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KARL MARX – FRIEDRICH ENGELS
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Karl Marx
16.
aprile. 2004 – Casa della Cultura, Napoli
Parlare di Karl Marx
significa parlare del marxismo.
Il marxismo è una scienza, è la scienza del proletariato e lo guida nella sua
lotta da classe subalterna a classe egemone e dirigente.
Il proletariato è una classe antagonista, e non alternativa, alla classe della
borghesia ed il marxismo è la concezione teorica scientifica organica del
proletariato.
In quanto scienza ha le sue categorie, le sue leggi, che ricava dalle scienze
naturali e sociali, le sue definitorie.
Il marxismo, per es., non utilizza, non è sua categoria, il PIL, ma quella di
“saggio di profitto”: scompone il PIL e ricava, per via indiretta, il “saggio
di profitto”;
il termine “capitale costante”, “capitale fisso”, “capitale circolante” sono
totalmente diversi nell’economia politica borghese e nell’economia politica proletaria.
Il termine “Dittatura” nel campo della teoria politica, per esempio “dittatura
del Proletariato”, “ Dittatura della Borghesia”, è totalmente diverso e non
assimilabile al pur stesso termine nella Scienza della Politica della classe
della borghesia.
Il concetto “cittadino” che è base della teoria politica borghese, su cui si
viene poi a costruire l’intera intelaiatura della democrazia borghese, del
parlamento, delle istituzioni nella Scienza della Politica della classe del proletariato
non viene accettato. Al suo posto viene,invece, utilizzato il termine “uomo” e
così scomposto in quattro: produttore, consumatore, cittadino, uomo sociale.
Su questi quattro pilastri viene ad incardinarsi e costruirsi l’intero edificio
statale e le stesse istituzioni, la democrazia rappresentativa, diversa da
quella borghese, e tutto il sistema ed il processo democratico, configurando
una democrazia diversa e non assimilabile in alcun modo con quella borghese.
L’Uomo nella teoria della classe della borghesia è il singolo, l’individuo,
l’unus; nella teoria della classe del proletariato è l’uomo sociale, la
comunità uomo, abbiamo così da una parte l’umanesimo borghese e dall’altra
l’umanità sociale come bene indica Marx nelle tesi su Ludwing Feuerbach.
La concezione teorica sostanziale della classe della borghesia si basa sulla
categoria “unità”, ossia l’omologazione e riduzione della diversità al suo
punto comune.
La concezione teorica sostanziale della classe del proletariato si basa su
“equilibrio” e quindi come consequenziale prima “Diversità”.
Qui è tutto il punto nevralgico di tutto l’impianto teorico metodologico e
quindi l’impianto logico, la struttura di ricerca, di analisi, di sintesi, di
lettura e delle azioni di trasformazione del reale.
La struttura logica, infatti, della classe della borghesia – e di tutte le
classi sfruttatrici – è la logica formale di Aristotele. La struttura logica
della classe del proletariato è la Logica Dialettica, o Logica Razionale.
Il centro di tutto si regge sulla categoria “Generale”/Unità, nell’impianto
della classe della borghesia.
Il centro di tutto nell’impianto della classe del proletariato si regge sulla
categoria “Particolare”/Diversità.
La Logica formale mutua da impianto teorico sostanziale nella concezione
teorica della borghesia e di tutte le classi sfruttatrici in funzione tecnica
della Logica Dialettica.
Il marxismo non è una filosofia.
Marx ed Engels hanno scritto il de profundis di Madame Phylosophie:
Scrive Engels, Ludwing Feuerbach ed il punto di approdo della filosofica
classica tedesca:
“non appena abbiamo scorto … che il compito posto in questo modo alla filosofia
non vuol dire altro se non che un singolo filosofo deve realizzare ciò che può
essere realizzato soltanto dall’intero genere umano nel suo sviluppo progressivo,
non appena scorgiamo questo, la filosofia intera, nel senso che finora si è
dato a questa parola, è finita. Si lascia correre la verità assoluta che per questa via e da ogni singolo
isolatamente non può essere raggiunta e si dà la caccia, invece, alle verità
relative accessibili per via delle scienze positive e della sintesi dei loro
risultati per mezzo del pensiero dialettico.”
La dialettica marxista non è, assolutamente il sistema hegeliano della
cosiddetta triade: tesi-antitesi-sintesi. Questo schema di Hegel è ancora la
metafisica. E’, cioè, ancora la vecchia Madame Phylosophie, ossia quel sistema
filosofico che pretende che si può conoscere la verità assoluta in una istanza
definitiva. Il sistema di Hegel è l’ultimo sistema di questo genere il quale si
sforza di erigere un edificio filosofico che raccolga sotto di sé tutte le
scienze, e credendo di aver superato, così, tutte le contraddizioni, cade in
una contraddizione senza via d’uscita, con il metodo dialettico, da lui stesso
intuito, ma non compreso, e perciò male applicato. Ma questo consente il
superamento di Madame Phylosophie da cui partono Marx ed Engels.
