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Come i bolscevichi iniziarono a lavorare con le masse proletarie

Traduzione e sintesi a cura di FP | Nuova unita n.7, nuovaunita.info

gennaio 2019

Il principio base divenne lo studio accurato dell'essenza della questione che si cominciava a trattare. Una profonda conoscenza delle teorie del marxismo, della situazione economica e politica del paese, delle condizioni reali di vita dei lavoratori

L'argomento è stato affrontato nel 2013 dalla rivista Rabočij put (La via operaia), constatando come "nessuna delle forze politiche di sinistra in Russia abbia oggi stretti legami con le masse proletarie". La sinistra, "senza piattaforme ideologiche chiare, riunisce nelle proprie file tutti gli insoddisfatti, da qualunque classe della società, cercando di compiacere ora questa, ora quella". Le forze politiche reazionarie "possono attrarre gli strati politicamente immaturi della popolazione, se non trovano l'opposizione delle forze rivoluzionarie. Solo i comunisti possono impedirlo, purché sappiano liberarsi dall'opportunismo e diventare espressione degli interessi non immanenti ma fondamentali della classe proletaria".

Rabočij put ricorda l'esperienza del POSDR (b) e, in particolare, dei circoli marxisti, che dagli anni '80 del XIX secolo favorirono la diffusione del marxismo in Russia. All'inizio, erano pochi i rappresentanti della classe operaia nei circoli marxisti, ma poi sorsero circoli di soli operai, sotto la direzione di intellettuali. Composti in media di 6-8 membri, nei circoli si studiava la teoria marxista, spesso dimenticando il lato pratico delle questioni.

G. Ž. Kržižanovskij: "Nel nostro gruppo, composto principalmente di studenti, si creò un culto di Marx. Ai nuovi arrivati si chiedeva l'atteggiamento verso Marx. Ero convinto che da un uomo che non abbia approfondito due o tre volte "Il Capitale", non si potesse cavare nulla di buono. Purtroppo, esigevamo quasi le stesse cose sia dagli studenti, che dai lavoratori. Ricordando come torturassimo i nostri primi amici operai con il primo capitolo de "Il Capitale", provo tutt'oggi rimorsi di coscienza".

Diverso fu l'approccio di Lenin. N.K. Krupskaja: "La maggioranza degli intellettuali poco sapeva degli operai. Arrivava un intellettuale in un circolo e si metteva a far lezione agli operai. Vladimir Ilič leggeva con gli operai "Il Capitale", lo spiegava e dopo li interrogava sul loro lavoro, sulla condizione operaia e mostrava il legame della loro vita con la struttura della società, spiegando poi per quale via trasformare l'ordine esistente".

L'operaio bolscevico I.V. Babuškin ricorda: "Il circolo era composto di 6 persone, più il settimo che conduceva la lezione; cominciava con Marx e l'economia politica, cercando di sollevare obiezioni da parte nostra; costringeva uno a dimostrare a un altro la giustezza del proprio punto di vista. Le conferenze avevano un carattere molto vivo: ci si esercitava a diventare oratori".

In tal modo, i circoli marxisti addestrarono migliaia di propagandisti, agitatori e organizzatori del movimento operaio. Una buona conoscenza delle teorie marxiste è una cosa estremamente necessaria per un rivoluzionario, ma le sole lezioni teoriche con i lavoratori non bastavano. Lo si vide a metà anni '90, con la nuova ondata rivoluzionaria, rivolte contadine e scioperi nelle fabbriche.

L'isolamento della social-democrazia dalle masse lavoratrici è mostrato da M. Silvin: "Avevamo contatti nello stabilimento Semjannikov; qui, alla fine del 1894 si ebbero scioperi e agitazioni. I lavoratori distrussero l'ufficio, picchiarono alcuni impiegati, lanciarono pietre contro la polizia. Nella successiva riunione del circolo, Lenin chiese ai presenti come mai non avessero segnalato il maturare degli eventi. I presenti spiegarono che il movimento avrebbe dovuto andare prima in profondità, poi in estensione. Si confermava così, come gli operai del circolo fossero lontani dalle masse".

