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"Dobbiamo spiegare alle persone che non serve aspettare i regali della borghesia e che, se vogliamo qualcosa, dobbiamo lottare per averla"

Intervista a Gyula Thürmer, presidente del Partito dei Lavoratori Ungherese

Unidad y Lucha | unidadylucha.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

16/11/2013

Continuiamo la nostra serie di interviste con i principali dirigenti dei Partiti Comunisti e Operai fratelli, questa volta è Gyula Thürmer, presidente del Partito dei Lavoratori Ungherese, che risponde alle domande di Unidad y Lucha.

Compagno Gyula, potresti commentarci l'attuale situazione che vive la classe operaia e i settori popolari nel tuo paese?

Nel 1990 in Ungheria è cambiato il sistema sociale e quasi tutta l'economia è ora in mani private. L'80% del PIL è prodotto dal capitale privato e il potere politico appartiene alla classe capitalista. NATO ed UE servono come garanzia internazionale del sistema basato sull'economia di mercato e la democrazia di stampo occidentale.

Gli ultimi 24 anni sono passati senza grandi conflitti sociali, senza grandi manifestazioni di massa. Le condizioni di vita delle persone non sono migliorate, ma la gente trova vie individuali per risolvere i problemi. La lotta delle masse lavoratrici si è concentrata sulla difesa delle conquiste del precedente periodo socialista, nel salvare i posti di lavoro esistenti e conseguire salari più alti e migliori condizioni di lavoro. In pratica, non vi è stata alcuna rivendicazione politica o minacce politiche contro il sistema esistente.

Dopo la crisi del 2008, la vita è diventata più difficile per la maggior parte della popolazione. Quasi 500.000 persone sono ufficialmente registrate come disoccupate - oltre l'11% della forza lavoro - e più o meno lo stesso numero di giovani che lavorano in altri paesi dell'UE, soprattutto nel Regno Unito, Austria e Germania, non essendo in grado di trovare un lavoro nel loro paese. Anche così, il tasso di disoccupazione giovanile (sotto i 25 anni) in Ungheria resta sopra al 28%.

L'Ungheria ha circa 10 milioni di abitanti e il salario minimo ufficiale è di 334 euro, ma un numero compreso tra 4 e 5 milioni di persone vive con meno di 210 euro al mese. Un milione e mezzo di persone non può pagare i propri debiti e la povertà è diventata un grave problema sociale. Dal cambiamento del sistema sociale nel 1990, le persone hanno usato le loro risorse materiali e finanziarie. Ora possono comprare una macchina o un appartamento solo se ottengono un prestito da una banca, tanto che oggi la maggior parte della popolazione è fortemente indebitata. Come conseguenza della crisi, un gran numero di persone ha perso il lavoro e ora non riesce a pagare i debiti, cosa che crea una situazione molto pericolosa.

In Ungheria, sta aumentando la tensione sociale e in molti iniziano ad accusare proprio il capitalismo e sono sempre più coloro che riconoscono nel capitalismo il male. I politici possono essere stupidi e, di fatto, molto spesso si comportano come tali, ma la stupidità politica non è l'unica causa della disoccupazione di massa e della povertà. E' il capitalismo il responsabile della povertà, delle difficili condizioni di lavoro, della disoccupazione, della reazione e delle guerre. Nel paese non vi è una situazione rivoluzionaria, ma molte persone sono giunte alla conclusione che il capitalismo deve essere cambiato.

L'Ungheria, come altri paesi europei, ha predisposto leggi dal chiaro carattere anticomunista: come tutto ciò ha influenzato il lavoro del vostro partito?

La classe capitalista ungherese attacca ferocemente il passato socialista ungherese. Perché? Perché il socialismo ungherese, nonostante tutti i suoi difetti e debolezze, ha dato alle persone più di quanto fatto dal nuovo sistema capitalista. Su questa base, nel 1993, hanno vietato l'uso pubblico della stella rossa e della falce e martello, e finora nessun governo ha abrogato il divieto, né i conservatori, né i socialisti-liberali.

L'attuale governo conservatore guidato da Viktor Orbán è andato oltre i suoi predecessori in termini di isteria anticomunista. L'epoca socialista e i suoi dirigenti sono considerati criminali. Il quarto emendamento alla Legge fondamentale ungherese, approvato lo scorso marzo, sancisce: "Il Partito Socialista Operaio Ungherese, i suoi predecessori legali e gli organi politici creati nell'ideologia comunista ed al suo servizio, furono tutti organi criminali e i loro dirigenti sono responsabili senza limitazioni". Tale emendamento alla Costituzione può essere la base per numerose accuse e azioni penali.

