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Mertens vs Martens

Partito Comunista Operaio Russo | rkrp.ru
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

21/03/2016

Negli ultimi anni i comunisti di diversi paesi hanno guardato con apprensione agli sviluppi all'interno del Partito del Lavoro del Belgio (PTB). La nostra attenzione e l'interesse per il PTB trova ragione nel fatto che è stato uno dei partiti che hanno contribuito attivamente al rilancio della tendenza rivoluzionaria del movimento comunista internazionale dopo i colpi controrivoluzionari del 1988-1991 in URSS e nell'Europa dell'Est, quando molti dei partiti comunisti dell'Europa occidentale hanno cessato di esistere o si sono spostati su posizioni apertamente riformiste.

In queste condizioni, mentre la propaganda borghese parlava della morte del comunismo, il Partito del Lavoro del Belgio, guidato dal suo leader di allora, Ludo Martens, un eccezionale teorico marxista, pubblicista e organizzatore rivoluzionario, avviava il Seminario Comunista Internazionale a Bruxelles. Questi seminari, tenuti a partire dal 1992, hanno svolto un ruolo importante nel consolidamento dei comunisti nei vari paesi, nella comprensione teorica delle cause degli eventi in corso, così come nello sviluppo della strategia e della tattica dell'azione comunista nel nuovo clima venutosi a creare sulla base della teoria marxista-leninista.

Il Partito del Lavoro del Belgio, insieme al Partito Comunista di Grecia, è stato uno dei partiti comunisti più forti e "ortodossi", avendo mantenuto, su consiglio di Lenin, in condizioni reazionarie, non solo le posizioni ideologiche offensive del marxismo rivoluzionario, ma anche influenza all'interno della classe operaia.

A quel tempo, il Partito del Lavoro del Belgio ha condotto una attiva lotta contro il revisionismo e l'opportunismo, che avevano funzionato come principale ragione della temporanea sconfitta del socialismo sul finire del 20° secolo. Questa lotta è stata condotta anche in campo storico. Ludo Martens scrisse il libro Stalin, un altro punto di vista, pubblicato nel 1994. Questo libro è una delle prime opere di un comunista occidentale per confutare le fabbricazioni e le calunnie borghesi e opportuniste su Stalin.

Ludo Martens è stato di grande aiuto alla lotta del popolo del Congo, ex colonia belga, contro il neocolonialismo. Per diversi anni ha lavorato personalmente come consulente del presidente di questo paese africano. Con la sua diretta partecipazione è stato fondato il partito comunista nel Congo, su una base marxista-leninista. Il Partito del Lavoro ha inoltre sostenuto la lotta della Corea del Nord ed è stato uno dei primi firmatari della Dichiarazione di Pyongyang. Con la partecipazione degli attivisti del PTB è stata creata in Belgio l'organizzazione "La Corea è una", che ha detto la verità sul socialismo coreano, ha combattuto per l'amicizia con il popolo della Corea del Nord, ha parlato a sostegno della Corea del Nord contro la pressione imperialista e contro le menzogne su questo paese.

E' interessante ricordare a proposito un aneddoto: i compagni del PTB giunti in Corea del Nord con una squadra per girare un film sulla vita della repubblica, sono stati ricevuti in molto ospitale, ma sono state offerte e mostrate loro le solite destinazioni e attrazioni turistiche, non lasciando una reale possibilità di "girare liberamente". Quindi Ludo Martens chiamò il compagno Kim Il Sung e gli chiese di fidarsi della professionalità dei compagni belgi. Sono veri amici del Partito del Lavoro di Corea e sapranno presentare le informazioni al pubblico europeo. Kim Il Sung si rese conto di cosa si trattava e diede istruzioni di aiutare il gruppo e consentire che filmassero ovunque credevano. Il film si rivelò fantastico.

Va notato che nei primi anni 1990 i discorsi in difesa di Stalin e di sostegno della Corea del Nord richiedevano un notevole coraggio, sia in Occidente che in Russia, proprio come ora. Nell'80° anniversario della Rivoluzione d'ottobre, Ludo Martens fece una relazione in occasione della conferenza internazionale dei Partiti comunisti e operai a Leningrado (http://rkrp-rpk.ru/content/view/13209/1/), pubblicata nel numero speciale della rivista Marxism and Modern Time (novembre 1997, pag. 41-45), in cui giungeva alla conclusione che lo sviluppo dell'opportunismo e del revisionismo nel movimento comunista, l'allontanamento dai principi di Marx e di Lenin, che Stalin aveva così brillantemente difeso e vivificato, costituivano la principale causa della controrivoluzione in URSS e nell'Europa orientale e del ripiegamento temporaneo della rivoluzione mondiale.

