www.resistenze.org - pensiero resistente - dibattito teorico - 27-03-14 - n. 492

I comunisti nei parlamenti e la lotta di classe

Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

15/03/2014

Giorgos Toussas, membro del Comitato Centrale del KKE e deputato del Parlamento Europeo, ha partecipato alla "tavola rotonda", organizzata dal Partito Comunista della Federazione Russa (CPRF) il 14 e 15 marzo 2014, sull'argomento: "I comunisti nei parlamenti e la lotta di classe".

Cari compagni,

Vorremmo innanzitutto approfittare di questa occasione per esprimere la nostra solidarietà ai comunisti d'Ucraina, che in questo periodo stanno fronteggiando una fortissima "ondata" reazionaria, provocata dalle contraddizioni interborghesi, dall'intervento aperto degli USA e dell'UE negli affari interni dell'Ucraina e dalla loro feroce competizione con la Russia per il controllo dei mercati, delle risorse naturali e dei gasdotti di quel paese.

Gradiremmo, inoltre, esprimere la nostra condanna al tentativo di messa al bando del Partito Comunista d'Ucraina e dell'ideologia comunista. Come sapete, il nostro partito ha compiuto una serie di iniziative nell'ultimo periodo - intervenendo nel parlamento ellenico, nel parlamento europeo, nell'assemblea parlamentare del Consiglio Europeo - contro i piani di messa al bando del Partito e dell'ideologia comunista in Ucraina. Abbiamo realizzato una protesta di massa presso l'ambasciata ucraina ad Atene mentre la dichiarazione congiunta, preparata assieme al Partito Comunista tedesco (DKP), è stata sottoscritta da quasi 40 Partiti Comunisti e Operai.

La posizione del KKE è che, alla luce degli sviluppi politici reazionari in Ucraina, vista l'ascesa di forze reazionarie o addirittura apertamente fasciste, visto il pericolo per la classe operaia di essere divisa sulla base di caratteristiche etniche o linguistiche e sotto le "false bandiere" dei vari settori della classe borghese, è necessario che il movimento comunista ed operaio organizzi la propria lotta indipendente per il socialismo, avendo come criterio i propri interessi e non quale imperialismo preferisce l'uno o l'altro settore della plutocrazia nazionale.

Cari compagni,

Per quanto riguarda il tema dell'evento di quest'oggi, "I comunisti nei parlamenti e la lotta di classe", ci preme sottolineare che noi trattiamo il parlamento come un'istituzione della democrazia borghese, come uno strumento del capitalismo per la gestione del potere dei monopoli con lo scopo di salvaguardare i propri interessi. Sulla base di ciò, ci troviamo diametralmente opposti alle visioni opportuniste adottate in Europa Occidentale dalla cosiddetta corrente dell'"eurocomunismo", concezioni che hanno alimentato l'illusione che sia possibile una "transizione parlamentare" al socialismo. Consentitemi di presentare alcune posizioni fondamentali del KKE sulla questione che stiamo esaminando:

L'analisi della questione oggetto della nostra discussione ci conduce ad una questione più profonda, ossia la posizione dei comunisti nei confronti del capitalismo. I partiti comunisti possono convenire che si tratta di un sistema socio-economico nel quale il potere, lo stato borghese e le sue istituzioni, sono nelle mani della classe borghese, che possiede i mezzi di produzione e si appropria della ricchezza che la classe operaia e gli strati popolari producono.

Il KKE basa la propria analisi sulla posizione leninista che sottolinea che la "democrazia in generale" non esiste in nessun paese capitalista. Ciò che esiste è soltanto la democrazia borghese, allo stesso modo che non esiste una "dittatura in generale", bensì la dittatura della classe oppressa, ovvero il proletariato, sugli oppressori e sugli sfruttatori ,e cioè sulla borghesia, con lo scopo di piegare la resistenza degli sfruttatori in lotta per la conservazione del proprio dominio.

"…La più democratica delle repubbliche borghesi non è altro che una macchina che permette alla borghesia di schiacciare la classe operaia, che permette ad un pugno di capitalisti di schiacciare le masse lavoratrici…[1]" e questa repressione si intensifica quando il potere del capitale è a rischio, vacilla, o qualora gli interessi richiedano l'uso delle forze più reazionarie e fasciste, come sta succedendo in questo periodo in Ucraina con l'intervento di USA, UE e NATO nella competizione con la classe borghese Russa per il controllo della regione.