Nel novembre 2012, il governo ungherese ha lanciato un nuovo grande attacco al nostro partito. Il parlamento di Budapest ha approvato una nuova legge che vieta l'uso pubblico di nomi legati ai "regimi autoritari del XX secolo". Per questo motivo abbiamo dovuto cambiare il nome del nostro partito e togliere la parola "Comunista", ma siamo ancora un partito comunista marxista-leninista che lotta contro il capitalismo.

Si parla sempre più spesso del sorgere di gruppi di estrema destra e fascisti in diversi paesi europei. In Ungheria vi è il partito Jobbik e, a suo tempo, la Magyar Garda. Come giudica questa situazione il Partito dei Lavoratori Ungherese?

Esiste in Ungheria un partito di estrema destra, Jobbik, che è un prodotto del capitalismo ungherese e ha come compito principale quello di manipolare le masse con parole d'ordine pseudo-radicali e pseudo-anticapitaliste, ostacolando al contempo il rafforzamento delle forze comuniste. Se nel 2010 non fosse esistito Jobbik, il Partito dei Lavoratori avrebbe ricevuto il sostegno degli insoddisfatti dal capitalismo e sarebbe entrato in parlamento.

La politica di Jobbik sembra anticapitalista, ma in realtà quello che fa è proteggere il sistema capitalista. Insieme allo pseudo-anticapitalismo utilizza altri due strumenti: l'antisemitismo e gli slogan contro i rom. Tuttavia, la classe capitalista ungherese attualmente non pensa che il modo per salvare il capitalismo sia di consentire alle forze filo-fasciste di arrivare al potere.

Le dichiarazioni circa la minaccia alla popolazione ebraica e sul pericolo del fascismo sono armi nell'arsenale delle forze socialiste-liberali. Cercano così di distrarre il popolo lavoratore dalla lotta di classe contro il capitalismo e di unirlo alle sue file con slogan antifascisti e in difesa della democrazia.

Il vostro partito ha abbandonato il Partito della Sinistra Europea nel 2006, criticandone aspramente le posizioni. Ci può dire come è stato il processo che ha portato alla vostra uscita dal PSE?

Il nostro partito ha sempre sostenuto tutte le forme di cooperazione dei partiti comunisti. Ci aspettavamo che la Sinistra Europea, che comprendeva partiti comunisti con grandi tradizioni rivoluzionarie come quello francese e italiano, servisse gli interessi delle masse lavoratrici. In seguito ci siamo resi conto che non era così. Io stesso ho avuto un grave conflitto con l'ex presidente del PSE, Bertinotti, quando dichiarò che non c'era più bisogno della lotta di classe, ma di "una nuova cultura politica europea". Abbiamo cercato di spiegare che in Ungheria ci trovavamo di fronte alle peggiori forme di sfruttamento capitalista e che c'è solo un modo per aiutare le masse lavoratrici: la lotta contro il capitalismo. Siamo giunti alla conclusione che il PSE non è altro che uno strumento del capitalismo europeo e del parlamento europeo per manipolare il movimento comunista.

Qual è l'analisi e la posizione del vostro partito sull'Unione europea?

Consideriamo l'Unione europea uno strumento del capitale europeo. Facciamo ogni sforzo per convincere le persone che l'Unione europea non è stata creata per dare loro una vita migliore, ma per garantire un uso più efficiente del capitale. Diciamo che l'UE non è un'organizzazione caritatevole, ma serve gli interessi del grande capitale. Dobbiamo convincere la gente che il "reddito di base incondizionato" non è possibile sotto il capitalismo, e che tutti coloro che lo annunciano cercano di minare la lotta di classe delle masse lavoratrici. Dobbiamo spiegare alle persone che non serve aspettare i regali della borghesia e che, se vogliamo qualcosa, dobbiamo lottare per averla. Il popolo ungherese nutriva grandi speranze prima di entrare nell'UE. Si pensava che avremmo vissuto come gli austriaci o i tedeschi, ma la verità è che la differenza tra Ungheria e Austria è diventata più grande. La nostra posizione è l'uscita dall'Unione europea.

Il Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) e il Partito dei Lavoratori Ungherese hanno diversi ambiti di coordinamento comuni, come l'Iniziativa Europea e la Rivista Comunista Internazionale. Come valuti questi passi verso un maggior coordinamento comunista a livello europeo e mondiale?

Il Partito dei Lavoratori Ungherese crede nell'internazionalismo. Crediamo di avere un nemico comune e che dobbiamo combattere insieme contro di esso. Partecipiamo agli Incontri Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai, appoggiamo i tradizionali incontri dei comunisti europei, cui desideriamo contribuire perché questo scambio annuale di opinioni è molto utile.