Purtroppo, negli ultimi anni, quando a causa della malattia, Ludo Martens si è ritirato dalla direzione del Partito, e soprattutto dopo la sua morte nel 2011, abbiamo visto un grande cambiamento nella posizione del Partito del Lavoro del Belgio. Molti comunisti sono stati in un primo momento sorpresi e poi addirittura scioccati dalle dichiarazioni del nuovo leader del Partito, Peter Mertens, di natura così chiaramente revisionista.

Per esempio, nell'intervista Help People, not Banks, pubblicata in Gazet van Antwerpen il 25 maggio 2009, in seguito ripresa sul sito ufficiale del PTB, Mertens dice:

"Domanda: Quanto è marxista il PTB nel 2009?
Mertens: Il marxismo, alla luce della crisi, è di grande rilevanza. Ma dopo molti anni di discussioni, con la reale partecipazione dei nostri membri, si è deciso che dobbiamo cambiare il carattere dogmatico del passato a favore di una nuova linea, più morbida. Rimaniamo contrari al capitalismo, un sistema che ha lo scopo di massimizzare i profitti. Ma cercheremo una moderna applicazione delle indicazioni di Marx... "

Inoltre, come "moderna applicazione", le proposte indicate sono di natura riformista, volte a "migliorare" il capitalismo. Vale la pena ricordare che i revisionisti di tutti i tempi si concentrano spesso sotto la bandiera della modernizzazione del marxismo.
Sull'Unione Sovietica, sintetizza:

"Riguardo l'Unione Sovietica? Negli anni '90 il suo Partito difendeva persino Lenin e Stalin....
P. Mertens: Ho un approccio sfumato sulla questione. So che vado contro corrente, so che non è la posizione più appetibile, ma io non respingo tutto ciò che accadeva sotto il comunismo". (Da un'intervista a Peter Mertens del quotidiano De Standaard, 2013).

Questo è quanto: mentre Martens denunciava veementemente i miti anti-sovietici e anti-comunisti della propaganda borghese, Mertens semplicemente non respinge tutto ciò che accadeva sotto il comunismo. Ad alcune cose acconsente come positive. Tante grazie!

La nuova leadership del partito ha praticamente rotto le relazioni con la Corea del Nord e ha creato un clima di intolleranza e di pressione sui membri del partito che erano a favore di proseguire il lavoro di sostegno alla Corea del Nord. Mertens nella stessa intervista intervistato sul punto, disse:

"L'anno scorso un membro del suo partito, ha elogiato la Corea del Nord nel programma televisivo Terzake"
P. Mertens: All'epoca quella persona era ancora iscritto nel mio partito. Ora non lo è più.
- Lo avete espulso?
P. Mertens: Si è espulso da sé. Fui stupito di ascoltare quell'intervista. Egli sapeva bene che il suo punto di vista non era la posizione del partito, e che se esprimeva il suo punto di vista, in tal modo si collocava al di fuori del partito. Non ho nulla a che fare con le dittature e le dinastie. Nulla".

Possiamo solo aggiungere che presumiamo che non abbia nulla a che fare neanche con la dittatura del proletariato.

Il Partito del Lavoro sta prestando un'attenzione sempre crescente alle elezioni dei suoi deputati in Parlamento e negli organismi rappresentativi locali. Di per sé, la partecipazione alle elezioni borghesi è un mezzo perfettamente ammissibile di lotta politica per i comunisti, uno degli strumenti per promuovere le proprie idee. Ma quando, per il fine di ottenere seggi, il partito comunista sacrifica i suoi principi, questo significa che il mezzo diventa fine e il partito cessa di essere comunista, segnando il passaggio alle posizioni dell'opportunismo.

Sembra che questo sia ciò che è accaduto al PTB. Propagare le idee comuniste, la lotta di classe col suo esito rivoluzionario, difendere i leader storici del proletariato che la propaganda borghese, naturalmente, demonizza e dipinge come diavoli, tutto questo spesso significa andare contro la "saggezza comune", che, come sappiamo, è il punto di vista della classe economicamente dominante, e può davvero alienare una parte degli elettori.

