www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - linguaggio e comunicazione - 16-02-20 - n. 739

Il moltiplicatore di propaganda

Swiss Propaganda Research | swprs.org

2016

Parte prima - Il moltiplicatore di propaganda
Parte seconda - Caso studio - La copertura della guerra in Siria

Swiss Propaganda Researchbibliotecapleyades.net

Nell'ambito di un caso di studio, è stata esaminata la copertura della guerra in Siria di nove quotidiani importanti di Germania, Austria e Svizzera, per osservare la pluralità dei punti di vista e la dipendenza dalle agenzie di stampa.

Sono stati scelti i seguenti giornali:
Per la Germania: Die Welt, Süddeutsche Zeitung (SZ) e Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ)
Per la Svizzera: Neue Zürcher Zeitung (NZZ), Tagesanzeiger (TA) e Basler Zeitung (BaZ)
Per l'Austria: Standard, Kurier e Die Presse

Il periodo stabilito per l'inchiesta andava dal 1° al 15 ottobre 2015, vale a dire le prime due settimane dopo l'intervento diretto della Russia nel conflitto siriano.

Venne presa in considerazione tutta la parte stampata e la copertura online di questi giornali. Furono escluse le edizioni domenicali, in quanto non tutti i giornali esaminati ne avevano una. In totale, i criteri indicati vennero soddisfatti da 381 articoli di giornale.

Nella prima fase, in base alle loro proprietà gli articoli furono classificati nei seguenti gruppi:
Agenzie: rapporti delle agenzie di stampa (con codice agenzia)
Misti: semplici articoli (con i nomi degli autori) che si basavano in tutto o in parte ai rapporti di agenzia
Reportage: analisi e informative editoriali
Opinioni e Commenti: le opinioni e i commenti degli ospiti
Interviste: interviste con esperti, politici, ecc.
Indagini: ricerche investigative che rivelano nuove informazioni o contesti

La seguente Figura 1 mostra la composizione degli articoli per i nove giornali analizzati.
Come si può vedere,
il 55% degli articoli erano rapporti delle agenzie di stampa
il 23% degli editoriali si basavano sul materiale di agenzia
il 9% erano rapporti informativi
il 10% i commenti e le opinioni degli ospiti
il 2% le interviste
lo 0% le ricerche investigative


Figura 1: I vari tipi di articoli (in totale 381)

I testi delle agenzie - dalle brevi comunicazioni alle relazioni dettagliate - erano per lo più sulle pagine Internet dei quotidiani:
da un lato, la pressione per le ultime notizie è più alta che nell'edizione stampata
dall'altro, non ci sono limiti di spazio

La maggior parte degli altri articoli si trovavano sia nelle edizioni online che in quelle stampate; alcune interviste esclusive e i rapporti informativi si trovavano solo nelle edizioni stampate.
Per l'indagine, gli articoli sono stati raccolti tutti in una sola volta.

La seguente Figura 2 mostra la stessa classificazione per ciascun giornale. Durante il periodo di osservazione (due settimane), la maggior parte dei giornali ha pubblicato tra i 40 e i 50 articoli sul conflitto siriano (sia stampati che online).

Sul giornale tedesco Die Welt ce n'erano di più (58), mentre su Basler Zeitung e sull'austriaco Kurier ce n'erano molti meno (29 e 33).
A seconda del giornale, la percentuale dei rapporti di agenzia è la seguente:
quasi il 50% (Welt, Süddeutsche, NZZ, Basler Zeitung)
poco meno del 60% (FAZ, Tagesanzeiger)
dal 60 al 70% (Presse, Standard, Kurier)
Per quanto riguarda gli articoli basati sui rapporti di agenzia, nella maggior parte dei giornali la percentuale è compresa tra il 70% e l'80% circa.
Queste proporzioni sono coerenti con i precedenti studi sui media (ad esempio: Blum 1995, Johnston 2011, MacGregor 2013, Paterson 2007).
Sui rapporti informativi i giornali svizzeri erano in testa (da cinque a sei pezzi), seguiti da Welt, Süddeutsche e Standard (quattro ciascuno) e dagli altri giornali (da uno a tre).
Le analisi e le relazioni informative erano particolarmente dedicate alla situazione e allo sviluppo del Medio Oriente, nonché ai motivi e agli interessi dei singoli protagonisti (ad esempio la Russia, la Turchia e lo Stato Islamico).

Tuttavia, la maggior parte dei commenti si trovavano sui giornali tedeschi (sette commenti ciascuno), seguiti da Standard (cinque), NZZ e Tagesanzeiger (quattro ciascuno).
Durante il periodo di osservazione, Basler Zeitung non ha pubblicato alcun commento, bensì due interviste. Altre interviste sono state condotte da Standard (tre), Kurier e Presse (uno ciascuno).
Infine, in nessuno dei giornali è stata trovata una ricerca investigativa.
In particolare, nel caso dei tre giornali tedeschi, è stata rilevata una mescolanza giornalisticamente problematica di articoli di opinione e resoconti.

I rapporti contenevano forti opinioni anche se non erano contrassegnati come commenti. In ogni caso, il presente studio si basava sull'etichettatura dell'articolo da parte del giornale.


Figura 2: tipo di articolo per giornale

La seguente Figura 3 mostra la suddivisione degli articoli di agenzia (rappresentate dalle proprie sigle) per ciascuna agenzia di stampa, in totale e per paese.
I 211 rapporti di agenzia riportavano in totale 277 codici di agenzia (un articolo può essere formato da materiale proveniente da più di un'agenzia).

