www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - scienza - 17-12-15 - n. 570

Due anniversari per Friedrich Engels

Tiziano Tussi

12/12/2015

Quest'anno cadono due anniversari che riguardano Friedrich Engels. Sono 195 anni dalla nascita (il 28 novembre) e 120 anni dalla morte (il 5 agosto). Scopo della seguente nota è il tentativo di proporre alcuni tratti, si spera un po' particolari e non sempre ricordati, del cofondatore, naturalmente con Karl Marx, del comunismo, detto poi, scientifico, per distinguerlo da altre varie forme esistenti all'epoca della sua vita, ma anche poi successivamente perduranti nel campo della sinistra.

Un piccolo elenco lo troviamo anche nel Manifesto del Partito Comunista, pubblicato all'inizio del 1848, scritto dai due. La parte forse meno interessante, rispetto al resto del testo, veramente fondamentale e storicamente pregnante. Ad ogni modo, un quadro della situazione del socialismo in quel periodo e non solo.

Potremmo aprire proprio dal Manifesto per iniziare un percorso (quasi) totalmente e solo engelsiano. Di solito lo si cita assieme a Marx, ma l'occasione, gli anniversari che lo interessano, ci può portare a riflettere su di lui in primis.

Iniziamo con qualche pennellata di un ritratto a tinte variabili. La personalità. In un vecchio testo del 1979 (Karl e Jenny Marx, Lettere d'amore e di amicizia)[1] come appendice si riportano le risposte ad un gioco che gli studenti inglesi facevano con le loro famiglie. Un questionario di domande cui i famigliari degli studenti dovevano rispondere, il più possibile in modo veritiero. Anche da queste "confessioni" si può risalire al carattere degli intervistati ed al loro modo di relazionarsi con gli altri, con il mondo.

Ecco alcune risposte di Engels, anche lui, notoriamente in Inghilterra per decenni, per curare gli affari di famiglia: La virtù che preferisci – L'allegria; La qualità che preferisci in un uomo – badare ai fatti propri; La qualità che preferisci in una donna – non perdere le cose; La tua caratteristica principale- sapere ogni cosa a metà; La tua idea di felicità- Chateaux Margaux 1848 (un vino, ndr); La tua occupazione preferita – prendere ed essere preso in giro; Il tuo colore preferito - tutti purché non siano di anilina (evidentemente non gli piacevano i colori trattati chimicamente, ndr); Il tuo motto preferito – non te la prendere.

Come si vede risposte alquanto ironiche a differenza delle altre, che sono di Marx e famiglia, molto più serie. Sempre nel libretto sono riportate le lettere tra Engels e Marx sull'unico momento di dissapore tra i due quando Engels scrive a Marx che è morta la sua compagna e l'altro gli risponde chiedendogli soldi per tacitare i creditori. Poi la cosa si spiega in lettere successive e ritorna il sereno tra i due, che si scrivevano spessissimo, anche due volte al giorno. Ciò dimostra anche che nella seconda metà del 1800 la posta inglese tra Manchester (dove stava abitualmente Engels) e Londra (residenza di Marx) funzionasse molto meglio di quella italiana di oggi. Lo screzio risale all'inizio del 1863. Ma, torno a dire, tutto si risolve in poche ore tra i due, ed  il loro rapporto rimarrà nel tempo solidissimo, tanto che l'elogio funebre di Marx lo tenne naturalmente Engels con parole commoventi ed assolutamente elogiative, senza ombra alcuna.

L'amicizia fu sempre salda e alla morte di Marx, Engels continuò, specialmente con Eleanor, penultima figlia di Marx, soprannominata affettuosamente Tussy, a lavorare sulle carte dell'amico. Ricordiamo che Engels, nel 1851, aveva riconosciuto come suo un figlio della governante di casa Marx, poi rivelatosi figlio proprio dello stesso padrone di casa. Engels lo confidò in punto di morte.

Ma veniamo al discorso per il funerale di Marx. Eccone un passaggio, molto bello: "Il 14 marzo (1883, ndr) alle due e quarantacinque pomeridiane, ha cessato di pensare la più grande mente dell'epoca nostra. [] Così come Darwin ha scoperto la legge dello sviluppo della natura organica, Marx ha scoperto la legge dello sviluppo della storia umana e cioè…[] Marx era prima di tutto un rivoluzionario…perciò era l'uomo più odiato e calunniato del suo tempo…E' morto venerato amato rimpianto da milioni di compagni di lavoro rivoluzionari in Europa e in America… poteva avere molti avversari, ma nessun nemico personale."[2]

Un testo di riferimento per un tema prettamente proletario è la Condizione della classe operaia in Inghilterra. Un testo giovanile, Engels aveva 25 anni quando lo scrisse, che definisce in modo chiarissimo ciò che il proletariato inglese viveva quotidianamente. Molti problemi come la questione della concorrenza con il proletariato irlandese – a cui bastano poche patate al giorno e cattiva acquavite la domenica. Lo schifo della vita ordinaria del proletariato in Inghilterra dovrebbe fare riflettere, anche ora, rispetto alle modalità con le quali il capitalismo si è incistato nella società inglese. Vi si legge anche un confronto tra livelli di alimentazione diversa. Sono a confronto un marinaio, un carcerato, ed un operaio. Chi mangia peggio di tutti è proprio l'operaio, peggio anche del recluso. Le case sono fatiscenti e il loro arredamento è ridottissimo: qualche sedia, tavoli mal messi e pagliericci. [3]