E’ ancora Engels che chiarisce bene questo punto di svolta, questo punto di
unità e rottura del rapporto marxismo-hegelismo: “ Il sistema hegeliano è stato
l’ultima, la più perfetta forma della filosofia concepita come scienza
particolare, che sia al di sopra di tutte le altre scienze. Insieme ad esso
tutta la filosofia ha subito un crollo. Sono rimasti solo il metodo dialettico del
pensiero e la concezione di tutto il mondo naturale, storico ed intellettuale,
in quanto mondo in perpetuo movimento, che si trasforma, che si trova in un
processo costante di trasformazione e di dissoluzione. Ormai non solo alla
filosofia, ma a tutte le scienze era posta l’esigenza di scoprire le leggi del
movimento di questo costante processo di trasformazione nel loro rispettivo
campo. Ed in ciò si racchiude l’eredità lasciata dalla filosofia hegeliana ai
suoi successori.”
Lenin, Karl Marx, ribadisce questo
concetto chiave:
“Il materialismo dialettico non ha bisogno di nessuna filosofia che sia al di
sopra delle altre scienze” Della precedente filosofia rimane la dottrina del
pensiero e delle sue leggi: la logica formale e la dialettica.”.
Il marxismo è innanzitutto le scienze positive, o naturali.
Marx ed Engels hanno più volte ribadito che senza una conoscenza della
Matematica, della Fisica e della Chimica non è possibile comprendere la
Dialettica materialistica: noi oggi diciamo senza la conoscenza della
Matematica, della Fisica, della Chimica e della Biologia.
Engels e Lenin hanno ribadito, in verità fino alla noia, che ad ogni importante
scoperta, innovazione o invenzione scientifiche il materialismo dialettico va
sottoposto a nuova indagine e modificato ed arricchito sulla base di queste.
Gramsci dal canto suo ha ribadito da altro versante lo stesso concetto in
Americanismo e Fordismo.
Le recenti scoperte ed invenzioni scientifiche e tecnologiche degli ultimi
trentacinque anni hanno determinato modifiche in ogni campo. La svolta operata
alla metà degli anni Sessanta di posizionare il marxismo sull’asse
Hegel-hegelismo-filosofia, rompendo con quello marxismo-scienze positive ha
comportato che il marxismo non è stato in grado di cogliere il nuovo.
Gli sviluppi nella Biologia, per quanto attiene la Genetica e più precisamente
l’applicazione della Genetica al campo della produzione agricola – OGM – hanno
modificato da una parte il rapporto imperialismo-colonie e quindi decretato il
superamento della precedente elaborazione teorica delle Tesi coloniali e
dall’altro hanno modificato la crisi capitalistica, che non si presenta più
nella forma analizzata da Marx, Engels e Lenin. La crisi attuale non è la crisi
del 1929-1933, ma è diversa pur restando crisi di sovrapproduzione, caduta del
saggio medio generale del profitto, ecc. ecc. ma ha caratteri nuovi che
richiedono una politica nuova.
Modificano le leggi della Scienza della Politica, giacché hanno comportato
modifiche nei processi di produzione – e qui Americanismo e Fordismo di
Gramsci!! – e quindi nella composizione delle classi, nella stratificazione
delle classi e nella struttura del comando del capitale sul lavoro.
Il cosiddetto dibattito sul “Mercato del Lavoro” nasce da qui ed il marxismo
subisce questa iniziativa perché non ha sottoposto a nuova indagine il rapporto
capitale-lavoro, produzione di plusvalore, classe operaia, centralità della
classe operaia che determinano, poi i caratteri ed i contenuti nuovi della politica
del proletariato, della direzione e dell’egemonia.
Marx ed Engels sulla base dell’invenzione di un nuovo fucile, che fece la sua
prima comparsa nel 1868 e poi definitivamente affermatosi nella guerra
franco-prussiana del 1870, congiuntamente a questo il perfezionamento del mortaio
in semovente, modificano completamente la tattica. Abbandonano la tattica della
rivoluzione permanente ed elaborano la tattica della rivoluzione ininterrotta.
Molte teorie amene sono state propagandate in questi ultimi dieci anni in modo
particolare.
Da una parte si è decretato morto e sepolto il marxismo ed il comunismo, ma poi
la calunnia più infamante che gli avversari dell’arena politica si scambiano
tra di loro è quella di “comunista”:
“Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo. Quale è il
partito d’opposizione che non sia stato tacciato di comunista dai suoi
avversari che si trovano al potere? E quale è il partito d’opposizione, che a
sua volta, non abbia ritorto l’infamante accusa di comunista contro gli
elementi più avanzati dell’opposizione o contro i suoi avversari?” ( Il
Manifesto del Partito Comunista ).
