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da  "Note n.30" -  Coll. Che Guevara

KEN  SARO-WIWA
Nigeriano, scrittore militante, viene impiccato il 10 novembre 1995 dal regime militare (alleato USA  e quindi non terrorista....) perché  aveva denunciato la Shell che dal 1958 estrae petrolio nel territorio del delta del fiume Niger. La popolazione Ogoni che vi abita, oltre che essere avvelenata dall'inquinamento degli impianti industriali , è stata costretta "manu militari" all'emigrazione, alla miseria .
Saro -Wiwa  denunciò questo ennesimo crimine dell'imperialismo e ha pagato con la vita.

Ricordiamo che anche l'AGIP è presente con pozzi di estrazione in Nigeria ed è ovviamente collusa con il regime militare . Ricordiamo ancora  che dall'87 all'88 sono state scaricate illegalmente in Nigeria 3800 tonnellate di rifiuti tossici italiani.


La vera prigione ( K. Saro-Wiwa)

Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
Mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
Insufficienti per uomo o bestia
Neanche il nulla del giorno
Che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
Non è
Non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato
Le orecchie per un'intera generazione
E' il poliziotto che corre all'impazzata in un raptus omicida
Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
La punizione, lei lo sa, è ingiusta
La decrepitezza morale
L'inettitudine mentale
Che concede alla dittatura una falsa legittimazione
La vigliaccheria travestita da obbedienza
In agguato nelle nostre anime denigrate
È la paura di calzoni inumiditi
Non osiamo eliminare la nostra urina
E' questo
E' questo
E' questo
Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
In una cupa prigione.



Sulla  Poesia
Marx, chiedendosi che senso  avesse fare poesia, diceva che l'artista è il baco da seta ma "l'industria tessile si appropria poi della seta del baco  e la trasforma in prodotti per il mercato".
Il senso è semplicemente uno, "fare poesia come parte integrante di una operazione più vasta di critica della società, cioè farsi la poesia pratica testuale specifica in contraddizione con lo stato delle cose, pratica non svolta in solitudine, entro il solo spazio poetico" (Nevio Gambula).
Quindi  l'artista, il poeta, non corre per medagliette ai concorsi, verso il successo, gli applausi, che sono poi  esibizionismo ovvero  farsi merce per  un mercato. Passaggio  anche comodo che porta l'intellettuale a divenire un servo docile  quanto utile per il Sistema.
Il poeta sta con la sua gente, il suo vivere è oggi "in contraddizione con lo stato delle cose",  la sua etica non si perde nell'estetica ma se ne arricchisce , ci arricchisce .
Può rischiare persino la morte, come Saro-Wiwa .