www.resistenze.org - pensiero resistente - dibattito teorico - 07-04-16 - n. 584

X Congresso (Tesi II): La Rivoluzione Socialista in Spagna e i compiti del PCPE

Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) | pcpe.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

02/04/2016

Idee centrali della tesi

Nel periodo 2008-2014 si sviluppò la più lunga e profonda crisi di sovrapproduzione e sovra-accumulazione di capitali dal periodo del dopoguerra, segnata da due forti cicli recessivi.

Dalla fine del 2014 si osserva un certo cambiamento di tendenza, con una debole crescita economica sostenuta, fondamentalmente, dalla drastica riduzione del prezzo della forza-lavoro e dal basso prezzo delle materie prime. Ma la minaccia di un terzo ciclo recessivo continua ad essere presente, considerando le deboli basi sulle quali poggia la strategia del blocco dominante, la stagnazione o crescita debole dei principali paesi dell'Eurozona e dell'America Latina e le minacce che incombono sulle economie della Russia e della Cina.

Le crisi cicliche di sovrapproduzione e sovra-accumulazione di capitali contemporanee si sviluppano in condizioni di esaurimento e di crisi generale del capitalismo, cosa che ostacola le politiche di gestione borghese nel riuscire a mantenere cicli stabili di riproduzione allargata del capitale. L'economia capitalista è soggetta a minacce crescenti, si intensificano le contraddizioni e si restringono i periodi tra una crisi e la seguente, aumentando l'intensità e il potenziale distruttivo in tutti gli ambiti. Perfino nell'ipotetico caso che il capitalismo spagnolo riuscisse a intraprendere un ciclo di un certa crescita, non migliorerebbero sostanzialmente le condizioni di vita della maggioranza operaia e popolare. Inoltre, le misure antipopolari e l'attacco ai diritti della classe operaia continueranno e si intensificheranno in futuro.

Tuttavia, il grado di sviluppo raggiunto dalle forze produttive in Spagna permetterebbe di soddisfare le necessità del nostro popolo, entrando in contraddizione antagonistica con i rapporti di produzione capitalistici basati sulla proprietà privata dei mezzi di produzione. Così, in tutti gli aspetti della vita economica e sociale del paese, si manifesta intensamente la contraddizione tra il carattere sociale della produzione e l'appropriazione capitalista privata della maggior parte dei suoi risultati. Si intensifica e generalizza la necessità della proprietà sociale, della pianificazione centrale dell'economia e del potere operaio.

Il capitalismo spagnolo si trova nella sua fase superiore e ultima, nell'epoca di transizione rivoluzionaria del capitalismo al socialismo-comunismo, nell'epoca della rivoluzione proletaria. Dal punto di vista delle condizioni materiali, il socialismo-comunismo è più necessario che mai nel corso della storia. La rivoluzione in Spagna sarà socialista.

Crisi capitalista e crisi al vertice

La crisi economica ha avuto un chiaro riflesso sul piano della sovrastruttura. L'apparato statale di dominazione, forgiato nella sua manifestazione contemporanea durante la transizione dal fascismo alla democrazia borghese, si è eroso e si intensificano le contraddizioni in seno al blocco dominante oligarchico-borghese. Si è deteriorato notevolmente il grado di legittimazione sociale con cui si esercita la dittatura capitalista, come conseguenza dell'inarrestabile crescita della miseria e delle disuguaglianze sociali e ha chiarito l'immensa rete di corruzione inerente al sistema. Dappertutto aumenta la disaffezione alle istituzioni e alle organizzazioni fondamentali sulle quali si è fondata la dittatura di classe del capitale dal franchismo: monarchia, sistema parlamentare bipartitico, modello territoriale, etc.

"Quelli in alto" non possono continuare a dominare come prima. Si sviluppa una crisi nel vertice che obbliga il blocco dominante ad aggiornare il sistema politico borghese e, come conseguenza, si apre il dibattito su una riforma costituzionale diretta a rinnovare i consensi sociali essenziali sui quali si pretende di collocare la dittatura capitalista durante i prossimi decenni.