Tuttavia, la lotta contro il fascismo non può essere ingabbiata nell'appoggio alla democrazia borghese, non può essere limitata alla lotta per il mantenimento e l'avanzamento dei diritti democratici e sindacali all'interno della cornice del sistema politico borghese, in quanto questo rappresenterebbe il suo assorbimento nel sistema di sfruttamento esistente. La lotta per questi diritti e contro una forma di dittatura aperta e fascista della classe borghese, la lotta per la difesa di ogni diritto democratico - come ad esempio il diritto del Partito Comunista di svolgere la propria attività legalmente, il suo diritto a partecipare alle elezioni borghesi - non può guardare al passato; deve volgere lo sguardo al futuro. E' questo il significato della concezione Marxista-Leninista del rovesciamento dell'apparato statale borghese e delle sue istituzioni, con il passaggio dei mezzi di produzione e del potere nelle mani della classe operaia, con l'emergere di nuove istituzioni di potere emanate dal popolo. Nel corso di decine di anni, è stato dimostrato, teoricamente ed empiricamente, che il potere sarà nelle mani o della classe operaia o della classe borghese. "Ogni sogno di una qualsiasi terza via è querimonia reazionaria piccolo-borghese [2]".

A nostro parere, queste sono questioni fondamentali per l'elaborazione della linea politica dei partiti comunisti, questioni molto utili nella lotta per la conquista della coscienza dei lavoratori e del popolo, per la maturazione del fattore soggettivo.

Il KKE ha rappresentanza nel Parlamento nazionale e nel Parlamento Europeo da molti anni. Attualmente, il nostro Partito è presente in parlamento con 12 deputati e nel Parlamento Europeo con 2 deputati, tenendo sempre a mente il carattere antipopolare e di classe del parlamento nazionale e del parlamento europeo, e che la partecipazione del popolo alle elezioni ogni 4 anni non può risolvere le questioni fondamentali della lotta di classe.

Sulla base di ciò, il KKE interviene nel parlamento nazionale ed europeo: cerca di ostacolare le misure antipopolari, vota contro le proposte di legge, le direttive e gli altri atti antipopolari dell'UE, discute proposte di legge ed emendamenti su questioni serie che riguardano la classe operaia e gli strati popolari, su questioni che riguardano la tutela dei disoccupati, il sollievo degli strati popolari da prestiti e tassazioni, su sanità, educazione, tutto combinato alla lotta organizzata dai sindacati di classe e dal movimento operaio e popolare.

Normalmente, le posizioni del KKE vengono rigettate dai partiti opportunisti e borghesi, e non c'è nessuna aspettativa che i problemi del popolo possano essere risolti in questo modo. Questi interventi, però, contribuiscono a rivelare il carattere di sfruttamento del capitalismo e la natura della democrazia parlamentare borghese come "dittatura dei monopoli".

L'azione parlamentare contribuisce all'educazione della classe operaia, degli strati popolari, della gioventù. Essa informa i lavoratori, li prepara in modo da potenziare l'organizzazione della loro lotta.

Quando vengono varate leggi e misure anti-popolari, il nostro partito insiste, le mette in discussione e fa di tutto affinché esse non si legittimino nella coscienza del popolo.

Questa attività - ad esempio, intervenire con un'interrogazione parlamentare che denuncia le misure che mercificano la sanità o che impongono tasse al popolo, con una proposta di legge riguardo i diritti di sicurezza sociale dei lavoratori o un intervento nel parlamento europeo contro le missioni militari imperialiste dell'UE - può essere integrata nella lotta generale delle masse attraverso il coordinamento con le organizzazioni del partito e con la KNE, può essere adottata dai sindacati e dalle altre organizzazioni di massa. Il nostro partito e i nostri parlamentari stanno agendo in questa direzione.

I parlamentari ed europarlamentari comunisti hanno un forte legame con i lavoratori di fabbriche e aziende, con i poveri, con i piccoli contadini e quelli di media entità, con i lavoratori autonomi poveri. Agiscono nei quartieri, nelle scuole, nelle università, negli ospedali, nei luoghi dove la gente vive e lavora. I guadagni dei parlamentari comunisti non differiscono da quelli dei ceti operai e popolari: devolvono il proprio stipendio da parlamentare al KKE e poi il Partito, a seconda delle necessità contingenti della lotta di classe, attribuisce un salario che non può superare quello di un lavoratore.

I parlamentari ed europarlamentari comunisti, in consultazione con le organizzazioni di partito, raccolgono materiale in modo che gli interventi in parlamento diventino sempre più rivelatori, più efficaci.

Essi sono l'avanguardia delle mobilitazioni dei lavoratori e del popolo, e contribuiscono all'organizzazione della lotta.

