Appunti di Biologia (del) Sociale
Le dinamiche della storia
di Carmelo R. Viola
Nel nostro caso per dinamica s’intende il comportamento reciproco e interattivo
dei poteri (Stati) dentro un contesto comune omogeneo, tale perché
caratterizzato da un coefficiente- motore unico. Nell’area capitalistica tale
motore è la tensione psico-pratica alla predazione antropozoica (ovviamente
molto variegata e sempre abilmente camuffata anche ad insaputa del soggetto),
cosiddetta perché, pur derivando da quella animale, non è più tale ma è
paradossalmente molto più pericolosa. Infatti, mentre la predazione animale si
limita a rispondere a bisogni biologici immediati (la fame, il primato nel
gruppo, la preferenza sessuo-procreativa e la difesa dell’habitat), quella antropozoica
(convenzionalmente “umana”) risponde ad una tensione al possesso (di cose) e al
potere (su viventi) al di là di ogni limite – di quantità, di luogo e di tempo.
La predazione antropozoica o dinamica predonomica (da: “predo-nomia”) si
risolve in una concorrenza ininterrotta al maggiore potere, concorrenza tanto
più aggressiva e biocida quanto più sorretta da un potenziale tecnologico sempre più ampio: all’interno di uno Stato
in termini di industria del profitto e di connessa tecnica di persuasione consumistica
subliminale (vedi pubblicità) e di distrazione di massa (vedi “ottuntori
sociali” tipo tifo sportivo), che prende a pretesto il bisogno di beni e di
servizi; nella politica estera, in termini di aggressività militare sempre più
pretestuosa. All’interno di un’area antropozoico-predonomica la guerra non
viene abolita ma semplicemente “si polarizza” per spontaneità dinamica
(potenti-deboli).
La costituzione di Stati Uniti Europei fa parte di tale processo di
polarizzazione bellica per il primato dei più forti. Saranno ( e sono) appunto
questi a dettare leggi di autoconvenienza al resto del mondo (il che non ha
niente a che vedere con il Diritto come espressione civile-positiva dei diritti
naturali) e a portare l’aggressione armata (detta, in questo caso,
impropriamente guerra) laddove la deterrenza, più o meno terroristica, non
basti.
Con il crollo dell’impianto sovietico i più forti dell’altro contesto omogeneo
sono rimasti gli USA, i quali ostentano sempre più la pretesa che il diritto
sono loro: il diritto per l’appunto antropozoico-predonomico. Mentre le specie
animali propriamente dette si estinguono per cause esogene, quella
“antropologica” (convenzionalmente “umana”) è l’unica che corre il rischio di
estinzione per cause endogene, cioè per effetto di una dinamica interesclusiva,
il cui epilogo è il suicidio collettivo per saturazione di autoincompatibilità
biologica.
La scienza sociale è fondamentale per una possibile sopravvivenza della nostra
specie fino all’autocompimento (ovvero acquisizione della sintonia bioaffettiva
che, superando lo spirito predatorio ancestrale, sostituisca alla predonomia
interesclusiva l’economia propriamente detta – naturalmente interinclusiva –
cioè la scienza della risposta reale e universale ai diritti naturali di tutti
e di ciascuno). Infatti, solo in un contesto a coefficiente-motore di
“interattività affettiva e perequativa” (o automotivazione etica, alias
ego-altruistica), la tensione predatoria non ha più ragion d’essere: ogni
soggetto s’identifica con la comunità dei suoi simili considerandoli “fratelli
in natura”. (Si tratta della “natura di arrivo” della nostra specie).
Suscitano pietà o ilarità i molti politici che “fanno politica” – che è il
supporto dell’economia – senza conoscere la scienza sociale (che è la scienza
della specie umana nel suo divenire e compiersi storico), in particolare coloro
che vogliono spiegarci come e perché l’Italia dovrebbe ignorare (come di fatto
ignora) l’art. 11 della Costituzione, e continuare a ispirarsi alla democrazia
occidentale rappresentata – sentite! – dagli USA, cioè dai più forti, i quali,
proprio perché tali, meno degli altri hanno cognizione della vera democrazia,
(che è compatibile solo con l’economia vera e propria), e quindi nessun
interesse di realizzarla. La democrazia dei più forti è, in casa, la
legittimazione elettorale del loro potere (magari a gestione personale
variante) e, fuori, l’imposizione di condizioni compatibili con i loro
interessi di dominio planetario. Perciò, appoggiare gli USA significa, in
termini di dinamica storica e di biologia, contribuire all’estinzione della
nostra specie.
Quale soluzione? Una crescente contestazione della dinamica corrente e dei loro
protagonisti più forti e il tentativo di far comprendere che l’unica vittoria
da augurarsi è l’acquisizione di un sentimento di effettiva fratellanza al di
sopra e insieme nel rispetto di ogni attributo etnico e nazionale,
l’instaurazione di un vero Stato di diritto – o etico- – che socializzi la
produzione dei beni e dei servizi e regoli razionalmente la distribuzione e
l’uso dei beni immobili con l’impiego di una moneta esclusivamente strumentale.
Un’umanità con due coefficienti-motori sarebbe potuta coesistere solo a
condizione di un “compromesso”: quello “del terrore” – imposto dal mondo
capitalista in vista della demolizione dell’altro - (il che è avvenuto); quello della ragionata “tolleranza
all’esperimento”, concesso sempre da quello capitalista. Il secondo compromesso
si sarebbe potuto concludere, in un clima di “collaborazione sperimentale” con
l’impegno comune di privilegiare gli strumenti e i modi più consoni al Diritto
– il che, purtroppo, non è avvenuto con gli effetti catastrofici che sono sotto
gli occhi di chi sa “vedere”.
Carmelo R. Viola
(Dinamiche della storia – 21.03.04 – 2179)