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Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
E' possibile che la classe operaia senza il suo stato maggiore, cioè il suo partito politico, possa sviluppare un processo rivoluzionario che la conduca al rovesciamento della borghesia e alla conquista del potere?
 
23/04/2012
 
Vladimir Ilich Lenin, un imprescindibile del processo rivoluzionario dell'epoca.
 
Sulla validità e necessità del marxismo-leninismo
 
Contributo presentato da Pavel Blanco Cabrera, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista del Messico, in Venezuela al Congresso "Solo Lenin"
 
Compagni e compagne:
 
Ringraziamo gli organizzatori, e prima di tutto sottolineiamo che parlare di Lenin, nel contesto del processo popolare che si sviluppa nel Venezuela bolivariano, è indice del salto di qualità che le forze avanzate cercano di imprimere alla lotta di classe in corso.
 
Vladimir Ilich Lenin è il più odiato pensatore marxista, sul quale si cerca di esercitare il maggior veto, vogliono che lo dimentichiamo. La cospirazione del silenzio, alla quale Engels faceva riferimento per indicare gli sforzi per impedire la diffusione del Capitale di Marx, si è concentrata soprattutto su Lenin ed i suoi contributi al marxismo, così come sul salvataggio effettuato, di fronte alla decomposizione della Seconda Internazionale, del pensiero vivo e rivoluzionario di K. Marx e F. Engels.
 
Si cerca di addolcire, moderare, addomesticare i marxisti nel mondo accademico, ma Lenin è semplicemente escluso. Il suo è un pensiero pericoloso, sovversivo, indomabile, classista e militante.
 
Vladimir Ilich è il pensatore rivoluzionario più necessario in questi tempi d'imperialismo e rivoluzioni proletarie, in quanto le sue posizioni sono quelle della classe d'avanguardia, la classe operaia, antagonista all'esistenza del modo di produzione capitalistico, che può rovesciarlo e seppellirlo.
 
La prima cosa che ci interessa affermare è che è appurato, come diceva Lenin, che senza una teoria rivoluzionaria non vi è un movimento rivoluzionario; questa teoria è il marxismo-leninismo, sulla quale si concentra l'attacco ideologico della borghesia, degli intellettuali della classe media, del mondo accademico e dei cosiddetti rinnovatori.
 
Il marxismo-leninismo e i suoi elementi costitutivi, il materialismo dialettico, il materialismo storico e l'economia politica, non sono solamente una critica radicale del capitalismo, una spiegazione dei modi di produzione e il ruolo delle forze motrici della storia, del ruolo della classe operaia come forza più interessata alla fine della proprietà privata dei mezzi di produzione; sono anche la strategia e la tattica per la rivoluzione socialista e l'organizzazione dello strumento per raggiungere quest'obiettivo, il partito di classe, il partito comunista.
 
Il marxismo-leninismo è la teoria della classe operaia per la sua emancipazione, basata sull'opera di Marx, Engels e Lenin. E' una posizione di classe, non aspira alla neutralità, né all'accordo, ma esprime piuttosto la posizione degli sfruttati, dei salariati, dei produttori di plusvalore e, insieme, di tutti i ceti sociali oppressi dal capitalismo.
 
Vogliamo sottolineare tre aspetti del contributo di Lenin:
 
L'imperialismo, limite storico del capitalismo; la vitalità e il carattere improcrastinabile della rivoluzione proletaria; la rivoluzione socialista.
 
E' noto che Marx ed Engels hanno studiato lo sviluppo del capitalismo quando ancora il processo di concentrazione e centralizzazione capitalistica non aveva raggiunto il dominio dei monopoli. E' in questo contesto che Lenin ha analizzato la realtà, la questione dei mercati, la realizzazione del prodotto sociale nel capitalismo e il processo di proletarizzazione di altri strati sociali, in particolare i contadini. Lenin ha sviluppato la teoria marxista, soprattutto contro le concezioni meccanicistiche che non comprendono lo sviluppo ineguale.
 
L'intero processo e sviluppo del capitalismo non è una manifestazione d'incongruenza, ma del suo carattere storico progressivo e allo stesso tempo di decomposizione, che distrugge l'isolamento e il carattere chiuso dei sistemi economici nazionali (quindi, come spiegato ne "Lo sviluppo del capitalismo in Russia", della limitatezza culturale, ideologica e politica) e che lega tutto il mondo in un unico senso economico.
 
