www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - linguaggio e comunicazione - 09-04-05

[ "Sì, Kouchner mentiva": alcune note di Michel Collon ripercorrono  fasi della costruzione della disinformazione strategica sulla  Jugoslavia. Disinformazione essenziale per portare a compimento lo  smembramento del paese, nell'interesse della canaglia imperialista  europea e statunitense. Un breve excursus dalla guerra in Bosnia fino a  quel regime di apartheid in Kosovo che Kouchner, da primo responsabile  dell'amministrazione coloniale ONU sul territorio, ha attivamente  contribuito a realizzare... ]

Sì, Kouchner mentiva…


di Michel Collon
(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

Il co-autore di una delle più gravi menzogne mediatiche (mediamenzogne) degli anni Novanta comincia ad ammettere. Istruttivo per l’avvenire, dato che i trucchi della manipolazione sono sempre gli stessi… 

Flash-back. Estate 1992, guerra in Bosnia. Bernard Kouchner e i suoi “Medici del mondo” diffondevano nella stampa e i sui muri di Parigi un manifesto pubblicitario, costoso ed impressionante.  Il fotomontaggio presentava dei “prigionieri” di un campo di concentramento Serbo in Bosnia. Dietro a barriere di filo spinato. Kouchner accompagnava l’immagine con una torre di controllo di Auschwitz. La didascalia accusava i Serbi di «esecuzioni di massa».
Informazione o intossicazione? Intossicazione, notizia avvelenata, ha ammesso Kouchner dodici anni più tardi.
Il suo recente libro autoreferenziale, “I guerrieri della pace”, riporta un colloquio con Izetbegovic
(il leader nazionalista musulmano al potere all’epoca di Sarajevo), al suo letto di morte:

Kouchner
: Si trattava di posti orrendi, ma non vi avvenivano stermini sistematici. Lo sapevate voi?
Izetbegovic : Sì. L’affermazione di sterminio di massa era falsa. Non esistevano campi di sterminio, qualsiasi fosse l’orrore dei posti. Io pensavo che le mie rivelazioni avrebbero potuto accelerare i bombardamenti.

Effettivamente, questa menzogna mediatica ha fatto propendere l’opinione pubblica verso il sostegno dei bombardamenti. Tutta la stampa occidentale aveva diffuso la menzogna in modo massiccio.
Ma la recente smentita è passata sotto silenzio. Il pubblico non può venire a sapere di essere stato raggirato!
La mezza confessione di Kouchner e questo silenzio mediatico pongono delle questioni cruciali:

Primo interrogativo: Kouchner sapeva ben prima che si trattava di una menzogna?
Risposta : Sì. Dal 1993, un giornalista di France 2, Jacques Merlino, aveva rivelato l’inganno in un libretto dal titolo eloquente “Tutte le verità non sono buone per essere dette”. Vi era riportata una intervista con il direttore di Ruder Finn, un’agenzia Statunitense di relazioni pubbliche, che molto fiero, ammetteva di aver montato tutti gli elementi costitutivi della campagna relativa ai “campi di sterminio”:
“Noi abbiamo raggirato (sic!) anche tre grandi organizzazioni ebraiche: B'nai B'rith, American Jewish Committee e American Jewish Congress. Immediatamente, abbiamo potuto fare coincidere nell’opinione pubblica i Serbi con i Nazisti. La pratica era complessa, nessuno sapeva bene cosa stesse succedendo in Jugoslavia, ma di un sol colpo, abbiamo potuto presentare una situazione con i buoni e i malvagi.”
“Mentendo,” fa osservare il giornalista!
Risposta: “Noi siamo dei professionisti. Noi non siamo pagati per fare della morale.”
Dunque, Kouchner sapeva tutto da lungo tempo e non è proprio carino mettere adesso tutta la colpa sulle spalle di un morto.

Secondo interrogativo: I mezzi di informazione hanno insabbiato le prove dell’inganno?
Risposta : Sì. Un giornalista tedesco, Thomas Deichman, aveva dimostrato dal 1994 che l’immagine con i reticolati di filo spinato era truccata, che i “prigionieri” non erano proprio rinchiusi. Infatti, era stata tratta da un reportage ITN, dove “i prigionieri” dichiaravano di essere trattati bene, ma la giornalista ITN aveva tagliato queste dichiarazioni!
Potrete trovare il manifesto di Kouchner, le osservazioni di Deichmann, e la nostra denuncia dei trucchi nel mio libro “Poker menteur”. Datato 1998.
Quindi, non era necessario attendere fino ad oggi per fornire una smentita:
http://www.michelcollon.info/display.php?image=img/tm/tm_yougo34.jpg
In un reportage-vidéo «Sotto le bombe della NATO» (1999), noi abbiamo anche presentato le immagini girate da una televisione locale, che dimostravano tutta la falsità del reportage ITN.

