Cari compagni, in questa IV puntata si affronta un nodo molto importante: il rapporto non solo fra sindacato e comunismo di guerra, ma fra sindacato e modo di produzione e società in trasformazione, OVVERO E SOLTANTO in transizione verso il socialismo. E' importante questo passaggio: "trasformazione" è una parola che vuol dire tutto e non vuol dire niente. Tutti ci trasformiamo, a volte in peggio. Non era questo il caso: un partito che esercitava la dittatura del proletariato verso una precisa direzione, la creazione di una società socialista, dove la giustizia sociale, il non esserci né più sfruttati né sfruttatori, era non più il punto di ARRIVO, ma quello di PARTENZA per creare un modo di produzione radicalmente antagonistico al presente, dove la legge economica fondamentale non fosse più un profitto da massimizzare senza se e senza ma, ma "da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo il suo lavoro", prima, e "secondo i suoi bisogni", poi.
La TRASFORMAZIONE è quindi chiaramente, unicamente, inequivocabilmente, TRANSIZIONE. Dove? A quel modo di produzione. Punto. La dittatura del proletariato serve a questo. Socializzare i mezzi di produzione serve a questo. TUTTO QUANTO SI FA serve a questo. Ed è in quest'ottica che si sviluppa, in condizioni di estrema scarsità, laddove uno "stato di emergenza" avrebbe potuto produrre "leggi speciali" DEROGANDO, DERUBRICANDO, RINVIANDO A TEMPI MIGLIORI questo discorso, UN GRANDE DIBATTITO SUI SINDACATI, SUL LORO RUOLO E SULLE LORO FUNZIONI, grazie come sempre al genio di un grande, di un gigante che mise tutto sé stesso al servizio di una causa altrove ritenuta impossibile: VLADIMIR IL'IČ LENIN. Un sindacato vera e propria škola kommunizma. Di questo si parla in questa IV parte, che raccomando di leggere attentamente, perché parla forse più all'oggi, che a ieri. Non mi resta che augurarvi Buona lettura. Paolo Selmi