www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - linguaggio e comunicazione - 18-12-12 - n. 434

da resistir.info 
Traduzione dal portoghese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Il ruolo complice dei media nella propaganda di guerra
 
Non saremo ingannati di nuovo?
 
Il golpe della "minaccia" siriana con le armi di distruzione di massa (ADM)


David Edwards

14/12/2012

Quando per molti anni si legge dei crimini di stato, si è tentati di cercare di capire la mentalità dei leader politici. Cosa accade realmente nella loro testa quando vengono ordinate sanzioni che uccidono centinaia di migliaia di bambini? Che cosa c'è nel loro cuore, quando combattono guerre inutili che frantumano milioni di vite? Sono irrimediabilmente crudeli o degli stupidi superficiali? Pensano di vivere in una sorta di inferno in cui vanno commessi atti mostruosi per evitare delle conseguenze ancora peggiori? Sono indifferenti, concentrati sui loro vantaggi politici ed economici a breve termine? Sono moralmente rassegnati, si sentono essenzialmente impotenti di fronte a forze politiche ed economiche invincibili ("Se non lo faccio io, lo farebbe qualcun altro")?

Vengono alla mente domande simili quando il governo USA e del Regno Unito agitano, ancora una volta, lo spettro delle "armi di distruzione di massa" (AMD) per demonizzare l'obiettivo e pretendere un "cambio di regime", questa volta in Siria. Cosa passa veramente per la testa delle persone coscienti che la stessa trama è stata denunciata come cinica frode solo pochi anni fa? L'opinione pubblica è trattata con disprezzo? Ridono di noi? Giocano l'unica carta che credono a loro disposizione, che sanno funzionerà in modo imperfetto, ma che deve essere giocata?

Negli Stati Uniti, la NBC ha commentato:

"Funzionari degli Stati Uniti ci riferiscono che l'esercito siriano è pronto ad usare questa sera le armi chimiche contro il suo popolo. Serve solo l'ordine finale del presidente siriano Assad".

L'osservatorio sull'equità e la precisione dell'informazione nei media statunitensi (FAIR, Fairness and Accuracy in Reporting) chiede: "Da dove provengono queste nuove informazioni?" La risposta è familiare e minacciosa: "Da responsabili anonimi del governo che parlano a giornali come il New York Times". Così, per esempio:

"Funzionari dei servizi segreti occidentali riferiscono di aver rilevato nuovi segni di attività in Siria nei siti utilizzati per lo stoccaggio di armi chimiche. I funzionari sono incerti sul fatto che le forze siriane possano essere in procinto di usare le armi in un ultimo sforzo per salvare il governo o semplicemente per lanciare un avvertimento all'Occidente sulle implicazioni derivanti dal fornire maggiori aiuti ai ribelli siriani.

"In un certo senso proseguono l'attività", ha detto un alto funzionario statunitense, parlando sotto anonimato di questioni di intelligence, "ma ora alcuni elementi suggeriscono che intendono utilizzare le armi. Non si tratta solo di spostamenti. Queste attività sono diverse." (Michael Gordon, Eric Schmitt, Tim Arango, 'Flow of arms to Syria through Iraq persists, to US dismay,' New York Times, 01/12/2012)

FAIR ha spiegato:

"In assenza di ulteriori dettagli, è uno strano modello di conferma delle notizie... La teatralità - immagini satellitari, fonti anonime, storie sulle armi di distruzione di massa e così via - ricorda, ovviamente, la preparazione della guerra contro l'Iraq".

Così è in realtà. Il 26 maggio 2004, il New York Times pubblicò un mea culpa umilmente intitolato: "Il Times e l'Iraq." La redazione ha poi commentato:

"I redattori ai vari livelli, che avrebbero dovuto sollecitare i giornalisti e insistere per un maggiore scetticismo erano forse troppo intenti a non perdere lo scoop sul giornale".

Come conseguenza, il quotidiano ha pubblicato una "politica sulle fonti riservate di notizie", che includeva:

"In ogni situazione in cui citiamo fonti anonime, alcuni lettori possono sospettare che il giornale venga utilizzato per trasmettere informazioni inquinate o richieste speciali. Se l'impulso per l'anonimato ha origine nella fonte, diventano essenziali ulteriori ricerche per soddisfare il giornalista e il lettore sul fatto che il giornale abbia indagato tutta la storia". (Fonti di notizie riservate, New York Times, 25/02/2004)

Naturalmente, tutto ciò è stato dimenticato.

