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Alvaro Cunhal e l'indipendenza delle ex colonie

Manuel Rodrigues | avante.pt
Traduzione da marx21.it

12/11/2015

Poiché si sta celebrando, in questo mese di novembre, i 40 anni dell'indipendenza dell'Angola, è importante mettere in evidenza il grande contributo di Alvaro Cunhal (il grande dirigente comunista portoghese, di cui il 10 novembre ricorreva il 102° anniversario della nascita) al sostegno al movimento di liberazione nazionale, in particolare delle ex colonie, contro il colonialismo portoghese e per il riconoscimento ai popoli colonizzati del loro diritto all'autodeterminazione e all'indipendenza.

Grandi sono stati, infatti, i contributi di Alvaro Cunhal, in quanto Segretario generale del PCP, all'autodeterminazione e all'indipendenza dei popoli colonizzati dal Portogallo e nell'appoggio ai Movimenti di Liberazione Nazionale, che comprende il sostegno dato dal PCP nel luglio del 1962 all'evasione dal Portogallo di Agostinho Neto (leader storico del Movimento Popolare di Liberazione dell'Angola, ndt).

Nella sua relazione, La strada per la vittoria (1964), Alvaro Cunhal riteneva che la politica colonialista di Salazar, "lungi dall'attestare l'indipendenza e la "grandezza" del Portogallo, attesta il dominio imperialista straniero sul nostro paese e il ruolo dei colonialisti portoghesi come associati o agenti delle grandi potenze imperialiste. I grandi sfruttatori del popolo portoghese sono allo stesso tempo sfruttatori dei popoli delle colonie portoghesi".

Ciò significava che la conquista della libertà e della democrazia in Portogallo sarebbe stata possibile solo nella misura in cui le colonie portoghesi avessero conquistato anch'esse la loro libertà, democrazia e indipendenza.

Tale constatazione portava Alvaro Cunhal e il PCP a considerare "nostri amici, alleati, compagni d'armi" questi popoli nella loro lotta contro il nemico comune, "il governo fascista di Salazar al servizio dei monopoli nazionali e stranieri" e ad affermare: "noi appoggiamo nella misura delle nostre forze la giusta lotta dei popoli delle colonie portoghesi, compiendo così allo stesso tempo il nostro dovere internazionalista e il nostro dovere di patrioti portoghesi".

E sottolineava: "i comunisti portoghesi, alla testa della classe operaia, si sentono intimamente e fraternamente uniti ai popoli delle colonie portoghesi e di tutto fanno e faranno nella misura delle  loro forze per aiutarli".

Dopo un'ampia discussione in tutto il Partito, la relazione La strada per la vittoria, veniva approvata al suo VI Congresso. E veniva pure approvato il programma del PCP per la Rivoluzione Democratica e Nazionale, che comprendeva tra i suoi obiettivi fondamentali "riconoscere e assicurare ai popoli delle colonie portoghesi il diritto all'immediata indipendenza".

La Rivoluzione Portoghese di Aprile avrebbe riconosciuto, il 27 luglio 1974, l'indipendenza delle ex colonie, decisione nella quale il PCP e il suo Segretario generale Alvaro Cunhal riconobbero un grande evento storico e la conferma della tesi del Partito secondo cui la conquista della democrazia in Portogallo avrebbe aperto le condizioni per l'indipendenza dei popoli da esso colonizzati.

Dopo il 25 aprile. Alvaro Cunhal interviene come Segretario generale del PCP e come ministro senza portafoglio dei primi quattro governi provvisori non solo per la realizzazione immediata dell'indipendenza delle ex colonie portoghesi, ma anche per stabilire relazioni diplomatiche e di amicizia, pace e cooperazione con i nuovi paesi e, ugualmente, per il rafforzamento delle relazioni di amicizia e cooperazione tra il PCP e i movimenti e i partiti che avevano condotto la lotta dei loro popoli contro il colonialismo e per l'indipendenza nazionale.

Alvaro Cunhal e il PCP hanno avuto un rilevante ruolo nel rafforzamento del movimento comunista internazionale, nella cooperazione di tutte le forze rivoluzionarie e progressiste, di cui era parte, insieme alla lotta per l'indipendenza delle ex colonie portoghesi, la lotta per la fine dell'apartheid e per la liberazione dei popoli dell'Africa Australe, la difesa del diritto del popolo palestinese a un suo Stato indipendente e dei diritti dei popoli del Medio Oriente, e nella lotta per la pace.

Lotta che il PCP prosegue oggi nel rafforzamento del movimento dei Partiti Comunisti, operai e altre forze progressiste, nella loro lotta comune contro l'imperialismo, lo sfruttamento e la guerra, in difesa della giustizia, del progresso sociale e dell'amicizia, della pace e della cooperazione tra i popoli


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