Ma per i comunisti non è importante il numero di seggi in Parlamento, ma la diffusione dell'ideologia comunista tra le masse e organizzare la lotta dei lavoratori. E dal momento che l'ideologia comunista è in contraddizione inconciliabile con l'ideologia borghese, la sua propaganda porterà inevitabilmente a un conflitto con i pregiudizi borghesi, cosa che può anche spaventare e allontanare temporaneamente una porzione di potenziali sostenitori. Ma i veri comunisti non hanno alcuna altra scelta.

Naturalmente, nessuno chiede che i comunisti sempre, in qualsiasi conversazione o qualsiasi volantino, esprimano primariamente gli elementi radicali delle loro convinzioni che potrebbero causare più paura e ostilità nei filistei. Ma abbandonare questi punti di vista, al fine di adottare la posizione borghese, cedere ai pregiudizi meschini delle masse è il percorso della decomposizione del partito comunista e della sua rinascita come partito revisionista. Purtroppo, l'ex glorioso e rivoluzionario PTB sembra aver intrapreso questa strada.

L'inclinazione opportunistica del Partito del lavoro si evidenzia nell'approccio rispetto alla sua storia e nei discorsi del suo nuovo leader.

Nel 2015 sotto i riflettori dell'attenzione del pubblico europeo c'è stata la lotta politica interna in Grecia. I governi borghesi e socialdemocratici della Grecia, secondo le indicazioni dell'oligarchia finanziaria dell'UE, hanno guidato questa nazione verso il debito e distrutto la sua economia. Gli imperialisti dell'UE (soprattutto Francia e Germania) hanno imposto al popolo greco nuovi termini e condizioni predatorie: abolizione di tutte le rimanenti conquiste sociali dei lavoratori, svendita dei beni dello Stato, comprese le terre e le isole, a beneficio dei creditori, ecc, con l'obiettivo di ottenere nuovi "prestiti" per pagare il vecchio debito, cosa che implica che la Grecia non si liberi dal debito, ma lo aumenti ulteriormente, così come l'importo degli interessi da pagare. E se una parte irrisoria di questi prestiti raggiungesse la Grecia, prestiti per i quali i lavoratori greci accettano una riduzione dei salari, un forte aumento dell'età pensionabile, la negazione del sostegno statale ai poveri, essa sarà usata non per le persone, ma per la salvezza del grande capitale in Grecia, la classe che ha portato questo paese con la sua politica interna ed estera a un tale stato di cose.

Naturalmente, il popolo greco non vuole accettare tali condizioni, che significano povertà senza speranza e un ulteriore degrado del paese. L'unico vera via d'uscita per la maggior parte delle persone, offerta dal Partito Comunista di Grecia, si trova nella presa del potere da parte della classe operaia in alleanza con gli altri lavoratori, nella nazionalizzazione dei principali settori dell'economia, nell'uscita dall'UE, dalla zona euro e dalla NATO, nella cancellazione unilaterale del debito, debito contratto non dal popolo greco e non nel suo interesse, e da cui l'oligarchia finanziaria dell'UE ha già tratto un enorme profitto sotto forma di interessi.

Ma la borghesia greca ha presentato sulla ribalta politica il nuovo partito socialdemocratico Syriza, creato sulla base della coalizione di sinistra (Synapsimos) fuoriuscita negli anni novanta dal Partito Comunista di Grecia in stile gorbacioviano, e che oggi si presenta come forza "di sinistra", sostenuta da tutti i media borghesi e da tutti gli esponenti della sinistra d'Europa e dalla Russia. Ma per i marxisti era chiaro fin dall'inizio che la sua politica in caso di arrivo al potere, sarebbe stata la stessa di quella del precedente governo socialdemocratico del PASOK. Dispensando grandi promesse, a parole, dichiarando il suo rifiuto a ulteriori misure di "austerità" e la sua fermezza verso i creditori dell'Unione europea, dicendosi a sostegno del socialismo, Syriza è sempre stata contro l'abbandono della UE e non assume alcuna trasformazione socialista.

Grande è stata la perplessità di molti comunisti, in particolare tra i membri del Partito Comunista di Grecia, quando il Partito del Lavoro del Belgio ha sostenuto, durante la campagna elettorale in Grecia, non il KKE, ma questo partito borghese, Syriza.