La tendenza alla concentrazione e centralizzazione del capitale previsto fin dall'inizio da Marx ed Engels incontra nel monopolio il suo apice, il suo più alto sviluppo, ma anche la contraddizione più intrinseca. Seguendo le tendenze di questa fase del capitalismo, Lenin descrive le caratteristiche dell'imperialismo e la simbiosi del capitale finanziario e industriale, la genesi della decomposizione, la sua natura parassitaria, la guerra come elemento connesso. Lenin e i bolscevichi arricchiscono in questo contesto la legge marxista dello sviluppo ineguale e, a differenza dei "marxisti ufficiali" - cioè gli opportunisti che spadroneggiavano nella Seconda Internazionale, soprattutto nel partito tedesco - scoprono che è possibile e necessario che in paesi in ritardo nello sviluppo del capitalismo nel contesto della fase imperialista si possano rompere gli anelli della catena con le rivoluzioni proletarie. Per coloro che avevano convertito il marxismo in un dogma, era un sacrilegio lo sviluppo teorico leninista e le conseguenti azioni del partito bolscevico. Questo confronto di Lenin contro la fossilizzazione della tesi del marxismo è sufficiente per confutare tutti coloro che sostengono che il marxismo-leninismo sia lettera morta, l'incarnazione del dogmatismo. Al contrario, in linea con il metodo dei suoi maestri, Lenin fece della teoria un elemento vivo e inscindibile dell'azione politica del proletariato. Per Lenin, la realtà è il solido fondamento della teoria che sarà azione rivoluzionaria.
 
La lotta contro l'opportunismo, come parte inseparabile della lotta contro il capitalismo, per la rivoluzione.
 
Lenin riteneva che l'ideologia d'avanguardia non può affermarsi e svolgere il suo ruolo se non alla condizione della sconfitta dell'opportunismo e del riformismo, se non con la lotta contro le deviazioni di destra e sinistra.
 
I partiti della Seconda Internazionale entrarono in un processo di decomposizione. Bernstein e successivamente Karl Kautsky assumono che il cammino del socialismo può essere graduale e senza rottura rivoluzionaria, che il percorso passa per le riforme e la difesa delle istituzioni borghesi, come il Parlamento e le sue leggi, e così via. Questo li costringe alla negazione e alla distorsione del marxismo e dei testi classici, fino all'assurdità che vede, nell'interesse di questa politica e con Engels ancora vivo, mutilato uno dei suoi lavori, l'Introduzione a Le lotte di classe in Francia, del 1848.
 
Engels espresse la sua insoddisfazione e ovviamente richiese la pubblicazione integrale del suo lavoro, come delle altre opere sue e di Marx. Lenin svolge una battaglia teorica per evitare che il marxismo venga spogliato del suo carattere rivoluzionario incentrando soprattutto la polemica sulla questione dello Stato, nel ruolo della violenza rivoluzionaria e il ruolo della coscienza, cioè, il tema del Partito Rivoluzionario.
 
Per Lenin, tra capitalismo e socialismo non esiste un sistema sociale intermedio, quindi non vi è alcuna via di mezzo tra il potere politico della borghesia ed il potere politico della classe operaia. Il potere di classe è una dittatura classe, indipendentemente dall'abito col quale si presenta, che sia la più aperta reazione, la più forte repressione o le apparenti forme democratiche. Lenin insiste sul fatto che non si deve perdere di vista il rapporto tra economia e politica, come fattore determinante per l'analisi e l'azione rivoluzionaria. Egli è convinto, e questo si riflette nelle Tesi di Aprile (il programma politico dei bolscevichi che trionferà nel mese di ottobre 1917), che è necessario far saltare in aria in mille pezzi il potere statale borghese, la macchina del dominio, come è inevitabile l'emergere di nuove forme di potere statale da parte della classe operaia, uno Stato-comune, un Potere sovietico.
 
Nella pratica politica bolscevica, l'elemento principale è lo scontro con l'opportunismo, il riformismo e il revisionismo, nella quale si trova la metodologia secondo cui la lotta per il socialismo è incompleta senza la lotta contro le opposte correnti del movimento rivoluzionario. Chi non capisce questo, ignora un elemento fondamentale del marxismo-leninismo. Per Lenin, con i principi non si fa diplomazia e nemmeno c'è il minimo spazio per la coesistenza, perché è prima di tutto un problema di pratica politica, non di dibattiti astratti, consegnata ai momenti storici cruciali della rivoluzione del 1905 e la controrivoluzione che segue, del periodo intorno alla prima guerra mondiale così come le rivoluzioni di febbraio e ottobre 1917; vale a dire una questione di vita o di morte per il proletariato e la rivoluzione socialista.
 
