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Guerra fredda psicologica


Le scienze della dominazione mondiale

di Denis Boneau


Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova

 

Le scienze della comunicazione, il cui sviluppo è stato pilotato dalla CIA a partire dagli anni Cinquanta,  hanno costituito uno strumento essenziale della “guerra psicologica” condotta contro i governi filo sovietici e contro quei paesi che, resistendo al dominio degli Stati Uniti, si dimostravano suscettibili di oscillare nel campo comunista.

In collaborazione con l’esercito USA e con i servizi segreti, gli specialisti del comportamento hanno contribuito a raccogliere informazioni sul “nemico”, a elaborare la propaganda atlantista (NATO), a prevenire i movimenti di liberazione ostili a Washington, arrivando perfino a consigliare gli esperti della tortura. Questa “alleanza fra il mondo scientifico e quello politico” è all’origine di un dispositivo ancora oggi utilizzato per diffondere la “Voce dell’America” nel mondo. 

 

8 dicembre 2004

 

A partire dal 1945, i Presidenti Harry Truman e Dwight Eisenhower hanno istituzionalizzato le agenzie di propaganda, messe in azione durante la 

Seconda Guerra mondiale, assegnando loro una missione originale, quella di combattere l’Unione Sovietica e le Repubbliche Popolari satelliti dell’URSS.

La strategia generale elaborata da Truman e i suoi consiglieri, denominata “contenimento”, consisteva nel bloccare l’espansione del comunismo e, in particolar modo, nel tentativo di controllare i movimenti di emancipazione nazionali, suscettibili di portare al potere dirigenti filo sovietici.

Questo ambizioso progetto aveva bisogno della collaborazione di esperti in grado di fornire dati geografici, economici, culturali, psicologici e sociologici sfruttabili dall’Esercito e dai servizi segreti. In questo contesto, alcuni specialisti di scienze del comportamento, alcuni di costoro erano già stati impegnati contro il Terzo Reich, venivano arruolati nei nuovi servizi della propaganda per la Guerra Fredda.  

 

Dal novembre 1945, il generale John Magruder proponeva di affidare al servizio segreto militare un progetto ambizioso di propaganda “in tempo di pace”, basato sul contributo delle scienze umane.  Ma la sua iniziativa non fu sufficiente a convincere Truman che decideva di smantellare l'OSS [1], l’Ufficio dei Servizi Strategici diretto da “Wild Bill” Donovan, protetto da Roosevelt. Seguendo questa logica, venne disciolto anche l’Ufficio Informativo di Guerra (OWI) [2], accusato di avere favorito la rielezione di Roosevelt nel 1944. 

Nel gennaio 1946, Truman insediava il Gruppo Centrale di Informazioni (CIG), che qualche settimana più tardi diveniva l’Agenzia Centrale di Informazioni (CIA).

Le operazioni inconfessabili, « propaganda, guerra economica, azione diretta preventiva, sabotaggio, antisabotaggio, demolizione, sovversione contro gli Stati ostili, assistenza ai movimenti di liberazione clandestini, guerriglia, sostegno ai gruppi indigeni combattenti nei paesi nemici del mondo libero… », venivano affidate all’Ufficio di Coordinazione Politica (OPC) [3], diretto da un anziano dell’OSS, Franck Wisner.

In teoria, l’OPC dipendeva dalla CIA; in pratica Wisner, tenuto sotto debole controllo da George Kennan, disponeva di una conseguente libertà di azione. Una parte rilevante delle operazioni di “guerra psicologica” veniva presa in carico dall’OPC.

Wisner reclutava nei suoi quadri degli esperti in modo da raccogliere dati informativi, convertiva intellettuali “neutri”, e così intendeva elaborare la propaganda atlantista.

 

Cos’è la guerra psicologica?

 

Le operazioni psicologiche designano un insieme molto ampio di attività, andando dalla propaganda radiodiffusa alla tortura. Queste attività necessitano di conoscenze approfondite delle popolazioni prese di mira.