Le classi dominanti tentano di ricomporre la propria egemonia politica spingendo un'operazione altamente strategica, dimostrando un'enorme flessibilità nel momento di introdurre le riforme necessarie per perpetuare la dominazione capitalista. La nausea espressa durante gli ultimi anni dalle ampie masse operaie e popolari è ricondotta ad un dibattito che propone essenzialmente due forme di gestione capitalista: la liberale e la socialdemocratica.

Si delinea un polo di centro-destra, rappresentato dal Partido Popular e Ciudadanos e un polo di centro-sinistra, rappresentato dal PSOE e Podemos con una parte residuale di Izquierda Unida, che cercano di intrappolare la classe operaia e i settori popolari nella scelta tra due forme concrete di gestione dello sfruttamento capitalista, tentando di evitare che la crisi ai vertici si trasformi in una crisi politica del capitalismo che conduca a una situazione rivoluzionaria nella quale il proletariato possa arrivare a contestare il potere politico.

Lottiamo in condizioni non rivoluzionarie

La classe operaia ha lottato e sta lottando. Ma lo fa principalmente sotto falsa bandiera, senza un proprio progetto basato sull'indipendenza di classe. Il Partito lavora, pertanto, in condizioni non rivoluzionarie, nelle quali la grande maggioranza della classe operaia e dei settori sociali alleati si trova intrappolata tra i due poli di gestione capitalista descritti.

In queste condizioni è necessario che il PCPE intensifichi i suoi sforzi per innalzare un polo rivoluzionario, il che implica, in primo luogo, raggruppare il movimento operaio e popolare in una linea di rottura che, sotto direzione proletaria, possa accumulare forze in un fronte operaio e popolare capace di superare l'attuale fase di regressione o di mera resistenza e di intraprendere una controffensiva in tutti i campi con l'obiettivo della conquista del potere e della costruzione del socialismo-comunismo in Spagna.

L'obiettivo non è altro che la preparazione del fattore soggettivo della rivoluzione socialista-comunista (Partito, classe operaia, alleanze...), nel percorso di condurre il paese in una situazione rivoluzionaria che apra le possibilità alla presa del potere. Per ciò l'attività del Partito deve orientarsi verso una serie di compiti strategici concreti:
- Il raggruppamento rivoluzionario della grande maggioranza della classe operaia intorno al PCPE.
- L'alleanza della classe operaia coi settori popolari oppressi dal capitalismo affinché in alcuni casi agiscano in senso rivoluzionario e in altri, almeno, siano neutrali.

Questi obiettivi rivoluzionari necessitano in modo imprescindibile di concentrare le forze militanti su tre direzioni principali:
- La preparazione del Partito per lottare in tutte le condizioni e con la maggiore efficacia, a cui si dedica specificamente la tesi III.
- Il lavoro comunista verso la classe operaia.
- Il lavoro comunista coi settori popolari oppressi coi quali deve forgiarsi l'alleanza sociale del proletariato.

Il lavoro verso la classe operaia

Il Partito deve guidare il proletariato alla presa del potere, dando a questa affermazione un contenuto pratico, un contenuto concreto che collochi la classe operaia al centro della strategia politica. Questa svolta operaia implica adottare un piano strategico che unifichi il lavoro sistematico e professionale di tutte le nostre organizzazioni e di tutto l'attivo militante del PCPE e dei CJC tra la classe operaia, nella seguente prospettiva:

- L'organizzazione di cellule nei centri di lavoro, fabbriche e poli industriali strategici: energia, settore minerario, trasporto, telecomunicazioni, manifattura, insegnamento e sanità.

- L'affiliazione massiccia della militanza comunista ai sindacati, tentando di unire ad essi come organizzazioni di massa della classe operaia, il maggiore numero possibile di lavoratrici e lavoratori.