I social-democratici avevano capito che i circoli non avevano una significativa influenza sulle masse e non potevano assolvere il compito della social-democrazia: l'introduzione della coscienza socialista tra le masse lavoratrici. Con la crescita del movimento operaio, era necessario passare dalla propaganda nei circoli, all'agitazione tra le masse. Su ciò insisteva Lenin, che proponeva di unire gli sforzi di tutti i circoli marxisti della capitale. Nacque così la "Unione di lotta per la liberazione della classe operaia". Dato che la social-democrazia era formata in gran parte da intellettuali, con scarsa conoscenza delle condizioni dei lavoratori, Ilič propose di iniziare con l'indagine dettagliata delle condizioni di lavoro e vita dei lavoratori di ogni concreta impresa.

Krupskaya: "Vladimir Ilič si interessava di ogni minuzia che illustrasse l'ambiente dei lavoratori; basandosi su singoli dettagli, cercava di assimilare la vita dell'operaio nella sua interezza, per meglio avvicinarsi ai lavoratori con la propaganda rivoluzionaria. A quel tempo, Ilič studiava le leggi sulle fabbriche, ritenendo che, spiegandole, sarebbe stato facile chiarire agli operai il legame tra la loro posizione e il sistema statale. Le tracce di questo studio sono evidenti in "La nuova legge sulle fabbriche", "Sugli scioperi", "Sui tribunali industriali" e altri opuscoli".

M.Silvin: "Vladimir Ilič mise a punto un questionario dettagliato e noi ne facemmo tante copie da distribuire ai propagandisti. Fummo così presi dalla raccolta di informazioni, che per un po' abbandonammo ogni attività di propaganda. Ottenere risposte precise a domande semplici sulla vita operaia non fu così facile. Chiedevamo di cosa fossero insoddisfatti i lavoratori, cosa avrebbero voluto eliminare nella fabbrica, e ricevevamo talvolta risposte inattese: "hanno smesso di distribuire l'acqua calda per il tè, e dunque richiedono l'acqua calda". Oppure: "Hanno abbassato la tariffa di cinque copeche e si prevede uno sciopero. Utilizzammo il materiale raccolto attraverso i questionari, preparando volantini su ogni specifica questione di una particolare impresa. Ilič lanciò l'idea di utilizzare il materiale per l'agitazione sulla base di richieste legittime. Le informazioni raccolte mostravano come e in che modo venissero violate le leggi: l'agitazione doveva iniziare con la richiesta di rispetto della legislazione".

Kržižanovskij: "A partire dal 1894, il meccanismo spionistico-poliziesco dovette fare la conoscenza con quegli "scandalosi volantini anonimi", affissi ai muri delle principali fabbriche di Pietroburgo. In quei fogli, redatti sulla base degli incontri con gli operai, cercavamo di partire dai bisogni quotidiani, dalla concreta situazione della data fabbrica, passando poi a slogan di carattere politico, circa gli ostacoli che il governo zarista accumulava sulla strada della lotta dei lavoratori per miglioramenti economici".

Alcuni social-democratici ritenevano però che l'agitazione sul terreno dei bisogni quotidiani degli operai avrebbe condotto il movimento rivoluzionario lontano dal socialismo.

Krupskaja: "L'agitazione sul terreno delle esigenze quotidiane degli operai si radicò profondamente. Compresi la fecondità di questo metodo solo nell'emigrazione in Francia: osservai come, durante il grande sciopero degli addetti alle poste, il partito socialista si fosse tenuto completamente a parte. Come dire: è una questione sindacale, mentre il partito si deve occupare solo della lotta politica. Non avevano chiara la necessità di collegare le lotte economica e politica".