La necessità per il partito
 
"Il cervello della classe 
l'azione della classe 
la forza della classe 
la gloria della classe 
Questo è il Partito! "
 
Vladimir Majakovskij
 
Majakovskij scrisse che "quando diciamo il Partito è come se dicessimo Lenin", che "il Partito e Lenin sono fratelli gemelli". Perché?
 
Nel momento che la morte sorprese le menti di Marx e di Engels, Lenin torna allo sviluppo della teoria. Il suo contributo non è stato solo un arricchimento ed un riscatto, ma contribuisce ad un salto. La teoria ha anche la funzione di essere la struttura per l'analisi concreta della situazione concreta e questi due elementi sono significativi solo se esprimono una pratica rivoluzionaria. Ed è comprendendo tutto questo che la teoria leninista del partito emerge come fondamentale per la classe operaia per svolgere il suo ruolo storico.
 
Lenin insiste in tutta la sua opera sulla coscienza come fattore determinante, sull'importanza di articolare una soggettività rivoluzionaria. Il dilemma marxista di classe in sé e classe per sé trova nella teoria e nella pratica del leninismo la risposta: la coscienza è al di fuori del movimento operaio e può essere introdotta solo da un agente esterno. Questo agente è il partito d'avanguardia senza il quale la fusione tra il movimento operaio e il socialismo scientifico è impossibile.
 
E' possibile che la classe operaia senza il suo stato maggiore, cioè il suo partito politico, possa sviluppare un processo rivoluzionario che la conduca al rovesciamento della borghesia e alla conquista del potere?
 
E' possibile che la classe operaia senza il suo partito politico possa, nel corso della lotta di classe e della sua acutizzazione, lanciare parole d'ordine, predisporre i movimenti tattici, l'offensiva, il ritiro organizzato, in forma corretta?
 
Il flusso ed il riflusso, le forme aperte e clandestine che il conflitto socio-classista va acquisendo non possono esser lasciate allo spontaneismo, e il ruolo dei veri partiti rivoluzionari confermare nelle sterzate della lotta il suo carattere, la scientificità del suo agire, l'impegno profondo per gli interessi di classe che rappresenta. Ciò che Lenin propone è il partito di tipo nuovo, il Partito comunista. Il Partito comunista come partito della classe operaia. Il Partito comunista basato sul marxismo-leninismo. Il Partito comunista come combattente più coerente per la rivoluzione socialista. Il Partito comunista come partito dell'internazionalismo proletario.
 
E' necessario dirlo con chiarezza: ai nostri giorni, la lotta anti-capitalista e antimperialista, per il socialismo, ha come precondizione l'esistenza dei partiti comunisti. Ed è qui che la forza ideologica del nemico concentra il proprio attacco. Il capitale cerca con tutti i mezzi di seminare confusione nella classe operaia sul carattere della sua organizzazione in vari livelli: a) costruendo sostituti dei partiti comunisti, con formazioni della "nuova sinistra", del "socialismo democratico", dei partiti di sinistra, dei partiti-movimento, dei partiti-fronte; b) corrodendo i partiti comunisti in modo che perdano le proprie caratteristiche essenziali e si produca una mutazione che li porti a perdere la propria identità.
 
Nel primo caso, abbiamo per esempio il PT del Brasile (Partito dei Lavoratori), il MAS del Venezuela, il "Blocco di sinistra" in Portogallo, la Die Link in Germania. Nel secondo caso, l'operazione è stata completata in alcuni dei partiti mutanti, come il PRD in Messico, DS in Italia, e un processo di disfacimento avanzato è in corso nel PC di Francia e IU-PCE in Spagna; vi sono inoltre, forme di collaborazione internazionale dettate dagli organismi politici del capitale, com'è il caso del Partito della Sinistra Europea, un blocco di partiti mutanti, che svolgono il ruolo che Lenin definiva di pompieri della rivoluzione. C'è anche il caso di scissioni opportuniste come Sinaspismos in Grecia.
 
Tutti hanno in comune la ricerca della gestione del capitalismo e lo si vede in modo più chiaro in tempi di crisi come questi, quando innalzano la bandiera del neo-keynesismo ma non la necessità di una rivoluzione. Sono simili anche per il fatto di avere una piattaforma programmatica anti-comunista: la critica su posizioni borghesi e piccolo-borghesi del potere proletario e della costruzione socialista nel XX secolo, condannandolo e equiparando il periodo principale della costruzione del socialismo con il fascismo, utilizzando la categoria del totalitarismo. Tutti d'accordo nel sovvertire il partito di nuovo tipo, il carattere del partito di militanti piuttosto che di "associati", l'unità ideologica organica, promuovendo le correnti, mettendo in discussione integralmente o in alcune parti il centralismo democratico.
 