Insomma, la classe operaia e gli strati popolari hanno interesse a rafforzare il KKE nelle elezioni parlamentari europee, municipali e regionali che avranno luogo a maggio e insistiamo su questo.

Allo stesso tempo, al popolo noi diciamo la verità.

Gli diciamo che questo è soltanto un aspetto della lotta. La questione fondamentale è accelerare l'unificazione del movimento operaio, rafforzare i sindacati, conseguire un orientamento di classe, cambiare i rapporti di forza e sconfiggere le forze che supportano l'UE e la politica borghese, sconfiggere le forze del riformismo e dell'opportunismo che promuovono la collaborazione tra classi e cercano di disarmare il movimento operaio.

Diciamo ai lavoratori che è necessario creare un'Alleanza Popolare, l'alleanza tra la classe operaia, i contadini poveri, i piccoli lavoratori autonomi dei centri urbani, le donne ed i giovani delle famiglie operaie in modo da rafforzare la lotta anti-capitalista e anti-monopolista, rovesciare la barbarie capitalista, conquistare il potere operaio e popolare ed aprire il cammino verso la società socialista-comunista.

Dev'essere chiaro che lo scontro con le forze borghesi e opportuniste all'interno del parlamento nazionale e di quello europeo in merito ai problemi del popolo, è diretto al conflitto con la classe borghese, contro lo stato borghese, contro l'UE ed il sistema capitalista, e non ha niente a che vedere col diffondere confusione ed illusioni sulla possibilità che la lotta nei parlamenti possa portare a riformare il sistema o l'UE - l'unione imperialista dei grandi gruppi monopolistici - a favore del popolo, come le forze della Sinistra Europea, di SYRIZA e degli altri partiti opportunisti fanno.

Questa concezione provoca un danno enorme, corrode le coscienze. Ha come punto di partenza la pericolosa illusione dell'umanizzazione del capitalismo, proprio mentre il sistema, nell'attuale fase imperialistica, diventa sempre più reazionario e pericoloso.

Dobbiamo riconoscere che l'adesione al parlamentarismo borghese è fonte di gravi problemi e deviazioni nel movimento comunista, che ha portato alla mutazione socialdemocratica di alcuni partiti, come l'esperienza dell'eurocomunismo ha dimostrato, o alla compiacenza, alla mancata adozione delle necessarie misure per affrontare le forze reazionarie fasciste, come emerso dall'impreparazione dei partiti comunisti e dalla scarsa vigilanza di classe di cui erano dotati.

Il KKE fa propria la concezione leninista che sottolinea che la lotta politica non si limita alla nostra posizione rispetto al parlamentarismo, bensì include la lotta generale della classe operaia, votata al rovesciamento del regime capitalista.

Ecco quanto indicato da Lenin a proposito della posizione dei comunisti rispetto alla democrazia borghese: "Ma i marxisti, i comunisti, la denunciano e rivelano agli operai e alle masse lavoratrici la pura e semplice verità:
di fatto, la repubblica democratica, l'Assemblea costituente, il suffragio universale, ecc. sono la dittatura della borghesia, e per emancipare il lavoro dall'oppressione del capitale non c'è altra via che la sostituzione di questa dittatura con la dittatura del proletariato. Solo la dittatura del proletariato può emancipare l'umanità dall'oppressione del capitale, dalla menzogna, dalla falsità, dall'ipocrisia della democrazia borghese, che è la democrazia per i ricchi, e instaurare la democrazia per i poveri, cioè rendere effettivamente accessibili agli operai e ai contadini poveri i benefici della democrazia, che restano oggi (persino nella repubblica - borghese - più democratica) inaccessibili di fatto alla stragrande maggioranza dei lavoratori. [3]".

I partiti borghesi "giocano in casa", stanno usando gli apparati politici e ideologici del sistema, i sistemi repressivi, l'azione dei datori di lavoro, stanno raggirando il popolo, stanno usando falsi dilemmi, la logica del "male minore" per intrappolare le forze popolari.

La partecipazione dei comunisti alle elezioni ha altri criteri. E' basata sulla difesa della verità. I comunisti non lusingano le masse, combattono l'idea della "salvazione" dall'alto, indicano il vero cammino rivoluzionario e, quando possibile, portano avanti la lotta elettorale congiuntamente alla mobilitazione della classe operaia.

C'è una questione cruciale che riguarda le prospettive di lotta della classe operaia.

"«Prima lascia che la maggioranza della popolazione, quando ancora la proprietà privata esiste, e cioè ancora sotto il dominio del capitale, si esprima a favore del partito del proletariato e solo allora tale partito può e deve prendere il potere» dicono i democratici piccolo-borghesi sedicenti socialisti, ma che in realtà altro non sono che servitori della borghesia.