La nostra cooperazione è buona, ma non ancora abbastanza efficace. Ravvisiamo per esempio che si parla troppo e, nella pratica, si fa molto di meno. Le nostre azioni comuni sono in realtà solo dichiarazioni comuni, che non influenzano la vita interna del nostro partito. Non otteniamo ulteriore forza dalla nostra collaborazione. Pensiamo che si debba cambiare questa situazione e per questo ci siamo uniti alla Rivista Comunista Internazionale, che è diventato un organo di alto livello politico e teorico. Ecco perché abbiamo sostenuto l'idea del Partito Comunista di Grecia (KKE) di stabilire una nuova forma di cooperazione, la "Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai per lo studio, lo sviluppo delle questioni europee e il coordinamento delle loro attività". Questa è una nuova forma di cooperazione che non risolve automaticamente i nostri problemi, ma che può aprirci nuove strade. Possiamo utilizzare le preziose esperienze del nostro movimento e mantenere alta la bandiera dell'internazionalismo.

Non dobbiamo chiudere gli occhi. Tutto quello che vediamo in Europa - incluso il fascismo, le leggi anti-comuniste, il rifiuto incondizionato del periodo socialista dei paesi dell'Europa orientale - è il risultato di azioni pienamente coordinate delle forze capitalistiche. Il PSE al livello dell'UE, SYRIZA in Grecia o i partiti social-liberali in Ungheria sono anche il risultato delle azioni coordinate delle forze capitaliste contro di noi.

Le forze capitaliste sono ben consapevoli che noi, oggi, non possiamo prendere il potere, ma sanno anche che rappresentiamo un mondo nuovo, un mondo umano che sostituirà il loro mondo capitalistico disumano. Nessuno deve farsi illusioni! Oggi non siamo di fronte a una piacevole discussione tra gentiluomini sul futuro comune europeo, si tratta di una lotta per la vita o la morte. E noi vogliamo vivere, per questo necessitiamo di più internazionalismo, più coordinamento e più cooperazione.

Come analizza il Partito dei Lavoratori Ungherese la situazione del Movimento comunista internazionale in generale?

Le forze capitaliste hanno vinto la Guerra fredda, sono state in grado di distruggere i paesi socialisti europei e le conquiste sociali delle masse lavoratrici nei paesi dell'UE. Tutto questo ha portato alla crisi ideologica, politica e organizzativa del movimento comunista, dalla quale ancora non siamo usciti, nonostante i seri tentativi fatti e alcuni buoni risultati ottenuti.

Il capitalismo è in crisi e non è in grado di superare questa crisi. Deve affrontare problemi storici e strutturali e la gente comincia a capirlo, non immediatamente, ma passo dopo passo, per cui dobbiamo usare la nuova situazione per rafforzare il movimento comunista.

La verità è che ci sono differenze molto importanti. Alcuni partiti ritengono che dovremmo aprire i nostri incontri annuali agli altri partiti di sinistra. Siamo contrari a questo, pensiamo che i nostri incontri debbano rimanere riunioni di partiti comunisti, anche se d'altra parte c'è da vedere su come cooperare con alcuni partiti di sinistra.

Alcuni partiti pensano che dovremmo cooperare con la socialdemocrazia e partecipare anche ai suoi governi. Sulla base della nostra esperienza storica e recente, possiamo dire che la cooperazione con i socialdemocratici ha sempre portato all'indebolimento dei comunisti.

Alcuni partiti ritengono che non ci sia più bisogno di lottare contro il revisionismo e l'opportunismo. Noi pensiamo che il revisionismo sia il più grande nemico della classe operaia. Se incontri un capitalista di destra, si capisce che si tratta di un capitalista, ma se si incontra un revisionista, a volte è difficile capire chi è. Possono utilizzare i nostri slogan e possono dire di servire il popolo, ma in seguito si vedrà che vogliono il capitalismo.

Pensiamo sia necessario discutere di più e a diversi livelli. In primo luogo, dovremmo includere nella nostra cooperazione internazionale i veri combattenti dei nostri partiti, i propri lavoratori, i dirigenti locali, le giovani generazioni. Essi sono il partito vivo e dobbiamo ascoltare la loro voce.

Per concludere, vuoi aggiungere qualcos'altro per conoscenza dei nostri lettori?

Apprezziamo enormemente la lotta coerente del PCPE contro il capitalismo e per il socialismo. Impariamo molto dalla vostra esperienza e diciamo ai nostri giovani: per favore, studiate lo spagnolo per conoscere meglio la lotta rivoluzionaria dei nostri amici. Sono sicuro che siamo insieme sul giusto cammino, la nostra lotta non è facile ma vinceremo.


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