Ma il ruolo dei partiti comunisti come agenti del processo rivoluzionario, come l'avanguardia della forza motrice che produrrà le trasformazioni radicali, non ha sostituti. Va notata in questo senso la ferma posizione del Partito Comunista del Venezuela di rimanere partito autonomo e indipendente, in quanto questo è il suo miglior contributo alla lotta per il socialismo nel processo bolivariano.
 
Il compito dei comunisti è di costruire il Partito comunista. Che siano le altre scuole di pensiero, gli altri strati sociali, quelli che costituiscono partiti politici o raggruppamenti di altra natura. Ma è inconcepibile che i comunisti non costruiscano il partito necessario per la rivoluzione socialista, cioè il Partito comunista.
 
Lenin sosteneva che il partito non ha altra origine che la stessa classe dei proletari: trae da qui i suoi elementi organizzativi, la sua psicologia e la sua disciplina. Non c'è da stupirsi che la classe media, la piccola borghesia, sia in contrasto con la disciplina e l'organizzazione dei partiti comunisti, in quanto l'individualismo e tutti i vizi della politica borghese non hanno posto nel lavoro collettivo e nello stile proletario di fare politica.
 
I processi sociali in corso nel mondo non possono superare i confini e le frontiere del modo di produzione capitalistico senza l'azione coerente dei partiti comunisti.
 
L'esperienza della costruzione del socialismo
 
Esiste una tendenza a confinare Marx, Engels e Lenin dal corso dell'esperienza politica diretta della costruzione socialista. E' una tendenza anti-scientifica per spiegare gli eventi della storia e della dialettica rivoluzione-controrivoluzione.
 
La classe operaia deve capire la storia con i suoi alti e bassi, comprendere le ragioni delle temporanee sconfitte e la necessità di imparare e trarre lezioni dalle proprie azioni come classe nelle dinamiche sociali.
 
Possiamo parlare dell'importanza di Marx, Engels e Lenin facendo finta di non vedere l'esistenza della costruzione del socialismo in URSS e in altri paesi? Può il marxismo-leninismo accusare una personalità per le difficoltà del processo rivoluzionario? E' onesto delimitare per salvare la spiegazione? Inoltre, questa demarcazione non presuppone ciò che Losurdo chiama autofagia, cioè la vergogna per la nostra storia come classe?
 
La prima questione è che la deformazione degli eventi operata dall'attuale storiografia borghese presenta la costruzione socialista come un grande fallimento, ma le statistiche mostrano che il tenore di vita conquistato dalla classe operaia in URSS era di gran lunga superiore a qualsiasi altra e che questo vale anche per la cultura, l'educazione, il benessere delle donne, ecc. Il contributo dell'URSS all'umanità con la sconfitta del fascismo è qualcosa che non dovremmo dimenticare.
 
Il potere operaio è realmente esistito in URSS e milioni di lavoratori sono stati fortemente integrati nel nuovo potere statale. La base della controrivoluzione non sta nelle carenze della rivoluzione socialista, ma nella promozione delle relazioni di mercato che agirono soprattutto dal 1956.
 
La controrivoluzione fu il risultato concreto dell'abbassamento della guardia nella lotta al mercato e dell'allentamento del controllo operaio, del potere operaio.
 
L'orizzonte delle future rivoluzioni socialiste che già esprimono i loro contorni, ci mostra una conclusione generale che il marxismo-leninismo integra al suo arsenale teorico: il socialismo-comunismo, cioè il processo ininterrotto per le relazioni sociali comuniste, è concepibile se tutte le caratteristiche seguenti sono presenti: a) rovesciamento dello Stato borghese, b) potere operaio e popolare, c) socializzazione immediata di tutti i monopoli e dei mezzi di produzione concentrati, d) pianificazione economica centralizzata, e) incessante lotta alle relazioni di mercato nell'economia.
 
Infine, occorre rilevare che, estraneo ai dogmi, il marxismo-leninismo non fissa una forma di lotta. Per ciò, chi in suo nome stabilisce delle ricette, vie immutabili, starà deformando e discutendo il leninismo. Ciò che Lenin difende è la combinazione di tutte le forme di lotta e il diritto della classe operaia e degli altri strati subalterni della popolazione a esercitare la violenza rivoluzionaria contro i loro oppressori.
 
La combinazione delle forme di lotta è un principio tattico al quale nessun partito comunista che lotta per il potere può rinunciare.
 
Se i popoli del nostro continente decidono di avanzare al socialismo, sarà con le idee e i contributi di Lenin, o, più precisamente, del marxismo-leninismo.
 
 

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