Le stesse dichiarazioni sulle "armi di distruzione di massa" siriane sono apparse sui media britannici. Un articolo del Times del 5 dicembre scorso titolava: "L'arsenale di Assad" (Assad's Arsenal). Ecco la prima riga dell'editoriale:

"Il regime siriano assediato potrebbe essere in procinto di usare armi chimiche. Sarebbe una catastrofe. Deve essere evitata a tutti i costi".

Come sempre, i redattori di Rupert Murdoch - e certamente il boss sopra di loro - dichiarano mestamente che l'"intervento" militare occidentale potrebbe essere l'unica risposta: "dobbiamo anche sperare che gli Stati Uniti e i loro alleati prendano ogni azione che si ritiene necessaria per evitare il disastro morale e umano che il regime siriano causerebbe nel tentare una sua uscita finale in una nube di gas mostarda [iprite, ndt]".

La guerra, per l'Occidente, ora è normale come l'aria che respiriamo. Ovviamente è compito dell'Occidente, con la sua storia intrisa di sangue, salvare la gente del mondo dalle tirannie che sembrano essere d'ostacolo ai suoi obiettivi strategici.

Nel novembre 2002, quando la guerra era incombente in Iraq, il Times scriveva:

"Il presidente Saddam Hussein ha cercato di acquistare da fornitori turchi 1,25 milioni di dosi di atropina, un derivato della pianta belladonna. Questo prodotto ha una vasta gamma di applicazioni mediche, ma protegge anche il corpo dagli agenti tossici che agiscono sul sistema nervoso, paralizzando le vittime e uccidendole in soli due minuti." (Elaine Monaghan, "Iraq move increases chemical war fear," The Times, 13/11/2002)

Nel 2010, il Times ha pubblicato la tesi che l'Iran intendeva sviluppare un "trigger" per armi nucleari. Il giornalista investigativo Gareth Porter riferisce:

"L'intelligence degli Stati Uniti ha concluso che il documento recentemente pubblicato dal Times di Londra... è una montatura, secondo un ex capo della Central Intelligence Agency".

Lo specialista del contro-terrorismo a cui alludeva Porter, Philip Giraldi, commentava:

"La catena di Rupert Murdoch è stata ampiamente utilizzata per pubblicare informazioni false da parte israeliana e, occasionalmente, da parte del governo britannico".

Nell'aprile 2011, Il Times diceva sulla Libia:

"Ci sono crescenti timori che il colonnello Gheddafi possa utilizzare le sospette scorte di armi chimiche contro [Misurata] ... Ci sono anche timori che il colonnello Gheddafi disponga di scorte di gas nervino nella città meridionale di Sabha." (James Hider, "Amid rigged corpses and chemical weapon threat, city fears for its life", The Times, 27/04/2011)

Come se nulla fosse, il Times può ancora vedere un "intervento" stile Libia, in Siria. Così riportava il Guardian questa settimana:

"I leader militari britannici hanno preparato piani di emergenza per fornire ai ribelli siriani il potere marittimo, e possibilmente aereo, secondo la sollecitazione di David Cameron, hanno riferito lunedì notte alte fonti della difesa".

Il governo britannico ha intenzione di combattere con i "ribelli", nonostante le chiare prove di crimini di guerra e il coinvolgimento di numerosi mercenari stranieri armati e finanziati dai tiranni regionali. Il governo siriano è inoltre accusato di crimini sorprendenti.

Depositi arrugginiti per armi di distruzione di massa: gli specialisti della fantasia

Nel Guardian, Matt Williams e Martin Chulov utilizzano un linguaggio drammatico per segnalare le denuncie per cui "il regime [siriano] sta considerando l'utilizzo di armi chimiche contro le forze di opposizione".

L'articolo del Guardian citava la CNN, che a sua volta citava come fonte un "funzionario USA anonimo". Williams e Chulov, senza la minima diffidenza, nel loro pezzo aggiungevano una negazione del carattere "equilibrato" del tanto demonizzato "regime" siriano.

Un articolo della BBC fa riferimento a questa diffidenza:

"Pressato durante l'intervista di Frank Gardner della BBC, ha detto che riusciva a capire il motivo dello scetticismo del pubblico, dopo gli errori commessi dieci anni fa sulle presunte armi di distruzione di massa in Iraq".

