www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - scienza - 18-09-17 - n. 643

Il Capitale, 150 anni di attualità nella lotta di classe

Pável Blanco Cabrera* | comunistas-mexicanos.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

15/09/2017

Il 14 settembre 1867 fu pubblicata la prima edizione de Il Capitale, opera alla quale Karl Marx dedicò la maggior parte del suo impegno di ricerca e lavoro teorico, convinto dell'importanza dell'economia dopo la lettura dell'articolo di Friedrich Engels "Lineamenti della critica dell'economia politica", che fu pubblicato negli Annali Franco-Tedeschi nel 1844.

Sono noti i sacrifici di Marx e della sua famiglia, le condizioni difficili della sua vita quotidiana per dedicare la maggior parte dei suoi sforzi, per un quarto di secolo, allo studio dell'economia politica, alla sua critica per spiegare il capitalismo – il modo di produzione attualmente predominante nella società – le relazioni sociali, le contraddizioni, gli antagonismi irrisoluti e i limiti storici, dimostrando contemporaneamente chi può metter fine allo sfruttamento, il ruolo rivoluzionario del proletariato e anticipando la società futura, quella del socialismo-comunismo.

Risulta ammirevole come la scienza rivoluzionaria possa avanzare tra lotta e persecuzione. Basta ricordare l'Europa del 1848, le rivoluzioni che scoppiano e il nascente partito comunista già alla lotta, con Marx e Engels in prima linea, il succedersi vorticoso degli avvenimenti, il loro intervento sulla Nuova Gazzetta Renana, il suo esilio a Bruxelles, Parigi, Londra, la controrivoluzione, le sentenze, l'aspra lotta di classe, la costruzione dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, le polemiche e l'intenso lavoro teorico che in quel periodo sfociare porta alle principali opere del socialismo scientifico. E durante tutto questo: le lunghe ore di ricerca, studio, traduzione, sistematizzazione, riflessione e lavoro a varie bozze, passate fra le mani di Engels – che giustamente deve esser considerato coautore – e altri compagni, fino all'ottenimento del manoscritto finale che vedrà la luce in una casa editrice di Amburgo, la Otto Meinsnners Verlag, ancora esistente. Tale opera scientifica venne al mondo affrontando una cospirazione del silenzio, come diceva Engels ed oggi, nel secondo decennio del XXI secolo, è riconosciuta come un'opera molto richiesta, soprattutto dopo lo scoppio nel 2008 della crisi di sovrapproduzione e sovraccumulazione del sistema capitalista. Oggi, l'analisi di Marx è pienamente attuale.

E' un'opera teorica per la lotta, per proiettarsi direttamente nella lotta di classe, nel conflitto capitale-lavoro, un'arma che deve essere brandita dalla classe operaia, da tutti i lavoratori e lavoratrici ed è noto l'impegno di Marx che lavorò in varie redazioni fino disporne di una diretta al proletariato. Per questo sono assurde alcune discussioni su come affrontare la sua lettura: ad esempio Althusser proponeva di saltare la Prima Sezione, argomentando la sua oscurità filosofica, ma omettendo qualcosa di essenziale: Das Kapital comprende, oltre a quanto è relativo all'esposizione di economia, storia e politica, lo sviluppo del metodo dialettico, la comprensione della realtà e dei suoi fenomeni in tutto il suo insieme, nell'interdipendenza di relazioni, una rivoluzione nella filosofia, come giustamente sostenne Ždanov. Così si va dalla merce al valore d'uso e al valore di scambio, e dalla teoria del valore a quella della circolazione, allo scambio, all'equivalente, al denaro, alla formula del capitale, al lavoro, al lavoro salariato, al plusvalore, il "sordido segreto dello sfruttamento capitalista"; così, passo dopo passo, Marx va smontando il modo di produzione e dimostra con chiarezza e ampie prove che la trasformazione di denaro in capitale ha come base lo sfruttamento del lavoro.

In poche parole, è fenomenale la sua modernità nonostante l'immenso sforzo per accantonare Il Capitale negli scaffali delle facoltà di economia e di cervellotici gruppi di specialisti che con chiusi rituali esoterici di studio erudito cercano di allontanare l'opera marxista dai lavoratori e farla circolare fra un gruppo di interpreti ed esegeti che non cessano di stupire per l'assurdità delle loro riflessioni, lontane dal punto di vista di classe, ma sicuramente ben pagate nei circoli accademici. No, Il Capitale non è per questi signori. Il Capitale è, insieme a tutta l'opera marxista-leninista, un'arma per il proletariato nella lotta per il rovesciamento del capitalismo. Marx non scrisse diventare un best-seller, né per ricevere finanziamenti da alcun istituto, università o ONG. Scrisse per rafforzare la lotta politica della classe operaia per il socialismo. Nell'ambito accademico in questi giorni ci sono molte commemorazioni, ma con propositi chiaramente falsificanti, destinati a erigere un muro tra l'opera di Marx e il proletariato, e molti di loro, più che lo studio della Vecchia Talpa, recuperano Keynes che politicamente significa militanza e proselitismo per la socialdemocrazia e la gestione del capitalismo. Marx e i suoi studi, la sua opera, la sua politica sono per la classe operaia e per la sua organizzazione di lotta, il partito comunista.

E' molto importante comprendere la questione del valore d'uso e i rapporti mercantili, già dibattuta come questione pratica nell'esercizio del potere operaio durante l'edificazione socialista del XX secolo e che ha avuto come drammatica conseguenze la controrivoluzione che ha temporaneamente rovesciato la costruzione socialista in URSS. Il potere operaio, la costruzione socialista è incompatibile con le relazioni mercantili, e tale questione si pone come dilemma nei paesi che rivendicano il socialismo, e per lo stesso movimento comunista, dove alcuni propongono un rinnovamento programmatico nel quale sarebbe possibile mescolare il socialismo e il capitalismo. Possiamo prevedere già il risultato: il prolungamento del capitalismo e delle sofferenze per la classe operaia con lo sfruttamento, così come della incessante barbarie che distrugge la natura del pianeta e l'umanità.

Va evidenziata anche la povertà teorica della cosiddetta sinistra messicana, anche di quella che si rifà al marxismo, che ha eluso storicamente lo studio e la comprensione di questa fondamentale opera di Marx. Questo problema cerca di superarlo il PCM, con lo studio sistematico e permanente da parte dei suoi militanti di tutta la teoria marxista-leninista, inclusi i tre tomi di Das Kapital. Per questo, per commemorare il centocinquantesimo anniversario, il nostro Comitato Centrale ha deciso nuovamente il suo studio.

Rimarchiamo anche il rifiuto dell'idea di chi vuol ridurre il marxismo ad una sola opera; alcuni giudicano tutta la ricchezza del marxismo ne Il Manifesto del Partito Comunista, altri ne Il Capitale; tutta l'opera di Marx e Engels, così come lo sviluppo e l'arricchimento di Lenin, sono sicuramente fonte di lezioni per l'azione rivoluzionaria dei comunisti, e pertanto dobbiamo impegnarci nello studio sistematico e continuo, aspirando alla sua valorizzazione nel campo della teoria e della pratica.

Che grande eredità ci ha lasciato Karl Marx, maestro del proletariato mondiale, e Il Capitale ne è una monumentale dimostrazione.

*Primo Segretario del Partito Comunista del Messico (PCM)


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