Terzo interrogativo:  Kouchner è stato protetto, lui stesso, dai « critici dei mezzi di informazione » ?
Risposta: Sì. Un esempio: Daniel Schneidermann («Arrêts sur images », France 5) ci aveva contattato su questa questione, poi ci ha escluso dal dibattito per non nuocere Kouchner.
Non ci si è più interrogati sulle sue menzogne mediatiche sul Kosovo e sul suo bilancio catastrofico relativo a questa provincia. Abbiamo detto bene: menzogne mediatiche e non errori. Il suo progetto di carriera, che mira al posto di Segretario Generale dell’ONU, gli fa fare di tutto per favorire gli USA.   

Quarto interrogativo:  Perché occorreva presentare una storia « semplice », ma falsa ?
Risposta: Per nascondere la responsabilità delle grandi potenze occidentali in questo conflitto.
Dopo il 1979, la sezione tedesca della CIA sosteneva gli estremisti per fare andare in pezzi la Jugoslavia.
Nel 1989, il Fondo Monetario Internazionale aveva imposto la pressione neoliberista per eliminare l'autogestione e i diritti dei lavoratori, suscitando la crisi e i nazionalismi.
Nel 1991, la Germania, prima dell'inizio della guerra, aveva armato gli estremisti Croati e Musulmani.
Dal 1992 al1995, gli Stati Uniti hanno deliberatamente prolungato il conflitto, come testimonia l’inviato speciale Europeo in Bosnia, Lord Owen.
http://www.michelcollon.info/reponses_tm.php
Tutte queste manovre, per quali interessi? Eliminare un sistema sociale troppo di sinistra, ma soprattutto per controllare strategicamente i Balcani e le rotte petrolifere.  

Quinto interrogativo: Si tratta di negare tutti i crimini commessi ?
Risposta: Assolutamente no, ma quando i nostri governanti tentano di trascinarci attraverso una propaganda di guerra in una situazione di « buoni contro i cattivi », è importante ricordare a costoro i loro interessi nascosti.  E le loro falsificazioni nell’informazione. Ad esempio, trattando dei campi di prigionieri in Bosnia, l’ONU ne aveva censiti sei croati, due serbi e un musulmano. E si trattava piuttosto di campi di concentramento in vista di scambi, e non di campi di sterminio. Ma i nazionalisti croati e musulmani erano “nostri” alleati, o meglio “nostri” agenti, e allora Kouchner, Bernard-Henri
Lévy e altri ospiti permanenti nei media li hanno in modo menzognero imbiancati, ripuliti da colpe.
Noi vorremmo vedere portati in giudizio tutti i criminali di guerra, di tutte le fazioni in campo. Ma questo non vale per dei tribunali bidone, messi in piedi dalla giustizia dei vincitori, nei quali gli USA e la NATO si sono posti d’ufficio al di sopra della legge, e persino decisamente fuori della legge, visto che stanno violando la Carta dell’ONU a tutto spiano. 

Sesto interrogativo: Esistono altre menzogne mediatiche di questa guerra, «che hanno avuto successo»?
Risposta: Certamente. Un solo esempio. Quando la NATO ha iniziato a bombardare la Jugoslavia, nel 1999, veniva affermato che si trattava della reazione a quello che la NATO definiva come un “massacro di 40 civili” da parte dell’esercito Jugoslavo, à Racak, un villaggio del Kosovo. Invece Belgrado parlava di un combattimento fra due formazioni armate, provocato dalle forze separatiste Albanesi.
L'ONU aveva ordinato un rapporto ad una commissione di medici legali diretta da un medico Finlandese, la Signora Ranta. Questa confermava la tesi di Belgrado. Ma nessun mezzo di informazione ne ha parlato ! La menzogna mediatica resta intatta presso l’opinione pubblica.
Perchè ?
Perché le menzogne mediatiche di Kouchner, Bernard-Henri Lévy e altri hanno permesso la divisione della sinistra e hanno impedito l’opposizione ad una guerra in realtà ingiusta. 
L'opinione pubblica, questa deve essere manipolata! E la prossima volta, si ricomincerà nuovamente.

Queste problematiche saranno prossimamente oggetto di dibattito in Belgio e in Francia: cinque anni dopo l’intervento della NATO in Kosovo, che bilancio è possibile trarre? Qual’è oggi la sorte delle minoranze etniche? Quali sono le effettive poste in gioco geopolitiche e il ruolo degli Stati Uniti in questi conflitti?



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Per i Film “I Dannati del Kosovo” (in inglese) e “Sotto le bombe della NATO” (in francese): chiedere a nessa.kovic@indymedia.be