La teoria borghese da parte sua ogni tanto scopre qualcosa di nuovo, in verità
scopre cose già note da molti decenni: Keynes scoprì il capitale monopolistico
di Stato, quando Engels ne aveva già trattato nel 1870 e Lenin lo aveva posto a
base della teoria dell’Imperialismo.
Adesso sono migliorati: hanno scoperto la globalizzazione.
Il capitalismo, a differenza dei precedenti sistemi di produzione, nasce
mondiale, nasce globale: questa volta sono giunti con oltre quattrocento anni
di ritardo, quando fino a ieri sapevano leggere solo la “nazione”.
L’opposizione nel campo della teoria borghese ha scoperto l’ecologia, qualcuno
in verità ha creduto di essere spiritoso ed è giunto a parlare di ecomarxismo.
Giungono anche qui con centotrenta anni di ritardo.
Già Engels aveva dimostrato come i sistemi di sfruttamento hanno rapinato la
natura arrecandone disastri: Engels aveva dimostrato come la distruzione delle
foreste sull’ Appennino aveva determinato una modifica del clima, un aumento
delle precipitazioni atmosferiche ed una maggiore intensità delle stesse con
disastri di smottamenti, frane, ecc.
Marx aveva documentato come questo nella società capitalistica era il risultato
della rapina capitalistica dei valori contenuti nei prodotti della natura di
cui il capitalista si appropria senza pagare, ma il cui valore concorre a
determinare il valore della merce che viene prodotta.
Marx aveva documentato come l’adulterazione alimentare non era altro che una
forma di rapina sul salario, un modo fraudolento per abbassare il prezzo della
forza-lavoro che viene pagato, un modo per alterare il prezzo della merce
rispetto al suo valore medio di mercato, realizzando così un sovraprofitto; e
che tale adulterazione alimentare non risparmiava il buon Dio e meno che mai i
medicinali.
La borghesia ha scatenato sin dal suo sorgere una lotta spietata contro il
proletariato, la guerra al proletariato, e quindi una guerra al marxismo. Ha
sostenuto e sostiene con lauti stipendi e privilegi e prebende quanti lavorano
alla falsificazione, all’adulterazione del marxismo al fine di rendere
inservibile questa teoria al proletariato. E questo è perfettamente legittimo:
rientra nella più tranquilla lotta di classe tra proletariato e borghesia, che
viene condotta a tutti i livelli compreso quello sul piano della conoscenza,
della scienza e della cultura.
Quello che oggi è in voga non è affatto il marxismo, neppure la sua variante
più pallida, è in voga quello che Marx, Engels e Lenin chiamano il socialismo
della cattedra; ossia un marxismo elaborato e propagandato da professori, per
lo più accademici, che si ammantano della loro carica ufficiale per dare una
qualche credibilità alle loro tesi ed attrarre ed influenzare gli elementi
avanzati del proletariato. Questo rientra nella più tranquilla lotta delle
classi al fine di poter ciascuna utilizzare il proletariato come massa di
manovra e carne da cannone nella lotta che si scatenano tra di loro e per neutralizzare
ed asservire sul piano ideologico, e quindi politico ed organizzativo, il
proletariato; ostacolare, frenare, deviare, inquinare, ritardare il processo di
formazione dell’organizzazione del proletariato e la sua costituzione in classe
autonoma.
Solo il partito comunista, ossia solo il partito del proletariato è garante
della correttezza della diffusione e dell’elaborazione del marxismo. Pretendere
una qualche obiettività, come se Marx ed il marxismo fossero delle qualunque
teorie, al pari di tutte le altre, è cecità. Significa non aver compreso
il carattere di classe del marxismo ed
in quanto teoria della classe del proletariato, è comprensibile unicamente dal
proletariato. La scienza borghese ed i suoi intellettuali non riescono a
comprenderlo, perché non hanno acquisito le coordinate fondamentali di
pensiero, non hanno cioè come orizzonte gli interessi di classe del
proletariato, ma quelli della borghesia, e questo impedisce loro di comprendere
ed assimilare il marxismo. Ne colgono, cioè, solo gli aspetti più superficiali
e secondari, lo traducono secondo i loro schemi mentali, i loro schemi di
pensiero, e lo costipano entro gli angusti confini della classe della borghesia
di cui ne sono espressione e sulla cui base si sono formati e la cui base materiale
determina la loro esistenza materiale ed i loro privilegi.
Il problema di attrarre al marxismo gli elementi avanzati del proletariato e di
formare una nuova grande leva di intellettuali proletari, ossia di
intellettuali che hanno acquisito gli orizzonti di classe del proletariato, è
la battaglia cruciale oggi in atto in Italia, in Europa, nel mondo.