In totale:
il 24% dei rapporti di agenzia proveniva dall'AFP
circa il 20% ciascuno da DPA, APA e Reuters
il 9% da SDA
il 6% da AP
l'11% erano anonimi (nessuna etichettatura e riferimento alle "agenzie")

In Germania, sia la DPA, che l'AFP e la Reuters avevano una quota di circa un terzo delle notizie ciascuna. In Svizzera, la SDA e l'AFP erano in testa, mentre in Austria lo erano l'APA e la Reuters.
In effetti, le quote delle agenzie globali AFP, AP e Reuters erano probabilmente più alte, poiché la svizzera SDA e l'austriaca APA ottenevano i loro rapporti internazionali principalmente dalle agenzie globali e la DPA tedesca collabora strettamente con l'americana AP.
Per motivi storici, va anche notato che nelle varie parti del mondo le agenzie globali vengono rappresentate in modo diverso.
Per gli eventi in Asia, Ucraina e Africa, la quota di ciascuna agenzia sarà quindi diversa rispetto agli eventi in Medio Oriente.


Figura 3: quota per agenzia di stampa e per paese (in totale 277)

Nella fase successiva, sono state utilizzate le affermazioni principali per valutare l'orientamento dei pareri editoriali (28), dei commenti degli ospiti (10) e dei partner di intervista (7) (per un totale di 45 articoli).
Come mostra la Figura 4, l'82% degli articoli era generalmente favorevole agli Stati Uniti/NATO, il 16% era neutrale o equilibrato, mentre il 2% era prevalentemente critico nei confronti degli USA/NATO.
L'unico pezzo prevalentemente critico degli USA/NATO, era un editoriale dell'austriaco Standard del 2 ottobre 2015, intitolato:

"La strategia del cambio di regime è fallita: la distinzione tra i gruppi terroristici "buoni" e quelli "cattivi" in Siria, rende inaffidabile la politica occidentale."


Figura 4: L'orientamento delle opinioni editoriali, dei commenti degli ospiti e delle interviste (totale: n. 45).
 
La seguente Figura 5 mostra l'orientamento degli articoli, dei commenti degli ospiti e delle interviste, a loro volta suddivisi per i singoli giornali.
Come si può vedere, Welt, Süddeutsche Zeitung, NZZ, Zürcher Tagesanzeiger e il quotidiano austriaco Kurier hanno presentato esclusivamente le opinioni e i contributi degli ospiti favorevoli agli Stati Uniti/NATO.
Questo vale anche per FAZ, ad eccezione di un articolo neutro e imparziale.
Lo Standard ha pubblicato quattro articoli favorevoli agli USA/NATO, tre neutrali, oltre ai contributi critici USA/NATO precedentemente citati.
Presse è stato l'unico dei giornali esaminati a pubblicare opinioni e contributi degli ospiti prevalentemente neutri e imparziali. Il Basler Zeitung ha pubblicato un contributo favorevole agli Stati Uniti/NATO e un contributo imparziale.

Poco dopo il periodo di osservazione (16 ottobre 2015), Basler Zeitung ha pubblicato anche un'intervista al presidente del parlamento russo.
Ovviamente, sarebbe stato considerato un contributo critico per gli USA/NATO.


Figura 5: orientamento principale dei pezzi di opinione e delle interviste per giornale

Durante un'ulteriore analisi, è stata fatta una ricerca a tutto testo della parola chiave "propaganda" (anche combinata con altre parole), per indagare in quali casi i giornali stessi hanno identifica la propaganda in una delle due parti del conflitto geopolitico, USA/NATO o Russia (lo Stato Islamico o ISIS non è stato preso in considerazione).
In totale, sono stati identificati venti casi.

La Figura 6 mostra i risultati:
nell'85% dei casi, il termine propaganda è stato identificato per la parte russa del conflitto
nel 15% dei casi l'identificazione è stata neutrale o non dichiarata
nello 0% dei casi la propaganda è stata identificata per la parte USA/NATO del conflitto
Va notato che circa la metà dei casi (nove) erano sul quotidiano svizzero NZZ, che parlava abbastanza spesso della propaganda russa,
"la Propaganda del Cremlino"
"la Macchina della Propaganda di Mosca"
"articoli di propaganda"
"l'apparato russo di propaganda", ecc...
...seguito dal tedesco FAZ (tre), Welt e Süddeutsche Zeitung (due ciascuno) e dal quotidiano austriaco Kurier (uno).
Gli altri giornali non hanno menzionato la parola propaganda, se non solo in un contesto neutrale (o riguardo all'ISIS).


Figura 6: attribuzione del termine propaganda alle parti del conflitto (in totale 20)
 
Conclusioni

In questo caso studio, la copertura geopolitica di nove importanti quotidiani tedeschi, austriaci e svizzeri, è stata esaminata per la diversità e le prestazioni giornalistiche usando l'esempio della guerra in Siria.

I risultati confermano l'elevata dipendenza dalle agenzie di stampa globali (dal 63% al 90%, esclusi i commenti e le interviste) e la mancanza di ricerche investigative proprie, nonché il commento piuttosto fazioso sugli eventi a favore del lato USA/NATO (82% positivo, 2% negativo), le cui versioni non sono state controllate dai giornali per individuare qualche tipo di propaganda.

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