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Nel centenario della prima carneficina imperialista mondiale

Amedeo Curatoli

08/11/2018

Un'ondata di fango, cartacea e "mediatica" si sta abbattendo in questi giorni sull'Italia in occasione del centenario della cosiddetta Grande guerra. E' un'ondata di menzogne borghesi propalate dai mezzi di "comunicazione" di massa i quali devono far credere alla gente, anche in questa solenne occasione commemorativa, che, al di là delle infinite chiacchiere sulle "dolorose perdite" (su cui versano lacrime di coccodrillo), si è pur sempre trattato di una guerra giusta e vittoriosa contro l'Impero austro-ungarico per conquistare finalmente all'Italia le terre "redente" del Trentino-Alto Adige.

Ma la vera verità sta da un'altra parte. L'Italia era una monarchia, e in quanto tale, legata, "naturalmente", da un patto, alle altre due monarchie europee, l'austriaca e la tedesca (la Triplice Alleanza). Dopo un anno di guerra, durante il quale il nostro Paese si mantenne neutrale, il governo italiano, senza che il parlamento ne sapesse nulla, decise anch'esso di entrare in guerra ribaltando la sua vecchia posizione di membro della Triplice Alleanza e stipulò con l'Inghilterra il Trattato segreto di Londra (1915) che fu un accordo puramente e semplicemente imperialista di spartizione di terre e "zone di influenze" a scapito di altri popoli e altre nazioni.

In cambio del passaggio dell'Italia dalla Triplice Alleanza alla Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia e Russia), l'accordo prevedeva che il nostro Paese avrebbe ottenuto, in caso di vittoria, oltre al Trentino e l'Alto Adige anche: 1- l'Istria; 2- la Dalmazia settentrionale e le isole adiacenti; 3- la città albanese di Valona che avrebbe avuto il significato di un "protettorato" italiano sull'Albania; 4- il possesso del Dodecanneso; 5- una "zona d'influenza" in Asia minore in caso di sfacelo dell'Impero Ottomano; 6- l'ingrandimento dei confini delle colonie italiane in Africa in caso di spartizione delle colonie tedesche.

Dunque, l'Italia monarchico-borghese di quell'epoca entrò a far parte di una coalizione di predoni imperialisti contro altri predoni imperialisti per la ri-spartizione del mondo già spartito. Questa politica imperialista fu coperta dal frastuono assordante del nazionalismo borghese, oppio dei popoli come la religione, che travolse la piccola borghesia italiana. Ma gli operai e i contadini in divisa e la classe operaia delle grandi fabbriche erano pronti, come del resto accadde in Germania e in Ungheria, a dare l'assalto al potere borghese. Non vi era soltanto la retorica nazionalista del "Piave mormorò.." si cantava anche la rivoluzionaria "O Gorizia tu sei maledetta…"

Fu una guerra micidiale, costata milioni di morti fra le popolazioni civili e distruzioni inaudite. I governi borghesi, come mai prima di allora, assunsero poteri dittatoriali che resero i parlamenti delle pure e semplici comparse. Dopo Caporetto, in Italia si ebbe bisogno di carne da cannone a qualsiasi costo, e siccome la coscrizione obbligatoria si rivelò insufficiente, i governi dittatoriali, espressione politica dei vertici militari monarchici sudditi fedelissimi del reuccio assassino Vittorio Emanuele terzo, ricorsero ad un kidnapping di massa, illegale, di giovani che non avevano ancora compiuto i diciotto anni e dopo un sommario addestramento li mandarono al fronte.

Dei circa trecentomila ragazzi rastrellati, la metà persero la vita. Caporetto non fu una disfatta: fu una ribellione di massa di decine di migliaia di soldati che dopo aver regolato i conti con i carabinieri che li sparavano alle spalle se si rifiutavano di uscire dalle trincee per andare all'assalto del nemico, ripiegarono verso l'interno. Si trattava di una notevole forza militare che se avesse trovato una decisa guida rivoluzionaria, avrebbe potuto abbattere le forze della reazione e aprire la strada alla rivoluzione socialista.

La prima carneficina imperialista, retoricamente denominata Grande guerra, ha visto la fine ingloriosa delle socialdemocrazie europee che hanno tradito gli ideali dell'internazionalismo proletario. Ma i disastri di quella guerra produssero un fermento rivoluzionario in tutta Europa ampliato e incoraggiato dalla vittoria in Russia della Rivoluzione socialista d'Ottobre. Da quella rivoluzione e da quel partito che la diresse venne fuori l'unica parola d'ordine possibile, realistica e concreta di contro a tutte le mistificazioni gli inganni e le menzogne con cui la borghesia cerca di coprire le guerre che essa produce: TRASFORMARE LA GUERRA IMPERIALISTA IN GUERRA CIVILE.

Ed è ciò che è accaduto anche nella seconda guerra mondiale, ancora più distruttiva della prima. Ed è ciò che accadrà, come inevitabile legge della storia, nel caso in cui gli USA-Quarto Reich oseranno scatenare la terza guerra mondiale, che coinciderà, questa volta, con la fine dell'imperialismo.


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