La correttezza della posizione dei comunisti della Grecia è stata confermata dai recenti eventi. Invece di onorare le sue promesse, il governo Syriza guidato da Tsipras, prima ha organizzato un artifizio demagogico attraverso il referendum, nel quale chiedendo al popolo di approvare o disapprovare i termini dell'accordo con i creditori, Syriza in realtà offriva come alternativa la propria versione dell'accordo, che differiva da quello dei creditori per essere appena più indulgente. Pochi giorni dopo il referendum, in cui la stragrande maggioranza dei greci ha detto "no", il governo Tsipras ha posto in essere un accordo con i creditori anche più antipopolare e oppressivo rispetto a quello che era stato originariamente proposto e respinto dal popolo nel referendum. Il governo Syriza è giunto alla creazione di un comitato internazionale sovranazionale di gestione dei beni dello Stato della Grecia, compresa la vendita delle terre e isole. Quindi, stiamo parlando della perdita pratica di sovranità.

Dopo questa spiegazione è comprensibile il motivo per cui la dichiarazione di solidarietà con il KKE ha trovato 50 firmatari ma non il sostegno della sinistra europea, né del PTB.

Interessante e rivelatore è anche il fatto che la significativa deviazione a destra nella direzione attuale del PTB si manifesta anche nell'organizzazione del Seminario Comunista Internazionale (ICS) di Bruxelles. I suoi organizzatori del PTB hanno iniziato a chiedere ai partecipanti di evitare critiche specifiche alle caratteristiche opportuniste di un certo numero di partiti aderenti al Seminario. Hanno chiesto di criticare l'opportunismo come fenomeno generale, senza evidenziare il soggetto. E questo quando è ben noto che la critica obbligatoria dei fenomeni opportunistici all'interno del movimento comunista e la lotta ideologica contro i partiti opportunisti è uno dei capisaldi del marxismo-leninismo.

Lenin ha avvertito nella sua famosa opera L'imperialismo, fase suprema del capitalismo: "Più pericolosi di tutti, da questo punto di vista, sono coloro i quali non vogliono capire che la lotta contro l'imperialismo, se non è indissolubilmente legata con la lotta contro l'opportunismo, è una frase vuota e falsa". (V. I. Lenin. Opere, vol. 27, p. 424).

Infine, recentemente il PTB ha rifiutato di partecipare alla collaborazione con la "Rivista Comunista Internazionale", adducendo in particolare: "Non apprezziamo che un gruppo di partiti che partecipano ai lavori della rivista si autodefinisca genuinamente marxista-leninista". Si tratta di una posizione abbastanza tipica degli opportunisti, che pongono bruscamente la questione sulla genuinità del marxismo-leninismo, quando essi stessi non lo sono. A proposito del PTB  la risposta a questa domanda molto presto sarà, purtroppo, evidente a tutti...

A questo proposito, uno dei veterani del PTB ha giustamente e amaramente osservato, che è in effetti è vero: "Mertens non è Martens".

Occorre aggiungere, naturalmente, che non dobbiamo sottovalutare il ruolo di un individuo, in particolare di un capo di partito, nello sviluppo della sua posizione. Ma sarebbe sbagliato attribuire la caduta del PTB sulle spalle di un solo individuo. E' vero che tanti compagni del PTB sono indignati e sconvolti per le sue dichiarazioni. Ma altri - ed erano la maggioranza - non si oppongono.

I comunisti sovietici che hanno condotto la lotta contro Gorbaciov e la sua politica della perestrojka, come cambiamento del sistema politico, all'interno del PCUS, conoscono questa situazione e la comprendono perfettamente. Come spiegarla? Probabilmente i membri del partito mancavano di una formazione marxista e della forza di convinzione per contrastare questo comodo declino. A questi problemi non è stata data sufficiente attenzione sotto la guida precedente. Di conseguenza, il PTB è gravemente malato. I comunisti che rimangono sulle loro posizioni marxiste rivoluzionarie, costantemente sostenute da Ludo Martens, sono ora sottoposti alla repressione e all'espulsione. Per avere mani libere, la direzione del partito, ha anche cominciato a cambiare lo Statuto, consentendo di escludere compagni del partito senza procedure democratiche. Ora la direzione del partito può semplicemente "non rinnovare l'appartenenza al partito" dei comunisti indesiderabili. Considerate questa degenerazione del partito una lezione importante e istruttiva per tutti i partiti marxisti rivoluzionari.

In conclusione, dobbiamo dire che ci ricordiamo le tradizioni militanti e gloriose dei comunisti belgi, il loro forte legame alla classe operaia. Quindi speriamo che i compagni belgi superino la tendenza revisionista e siano in grado di riallinearsi ai partiti comunisti rivoluzionari, "ortodossi".

Gruppo di studio della Commissione ideologica del Comitato Centrale del Partito Comunista Operaio Russo


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