L’Esercito degli Stati Uniti, in un documento redatto nel 1948,  definisce così la “guerra psicologica”: « Questa impiega mezzi fisici o etici, oltre alle tecniche militari ortodosse, tendenti a:


a - Distruggere la volontà e la capacità di combattere del nemico.

b - Privarlo del sostegno dei suoi alleati.

c - Accrescere in seno alle nostre truppe e in quello dei nostri alleati la volontà di vincere.


La guerra psicologica impiega qualsiasi arma in grado di influenzare la volontà del nemico. Le armi sono psicologiche solamente per l’effetto che producono e non in ragione della natura delle armi stesse.  Quindi, in un quadro di guerra psicologica, la propaganda palese (bianca), segreta (nera), o grigia – sovversione, sabotaggio, operazioni speciali, guerriglia, spionaggio, pressioni politiche, culturali, economiche e razziali – sono considerate come armi utilizzabili. »

Allo scopo di realizzare questo programma di “guerra psicologica”, i servizi segreti reclutano degli specialisti di scienze del comportamento in grado di inventare la propaganda bianca, “semplice, chiara e rinnovata”, e la propaganda nera, destinata a provocare nel campo dell’avversario “problemi, confusione…terrore”. 

 

I Progetti «Troy» e «Camelot»

 

Il Progetto «Troy» consisteva nel mobilitare ricercatori per definire i differenti mezzi disponibili per diffondere la “Verità” (la propaganda Statunitense) dietro la Cortina di Ferro.  L'obiettivo era quello di rinforzare il dispositivo “Voce dell’America” (VOA), una rete di radiodiffusioni creata dal Servizio Informazioni Internazionali (IIS), un organismo messo in piedi da Truman con lo scopo di sostituire l'OWI.

La “Voce dell’America” era una operazione di propaganda bianca; il suo ruolo era di fare promozione agli Stati Uniti ( si intende bene che “Democrazia”, “American way of life”, “Libertà” erano i principali leit-motives dei discorsi della VOA).

All’origine del Progetto « Troy », James Webb, un consigliere del Segretario di Stato Dean Acheson, era un fautore della prima ora della “guerra psicologica”.

Webb raccomandava l’accostamento di esperti universitari al governo.

 

Gli scienziati del Progetto «Troy» presentavano un rapporto conclusivo nel quale affermavano che la “Voce dell’America” non era sufficiente a squarciare la Cortina di Ferro.

Di fronte a questo relativo insuccesso, preconizzavano altri mezzi e metodi.

Inizialmente, il Progetto « Troy » doveva essere centrato sulle radiodiffusioni e su lanci di volantini con palloni sonda. Andando oltre gli obiettivi loro assegnati dai loro mecenati - Marina e Aviazione militari, e probabilmente la CIA -, gli esperti proponevano di percorrere altri canali per la propaganda bianca: scambi universitari, pubblicazione di libri…e facevano notare che l’informazione poteva propagarsi semplicemente per posta, con l’intermediazione di giornali professionali e altre pubblicazioni commerciali e industriali.

Questo studio era ugualmente accompagnato da raccomandazioni pratiche molto precise. I membri del Progetto « Troy » raccomandavano, ad esempio, la centralizzazione delle operazioni della propaganda.

Seguendo questo indirizzo, Truman istituiva il Psychological Strategy Board, la Commissione per le Strategie Psicologiche, che intensificava gli studi sulla “società sovietica” con un programma di colloqui e relazioni con i dissidenti, e favoriva la creazione del CENIS, Centro per gli Studi Internazionali [4] [5].

 

Questa prima collaborazione di grande levatura prefigurava altre operazioni dello stesso tipo. L'Air Force, fin dal 1950, commissionava  un rapporto sulla popolazione Coreana.  Wilbur Schramm, considerato come il padre fondatore del paradigma della comunicazione di massa, John Ridley e Fredericks Williams venivano incaricati di interrogare dei rifugiati anticomunisti, in modo da elaborare una tattica di propaganda in Corea. Questo studio approdava a due tipi di documenti : alcune pubblicazioni nel “Trimestrale di Pubbliche Opinioni”(POQ), la rivista ufficiale dei fautori della “guerra psicologica”, e un libro dal titolo “The Reds Take a City – I Rossi prendono una Città”, come un rapporto segreto destinato all’Esercito. 