Silvin: "Di solito, un volantino riguardava un caso particolare: un abuso, una violazione della legge, riduzione dei salari, ecc. Arrivò un ispettore di fabbrica, la polizia condusse un'inchiesta. Tutto ciò rappresentò un evento nella vita monotona della fabbrica, provocò discussioni, risvegliò interesse. La pubblicazione di un abuso su una questione "di casa", aveva generato di per sé eccitazione. Ora, nel circolo, il propagandista non cercava i lavoratori più avanzati e intelligenti, in grado di assimilare la teoria del plusvalore. Cercava compagni svegli, brillanti, che potessero diventare agitatori, catturare stati d'animo, cogliere fatti importanti".

Krupskaja ricorda come la selezione del materiale fosse accurata e le informazioni ricevute dagli operai venissero verificate più volte:"Il materiale era raccolto e controllato accuratamente da Vladimir Ilič. Per la fabbrica di Thornton, convocai il mio allievo, il collaudatore Krolikov, che arrivò con un intero quaderno di informazioni. Poi, io e A.A. Jakubova, vestite da operaie, andammo al convitto della fabbrica, ci intrattenemmo sia con gli scapoli, sia con le coppie. La situazione era spaventosa. Solo sulla base di materiali così raccolti, Ilič scriveva le corrispondenze e i volantini. Guardate il suo "Agli operai e alle operaie della fabbrica Thornton". Che conoscenza dettagliata della questione!".

L'agitazione tra le masse cominciò a dar frutti. L'operaio V.A. Šelgunov: "Nonostante che nel dicembre 1895 fossero stati arrestati tutto il vertice dell'intellighenzia marxista e anche un gran numero di operai, nel maggio 1896 scoppiò a Pietroburgo uno sciopero che coinvolse oltre trentamila operai. La principale rivendicazione era il pagamento per i giorni dell'incoronazione di Nicola II, che i lavoratori erano stati costretti a saltare, senza salario. Fu un avvenimento senza precedenti. Nella stessa rivendicazione del pagamento per i giorni dell'incoronazione, era insito un atteggiamento irriverente degli operai nei confronti di "sua altezza" lo zar".

La social-democrazia non seppe evitare errori. Tutti dediti all'agitazione sulle rivendicazioni più urgenti, parte dei social-democratici scivolò verso l'economismo. Silvin: "Il nostro più recondito desiderio era di introdurre nel movimento di massa un'idea politica cosciente, l'idea della lotta per il rovesciamento dell'autocrazia. Ma per paura di fare un passo prematuro, inconsciamente slittavamo nell'economismo. Questo elemento di codismo si rintraccia in tutti nostri volantini del 1896".

Krupskaja: "Molti compagni che allora lavoravano a Piter, vedendo gli effetti dell'agitazione con i volantini e dedicandosi interamente a quella forma di lavoro, dimenticavano che quella era una delle forme, ma non l'unica forma di lavoro tra le masse e si misero sulla strada del famigerato economicismo. Ilič, però, non dimenticava le "altre forme di lavoro; nel 1895 scrive l'opuscolo "Spiegazione della legge sulle multe comminate ai lavoratori nelle fabbriche e nelle officine", in cui fornisce un brillante esempio di approccio all'operaio medio del tempo: a partire dai suoi bisogni, condurlo alla necessità della lotta politica. A molti intellettuali tale opuscolo sembrava noioso e prolisso, ma per i lavoratori era comprensibile e familiare".

Lenin prestava un'enorme attenzione allo studio dei dati statistici relativi alla vita economica, politica e sociale. Kržižanovskij: "... noi marxisti eravamo molto impressionati dalla sua straordinaria capacità di usare le armi di Marx e dall'eccellente conoscenza della situazione economica del paese tratta da dati statistici. Durante la sua relazione sul tema dei mercati, Ilič fece un tale sfoggio di illustrazioni statistiche, che io avvertii una sorta di frenetico piacere".  