"«Lascia che il proletariato rivoluzionario prima rovesci la borghesia, rompa il giogo del capitale, frantumi l'apparato statale borghese, e poi il proletariato vittorioso sarà in grado rapidamente di conquistare il favore e l'appoggio della maggioranza dei lavoratori non proletari, soddisfacendo i loro bisogni a spese degli sfruttatori» diciamo noi", ha sottolineato Lenin [4].

Il KKE nella risoluzione del suo 18° Congresso (2009), ha sottolineato, tra le altre cose, che "a partire dal 20° Congresso del PCUS (1956), con l'introduzione della tesi della "varietà di forme di transizione al socialismo, in date condizioni", la linea della "coesistenza pacifica" fu legata anche alla possibilità di una transizione parlamentare al socialismo in Europa, una strategia che già esisteva in un certo numero di Partiti comunisti e che finì per prendere il sopravvento nella maggior parte di essi. Questa tesi costituisce in sostanza una revisione delle lezioni dell'esperienza rivoluzionaria sovietica e una strategia riformista socialdemocratica [5]".

Nel suo 19° Congresso (2013) il KKE ha approvato all'unanimità il suo nuovo Programma, che afferma senza mezzi termini che oggi in Grecia esiste la precondizione materiale per la costruzione di una società socialista-comunista. L'incombente rivoluzione in Grecia sarà socialista. Il nostro partito valuta, come nel suo precedente Programma, che non esiste alcuna fase intermedia tra il capitalismo ed il socialismo, né forme intermedie di potere. Proponiamo alla classe operaia, agli strati popolari impoveriti, alla gioventù e alle donne delle famiglie operaie di costruire un'Alleanza Popolare, un'alleanza delle forze sociali che hanno interesse a lottare in direzione anti-capitalista e anti-monopolista, un'alleanza avente come parola d'ordine fondamentale la socializzazione dei monopoli e la creazione di cooperative di produzione agricola, la cancellazione unilaterale del debito, la non-partecipazione ad interventi politico-militari e guerre, l'uscita dall'UE e dalla NATO ed il potere alla classe operaia. Il KKE agisce per la creazione del fattore soggettivo nella prospettiva della rivoluzione socialista, nonostante il tempo per la sua manifestazione è determinato da condizioni oggettive, dalla situazione rivoluzionaria. La nostra attività parlamentare persegue esattamente questo obbiettivo. Stiamo lavorando per la costruzione di un KKE solidamente radicato nella classe operaia, un KKE che sia capace di rispondere ad ogni svolta repentina della lotta di classe, come noi diciamo, "un partito preparato ad ogni evenienza".

Allo stesso tempo, perseguiamo l'unità del movimento operaio su basi di classe e sosteniamo il Fronte Militante di tutti i lavoratori (PAME) e l'alleanza antimonopolista dei piccoli lavoratori autonomi (PASEVE), i contadini poveri (PASY), gli studenti (MAS), le donne (OGE). Crediamo che la costruzione dell'Alleanza Popolare che abbia una base sociale (e che non sia un'unione di leadership politiche) sia ciò di cui c'è bisogno oggi. Un'alleanza sociale che lotti per ogni problema del popolo, per i salari, per le pensioni, per la sanità, l'educazione, la sicurezza sociale, per il sostegno ai disoccupati etc. e che abbia un forte carattere antimonopolista e anticapitalista. Questa alleanza sociale, in condizioni di situazione rivoluzionaria, si trasformerà in un fronte operaio-popolare rivoluzionario, che creerà le nuove istituzioni del potere operaio e popolare che non avranno niente a che vedere con la democrazia parlamentare borghese.

Le fondamenta del potere operaio saranno le unità produttive, i servizi sociali, le unità amministrative, le cooperative di produzione. La struttura degli organi di potere includerà: il Consiglio dei Lavoratori, il Consiglio Regionale e l'Organo Superiore del Potere Operaio. I 3 livelli degli organi del potere - sui luoghi di lavoro, regionale, nazionale - si occuperanno di organizzare la protezione della rivoluzione, della Giustizia popolare e del meccanismo di controllo.

Note:

[1] Lenin, Primo Congresso dell'Internazionale Comunista.
[2] Ibid.
[3] Lenin, "Democrazia" e Dittatura.
[4] Lenin, Le elezioni per l'Assemblea Costituente e la dittatura del proletariato.
[5] Risoluzione sul socialismo del 18° Congresso del KKE.


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