 

Un’altra rappresentazione metamorfica della “guerra psicologica”, il Progetto “Camelot”

consisteva, negli anni Sessanta, nel produrre modelli di processi nazionali rivoluzionari nei paesi del Terzo Mondo, in modo da guidare le operazioni di contro-rivoluzione.  “Camelot” rappresentava alla perfezione l’intensificazione delle relazioni fra i comportamentalisti e i servizi segreti Statunitensi.  

Lanciato nel 1963, il Piano, destinato a facilitare gli interventi nello Yemen, a Cuba e nel Congo belga, in teoria doveva permettere di prevedere e prevenire i rischi di rivoluzioni. In Cile, alcuni giornali della sinistra denunciarono il coinvolgimento del governo degli Stati Uniti nel mettere in atto “Camelot” attraverso l’intermediazione dell’Organizzazione per la Ricerca sulle Operazioni Speciali (SORO). Il « piano di spionaggio yankee » falliva parzialmente, dato che le conclusioni dello studio saranno verosimilmente utilizzate dai servizi Statunitensi per rovesciare Allende e insediare al potere in Cile la giunta del generale Pinochet [6].

 

Arruolare gli universitari

 

L'intesa fra un gruppo di studiosi universitari e l’Esercito permetteva l’affiorare di una nuova scienza concepita come uno strumento per i servizi segreti. Le scienze della comunicazione e il paradigma della “comunicazione di massa”, con i finanziamenti dell’Aviazione, della Marina, della CIA, del Dipartimento di Stato (…) apportarono numerosi elementi utili al fine di elaborare una propaganda efficace destinata ad attraversare la Cortina di Ferro seguendo canali differenti (volantinaggi, radiodiffusione…). Il campo di studi della disciplina è vasto:  tecniche di persuasione, valutazioni della pubblica opinione, interrogatori, mobilitazioni politiche e militari, diffusione ideologica…

 

Per soddisfare la richiesta di informazioni scientifiche, venivano finanziati molti centri:

- Ufficio per la ricerca sociale applicata (BASR) di Paul Lazarsfeld, istituito presso

  l'Università di Columbia.

- Istituto per la Ricerca Sociale Internazionale (IISR) di Hadley Cantril.

- Centro di Studi Internazionali (CENIS) di Ithiel de Sola Pool,

  (Istituto tecnologico del Massachusetts), che riceveva i finanziamenti dalla Fondazione         Ford, in realtà provenienti dalla CIA.

- Ufficio per la Ricerca sulle Scienze Sociali (BSSR), direttamente finanziato dalla CIA che desiderava migliorare le tecniche di interrogatorio. Ecco che la tortura viene concepita come un settore della ricerca delle scienze sociali [8].

A partire dalla guerra di Corea, il BSSR, principale centro di ricerca della propaganda “nera”, veniva incaricato di diversi studi da parte delle Forze Armate. In special modo si trattava di determinare i “bersagli e i fattori di vulnerabilità” delle popolazioni dell’Europa dell’Est, prendendosi cura di definire i diversi “aspetti della violenza psicologica”. 

In concreto, il BSSR produceva relazioni sugli effetti delle tecniche tradizionali negli interrogatori dei prigionieri - elettrochocs, percosse, droghe…Questi studi finanziati dalla CIA (50% del bilancio totale del Centro) permettevano inoltre di raccogliere informazioni soprattutto a proposito delle popolazioni Vietnamita ed Africane con lo scopo esplicito di rendere più efficace la tortura [9].

 

Una rivista: Trimestrale di Pubblica Opinione

 

La rivista Trimestrale di Pubblica Opinione era stata creata nel 1937 da De Witt Poole dell’Università di Princeton. La rivista pubblicava articoli di “guerra psicologica”, in particolare pubblicazioni dell’OWI, studi sul morale dei civili tedeschi durante la guerra, saggi sull’addestramento delle truppe, riflessioni sulla propaganda di guerra…Alcune ricerche sembravano direttamente ispirate dalle ossessioni dei servizi segreti e dalle agenzie di propaganda, (sondaggi d'opinione in Francia e in Italia…).