Il testo si potrebbe anche accompagnare ad un'altra opera significativa sull'argomento che riguarda appunto la questione delle abitazioni. Questo è uno scritto più contenuto del primo, frutto, nell'edizione italiana, di tre interventi giornalistici separati dell'Engels nel 1872. Si mette in giusta luce l'urbanizzazione selvaggia e selvatica dei proletari delle campagne, delle miniere, in città, per andare a riempire le richieste di mano d'opera delle fabbriche. La famiglia che arriva alloggia di solito negli scantinati più fetidi dove il Tamigi viene a visitare chi vi abita durante le esondazioni che accadono fisiologicamente, con annessi topi e fango. Attende poi che si liberi un posto ai piani superiori, dal pian terreno in su, casette basse, per potervi traslocare dopo qualche tempo di stenti e risparmi forzosi. Quando un inquilino dei piani superiori trasloca ecco che si assiste ad una catena, verso il sole, di chi sta sotto. Le abitazioni venivano così sempre riabitate perché i seminterrati che si liberavano si riempivano di altri disperati che arrivavano da fuori città.[4]

Questi due testi, altri ve ne sono, ci dicono molto della sensibilità di Engels per la modalità d'inchiesta nella società in cui viveva. Un risvolto giornalistico della miglior scuola, metodo di lavoro che permette una conoscenza diretta della condizioni di vita dei proletari.

Tale sensibilità cucinata in orizzonte storico la ritroviamo ad esempio in un altro piccolo libro che riguarda la ribellione di Thomas Munzer nel 1525. La rivolta dei contadini luterani contro i loro signori feudali, neppure tanto paradossalmente incitati dallo stesso Lutero alla distruzione totale dei ribelli, guidati proprio da un monaco ultra luterano. Il testo del 1850, Engels ha trent'anni, riporta notizie ed analisi di quella ribellione, emblematica per l'epoca in cui accadde, ma anche per quella in cui lo stesso scriveva. In questo caso sono dei contadini ad offrire un paradigma rivoluzionario ed a morire per mano dei signori. La fine di Munzer è emblematica. Una fine crudele per chi si oppone ai potenti: "…i principi credettero di ricorrere alla tattica che aveva dato tante volte la vittoria…entrarono in trattative, conclusero un armistizio e assalirono improvvisamente i contadini prima ancora che l'armistizio fosse trascorso…Munzer venne torturato in presenza dei principi e poi decapitato." [5]

L'opera su Munzer, a livello di scontro militare ci rimanda ad altre, militari, altro filone di interesse e ricerca per Engels. Un testo classico, cui Marx non fece mancare il suo caloroso appoggio, è Po e Reno, un esame preciso sulla conduzione, in prospettiva, della guerra risorgimentale italiana del 1859/1860, prossimo ventura, al momento della stesura del testo. In questo opuscolo si tracciano le linee guida del coinvolgimento militare europeo sulla scia dell'azione militare di Napoleone III, che vuole mantenere l'egemonia politica europea attraverso il costituendo stato italiano, incontrando così le intenzioni di Cavour. Il testo mette in luce precisa le nulle propensioni militari dell'Imperatore d'Austria e dei suoi generali e la pochezza, in definitiva dell'esercito austriaco, così mal guidato.[6] La questione militare è sempre stata un'attrattiva per Engels che si cimenterà anche in altri scritti sull'argomento. Logicamente così come gli altri punti toccati sinora, non è possibile seguire precisamente la sterminata produzione dello stesso. Il lavoro che Engels ha intrapreso, solo e/o con Marx, è veramente immenso. Proseguiamo perciò ancora con tocchi e pennellate rapide.

L'aspetto militare rimanda ad uno che diciamo essere di politica internazionale. Possiamo riferirci ad un piccolo opuscolo sulla politica degli Zar. La Russia ha coperto un ruolo importante, come oggetto di studio, nella sua opera, come in quella di Marx. Qui ci addentriamo in un terreno spinoso, che vogliamo però sorvolare, ma solo indicare, che riguarda l'accettazione della Russia dei due e quindi anche in Engels. Un Paese considerato retrogrado e reazionario, che in ogni caso ha tradotto, per le penne dei populisti, per primi in una lingua che non sia il tedesco, il Primo libro del Capitale di Marx. Engel discuterà della politica internazionale degli zar in tono tale da non lasciare dubbio su cosa lo stesso pensasse della Russia. "Occorre che il partito rivoluzionario russo abbia successo perché...l'impero russo degli zar forma ad un sol tempo la grande piazzaforte, il fronte e l'armata di riserva della reazione europea e perché la sua sola esistenza passiva costituisce già una minaccia e un pericolo per noi."[7] Il testo tardo di Engels, 1890, si allinea alle posizioni che già Marx aveva espresso in scritti giornalistici e libri, in lettere, in molteplici occasioni del suo percorso di osservazione della Russia.

