www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - linguaggio e comunicazione - 26-03-17 - n. 626

Come si spiega il divario di ricchezza razziale?

Josh Hoxie * | blackagendareport.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

01/03/2017

Non c'è mito più radicato rispetto al nostro sconcertante divario di ricchezza razziale, dell'idea che i neri e le persone di pelle scura abbiano meno soldi a causa di decisioni personali sbagliate.

Tom Shapiro, professore presso l'Institute on Assets and Social Policy, insieme con i suoi colleghi della Brandeis University hanno collaborato con Demos, gruppo di esperti con sede a New York, all'uscita di un nuovo rapporto che affronta direttamente questo diabolico e persistente mito del "merito".

Quando tramite sondaggi d'opinione è stato chiesto se le famiglie bianche siano in condizioni economiche migliori rispetto alle famiglie nere, meno della metà degli intervistati bianchi ha riconosciuto di esserlo. Tra le persone che riconoscono che un divario di ricchezza razziale esiste, due terzi affermano che la discriminazione radicata nelle singole persone è un problema maggiore della discriminazione presente nelle nostre leggi e istituzioni. Il divario di ricchezza tra le famiglie bianche e nere, mostra il nuovo rapporto, non può essere spiegato dalle differenze di scelte finanziarie o di stile di vita.

L'importanza delle scelte individuali delle persone di colore impallidisce di fronte a "un secolo di ricchezza accumulata". In altre parole, la maggioranza che ha risposto al sondaggio si sbaglia. Il "razzismo strutturale", notano i ricercatori, "surclassa la responsabilità personale".

Il nuovo rapporto di Brandeis e Demos - The Asset Value of Whiteness: Understanding the Racial Wealth Gap – affronta ogni aspetto del mito del merito, dall'istruzione al consumo, alla formazione familiare e alla partecipazione della forza lavoro.

Può la mancanza di istruzione spiegare il divario di ricchezza razziale? Le famiglie bianche con lavoratori che non possiedono un diploma di scuola superiore, hanno più ricchezza dei nuclei neri con lavoratori che hanno frequentato almeno un po' l'università.

Tra i lavoratori con uguali livelli di istruzione, l'adulto bianco medio, con dalla sua almeno un po' di college, detiene 7,2 volte più ricchezza rispetto all'adulto medio nero equiparabile e 3,9 volte più dell'ispanico medio.

E nel caso di un solo genitore, come opera il divario razziale di ricchezza? Le famiglie nere con due genitori hanno più di tre volte la ricchezza delle famiglie nere con un solo genitore. Ma le famiglie bianche con due genitori risultano avere dieci volte più ricchezza rispetto a quelle nere equivalenti.

In realtà, le famiglie monogenitoriali bianche hanno più ricchezza delle famiglie nere con due genitori. Anche in questo caso, la divisione razziale nella ricchezza persiste indipendentemente da quanto possano essere intelligenti le decisioni finanziarie personali di un individuo. Gli apologeti della disuguaglianza citano differenze nelle abitudini di spesa a spiegazione del persistere di tale disparità razziale nella ricchezza. I neri sprecano i loro soldi in frivolezze, si sostiene, mentre i bianchi risparmiano.

Nella vita reale, le famiglie bianche spendono 1,3 volte più delle famiglie nere comparabili, in media rispetto a tutti i livelli di reddito. I consumatori neri spendono meno o in modo uguale alle loro controparti bianche per capi di abbigliamento, gioielli, cura della persona, divertimento, per mangiare fuori e altri beni non essenziali. Le famiglie nere spendono costantemente più dei bianchi per una sola voce: le bollette.

Le differenze di abitudini di spesa personali, riassumono i ricercatori, "non può spiegare il divario di ricchezza razziale: le famiglie bianche spendono più delle famiglie nere con redditi simili, ma hanno anche più ricchezza".

Lo studio "Asset Value of Whiteness!" offre una varietà di soluzioni politiche al nostro crescente divario di ricchezza razziale, in particolare chiede l'attuazione di un "racial wealth audit", uno strumento in grado di misurare se le nuove potenziali politiche pubbliche andranno ad aumentare o diminuire il divario di ricchezza razziale.

Questo controllo, dato l'attuale clima normativo, sembra cosa lontana. Ma la necessità di lavorare per smontare la narrazione dominante sul nostro divario razziale è più urgente che mai.

* Josh Hoxie dirige il Project on Opportunity and Taxation presso l'Institute for Policy Studies ed è co-editore di Inequality.org.


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