- Il raggruppamento del maggiore numero di lavoratori e lavoratrici avanzati, con una chiara prospettiva del sindacalismo, in Comitati per l'Unità Operaia che spingano verso il sindacalismo di classe e l'unità operaia, affrontando le posizioni opportuniste e gialle oggi predominanti, consolidando i comitati esistenti, sviluppando i gruppi promotori e dando un nuovo impulso alla loro coordinazione dai settori produttivi e su scala territoriale.

L'obiettivo è convertire ogni centro di lavoro strategico in un bastione comunista, in fortezze rivoluzionarie nelle quali ogni strumento organizzativo della classe operaia (assemblee, sindacati, comitati di fabbrica e delegati e delegate sindacali e di personale, comitati per l'unità operaia...) svolga un ruolo specifico di orientamento comunista nelle seguenti direzioni:

- Organizzare la lotta di massa della classe operaia contro i padroni in forma pianificata, fabbrica su fabbrica e settore per settore, in funzione delle priorità. Una lotta caratterizzata dalla forza necessaria per respingere l'offensiva del capitale, ricorrendo alle forme di lotta che siano necessarie in ogni momento (assemblee, concentrazioni, manifestazioni, scioperi, etc..)

- Estendere la democrazia operaia in seno al movimento sindacale e nelle imprese, affrontando con determinazione ogni conciliazione e giustificazione della logica capitalista e della pratica dirigenziale, denunciando senza indugio ogni corruzione sindacale; difendendo il ruolo dell'assemblea operaia e del carattere vincolante dei suoi accordi, dell'ampia partecipazione nel processo decisionale, della sottomissione della rappresentazione sindacale all'assemblea e della sua costante rendicontazione (compresa la revoca di mandato se il caso).

- Intensificare la lotta politica della classe operaia e del suo movimento contro le politiche promosse dai governi capitalisti di questo o quell'altro colore, contro il regime capitalista in generale e contro le alleanze imperialiste a cui partecipa il capitalismo spagnolo. Ampliare ed elevare la coscienza della classe operaia mediante la nostra attività e mediante un'agitazione multilaterale, comprensiva di tutto il sistema di sfruttamento e di oppressione.

- Unificare le lotte nelle imprese e nei settori in tutti gli ambiti in cui sia possibile, con una concezione integrale della lotta di classe operaia basata sulla solidarietà di classe.

- Estendere la coscienza e la pratica internazionalista proletaria in seno alla classe operaia, organizzando la solidarietà con le lotte operaie di tutti i paesi e spingendo azioni pratiche che tengano conto del lavoro della Federazione Sindacale Mondiale.

Il lavoro verso i settori popolari

La militanza del PCPE interviene in ogni contraddizione, in ogni problema popolare, con l'orientamento chiaro di organizzare e mobilitare un polo rivoluzionario (a fronte del polo capitalista che si articola su un asse centro-destra e centro-sinistra) integrato dai settori operai e popolari nei luoghi di residenza, tessendo in ogni momento l'alleanza di quei settori con la classe operaia combattente. È necessario realizzare una politica specifica diretta a tutti i settori chiamati a formare l'alleanza sociale, il polo rivoluzionario che denominiamo Fronte Operaio e Popolare.

Il PCPE propone di articolare il movimento di massa, su scala territoriale, in Comitati Popolari che avranno come nucleo centrale le organizzazioni operaie e in primo luogo i Comitati per l'Unità Operaia. Si integreranno anche negli stessi, in forma naturale, altri collettivi secondo lo sviluppo delle lotte: la gioventù organizzata contro la disoccupazione, le organizzazioni studentesche, i settori sociali che lottano contro la militarizzazione, i collettivi che lottano per i diritti della donna, in difesa dell'educazione pubblica e della sanità, etc.

