali sui bambini indifesi, con l’omosessualità tra adulti consenzienti.
Il 14 aprile 2001, il massimo collaboratore di Papa Benedetto, il Segretario di Stato Vaticano Cardinale Tarcisio Bertone, addossava la pedofilia all’omosessualità, che egli stigmatizzava come “una patologia”.
 
Il Cardinale Ratzinger, ora Papa Benedetto, in una ben nota lettera ai vescovi nel 1986 condannava l’omosessualità come un “peccato intrinsecamente morale.” Egli arrivava perfino a giustificare ed anche ad incoraggiare le aggressioni violente contro gli omosessuali, affermando che “né la Chiesa né la società dovrebbero sorprendersi per il crescere di reazioni violente ed irrazionali”, quando gli omosessuali reclamano diritti civili.
Questi crimini contro tutti i movimenti degli oppressi devono essere fatti oggetto della collera diretta contro le gerarchie della Chiesa.
Gli anni della repressione, delle cacce alle streghe e del fanatismo bigotto organizzato sempre meno hanno fornito alle gerarchie cattoliche una base di appoggio. Quelli che sono ai vertici della gerarchia hanno perso i contatti con l’insieme dei fedeli cattolici e totalmente con i valori della società nel suo insieme.
 
Malgrado ogni tentativo, non possono più tornare indietro al loro potere assoluto di 500 o solo di 100 anni fa, quando preti e vescovi non dovevano rendere conto dei loro crimini contro le donne o contro gli schiavi, i servi, i contadini o i lavoratori analfabeti ed indifesi.
Le giustificazioni accuratamente e abilmente presentate per non assumersi le responsabilità e le sceneggiate di incontri di confronto pubblico con pochi e ben selezionati sopravvissuti agli abusi non risolveranno la crisi che sta di fronte alla leadership reazionaria della Chiesa.
Oggi, coloro che hanno sofferto di abusi hanno trovato modo di esprimersi e hanno trovato alleati.
 
La scrittrice ha frequentato, sopravvivendo, per 14 anni scuole cattoliche.
 
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URL di questo articolo, versione spagnola, su Tlaxcala: http://www.tlaxcala.es/pp.asp?reference=10466&lg=es
 

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