A suo merito, Jonathan Marcus sempre della BBC ha fatto di meglio:

"C'è stato un elemento di manipolazione politica per accompagnare la decisione della NATO di installare i missili Patriot in Turchia?

"Fonti contattate dalla BBC dicono che ci sono indicazioni di un'attività in alcuni siti di stoccaggio di armi chimiche.

"Ma è certamente impossibile determinare se si tratta di attività preparatorie all'uso delle armi o, come alcuni analisti ritengono, sono più probabilmente lo spostamento di munizioni per garantire la loro sicurezza. Infatti, questi movimenti sono stati osservati in passato".

Nonostante la prudenza, Marcus ha diffuso l'idea che le ADM siriane possano cadere nelle mani "sbagliate" e che gli Stati Uniti potrebbero ritenere necessario intervenire per evitare che ciò accada.

Su Independent, Robert Fisk è andato molto più in là, prendendo in giro tali dichiarazioni:

"Più grande è la menzogna, più la gente ci crederà. Tutti sappiamo chi lo ha detto, ma funziona ancora. Bashar al-Assad ha armi chimiche. Può usarle contro il suo popolo. Se lo fa, l'Occidente risponderà.... Abbiamo ascoltato tutta questa spazzatura l'anno scorso, e il regime di Assad ha più volte detto che se - se - avesse armi chimiche non le userebbe mai contro i siriani.

"Ma ora Washington usa lo stesso vecchio ritornello del gas. Bashar ha le armi chimiche. Può usarle contro il suo popolo. E se lo fa..."

Fisk aggiunge: "La scorsa settimana, tutti i soliti pseudo-esperti che non riescono a trovare la Siria sulla mappa, ci hanno messo in guardia ancora una volta sul gas mostarda, gli agenti chimici, gli agenti biologici che la Siria può avere, e può utilizzare. E le fonti? Gli stessi specialisti della fantasia che non ci hanno messo in guardia sull'11 settembre ma che hanno insistito nel 2003 sulle armi di distruzione di massa possedute da Saddam: fonti dell'intelligence militare senza nome... E sì, Bashar probabilmente ha alcune sostanze chimiche in bidoni arrugginiti da qualche parte in Siria".

Se corretta, l'idea dei "bidoni arrugginiti" di Fisk rende assurda la "forte pressione" sugli Stati Uniti "per organizzare un piano per la messa in sicurezza delle armi siriane nel caso di crollo del regime" descritto da Marcus.

Alex Thomson di Channel 4 News ha scritto un pezzo eccellente, intitolato "Syria, a weapon of mass deception?' (La Siria, un'arma di inganno di massa?)"

"Senza fare dietrologia... dobbiamo ricordare a noi stessi nel Regno Unito di non voler essere ingannati ancora una volta".

Thomson presenta sul tema un raro esempio di pensiero razionale sui "media mainstream":

"Ma solo per essere fuori moda: quali sono le prove di una minaccia? Cosa c'è alla base di tutto ciò? In breve, di cosa stanno parlando? Si, senza dubbio, la Siria ha agenti chimici e tossici. Ma possesso non significa la minaccia del loro utilizzo. Israele non sta credibilmente minacciando di usare armi nucleari contro l'Iran, nonostante le possieda".

Osserva anche che "la storia costruita sul nulla [è stata] accettata come un dato di fatto globale, quando non si è alla presenza di niente del genere", e presenta l'ovvia considerazione:

"Dopo l'Iraq e le ADM, se la CIA e l'MI6 dicono che al Polo Nord fa freddo, qualsiasi persona di buon senso dovrebbe cercare almeno un paio di fonti ulteriori o volare laggiù per verificare".

Così in mezzo al fuoco di fila della propaganda, un piccolo numero di giornalisti ha imparato dal passato ed è disposto a sfidare le affermazioni ufficiali. Ma non dobbiamo illuderci per questi esempi ammirevoli ma rari di divergenza. La stragrande maggioranza dei resoconti dei grandi media - in particolare i telegiornali che raggiungono milioni di persone - riflettono "imparziabilmente" i richiami del governo, cioè senza il minimo segno di pensiero indipendente o commento critico. I migliori giornalisti rifiutano una versione così evidentemente compromessa di "professionalità", ma sono molto pochi.

Fonte: http://www.medialens.org/index.php?option=com_content&view=article&id=712:wont-get-fooled-again-hyping-syrias-wmd-threat&catid=25:alerts-2012&Itemid=69


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