Veramente molti sono i rivoli che possiamo seguire dell'opera di Engels.  Un accenno alla lotta politica è necessario. Solo un esempio per quanto riguarda la Prima internazionale dei lavoratori nata nel 1864 e lo scontro con gli anarchici. Bakunin era entrato nell'Internazionale per poterla poi guidare dall'interno verso tematiche anarchiche molto lontane delle posizioni di fondo della sua fondazione. I mazziniani erano già stati espulsi prima ancor che iniziassero gli incontri ufficiali, nelle primi riunioni preliminari. Ora gli anarchici. Più furbi e capaci degli altri, avevano in Bakunin un capo ben navigato. "Una cosa più miserabile di quel programma teorico – quello che Bakunin voleva fare adottare all'Internazionale – non l'ho mai letta. La Siberia, la pancia e la giovane polacca – evidentemente la compagna di Bakunin, ndr – hanno fatto di Bakunin un vero bovino."[8]  Gli anarchici furono espulsi nel 1873. Espulsione che accelerò la crisi dell'Internazionale stessa che chiuderà dopo tre anni.

Ma anche a volere rimanere sul solo Engels, senza troppo interpellare Marx, riesce difficile, per questioni oggettive e necessarie. Voglio chiudere con un legame importante tra i due che riguarda la pubblicazione, Marx morto, delle Tesi su Feuerbach che Engels trovò tra le carte dell'amico da sistemare e che mise in appendice ad un suo scritto di filosofia, su Feuerbach, nel 1888.

Le Tesi sono considerate da Engels "appunti per un lavoro ulteriore, buttati giù in fretta, non destinati in nessun modo alla pubblicazione, ma d'un valore inestimabile come il primo documento in cui è deposto il germe geniale della nuova concezione del mondo". Così nella prefazione al testo, datata Londra, 21 febbraio 1888.[9] Questo scritto in questa forma, è stato tradotto da Palmiro Togliatti. Aggiungiamo perciò altra carne al fuoco. Le Tesi sono certo un monumento di filosofia politica materialista che ha legato Engels a Marx tutta la vita e che ha espresso in Engels un approccio vario e movimentato – abbiamo visto le sue risposte alle domande dei giovani studenti "di casa".

Scorciatoie e banalità sono assolutamente da rifiutare avvicinandosi ad un classico del pensiero moderno, così come Engels si configura. Il suo lavoro intellettuale e pratico, così come le Tesi, da lui pubblicate prevedono è stato veramente continuo e proficuo. Un'attività che individua nel momento economico, in ultima analisi il terreno di riferimento. Ma prima di arrivarvi occorre percorre le strade sulle quali l'uomo si incammina e che Engels ha percorso – filosofia, politica internazionale, lotta politica, piacere per la vita in genere, sentimenti profondi, speranza in un domani migliore e tanto, tanto studio. Prima di arrivare al precipitato economico la strada e le interpretazioni sono sempre lunghe e complesse: "…secondo la concezione materialistica della storia il fattore in ultima istanza determinante nella storia è la produzione e la riproduzione della vita reale. Di più non fu mai affermato né da Marx né da me. Se ora qualcuno travisa le cose, affermando che il fattore economico sarebbe l'unico fattore determinante, egli trasforma quella proposizione in una frase vuota, assurda. [] Se non fosse così, l'applicazione della teoria a un periodo qualsiasi della storia sarebbe più facile che la soluzione d'una semplice equazione di primo grado."[10]

Note:

[1] Karl e Jenny Marx, Lettere d'amore e di amicizia. Miseria e nobiltà della vita quotidiana di Marx attraverso una scelta inedita del carteggio familiare, Savelli, Roma, 1979, p. 188/189.

[2] Ricordi su Marx, Edizioni Rinascita, Roma, 1951, p. 7-9.

[3] Friedrich Engels, La condizione della classe operaia in Inghilterra, la nuova sinistra, Samonà e Savelli, Roma, 1972

[4] Federico Engels, Per la questione delle abitazioni, Feltrinelli, Milano (senza indicazione di data, ma 1970).

[5] Federico Engels, La guerra dei contadini, Feltrinelli, Milano (senza indicazione di data).

[6] Friedrich Engels, Po e Reno, Editori Riuniti, Roma , 1952.

[7] Friedrich Engels, La politica estera degli zar, La salamandra, Milano, 1978, p. 39.

[8] Carteggio Marx-Engels, Vol. V, Edizioni Rinascita, Roma 1951, p. 305, citato in Friedrich Engels L'internazionale e gli anarchici, Editori Riuniti, Roma, 1975, p. 9/10.

[9] Friedrich Engels, Ludwig Feuerbach e il punto d'approdo ella filosofia classica tedesca, Editori Riuniti, Roma, p. 15.

[10] Lettera di Engles a Bloch, 21 settembre 1890, riportata in Il pensiero di Karl Marx, a cura di Cesare Pianciola, Loescher editore, Torino, 1971, p. 92.


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