Il principio base divenne lo studio accurato dell'essenza della data questione che si cominciava a trattare. Una profonda conoscenza delle teorie del marxismo, della situazione economica e politica del paese, delle condizioni reali di vita dei lavoratori.

Кrupskaja: "Quel periodo pietroburghese dell'attività di Vladimir Ilič fu straordinariamente importante, anche se, nell'essenza, quasi invisibile. Non vi erano effetti esterni. Il discorso verteva non su imprese eroiche, ma su come tessere stretti legami con le masse, come avvicinarsi a esse, imparare a essere espressione delle loro migliori aspirazioni, imparare a esser loro vicini e comprensibili e condurle dietro di noi".

Ecco un questionario, diffuso nel 1906 per conoscere la situazione dopo la sconfitta della rivoluzione del 1905

VOLANTINO-QUESTIONARIO DEL POSDR (b) SULLE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO DEGLI OPERAI

Compagni! Nell'intento di condurre una breve ricerca sulla vita operaia, ci rivolgiamo alla vostra collaborazione. Vi chiediamo di rispondere possibilmente in modo preciso e completo alle domande. Le risposte devono riguardare l'intera fabbrica o laboratorio. Se un compagno conosce le condizioni di vita e di lavoro solo di poche categorie di lavoratori (tornitori, assemblatori etc.), è meglio che risponda alle domande, per esempio sui salari ecc., applicati a queste categorie.

1. Fabbrica, officina, laboratorio; dove si trova

2. Quanti operai complessivamente; di essi... donne ... fanciulli. Durata della giornata lavorativa

3. Quali le principali categorie di operai e loro numero (anche approssimativamente)

4. Salario medio per ogni categoria di uomini, donne, fanciulli (giornaliero, mensile, a pezzo)

5. Straordinari e loro compenso

6. Condizioni abitative degli operai (vivono nell'area della fabbrica, al di fuori; ecc.)

7. Principali uscite dell'operaio (singolo, con famiglia) per categoria (affitto, vitto, abbigliamento e altro; in particolare per tè, zucchero, tabacco, combustibile, fiammiferi)

8. Ci sono nell'area della fabbrica (officina, laboratorio) biblioteca, mensa e in generale qualche altro ambiente per gli operai?

9. C'è ricambio frequente di operai oppure sono più o meno stabili? L'amministrazione della fabbrica ricorre al licenziamento degli operai più coscienti dopo uno sciopero o in generale (dopo quale sciopero, ad esempio, si sono verificati simili casi)?

10. Legami degli operai con la campagna; si trasferiscono gli operai in campagna, anche in parte, in condizioni di lavoro normali e per qualche periodo dell'anno; ce ne sono molti di tali operai? Gli operai sostentano la campagna con il loro salario? Quanti sono?

11. C'è qualche periodo dell'anno con molto lavoro, oppure è distribuito in misura più o meno regolare su tutto l'anno?

12. La fabbrica (officina, laboratorio) è in stretta dipendenza dalle ferrovie o da un'altra fabbrica?

13. Quanto dipendono l'un l'altra le produzioni dei reparti o dei laboratori?

14. Ci sono stati scioperi prima dell'ottobre 1905?

[Altre domande vertevano sui rapporti con l'amministrazione (buoni, ostili, normali); su elementi, tra il personale tecnico e ispettivo, particolarmente invisi agli operai. Si chiedeva se gli operai partecipassero alle manifestazioni, con uscite dimostrative dalla fabbrica e se, in questo caso, la polizia o i cosacchi fossero ricorsi alla repressione violenta. Se ci sono state assemblee interne alla fabbrica, quante, quali. Atteggiamento dell'amministrazione verso tali assemblee: mette a disposizione un locale per organizzarle? Fanno parte gli operai di qualche sindacato? ecc.
Si sono eliminate le risposte, per non appesantire il testo. Ndt]


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