www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - scienza - 24-03-04

Appunti di Biologia (del) Sociale

Le dinamiche della storia


di Carmelo R. Viola

Nel nostro caso per dinamica s’intende il comportamento reciproco e interattivo dei poteri (Stati) dentro un contesto comune omogeneo, tale perché caratterizzato da un coefficiente- motore unico. Nell’area capitalistica tale motore è la tensione psico-pratica alla predazione antropozoica (ovviamente molto variegata e sempre abilmente camuffata anche ad insaputa del soggetto), cosiddetta perché, pur derivando da quella animale, non è più tale ma è paradossalmente molto più pericolosa. Infatti, mentre la predazione animale si limita a rispondere a bisogni biologici immediati (la fame, il primato nel gruppo, la preferenza sessuo-procreativa e la difesa dell’habitat), quella antropozoica (convenzionalmente “umana”) risponde ad una tensione al possesso (di cose) e al potere (su viventi) al di là di ogni limite – di quantità, di luogo e di tempo.

La predazione antropozoica o dinamica predonomica (da: “predo-nomia”) si risolve in una concorrenza ininterrotta al maggiore potere, concorrenza tanto più aggressiva e biocida quanto più sorretta da un potenziale tecnologico  sempre più ampio: all’interno di uno Stato in termini di industria del profitto e di connessa tecnica di persuasione consumistica subliminale (vedi pubblicità) e di distrazione di massa (vedi “ottuntori sociali” tipo tifo sportivo), che prende a pretesto il bisogno di beni e di servizi; nella politica estera, in termini di aggressività militare sempre più pretestuosa. All’interno di un’area antropozoico-predonomica la guerra non viene abolita ma semplicemente “si polarizza” per spontaneità dinamica (potenti-deboli).

La costituzione di Stati Uniti Europei fa parte di tale processo di polarizzazione bellica per il primato dei più forti. Saranno ( e sono) appunto questi a dettare leggi di autoconvenienza al resto del mondo (il che non ha niente a che vedere con il Diritto come espressione civile-positiva dei diritti naturali) e a portare l’aggressione armata (detta, in questo caso, impropriamente guerra) laddove la deterrenza, più o meno terroristica, non basti.

Con il crollo dell’impianto sovietico i più forti dell’altro contesto omogeneo sono rimasti gli USA, i quali ostentano sempre più la pretesa che il diritto sono loro: il diritto per l’appunto antropozoico-predonomico. Mentre le specie animali propriamente dette si estinguono per cause esogene, quella “antropologica” (convenzionalmente “umana”) è l’unica che corre il rischio di estinzione per cause endogene, cioè per effetto di una dinamica interesclusiva, il cui epilogo è il suicidio collettivo per saturazione di autoincompatibilità biologica.

La scienza sociale è fondamentale per una possibile sopravvivenza della nostra specie fino all’autocompimento (ovvero acquisizione della sintonia bioaffettiva che, superando lo spirito predatorio ancestrale, sostituisca alla predonomia interesclusiva l’economia propriamente detta – naturalmente interinclusiva – cioè la scienza della risposta reale e universale ai diritti naturali di tutti e di ciascuno). Infatti, solo in un contesto a coefficiente-motore di “interattività affettiva e perequativa” (o automotivazione etica, alias ego-altruistica), la tensione predatoria non ha più ragion d’essere: ogni soggetto s’identifica con la comunità dei suoi simili considerandoli “fratelli in natura”. (Si tratta della “natura di arrivo” della nostra specie).

Suscitano pietà o ilarità i molti politici che “fanno politica” – che è il supporto dell’economia – senza conoscere la scienza sociale (che è la scienza della specie umana nel suo divenire e compiersi storico), in particolare coloro che vogliono spiegarci come e perché l’Italia dovrebbe ignorare (come di fatto ignora) l’art. 11 della Costituzione, e continuare a ispirarsi alla democrazia occidentale rappresentata – sentite! – dagli USA, cioè dai più forti, i quali, proprio perché tali, meno degli altri hanno cognizione della vera democrazia, (che è compatibile solo con l’economia vera e propria), e quindi nessun interesse di realizzarla. La democrazia dei più forti è, in casa, la legittimazione elettorale del loro potere (magari a gestione personale variante) e, fuori, l’imposizione di condizioni compatibili con i loro interessi di dominio planetario. Perciò, appoggiare gli USA significa, in termini di dinamica storica e di biologia, contribuire all’estinzione della nostra specie.

Quale soluzione? Una crescente contestazione della dinamica corrente e dei loro protagonisti più forti e il tentativo di far comprendere che l’unica vittoria da augurarsi è l’acquisizione di un sentimento di effettiva fratellanza al di sopra e insieme nel rispetto di ogni attributo etnico e nazionale, l’instaurazione di un vero Stato di diritto – o etico- – che socializzi la produzione dei beni e dei servizi e regoli razionalmente la distribuzione e l’uso dei beni immobili con l’impiego di una moneta esclusivamente strumentale.

Un’umanità con due coefficienti-motori sarebbe potuta coesistere solo a condizione di un “compromesso”: quello “del terrore” – imposto dal mondo capitalista in vista della demolizione dell’altro - (il che è avvenuto);  quello della ragionata “tolleranza all’esperimento”, concesso sempre da quello capitalista. Il secondo compromesso si sarebbe potuto concludere, in un clima di “collaborazione sperimentale” con l’impegno comune di privilegiare gli strumenti e i modi più consoni al Diritto – il che, purtroppo, non è avvenuto con gli effetti catastrofici che sono sotto gli occhi di chi sa “vedere”.

Carmelo R. Viola

(Dinamiche della storia – 21.03.04 – 2179)