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Impedire al mondo di dire "Apartheid": le pressioni di Israele per nascondere le sofferenze palestinesi

Vijay Prashad | alainet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/02/2022

Nel 2006 il governo israeliano ha creato un Ministero degli Affari Strategici per gestire essenzialmente due campagne: una contro l'Iran e l'altra contro il movimento Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS). Questo Ministero ha organizzato una vera e propria guerra di disinformazione.



Il 27 gennaio 2022, l'estratto di un telegramma inviato da Amir Weissbrod - che fa parte del Ministero degli Esteri israeliano - a tutte le sue ambasciate, è stato pubblicato su Walla (un sito di notizie in lingua ebraica). Il telegramma avvertiva i diplomatici israeliani che un rapporto sul bombardamento di Gaza da parte di Israele nel 2021 sarà presentato alla prossima 49ma sessione ordinaria del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite (UNHRC). L'inizio della sessione è previsto per il 28 febbraio. Secondo il telegramma, questo rapporto userà - a quanto pare - la parola "apartheid" per riferirsi all'occupazione israeliana della Palestina.

Weissbrod ha trasmesso ai diplomatici israeliani le istruzioni di Tel Aviv sul rapporto preparato da un comitato nominato dall'UNHRC: "[L'obiettivo principale di Israele] è delegittimare il comitato, i suoi membri e i suoi prodotti" e "impedire o ritardare ulteriori decisioni".

Il 1° febbraio 2022, dopo un'indagine durata quattro anni, Amnesty International ha pubblicato un rapporto di 280 pagine con un titolo pungente: "L'apartheid di Israele contro i palestinesi". Amnesty "ha concluso che Israele ha perpetrato l'illecito internazionale dell'apartheid, come violazione dei diritti umani e del diritto pubblico internazionale, ovunque imponga questo sistema. Ha valutato che quasi tutta l'amministrazione civile e le autorità militari di Israele, così come le istituzioni governative e semi governative, sono coinvolte nell'implementazione del sistema di apartheid contro i palestinesi in tutto Israele e nei TPO [Territori Palestinesi Occupati], contro i rifugiati palestinesi e i loro discendenti fuori dal territorio". Ha inoltre equiparato questi atti "al crimine contro l'umanità dell'apartheid, sia secondo la Convenzione sull'Apartheid, che secondo lo Statuto di Roma". Il ministro degli Esteri di Israele, Yair Lapid, ha risposto accusando Amnesty di riportare "bugie condivise da organizzazioni terroristiche". Come se si trattasse di un segnale, il governo israeliano ha accusato Amnesty di antisemitismo. Il rapporto di Amnesty fornirà materiale chiave per l'indagine dell'UNHRC.

Una delle questioni immediate che saranno al centro della sessione dell'UNHRC è l'Operazione "Guardiano delle Mura" di Israele contro i palestinesi del maggio 2021. Secondo un rapporto del luglio 2021 di Human Rights Watch (HRW), che ha analizzato tre attacchi israeliani che facevano parte dell'operazione e "che ha ucciso 62 palestinesi", non c'erano "obiettivi militari evidenti nelle vicinanze". Nel suo rapporto, HRW ha usato il termine "crimini di guerra" per descrivere gli attacchi delle "forze israeliane e dei gruppi armati palestinesi". Quando la sparatoria è cessata - dopo 11 giorni - l'UNHRC ha approvato una risoluzione per istituire una "commissione internazionale d'inchiesta indipendente e permanente" per indagare su vari crimini nei TPO, compresa Gerusalemme Est e in Israele. Questo è successo alla fine di maggio 2021. Navi Pillay (l'ex Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ed ex giudice sudafricano) è stata nominata a presiedere la commissione formata da tre persone, tra cui Miloon Kothari, un architetto indiano e Chris Sidoti, un avvocato australiano per i diritti umani. La commissione dovrebbe presentare il suo primo rapporto all'UNHRC a giugno.

La commissione presieduta da Pillay è la nona commissione istituita dall'UNHRC per indagare sulle azioni israeliane contro i palestinesi. Ha un ampio mandato, che include l'esame delle violazioni del diritto umanitario internazionale secondo le "quattro convenzioni di Ginevra del 1949", di cui sia Israele che la Palestina sono parte e di continuare a indagare su questi crimini in futuro. Ci si aspetta che il rapporto di Pillay usi la parola "apartheid" per definire la politica israeliana nei TPO. Non sarebbe la prima volta che un rapporto dell'ONU usa questo termine per definire le azioni israeliane contro i palestinesi. Nel 2017 la Commissione Economica e Sociale dell'ONU per l'Asia Occidentale (ESCWA) ha pubblicato un rapporto di Richard Falk, "ex relatore speciale dell'ONU sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967" e Virginia Tilley, "ricercatrice e docente di scienze politiche alla Southern Illinois University". Il rapporto definiva la politica israeliana contro i palestinesi come "apartheid" secondo il diritto internazionale (nel suo rapporto del 2014, Falk aveva già usato il termine "apartheid"). La pubblicazione di questo rapporto del 2017 ha provocato le dimissioni della direttrice dell'ESCWA Rima Khalaf, un'illustre diplomatica giordana, dopo aver subito "pressioni dal segretario generale [dell'ONU] per ritirare il rapporto".