Il consiglio di amministrazione della rivista era composto da specialisti reclutati secondo il progetto psicologico della CIA : Paul Lazarsfeld, Hadley Cantril, Rensis Likert, De Witt Poole (che più tardi diverrà il Presidente della Commissione Nazionale per l’Europa Libera).

Lo studio dei sistemi di comunicazione dei paesi sotto dominazione dell’Unione Sovietica o suscettibili di essere conquistati dai gruppi comunisti permetteva di raccogliere delle informazioni immediatamente utilizzabili dagli strateghi dell’Esercito, come pure indicazioni talvolta molto precise sulle modalità della diffusione della propaganda “bianca” e sui metodi “neri” della diffusione del terrore. 

Quindi, le scienze della comunicazione, concepite come mezzi di sorveglianza e di coercizione, hanno una vocazione puramente strumentalizzante.

 

Le scienze della coercizione contro il neutralismo

 

Il paradigma della comunicazione di massa, nato dai finanziamenti dei servizi durante la Guerra Fredda, si inseriva in un progetto ideologico più vasto consistente nella divisione dello scacchiere  mondiale secondo la logica manichea degli strateghi degli Stati Uniti.

Le tesi portate avanti con convinzione dal patriarca della disciplina, Wilbur Schramm, creavano una nuova prospettiva a questa dimensione minimalista delle scienze della comunicazione. Il sistema di Schramm, come quello di Leo Strauss, si fondava sull’antagonismo “good guys / bad guys” (elementi buoni/elementi cattivi), i buoni e i malvagi. Questo principio etico, il comunismo simbolizzava il Male e gli Stati Uniti il Bene, era condiviso dalla maggior parte degli intellettuali o degli studiosi reclutati al fianco del governo degli Stati Uniti contro l’espansione dell’Unione Sovietica.

In questa lotta manichea, il neutralismo appariva necessariamente come una prova di tradimento. Più che convincere i partigiani del comunismo, il combattimento intellettuale consisteva nel portare dalla propria parte i neutrali.

 

Al Congresso per la libertà della cultura,

http://www.reseauvoltaire.net/article11245.html, gli “Intellettuali di New York”

http://www.reseauvoltaire.net/article15635.html, seguiti da una folla di difensori Europei dell’atlantismo, come Raymond Aron, http://www.reseauvoltaire.net/article15295.html, in Francia, designavano il neutralismo come l’obiettivo più importante della “loro” impresa.

Gli specialisti della comunicazione si davano da fare molto per questo progetto generale immaginato dalla CIA e dall’OPC.  Daniel Lerner, in un articolo pubblicato da POQ, si interrogava sui differenti aspetti del neutralismo ed elaborava un ritratto tipico degli individui appartenenti a questa categoria.  Alla domanda su come riconoscere un neutrale, l’autore rispondeva: “Per un neutrale, la scelta fra gli Stati Uniti e l’URSS non coincide con la scelta fra la libertà e l’asservimento”.  Egli individuava molti simboli distintivi del neutralismo: “Pace, sicurezza, distensione nelle relazioni internazionali”.

 

Al di là delle somiglianze fra le linee ideologiche della « guerra psicologica » e quelle del Congresso per la libertà della cultura, che testimoniavano della relativa coerenza del progetto immaginato da Wisner e dai dirigenti della CIA, possiamo sottolineare che gli specialisti della “manipolazione di massa” erano spesso dei marxisti pentiti.

