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La guerra finnico-sovietica del 1939-1940 (Guerra d'Inverno)

Partito Comunista dei Lavoratori per la Pace e il Socialismo (Finlandia) | initiative-cwpe.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

14/02/2019

Documento del Partito Comunista dei Lavoratori per la Pace e il Socialismo (Finlandia) presentato alla Conferenza Internazionale della Iniziativa Comunista Europea a Istanbul del 16 e 17 febbraio 2019 per il centenario dell'Internazionale Comunista

Nel novembre 1939 scoppiò una guerra tra l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e la Finlandia. Le cause del conflitto risiedevano principalmente nella situazione politica mondiale. La Germania aveva già iniziato una guerra di conquista invadendo la Polonia il primo settembre dello stesso anno. L'Unione Sovietica cercò di proteggere i propri confini in vista delle crescenti idee fasciste e degli intenti espansionistici della Germania.

L'Unione Sovietica voleva principalmente risolvere la disputa in modo diplomatico prima dello scoppio della guerra. Per proteggersi, l'URSS aveva due obiettivi: in primo luogo, spostare il confine finnico-russo più lontano da Leningrado, dando in cambio alla Finlandia una area di terra, di duplice dimensioni, più a nord lungo il confine. Secondo, impedire a qualsiasi forza esterna di attaccare l'Unione Sovietica attraverso i territori finlandesi.

I sovietici volevano alcune aree strategicamente importanti, tra cui alcune isole nel Golfo di Finlandia per impedire uno sbarco in Finlandia o nei Paesi baltici.

Le proposte dell'Unione Sovietica furono discusse tra gli stati. L'Unione Sovietica era interessata ad un trattato di difesa reciproca con la Finlandia. I sovietici e la Finlandia avrebbero respinto insieme un aggressore in caso calpestasse il suolo finlandese. Le ragioni erano numerose: i leader dello Stato nutrivano un'aggressiva ideologia della "Grande Finlandia" che avevano fomentato nella popolazione durante tutti gli anni '20 e '30. L'idea della Grande Finlandia era basata sull'obiettivo di incorporare le zone nord-occidentali dell'Unione Sovietica alla Finlandia. L'area era abitata da careliani e altri popoli che erano considerati nella stessa famiglia ugro-finnica dei finlandesi.

I capitalisti finlandesi vedevano le vaste risorse naturali all'interno di queste aree come una grande opportunità per lo sfruttamento. Ecco perché gli uomini di stato e gli ambienti capitalisti erano riluttanti ad avere relazioni più amichevoli tra la Finlandia e l'URSS e volevano avvicinarsi agli imperialisti tedeschi o britannici per raggiungere i loro obiettivi successivamente.

Väinö Tanner, presidente del Partito Socialdemocratico dal 1918 al 1926, prestò servizio come ministro delle finanze allo scoppio della guerra e come ministro degli affari esteri nel corso della guerra.

Tanner è stato uno dei principali personaggi che trascinarono il Partito socialdemocratico e parte della classe lavoratrice finlandese a sostenere le politiche della Grande Finlandia e della guerra. Il partito divenne l'unico partito socialdemocratico a combattere a fianco della Germania nazista dal 1941 al 1944.

Le decisioni prese dal governo finlandese furono influenzate dalle forti connessioni che la borghesia finlandese aveva con la Germania. Nel 1918 la borghesia aveva invitato le forze militari tedesche a distruggere la rivoluzione operaia finlandese. I tedeschi sbarcarono in Finlandia nella primavera del 1918 e respinsero le rivolte in Finlandia e nei paesi baltici. La borghesia finlandese fu molto grata per questo, anche se la Germania stava realizzando solo le proprie ambizioni imperialiste.

La leadership sovietica aveva tutte le ragioni per trattare il governo finlandese con sospetto. I combattenti finlandesi avevano attaccato numerose volte la Russia sovietica nelle cosiddette "guerre dei popoli affini" nel 1918-1920. Gli attacchi erano rivolti principalmente nelle regioni della Carelia bianca e Petsamo, condotti principalmente dalle cosiddette forze volontarie. Il parlamento finlandese approvò il finanziamento di una campagna militare a Olenets Karelia nel 1919 con 160 voti contro 80. L'obiettivo era conquistare e annettere il territorio.

La Finlandia borghese era uno stato semi-fascista e anticomunista ostile nei confronti dell'Unione Sovietica. Lo Stato finlandese era guidato dalle stesse persone che nel 1918 avevano soffogato nel sangue, con l'aiuto tedesco, la rivoluzione operaia finlandese.

La sconfitta nella guerra di classe del 1918 portò il vecchio partito socialdemocratico a dividersi in due. Traendo insegnamento dalle lezioni della guerra, i militanti di sisnistra del partito fondarono il Partito Comunista Finlandese nel 1918. Il Partito rimase illegale dalla fondazione fino al 1944. I comunisti operarono in clandestinità per lottare per i diritti della classe operaia e per aiutare a sviluppare relazioni pacifiche tra la Finlandia e l'Unione Sovietica. I comunisti agirono anche all'interno del Partito socialista dei lavoratori, che fu dichiarato illegale nel 1924 con il suo gruppo parlamentare che venne incarcerato.

La polizia di stato iniziò ad arrestare e imprigionare sospetti comunisti e socialisti ancor prima dell'inizio della guerra d'inverno. La SAJ, la più antica centrale sindacale finlandese, fu dichiarata fuori legge nel 1930. La Finlandia si stava dirigendo verso il fascismo e la preparazione della guerra. I sostenitori dell'idea della Grande Finlandia che avevano avviato le guerre dei popoli affini stavano già aspettando una nuova occasione per attaccare la Russia.

La Guerra d'Inverno (1939)

L'Unione Sovietica aveva previsto di vincere la guerra rapidamente, ma sottovalutò la quantità di forze finlandesi. All'inizio delle battaglie, entrambi le parti contavano circa 350.000 militari, anche se i sovietici erano più numerosi dei finlandesi in carri armati, aerei e altri mezzi simili. I sovietici subirono più perdite, in quanto erano all'offensiva, ma vinsero la guerra.

Il conflitto durò tre mesi, dopodiché la borghesia finlandese chiese la pace. La minaccia degli inglesi di entrare in guerra e di bombardare i cambi petroliferi di Baku, tra gli altri obiettivi, persuase anche i sovietici a porre fine rapidamente alla guerra. Iniziò così la cosiddetta "pace provvisoria" che durò da marzo 1940 a giugno 1941. Come risultato, l'Unione Sovietica riuscì a spostare il confine più lontano da Leningrado, ricevette isole esterne nel Golfo di Finlandia, nella penisola di Rybachy a Petsamo e Hanko nel sud-ovest della Finlandia come base militare.

La continuazione della guerra e l'Operazione Barbarossa (1941)

Il tempo della pace finì presto quando il governo borghese fu scontento dei termini del Trattato di Pace di Mosca. La Finlandia si unì alle potenze dell'Asse e attaccò l'URSS insieme alla Germania nel giugno 1941 come parte dell'operazione Barbarossa. Dal settembre 1940 era già in vigore un contratto tra la Germania e la Finlandia che consentiva alla prima di trasportare soldati e materiale nel nord della Finlandia. Proprio come temeva l'Unione Sovietica, centinaia di migliaia di soldati tedeschi furono trasferiti in Finlandia, che divenne il trampolino di lancio di Hitler a est.

La guerra di Lapponia e un nuovo inizio delle relazioni finnico-sovietiche

Quando le forze di Hitler furono sconfitte a Kursk e Stalingrado, le sorti della guerra si rivoltarono contro l'asse. La continuazione della guerra non vide particolari importanti battaglie tra la Finlandia e l'URSS, poiché il fronte era più a est. Mentre i fascisti si ritiravano, tuttavia, l'Armata Rossa si avvicinò alla Finlandia. In seguito alle gravi perdite, la Finlandia cambiò posizione nel 1944, firmando una pace separata con l'Unione Sovietica. I termini del trattato richiedevano che le truppe tedesche venissero disarmate e cacciate dal paese. Ciò portò alla cosiddetta "Guerra di Lapponia", dove la fanteria finlandese e l'aviazione sovietica combatterono i tedeschi mentre si ritiravano in Norvegia attraverso la Lapponia finlandese.

Alla fine delle battaglie, iniziò la ricerca dei responsabili della guerra. Le organizzazioni fasciste furono messe fuori legge e quelle di sinistra vennero legalizzate. Questo inaugurò un nuovo tipo di democrazia in Finlandia e rafforzò il movimento operaio.

L'URSS ottenne i cambiamenti territoriali che desiderava. La Finlandia borghese completamente sconfitta non aveva più appoggi e quindi dovette accettare tutte le richieste. Fu firmato l'accordo di amicizia, cooperazione e mutua assistenza (YYA). Se questo trattato fosse stato firmato prima, la tragedia della guerra sarebbe stata evitata, innumerevoli vite sovietiche e finlandesi sarebbero state risparmiate e i piani di Hitler sarebbero stati ostacolati.

Mitologia borghese: "Lo spirito della guerra d'inverno"

Una mitologia di destra di un popolo unito che si difende dalla conquista è stata tessuta attorno alla guerra d'inverno. Questa mitologia viene chiamata "lo spirito della guerra d'inverno" e non corrisponde alla realtà. La guerra non fu di mera autodifesa, poiché la borghesia presa dalla follia della guerra e i sostenitori della "Grande Finlandia" furono quantomeno altrettanto responsabili per essa avendo respinto tutti i tentativi di risoluzione pacifica da parte dell'Unione Sovietica. Era chiaro che l'Unione Sovietica non poteva rimanere inerme mentre la Germania marciava verso di essa.

In realtà la borghesia finlandese sperava che la Germania annientasse i sovietici e scelse la parte dei fascisti, e per questo il popolo ha dovuto soffrire.

Il mito del popolo unito e lo "spirito della guerra d'inverno" furono costruiti imprigionando e soffocando la sinistra e il movimento per la pace. Questo per quel che riguarda l'armonia tra le classi. Quell'armonia tra le classi propagandata dalla borghesia che era basata sull'aperta guerra di classe e sul terrore statale. Collusi con loro in questa impresa ci furono i socialdemocratici di Väinö Tanner, unica "organizzazione operaia" legale che potesse operare in pace. I suoi seguaci furono tra i pochi soggetti di "sinistra" che in seguito si sarebbero alleati con Hitler.


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