www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - scienza - 22-11-02

L'articolo che segue apparira’ su "La Voce del GAMADI" di dicembre 2002

QUESTIONI DELLA SCIENZA

a cura di A. Martocchia

Come si riconosce un lavoro "scientifico"?

Visto che usiamo spesso l'aggettivo "scientifico", e' bene riassumere inbreve e nella maniera piu' semplice possibile che cosa questo terminesignifichi, o debba significare per noi. Infatti, non e' raro trovarepersone con le idee molto confuse a riguardo, persino all'interno...dell'ambiente scientifico! Vale a dire: addirittura tra ricercatori eprofessori che la "scienza" la fanno per mestiere.

In senso lato, cio' che caratterizza la "scienza" e la produzione"scientifica" e' il metodo usato. "Scientifico" non significa "vero",bensi' "verificabile": un lavoro, un testo, una attivita' e'"scientifica" se e' verificabile, cioe' se esistono dei criteri permetterla alla "prova dei fatti". Percio', un lavoro puo' essere"scientifico" anche se non da la soluzione definitiva, "vera", di unproblema, e si limita a descrivere alcuni pro e contro, oppure aspettiparziali del problema, oppure a fare una cronistoria ("compilazione")dei risultati acquisiti su quel problema - purche' lo faccia in unacerta maniera!

Percio', puo' essere "scientifico" anche un lavoro di economia, o distoria, se esso si basa su criteri rigorosi e se fornisce tutti glielementi utili a verificare i contenuti, le premesse e le conclusionidel lavoro stesso.

Questa definizione, di carattere assolutamente generale, e' moltoimportante poiche' in base ad essa non solamente le disciplinefisiche/naturali, ma anche quelle "umanistiche", possono essere valutatecon criteri analoghi ed essere dunque considerate discipline"scientifiche".

Prendiamo ad esempio un testo, un articolo specialistico qualsiasi. Siache esso parli di astrofisica, sia che esso parli di botanica, sia cheesso parli di storia della letteratura, sia che esso parli di lingueorientali  - c'e' sempre il modo di riconoscere se esso e' un testo"scientifico" oppure no. Basta vedere come e' scritto: esso deve esserechiaro e preciso; le parole devono essere usate sempre con lo stessosignificato, e se possono prestarsi ad ambiguita' allora devono esseredefinite esplicitamente all'interno del testo; quando si cita qualchealtro risultato, opinione, eccetera, bisogna sempre riportarne la fonte,possibilmente nelle Note, che sono un elemento fondamentale di ognitesto scientifico. Le Note devono essere ben fatte, devono conteneretutte le informazioni necessarie a risalire alla fonte della notizia cheviene riportata.

Un testo e' scientifico se affronta anche punti di vista diversi,persino opposti, e ne dimostra la falsita' o erroneita'. Viceversa, untesto che nasconde alcuni aspetti cruciali, che di proposito non parladei fatti che contraddicono la sua tesi di fondo, non e' un testoscientifico - anche se puo' sembrarlo nella forma  - ma una truffa, una"bufala scientifica". Purtroppo, ne esistono tanti esempi anche nellastoria delle "scienze esatte"...

Cosa sono le "scienze esatte"? Tradizionalmente, sono quelle cheutilizzano la matematica come linguaggio essenziale per descrivere i risultati. Le scienze "esatte" e le scienze fisiche e naturali hannoqualche caratteristica in piu', rispetto a tutte le altre discipline: ecioe' l'uso della matematica ed il ruolo assolutamente centrale degliesperimenti. La scienza cosiddetta "galileiana" - perche' fondata daGalileo Galilei nel Seicento - si basa proprio sul confronto continuotra teoria ed esperimento. Se essa e' considerata  talvolta "fulcro","modello" per tutte le altre scienze lo si deve proprio al metodo cheessa usa: il metodo sperimentale.

Ma esistono anche "scienze" che non si possono basare ne' sullamatematica, ne' sugli esperimenti; eppure, esse non sono meno importantidelle altre. Non tutte le discipline consentono di fare esperimenti: adesempio, gli storici non possono dimostrare con un esperimento se siavero o no che l'Impero Romano e' crollato a causa delle invasionibarbariche; gli psicanalisti non possono dimostrare in manierainconfutabile che una persona si comporta in una certa maniera a causadi un trauma infantile; ma nemmeno i cosmologi - che studianol'evoluzione dell'Universo e quindi sono colleghi "stretti" dei fisici -possono "sperimentare" in laboratorio la teoria del Big Bang!

In questi casi, quello che conta e' il rigore, la logica interna(auto-consistenza), e l'efficacia pratica: gli storici dovranno citaretesti e "prove" archeologiche; gli psicanalisti dovranno dimostrare diottenere risultati sui pazienti; i cosmologi dovranno inventareverifiche indirette ma reali, attraverso le quali, osservando l'Universocome e' oggi, dimostrare che la loro teoria offre una descrizione delcosmo che sia a tutti accettabile, e consenta di fare delle previsioniulteriori sulla sua evoluzione.