La carriera di Paul Lazarsfeld è da questo punto di vista esemplare. Alla fine degli anni Venti, quello che diverrà uno dei principali ideologi della “comunicazione di massa” è un attivista socialista. In Francia, egli è nelle posizioni vicine alla SFIO e frequenta Léo Lagrange. Nel 1932, la Fondazione Rockefeller gli proponeva una borsa di due anni per studiare negli Stati Uniti. Una delle sue considerazioni era che esisteva “una corrispondenza metodologica fra l’acquisto del sapone o l’acquisizione del voto socialista”: quindi si metteva in evidenza scrivendo articoli di marketing. Rapidamente contattato dal governo e dai servizi segreti, collaborava ad un programma di ricerca sugli effetti della radiodiffusione, il Radio Research Program, finanziato dalla Fondazione Ford, e fondava il BASR, l’Ufficio per la Ricerca Sociale Applicata, con importanti finanziamenti grazie ai contratti con l’Esercito e la CIA. 

Nel 1951, veniva nominato consigliere per le Scienze Sociali presso la Fondazione Ford; inoltre favoriva la creazione di un Istituto di studi avanzati nelle scienze sociali in Austria e l’avvio di un programma di scambi con la Jugoslavia e la Polonia. Negli anni Sessanta, si vedeva assegnare dei ruoli di esperto presso l’UNESCO e l'OCDE [10]. Paul Lazarsfeld aveva dunque rotto con le organizzazioni di rete socialiste per incorporarsi nei gruppi di studio scientifici della “guerra psicologica”. 

Non è stato l’unico a seguire questo percorso degno degli “Intellettuali di New York” [11]. Anche Leo Lowenthal, uno di coloro che hanno dato principali contributi al POQ, ha partecipato attivamente all’elaborazione di tecniche “psicologiche” destinate a combattere i suoi vecchi compagni marxisti.

 

Il terreno scientifico dei “comportamentalisti” era lo studio dei sistemi di comunicazione dei paesi a “rischio”. Nulla di straordinario dunque nel fatto che la storia di questa disciplina fosse strettamente collegata ai conflitti nei quali erano coinvolti gli Stati Uniti durante la Guerra Fredda, sia apertamente – Corea, Vietnam – sia segretamente – Cile, Angola… 

 

Attualità della “guerra psicologica”

 

Il dispositivo messo in piedi da Wisner è sopravvissuto alla Guerra Fredda. Parallelamente al reclutamento dei “comportamentalisti”, la CIA ha finanziato la creazione di numerosi centri di ricerche internazionali o di “studi di area” aventi lo scopo di produrre informazioni sulle zone geografiche “a rischio”. 

Dal 1947, la Fondazione Carnegie, http://www.reseauvoltaire.net/article14683.html, fornisce i fondi necessari a lanciare il Centro di ricerche sulla Russia, il Russian

Research Center. A partire dal 1953, uno dei principali paraventi della CIA, la Fondazione Ford, http://www.reseauvoltaire.net/article13171.html, alimenta 34

Università, in modo che possano essere sviluppate ricerche internazionali. 


Questo progetto non è riservato solo agli Stati Uniti. La Fondazione Rockefeller finanzia in Francia differenti centri “studi di area”, dopo essersi presa cura di verificare l'appartenenza politica dei ricercatori sovvenzionati. La VIa Sezione della Scuola Pratica di alti studi, che più tardi diverrà la Scuola di alti studi in scienze sociali (EHESS

http://www.reseauvoltaire.net/article14465.html ), accoglie delle équipes di ricercatori che hanno prodotto lavori sulla Cina, sulla Russia e su altre regioni obiettivo dei servizi segreti degli Stati Uniti. Gli studi internazionali costituiscono ancor oggi una delle preoccupazioni essenziali dell’EHESS.

 

Nello stesso modo, la « Voce dell’America », la VOA, rete di radiodiffusioni della propaganda Statunitense, giocattolo preferito dai comportamentalisti del Progetto “Troy”, resta attiva. 

La legge, votata nel 1960 dal Congresso, promulgata nel 1976 dal Presidente Ford, recita: “La comunicazione diretta radiofonica, (la propaganda bianca), con i popoli del mondo serve a lungo termine agli interessi degli Stati Uniti (…) Le informazioni della VOA saranno precise, obiettive, e complete (…) La VOA presenterà la politica degli Stati Uniti in maniera chiara ed efficace ( !).”