La Tesi II segna la linea tattica del Partito nel lavoro con una serie di settori sociali particolari:
- La gioventù di estrazione operaia e popolare.
- I settori professionali ed autonomi.
- Il piccolo contadino e i lavoratori e le lavoratrici della campagna

Relativamente al lavoro per la liberazione della donna, dopo il dibattito che si è sviluppato nel 2015 nell'insieme delle cellule del Partito e nei collettivi della Gioventù, sul documento del Comitato Centrale "La lotta per l'emancipazione della donna e i compiti del Partito Comunista dei Popoli di Spagna", si sottopongono a dibattito del X Congresso le principali conclusioni tattiche raggiunte e un aggiornamento della tabella rivendicativa del Partito. Si tratta di dare un forte impulso al lavoro comunista, alla mobilitazione generale delle donne e alla lotta per la loro emancipazione nel processo rivoluzionario, fino al completo sradicamento di ogni forma di sfruttamento e oppressione che caratterizzerà la società comunista per la quale lottiamo.

Verso la presa del potere

Il PCPE è il prosecutore dell'eroica lotta del Partito Comunista di Spagna che, sotto l'impulso della Grande Rivoluzione Socialista dell'Ottobre 1917, si organizzò sotto le bandiere dell'Internazionale Comunista. Col trionfo dell'eurocomunismo in Spagna la classe operaia subì una grave sconfitta, ma solo temporanea. La risposta della militanza comunista al revisionismo e il suo ruolo attivo in tutti gli ordini della lotta di classe, permisero che nel Congresso di Unità del 1984 si innalzassero in modo organizzato le bandiere del marxismo-leninismo, perfino nel pieno sviluppo di una controrivoluzione mondiale, trasformando il PCPE nel filo rosso che unisce le lotte del passato e del presente della nostra classe operaia, fino ad arrivare a questo X Congresso, forgiando un Partito e una Gioventù disposti a dirigere la Rivoluzione Socialista in Spagna e a lottare, in tutte le condizioni, per la vittoria del socialismo-comunismo.

In questa rivoluzione il potere passerà nelle mani del proletariato che organizzerà la sua dittatura in forma di Stato Socialista diretto dai principi del centralismo democratico. I settori fondamentali della produzione saranno socializzati e posti sotto controllo operaio, sotto i principi della pianificazione economica; si dichiarerà la rottura unilaterale di ogni vincolo con l'Unione Europea e la NATO, si procederà alla chiusura delle basi militari statunitensi, si ordinerà il ritorno a casa degli effettivi militari che compiono missioni imperialiste fuori le nostre frontiere.

Come risultato del trionfo della rivoluzione socialista in Spagna la classe operaia al potere darà vita a una nuova forma di Stato che, nel suo processo di formazione, affronterà la questione dello Stato plurinazionale sulla base dell'esercizio del diritto di autodeterminazione delle nazioni, dalla concezione di unione volontaria di popoli liberi che iniziano il processo di costruzione del socialismo nel nostro paese.

Dopo la presa del potere sarà necessario scatenare un'intensa lotta di classe che, allo stesso tempo in cui difende il potere operaio con l'intensa implicazione delle masse mobilitate, vince ogni resistenza e chiude in modo pianificato i residui in cui permangono le relazioni mercantili fino al completo trionfo dei rapporti di produzione comunisti. Su questa nuova base si libererà una lotta senza quartiere contro ogni forma di oppressione, avanzando verso una società di persone libere e di uguali diritti e doveri, trasformando la società socialista in un paradigma nel quale le donne lavoratrici si emanciperanno dalla doppia oppressione che vivono sotto il regime capitalista, conquistando condizioni di libertà e di uguaglianza mai conosciute nella storia del nostro paese.

La nostra rivoluzione, anche se il socialismo-comunismo trionferà in un solo paese o gruppo di paesi, sarà parte della rivoluzione mondiale. Pertanto lo Stato socialista proclamerà la sua amicizia con tutti i popoli del mondo e la rinuncia alla guerra come strumento di politica estera, sarà fedele alleato della classe operaia di tutti i paesi nella loro lotta rivoluzionaria contro l'imperialismo, facendo dell'internazionalismo proletario bandiera e guida della politica estera della nostra Rivoluzione.


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