Hasbara 2.0

Nel 2006 il governo israeliano ha creato un Ministero degli Affari Strategici per gestire essenzialmente due campagne: una contro l'Iran e l'altra contro il movimento Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS). Questo Ministero dell'hasbara (spiegazione o meglio, propaganda) ha organizzato una guerra d'informazione che ha cercato di delegittimare gli attivisti BDS e di stigmatizzare come antisemita qualsiasi individuo o collettivo che sostenesse il movimento. In gran parte a causa delle critiche per la sua "mano dura", il Ministero degli Affari Strategici è stato chiuso nel luglio 2021 e alcune delle sue funzioni sono state trasferite al Ministero degli Affari Esteri. Il telegramma di Amir Weissbrod è essenzialmente un Hasbara 2.0.

Il 23 gennaio 2022 il governo israeliano ha creato un nuovo progetto - Concert - all'interno del Ministero degli Affari Esteri. Questo progetto ben finanziato porterà avanti la missione battezzata Solomon's Sling, "una Public Benefit Corporation (PBC) ma controllata da rappresentanti del governo" per lucidare l'immagine di Israele nel mondo, soprattutto in Occidente. Concert sarà il mezzo attraverso il quale il governo israeliano prevede di trasferire milioni di dollari alle organizzazioni non governative e ai media per garantire che le notizie su Israele siano positive. La "delegittimazione" di qualsiasi critico di Israele fa parte dell'agenda del progetto.

Il telegramma inviato da Weissbrod fa parte di Hasbara 2.0. Weissbrod è una persona esperta, avendo servito Israele alle Nazioni Unite a New York e come ambasciatore in Giordania, oltre ad aver lavorato in vari ministeri a Tel Aviv. Nel 2011 ha detto a Haaretz che i diplomatici della maggior parte dei paesi capiscono la posizione di Israele sulla "Autorità Palestinese" "a porte chiuse", ma "non sono disposti a dichiarare pubblicamente ciò che dicono con facilità in un incontro privato con i rappresentanti israeliani, il che è spesso esasperante". Ciò che rivela questa dualità è che questi rappresentanti stranieri, che "a porte chiuse" sono d'accordo con Israele, riconoscono che l'opinione pubblica nei loro paesi è contraria alla politica israeliana e allo stesso tempo, sanno che non devono far arrabbiare gli israeliani o i diplomatici statunitensi, che renderebbero la vita impossibile ai loro paesi (un alto diplomatico indiano mi ha detto chiaramente che l'India ha normalizzato le relazioni con Israele nel 1992 perché gli Stati Uniti hanno detto a Nuova Delhi che la "strada per Washington doveva passare per Tel Aviv").

Israele riconosce che pochi dei paesi dell'UNHRC voteranno contro il rapporto, che si prevede lo etichetti come "Stato di apartheid". Cercherà di fare due cose per impedire l'uscita del rapporto: delegittimare i commissari, specialmente Pillay e chiedere agli USA di usare la sua appartenenza al Comitato per ritardare l'uscita del rapporto.

Crimini di guerra

A marzo 2021, Fatou Bensouda, il procuratore della Corte Penale Internazionale (CPI), ha confermato che il suo ufficio ha aperto un'indagine relativa ai "crimini dello Statuto di Roma" commessi da Israele contro i palestinesi. Si riferisce a quattro crimini: il crimine di genocidio, crimine contro l'umanità, crimine di guerra e il crimine di aggressione. Tutto si traduce in orrore.

Ciò che Israele teme è che un rapporto negativo all'UNHRC possa fornire prove per l'indagine della CPI. Il 3 gennaio 2022 il ministro degli esteri israeliano, Yair Lapid, ha detto ai giornalisti israeliani che il suo governo teme che quest'anno una serie di istituzioni internazionali cercherà di dipingere Israele come uno "Stato di apartheid". Queste istituzioni includono l'UNHRC, la CPI, la Corte Internazionale di Giustizia e il Comitato per l'Eliminazione della Discriminazione Razziale.

Alla conferenza stampa, Lapid ha definito la definizione di Israele come uno Stato di apartheid "una spregevole menzogna". Tuttavia, due anni fa, nel giugno 2020, Yesh Din, una delle organizzazioni per i diritti umani più rispettate in Israele, ha pubblicato un rapporto con una conclusione sorprendente: "È una affermazione difficile da fare, ma la conclusione di questa valutazione è che il crimine contro l'umanità dell'apartheid viene commesso in Cisgiordania. Gli autori sono israeliani e le vittime sono palestinesi". Queste dichiarazioni sono un anatema per Lapid e Weissbrod, ma - secondo i gruppi per i diritti umani israeliani (tra cui B'Tselem) e palestinesi (tra cui Al-Haq e Addameer), così come Amnesty International e Human Rights Watch - sono un riflesso dei fatti reali. Nessuna dose di Hasbara 2.0 può cancellarli.


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