Diffuse dalla stazione madre emittente di Greenville (Carolina del Nord), le trasmissioni VOA sono attualmente destinate ai paesi africani e a priori sembrano prendere in contropiede l’influenza francese nella regione, (d’altronde, già nel 1960 la VOA ha istituito un servizio francofono). 

Conclamando la sua indipendenza, la VOA perfeziona così la sua regola fondamentale: “Nel mondo, e in particolare in Africa, la radio resta il mezzo principale di accesso all’informazione. Oggi come ieri (sic), il nostro obiettivo è quello di presentare dei programmi costituiti da informazioni affidabili e senza preconcetti, sulle quali i nostri ascoltatori possono contare.”

 

Da un punto di vista generale, le scienze della comunicazione hanno favorito l’emergere di una nuova forma di propaganda di guerra adattata alla Guerra Fredda, vale a dire, non proprio concepita per una classica contrapposizione, ma contemporaneamente per la battaglia ideologica Est/Ovest e per i conflitti di bassa intensità che sono andati a svilupparsi nel Terzo Mondo.

 

Nel 2001, l’Amministrazione di George W. Bush ha riattivato l’insieme dei dispositivi della Guerra Fredda, non più per lottare contro l’Unione Sovietica, ma per imporre un Nuovo Ordine Mondiale. Dopo gli attentati dell’11 settembre, questa riattivazione è stata giustificata dalle necessità della “guerra al terrorismo”. In questo contesto, la CIA ha coinvolto nuovamente la Università. Il Direttore delle ricerche scientifiche dell’agenzia, John Philips, h assunto il controllo del Rochester Institute of

Technology ; Micheal Crow, vice direttore della Società di economia mista della CIA nel campo informatico, è divenuto rettore dell’Università dell’Arizona; mentre Robert Gates, ex-direttore della CIA sotto Bush padre, dirige attualmente la Texas A&M University.

 

Denis Boneau

 

 

[1] L’OSS, Office of Strategic Services, Ufficio di Servizi Strategici, è un servizio segreto di informazioni e di azione esterna, messo in funzione durante la Guerra mondiale. Ha impiegato scienziati in scienze sociali, come Herbert Marcuse o Margaret Mead.

[2] L’Office of War Information, l’Ufficio dell’Informazione di Guerra, era diretto da  Elmer Davis.

[3] L’OPC, Office of Policy Coordination, Ufficio di Coordinazione Politica, è la struttura amministratrice della rete « stay-behind (stare nel retroscena) ». Vedere «Stay-behind, le reti di ingerenza americane » di Thierry Meyssan, Voltaire, 20 agosto 2001,

http://www.reseauvoltaire.net/article8691.html

[4] Alan Needell, “Progetto Troy e correlazione con la Guerra Fredda”, e “Università e Impero, Denaro e politiche nelle scienze sociali durante la Guerra Fredda”, The New Press, 1998.

[5] Il Centro di Studi Internazionali (CENIS) è un dipartimento del celebre MIT (Massachusetts Institute of Technology) diretto da Max Millikan.

[6] Ellen Herman, “Progetto Camelot e la carriera della Psicologia da Guerra Fredda”, ibid.

[7] «La Fondazione Ford, paravento filantropico della CIA», Voltaire, 5 aprile 2004

http://www.reseauvoltaire.net/article13171.html

[8] «I manuali di tortura dell’Esercito degli Stati Uniti » di Arthur Lepic, Voltaire,

26 maggio 2004.

[9] Christopher Simpson, “Scienza della Coercizione, Ricerche sulla Comunicazione e Guerra Psicologica, 1945-1960”, Oxford University Press, 1994.

[10] Michael Pollack, « Paul Lazarsfeld, fondatore di una multinazionale scientifica », in Atti della ricerca in scienze sociali, n° 25, gennaio 1979.

[11] «Gli Intellettuali di New York e l’invenzione del neoconservatorismo » di Denis Boneau, Voltaire, 26 novembre 2004.

http://www.reseauvoltaire.net/article15635.html

 

 

Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova