www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - storia - 21-12-20 - n. 773

La Terza Internazionale e la frazione comunista del P.S.I.

Comitato Esecutivo della Internazionale Comunista | L'Ordine Nuovo, anno II, n.20, 20 novembre 1920
Trascrizione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

20/11/1920

Cari amici,

Saluto di tutto cuore voi, sostenitori del Partito Comunista. In nome del Comitato Esecutivo della Internazionale Comunista, e in nome del Comitato Centrale del Partito Comunista russo, vi mando i più caldi e fraterni auguri.

Ho avuto la possibilità di conoscere il punto di vista della vostra frazione, e vedo da questo che la vostra frazione è l'unico serio appoggio dell'Internazionale Comunista in Italia. Nel vostro paese la lotta di classe si è talmente acuita, che agli occhi di tutto il mondo essa è già passata nella fase della guerra civile. Il proletariato italiano è per la rivoluzione sociale. Una parte notevole dei contadini italiani è pronta a sostenere il proletariato italiano nella sua lotta contro la borghesia. La rivoluzione che si esplica ora in Italia sarà una rivoluzione veramente popolare, nel senso migliore della parola, una rivoluzione che è solo possibile ai giorni nostri, una rivoluzione nella quale il proletariato sarà la principale forza motrice e raccoglierà intorno a sé tutti gli elementi semi-proletari capaci di appoggiare la nostra lotta.

In Italia esistono tutte le condizioni obbiettive per la vittoria della rivoluzione proletaria. Manca soltanto una cosa: una migliore organizzazione della classe operaia. La classe operaia in Italia disgraziatamente per sé e per noi, non è ancora abbastanza organizzata. Non vorrei essere frainteso. So bene che il proletariato italiano ha le sue organizzazioni professionali in cui figurano diversi milioni di aderenti, ha le sue grandi organizzazioni di Partito, ma il guaio è che i duci riformisti dei sindacati, e l'ala riformista del Partito, utilizzano con molta arte queste organizzazioni operaie appunto per attuare piani molto abili contro la rivoluzione proletaria e per aiutare la borghesia.

Compagni, noi potevamo seguire soltanto da lontano la recente lotta del proletariato italiano, accompagnata dall'occupazione delle fabbriche; tuttavia ci appariva molto chiaro che in questa lotta degli operai italiani, l'ala riformista del Partito e i Sindacati, formavano l'ostacolo che intralciava il cammino degli operai italiani. D'Aragona, Turati e gli altri duci riformisti hanno salvato un'altra volta (quante volte ormai!) la borghesia, strappando per essa agli operai italiani un'altra proroga. Questo stato di cose continuerà finché non avrete liberato il vostro Partito, i vostri sindacati, tutte le vostre organizzazioni operaie, dai duci del riformismo che obbiettivamente sono servi della borghesia anche quando soggettivamente alcuni di essi non vorrebbero essere tali. Perché gli operai italiani possano vincere il loro nemico, non basta avere semplicemente una organizzazione, ma bisogna avere una organizzazione comunista. Quando i sindacati italiani saranno per la classe lavoratrice delle organizzazioni di battaglia, quando a capo di esse vi saranno degli figli provati della classe lavoratrice, incapaci di tradire nei momenti decisivi, quando nel Partito non vi sarà più posto per le persone che durante interi decenni hanno difeso il riformismo, cioè il punto di vista della borghesia, quando il Partito sarà tutto un blocco granitico e avrà una vera disciplina proletaria (ora continuamente infranta dai riformisti), quando in ogni fabbrica, in ogni cooperativa, in ogni caserma, avrete i vostri gruppi comunisti, quando tutto il paese sarà coperto da una fitta rete di cellule comuniste, solo allora si potrà dire che la classe operaia in Italia è organizzata nei modi e nelle forme richieste per essere in grado di risolvere i problemi del giorno.

Ecco perché il problema più vitale per l'Italia è la purificazione delle organizzazioni operaie dagli elementi riformisti. Voi, cari compagni, dovete a tutti i costi risolvere questo problema nell'interesse della classe operaia italiana, nell'interesse di quella di tutto il mondo e della vittoria della Internazionale Comunista.

Il compagno Serrati tenta di organizzare una sua frazione speciale, che porta il nome di frazione dei «comunisti unitari». Noi apprezziamo molto i meriti passati di Serrati. Noi vorremmo sinceramente che egli lavorasse nelle nostre file. Finora abbiamo sperato molto in lui. Ma la formazione da parte di Serrati di una simile frazione, ci fa rimanere dubbiosi e ci fa domandare meravigliati: «Compagno Serrati, con chi volete unire i comunisti?». I comunisti si uniscono nella frazione comunista. Unire dei comunisti con dei non comunisti non è veramente opera da farsi specialmente ora. Il Partito italiano è già pletorico di elementi riformisti; e il problema del giorno in Italia consiste non nell'unire i comunisti con gli elementi riformisti o semi-riformisti, ma nella divisione, nella scissione da loro.

Se Serrati e i suoi amici vogliono difendere la Internazionale comunista, se veramente vogliono aiutare la formazione di un vero Partito Comunista in Italia, essi debbono prendere posto nella vostra frazione comunista. Non vi possono essere decisioni diverse, e il Comitato Esecutivo della Internazionale Comunista, non potrebbe né accettare, né approvare queste diverse decisioni.

Compagni, alla vostra opera guardano ora tutti i partiti che entrano nella Internazionale Comunista. I lavoratori italiani, sono per voi e per noi. Non bisogna perdere un minuto, bisogna organizzarsi e rafforzare l'influenza comunista sugli operai in Italia. Lavorate assiduamente. Non perdete tempo, mettete tutta la vostra energia, non nell'acquistare la considerazione di questo o di quel diplomatico del Partito, ma nell'attrarre a voi gli operai e le operaie, impostate chiaramente tutti i problemi, costringete i vostri avversari a gettare la maschera, non permettete a nessuno di nascondersi dietro i dettagli insignificanti di organizzazione. Le tesi e le condizioni del Secondo Congresso dell'Internazionale Comunista sono state accettate perché si raggiungesse una chiara distinzione di principio. Non si tratta delle persone di Turati o di Modigliani, ma di tutto un indirizzo. Noi non possiamo rimanere nello stesso Partito insieme con la corrente riformista. O col Comunismo, o col Riformismo. Non esiste un terzo intermedio.

Guardiamo con speranza alla vostra opera. Noi siamo pienamente sicuri che la vittoria è con voi. Noi non riconosciamo in Italia altra frazione comunista che' la vostra. Tutti coloro che non sono con noi, sono contro di noi. Con lo stato attuale della lotta, così acuita, noi siamo costretti ad insistere più che mai su questo.


Viva il Partito Comunista Italiano!
Viva il grande proletariato italiano!
Ancora una volta un caldo saluto comunista da tutti i compagni e specialmente da Lenin, Trotsky e Bukharin.

Vostro

G. Zinovieff

Stettino, 23 ottobre 1920


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